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La VOCE  ANNO XIII  N° 9

MAGGIO  2011

PAGINA  2

L'impero ed i suoi alleati principali hanno invece usato i mezzi di comunicazione più sofisticati presentando gli avvenimenti in modo tale che chi voleva informarsi ha dovuto farsi un'idea della realtà leggendo tra le righe della disinformazione.


Senza dubbio, le facce dei giovani che protestavano in Benghazi, negli uomini e nelle donne che indossano il velo meno, esprimevano un'indignazione genuina.

Si può tuttavia notare l'influenza che il componente tribale esercita su quel paese arabo, malgrado la comune fede musulmana che 95% della sua popolazione condivide sinceramente.

L'imperialismo e la NATO - molto preoccupati dall'ondata rivoluzionaria sviluppatasi nel mondo arabo, fonte di grande parte del petrolio che sostiene l'economia di consumo dei paesi sviluppati e ricchi - non hanno interesse a intervenire in modo positivo nel conflitto interno sorto in Libia ma possono trarne vantaggio, fino ad arrivare all'opzione dell'intervento armato.

Le dichiarazioni  fatte dalla destra dell'amministrazione degli Stati Uniti dal primo istante erano categoriche in tal senso.


Le circostanze non potrebbero essere più propizie. Nelle elezioni di novembre, la destra repubblicana ha sferrato un colpo che risuona ora sul presidente Obama, un esperto nella retorica.


Il gruppo fascista "mission accomplished", ora sostenuto ideologicamente dagli estremisti del Tea Party, ha ridotto le possibilità del presidente attuale a un ruolo semplicemente decorativo, nel quale anche il suo programma sulla sanità pubblica e l'incerta ripresa economica sono in pericolo a causa del deficit di bilancio e della crescita irrefrenabile del debito pubblico, che ha superato ogni record storico.


Malgrado l'inondazione di bugie e la confusione che è stato creata, gli Stati Uniti non dovrebbero riuscire a trascinare la Cina e la Federazione russa nell'approvazione al Consiglio di sicurezza di un intervento militare in Libia, per quanto siano comunque riusciti ad ottenere nel Consiglio per i Diritti Umani l'approvazione degli obbiettivi che cercavano a quel momento.

Riguardo a un intervento militare, il Segretario di Stato ha dichiarato con parole che non ammettono dubbi: "Non è esclusa alcuna opzione".


La situazione reale è che la Libia è coinvolta oggi in una guerra civile, cosa che avevamo previsto, con le Nazioni Unite che nulla potrebbero fare per scongiurarla visto che il suo Segretario Generale ne attizza il fuoco con abbondanti dosi di carburante.


Il problema che forse gli attori suddetti non avevano considerato è che i più autorevoli dirigenti della rivolta intervenissero con forza nella complessa situazione dichiarando il loro rifiuto ad ogni intervento militare straniero.


Le varie agenzie di stampa hanno informato che Abdelhafiz Ghoga, il portavoce per il Comitato della Rivoluzione, ha dichiarato lunedì 28 febbraio che "Il territorio (non ancora 'liberato' ndt) della Libia sarà reso libero dal popolo libico".


"Contiamo sull'esercito per liberare Tripoli' ha assicurato Ghoga durante l'annuncio della formazione di un "Consiglio Nazionale" che rappresenti le città del paese nelle mani dell'insurrezione".


"'Ciò che vogliamo sono informazioni di intelligence, ma in nessun caso che la nostra sovranità sia colpita dall'aria, sulla terra o sui mari', ha aggiunto durante un incontro con i giornalisti in questa

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