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La VOCE ANNO XVI N°3

novembre 2013

PAGINA 2         - 18

16 aprile 2006

DOCUMENTO FOTOGRAFICO

Immagini finali del Che

Lo scrittore Pacho O’Donnell spiega l’origine di queste foto di grande valore storico, che sono state in possesso dell’esercito boliviano dal 1967.

L’8 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara è stato ferito e catturato dai rangers boliviani addestrati dalla US Green Berets. Il capitano Gary Prado, comandante del battaglione, lo conduce alla cittadina di La Higuera, dove è imprigionato nella scuola, assieme a Willy Cuba, un coraggioso guerrigliero boliviano che ha preferito rimanere con il Che, invece di cercare di fuggire. Non tarderà ad arrivare l’ordine da La Paz: Il Che deve essere assassinato. Chi si incaricherà di questo compito è il sergente Mario Teran scelto a caso dal colonnello Zenteno tra i sette sottufficiali presenti.

Federico Arana Serrudo era, in quell’ottobre del 1967, il Capo della G2, i servizi segreti militari dello Stato Maggiore boliviano. Pochi mesi fa si erano saputo in Colombia di fotografie che erano sempre state in possesso di Arana nel corso degli anni fin dalla tragedia di La Higuera. Si tratta di documenti di grande valore storico. Due di essi mostrano il Che vivo all’interno della scuola. In una di esse si vede quasi di profilo seduto con le mani legate. L’altra ci dà un impressionantissimo nitido primo piano del suo viso che commuove per l’espressione della serena intensità quando già sapeva di essere condannato. Altre tre foto lo mostrano sanguinante sul pavimento, alcuni secondi dopo la sua morte, assieme ai soldati con i fucili in mano. Una di esse sembrerebbe cogliere il momento del colpo di grazia, forse per mano di Terán, suo boia. Un’altra foto che riflette una drammatica espressione di Guevara in primo piano dopo essere stato mitragliato, giacente nella lavanderia di Vallegrande, ci fa pensare alla miracolosa trasfigurazione nel bel volto del Cristo. Molto interessante è anche quella in cui appare su una barella con gli occhi chiusi, confermando che fu il vento nel tratto di strada aerea tra La Higuera e Vallegrande ad aprirgli gli occhi e a creare quello sguardo immortalato dal fotografo Freddy Alborta. Infine è documentato anche il cadavere di Guevara legato al pattino dell’elicottero.

Come poterono arrivare queste foto in possesso di Arana? Nell’elicottero che andava da Vallegrande a La Higuera per trasportare i morti e i feriti nell’ultima battaglia di Churo vi erano solo due passegeri. Il colonnello Joaquin Centeno Anaya, Comandante dell’8° Divisione, decise di lasciare a terra il capo dei servizi segreti della sua Divisione, il colonnello Arnado Saucedo Parada, e al suo posto caricò l’ agente della CIA, Felix Rodriguez, nascosto sotto la falsa identità del capitano dell’esercito boliviano Felix Ramos, che aveva avuto un coinvolgimento attivo nella morte del rivoluzionario argentino. Saucedo incarica quindi il pilota, il maggiore Nino de Guzman, che fotografi il Che in vita* e per questo gli dà la sua camera fotografica. Nel suo libro Shadow Warrior (Guerriero Ombra) Rodriguez racconterà che Saucedo ordinò di aprire al massimo l’ obiettivo della fotocamera per garantire la riuscita delle sue foto e per essere sicuro che ci fossero solo le sue, questo racconta l’agente della CIA, che si rese conto di quello che stava succedendo lì. Ma il pilota aveva con sé una macchina fotografica personale con la quale prese alcune fotografie, appunto quelle che vengono mostrate oggi. Félix Rodríguez, avendolo saputo, ordina al colonnello Centeno di confiscare tale materiale. Seguendo la linea gerarchica il rullino non sviluppato finisce in mano al generale Ovando, comandante in capo dell’esercito boliviano, che poi lo depositerà negli uffici di Arana.Serrudo a La Paz.

Ndr.: *Cioè con gli occhi che il vento gli aveva aperti.
Traduzione di Roberto Gessi.

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