L'Avana. 06/09/2011
Il Ministero delle Relazioni Estere ha ritirato il suo personale diplomatico in Libia, dove l' intervento straniero e l'aggressione militare della NATO hanno acuito il conflitto, ed hanno impedito al popolo libico d'avanzare verso una soluzione negoziata e pacifica, in pieno esercizio della sua autodeterminazione.
La Repubblica di Cuba non riconosce il Consiglio Nazionale di Transizione nè alcuna autorità provvisoria e darà il suo riconoscimento solo ad un governo che si costituisca in questo paese in maniera legittima e senza interventi stranieri, mediante la libera, sovrana ed unica volontà del fraterno popolo libico.
L'ambasciatore Víctor Ramírez Peña e il primo segretario Armando Pérez Suárez, accreditati a Tripoli, hanno mantenuto una condotta incensurabile, strettamente vincolata al loro status diplomatico ed hanno corso rischi, accompagnando il popolo libico in questa tragica situazione. Sono stati testimoni diretti dei bombardamenti della NATO su obiettivi civili e della morte di persone innocenti.
Con il volgare pretesto della protezione dei civili, la NATO ne ha assassinato migliaia, ha ignorato le costruttive iniziative dell'Unione Africana e di altri paesi ed anche ha violato le discutibili risoluzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza, in particolare con gli attacchi ad obiettivi civili, il finanziamento ed il rifornimento di armi ad una parte e lo spiegamento di personale operativo e diplomatico nel terreno.
Le Nazioni Unite hanno ignorato il clamore dell'opinione pubblica internazionale, in difesa della pace, e sono divenute complici di una guerra di conquista. I fatti confermano i precoci avvisi del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e le opportune denunce di Cuba nella ONU. Adesso si sa meglio a cosa serve la detta "responsabilità di proteggere" nelle mani dei poderosi.
Cuba proclama che niente può giustificare l'assassinio di persone innocenti.
Il Ministero delle Relazioni Estere reclama l'interruzione immediata dei bombardamenti della NATO che continuano a mietere vite e reitera l'urgenza che si permetta al popolo li