città situata a 1000 chilometri ad est di Tripoli".
"L'intransigenza delle persone responsabili dell'opposizione sulla questione della sovranità nazionale espressa alla stampa internazionale a Benghazi rifletteva l'opinione spontaneamente manifestata da molti cittadini libici ", informa un dispaccio dell'agenzia di AFP lunedì scorso.
Quello stesso giorno, un professore di scienze politiche all'Università di Benghazi, Abeir Imneina, ha dichiarato:
"C'è un forte sentimento nazionale in Libia".
"'Inoltre, l'esempio degli scioperi in Iraq è temuto per l'intero mondo arabo', ha sottolineato, in riferimento all'invasione americana del 2003 che, sdoganata come portatrice di democrazia in quel paese e poi, per 'contagio', nella regione intera, si è rivelata un'ipotesi completamente smentita dai fatti".
Il professore continua:
"'Sappiamo ciò che è successo nell'Iraq, divenuto completamente instabile, e non ne vogliamo seguire lo stesso sentiero. Non vogliamo qui gli americani per poi dover rimpiangere Gaddafi', ha continuato l'esperto".
"Ma secondo Abeir Imneina, 'esiste anche il sentire che questa è la nostra rivoluzione, e che siamo noi che dobbiamo farla'."
Poche ore dopo che questi dispacci sono stati pubblicati, due dei principali mezzi stampa degli Stati Uniti, il New York Times ed il Washington Post, si sono affrettati a proporre nuove versioni sulla situazione; l'agenzia DPA informa su questo il giorno seguente, l'1 marzo:
"L'opposizione libica potrebbe richiedere all'Occidente il bombardamento aereo delle postaioni strategiche delle forze fedeli al Presidente Muamar al Gaddafi, informa oggi la stampa statunitense".
"La questione sarà discussa dal Consiglio Rivoluzionario libico, hanno specificato nelle loro versioni on line 'The New York Times' e 'The Washington Post' ".
"'The New York Times' fa notare che queste discussioni rivelano la frustrazione crescente dei dirigenti ribelli al cospetto della possibilità che Gaddafi potrebbe riconquistare il potere".
"Nel caso che azioni aeree siano eseguite entro la struttura delle Nazioni Unite, questo non implicherebbe l'intervento internazionale, ha spiegato il portavoce del consiglio, citato dal New York Times".
"Il consiglio è costituito da avvocati, accademici, giudici e membri prominenti di società libica".
La risoluzione dichiara:
"'Il Washington Post' ha riportato l'opinione dei ribelli, i quali affermano che senza il supporto Occidentale combattere contro le forze fedeli a Gaddafi potrebbe durare moolto tempo e costare molte vite umane".
È da notare che in questo quadro, non un solo operaio, contadino o muratore siano menzionati,
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