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  La VOCE
Degli esteri 
ing. Domenico Anastasia

EGITTO OGGI
http://www.umanitanova.org/n-4-anno-91/intervista-ad-
un-compagno-egiziano Da CNT di Parigi

1) Puoi dirci da quale movimento provieni?

Faccio parte di Bandiera Nera, un piccolo gruppo anarco-comunista Egiziano.

2) Il mondo sta osservando l'Egitto e in molti cercano di essere solidali. Tuttavia, poiché Internet è stato bloccato è difficile avere informazioni. Ci puoi dire cosa è successo in Egitto la scorsa settimana?  Qual è il tuo punto di vista?

È martedì che tutto è cominciato, c'è stata la scintilla che ha acceso il fuoco! martedì ci sono state grandi manifestazioni nelle strade in tutte le città egiziane, il Mercoledì inizia la repressione. I manifestanti hanno iniziato cercando di finire il sit-in a piazza Tahrir il martedì a tarda notte, e hanno continuato nei giorni successivi, in particolare nella città di Suez. Suez ha un valore particolare nei cuori di tutti gli egiziani: era il centro della resistenza ai sionisti nel 1956 e nel 1967, lo stesso distretto dove le truppe di Sharon hanno combattuto nel corso delle guerre israelo-egiziano. La polizia di Mubarak ha fatto un massacro uccidendo almeno quattro persone, almeno 100 i feriti, uso massiccio di spray al pepe, proiettili di gomma, pistole, e una strana sostanza gialla gettata addosso alle persone (può essere del "gas mostarda"). Venerdì 28 è stato chiamato il "Jumu'ah of Wrath" (Jumu'ah è la parola araba per descrivere il Venerdì. Venerdì [e Sabato] sono i giorni del fine settimana in Egitto, come in molti paesi musulmani. È il giorno sacro per l'Islam, perché le preghiere sono fatte in quel giorno (detto la preghiera del Venerdì). Era previsto, dopo questa preghiera, di marciare in corteo verso mezzogiorno.
La polizia ha cercato di fermare il corteo con tutta la sua forza e la violenza, ci sono stati numerosi scontri al Cairo (al centro, a Mattareyah-est del Cairo). In tutto l'Egitto, in particolare nelle città di Suez, Alessandria, Mahalla (nel Delta del Nilo, uno dei centri della classe operaia), da mezzogiorno fino al tramonto hanno manifestato molte persone. Al Cairo, in centro, la manifestazione si è conclusa con un sit-in a piazza Tahrir [in arabo "liberazione"] dove si è deciso di continuare fino all'abolizione del regime di Mubarak. Le persone gridavano un unico slogan "il popolo domanda la fine del regime". Al tramonto, alle 17, Mubarak ha dichiarato il coprifuoco e nelle città è stato inviato l'esercito. Il coprifuoco è stato seguito da una evasione pianificata dalla polizia che ha rilasciato dei criminali e gruppi di teppisti chiamati Baltagayyah.

Il piano della polizia che prevedeva una grande fuga di criminali in molte carceri egiziane era finalizzato a spaventare la popolazione egiziana. Nessun poliziotto, pochissimi soldati per controllare le strade, la gente era spaventata. Segue un battage mediatico della televisione egiziana, delle radio, dei giornali, sui saccheggi in molte città, sui ladri che hanno sparato alle persone. Ma in risposta molti egiziani si sono organizzati in "comitati popolari" per garantire tutte le strade. Questo, se da una parte è stato accolto con favore dal regime che lo ha utilizzato per spaventare ancora di più la gente e dimostrare l'instabilità nel paese, dall'altra è anche un punto di partenza (dove appoggiarsi) per iniziare a costruire dei consigli di lavoratori.

3) Mercoledì (26 gennaio), ci sono stati scontri tra pro e anti-Mubarak. È questo il modo giusto per descrivere l'accaduto? Chi sono i "sostenitori di Mubarak? Come questi scontri hanno influenzato l'atteggiamento generale della classe operaia egiziana?

È assolutamente sbagliato dire che si è trattato di un [semplice] "échaufourrés" tra anti e pro-Mubarak. [Si

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