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  La VOCE
Degli esteri 
ing. Domenico Anastasia

La Libia e il ritorno
dell'Imperialismo Umanitario
 di Jean Bricmont*
 Jean Bricmont è professore di fisica teorica all'Università di Louvain (Belgio) e figura eminente del movimento antimperialista europeo. Il suo libro sull'Imperialismo Umanitario è stato pubblicato da
Monthly Review Press.

 

E' riapparsa la banda al completo: i partiti della Sinistra Europea (i partiti comunisti "moderati"), i "Verdi" di José Bové, ora alleati di Daniel Cohn Bendit, che ancora non ha trovato una sola guerra degli USA-NATO che non gli piaccia, vari gruppi trotskisti, e, naturalmente, Bernard-Henri Lévy e Bernard Kouchner, tutti a chiedere qualche forma di "intervento umanitario" o accusando la sinistra latinoamericana, le cui posizioni sono molto più sensate, di agire come "utili idioti" del "tiranno libico".
 
Dodici anni dopo, è tutto esattamente uguale al Kosovo. Centinaia di migliaia di iracheni morti, la NATO in una posizione difficilissima in Afghanistan, e non si è imparato nulla! La guerra del Kosovo venne fatta per fermare un genocidio inesistente, la guerra dell'Afghanistan per proteggere le donne (andateci e verificate qual'è la loro situazione ora), e la guerra dell'Iraq per proteggere i curdi. Quando si capirà che a tutte le guerre vengono attribuite giustificazioni umanitarie? Persino Hitler "proteggeva minoranze" in Cecoslovacchia e Polonia.
 
D'altro lato, Robert Gates avverte che qualsiasi segretario di stato che suggerisca al presidente degli Stati Uniti di inviare truppe in Asia o in Africa "deve essere esaminato nella testa". Anche l'ammiraglio Mullen consiglia prudenza.


Il grande paradosso dei nostri tempi è che i quartier generali del movimento della pace stanno al Pentagono e al Dipartimento di Stato, mentre il partito interventista è rappresentato da una coalizione di neo-conservatori e liberali interventisti, compresi guerrieri umanitari della sinistra ed ecologisti, femministe e comunisti pentiti.
 
Così ora, tutti dobbiamo consumare meno per il riscaldamento globale del pianeta, ma le guerre della NATO sono riciclabili e l'imperialismo ha assunto uno sviluppo sostenibile.
 
E' naturale che gli Stati Uniti andranno o meno a una guerra per ragioni totalmente indipendenti dai consigli offerti dalla sinistra filo-guerra. Il petrolio non sarà probabilmente il fattore decisivo perché qualsiasi nuovo governo libico dovrà vendere petrolio e la Libia non esercita l'influenza necessaria per avere un peso importante sul prezzo del petrolio.

E' chiaro che l'instabilità della Libia genera speculazione che di per sé stessa colpisce i prezzi, ma questa è un'altra cosa. I sionisti hanno probabilmente due idee non collimanti sulla Libia: odiano Gheddafi e gli piacerebbe rovesciarlo come Saddam, nel modo più umiliante, ma non sono sicuri sul fatto che gli possa piacere l'opposizione (e per il poco che sappiamo, non gli piacerà).
 
Il principale argomento invocato a favore della guerra è che le cose si compiranno rapidamente e facilmen

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