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Roma, 21.09.2011
Alla Tavola della Pace Via della Viola, 1 06122 Perugia Fax: 075/5739337 email: info@perlapace.it
e p.c. alle associazioni, ai "movimenti", agli organi istituzionali ed ai media invitati alla Conferenza di presentazione della "Marcia per la pace" Perugia-Assisi, 2011.
LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI ED A TUTTI I PACIFISTI ITALIANI
Nel manifesto di convocazione della "Marcia per la Pace" sono contenuti generici appelli contro "le guerre", "la violenza", "il commercio delle armi" ed a "mettere fine alla guerra in Libia, in Afghanistan".
Ma allora vi chiediamo: da sei mesi è in corso in Libia, a soli 500 km dall'Italia, una sanguinosa guerra che ha comportato 9.000 azioni di bombardamento, che ha causato immani distruzioni e privazioni per la popolazione, migliaia, o forse decine di migliaia, di vittime civili innocenti, centinaia di migliaia di profughi.
DOVE ERAVATE IN QUESTI 6 MESI? Eravate voltati dall'altra parte?
Piccoli gruppi come i nostri hanno tentato di sensibilizzare l'opinione pubblica con una serie di manifestazioni ignorate dalla stampa. Abbiamo manifestato davanti all'ambasciata di Francia, davanti a Montecitorio, in Pza Venezia; ci siamo recati presso le ambasciate dei paesi non belligeranti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica) per chiedere di favorire un cessate il fuoco immediato ed una mediazione tra le parti sotto l'egida di organizzazioni neutrali quali l'Unione Africana o i paesi sudamericani. Tramite comunicati abbiamo invitato tutti a partecipare a queste azioni di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, eppure ci siamo sempre ritrovati soli. Dove eravate? Quali iniziative per fermare la guerra avete intrapreso voi?
Non vi siete accorti che i paesi aggressori (USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, paesi della NATO, monarchie arabe reazionarie come il Qatar e gli Emirati) stavano violando lo spirito e la lettera della risoluzione dell'ONU che parlava di una presunta azione di "protezione dei civili", ponendosi invece l'obiettivo di un cambio di regime con la forza delle armi? Non vi siete accorti che gli insorti erano continuamente riforniti di armi e appoggi logistici e militari e sobillati a non aderire ad alcuna trattativa? Non vedete che l'unico scopo di
(Continua a pagina 7)
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