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esiste una stele con iscrizione in serbocroato "riscoperta" solo di recente. La principale testimonianza, però, è nel cimitero di Barletta che ospita l'altro impressionante Sacrario jugoslavo, in cui giacciono le spoglie di oltre 800 partigiani jugoslavi.
Molti ex combattenti jugoslavi sono tornati varie volte in Italia, in forma privata o ufficiale, a ritrovare i loro compagni di lotta, i vecchi amici, le persone che fraternamente li avevano protetti e nascosti. Sempre sono stati "accolti come fossero fratelli per tanto tempo rimasti lontano da casa". (7) Ciononostante, il complesso delle loro vicende è stato via via avvolto dall'oblio. Il mancato approfondimento sul contributo degli jugoslavi alla Resistenza Italiana ha causato, a nostro avviso, un danno imperdonabile e probabilmente irreparabile, per lo meno dal punto di vista strettamente storiografico, ma anche dal punto di vista sociale e politico, per il mancato consolidarsi dei legami di fratellanza e solidarietà. Crediamo di non allontanarci dal vero se affermiamo che la mancata comprensione da parte italiana della tragedia Jugoslavia alla fine del XX secolo, con la cancellazione sanguinosa dello Stato unitario degli "slavi del sud", sia stata anche frutto di questo colpevole oblio. In ogni caso questo vuoto storiografico, sul quale noi interveniamo adesso apponendo il nostro enorme "punto interrogativo", dovrà essere oggetto di una riflessione collettiva e di serie, anche se talora assai scomode, considerazioni storiche e politiche.
Il progetto Partigiani Jugoslavi in Appennino sta concretizzando in queste settimane nella preparazione di un primo testo, di carattere sintetico-divulgativo corredato di materiali fotografici e tabelle, che contiamo di dare alle stampe entro il 65.mo della Liberazione. Si tratta di un testo scritto a più mani, con il coinvolgimento e l'aiuto di alcuni storici professionisti. (8) Altra documentazione che stiamo raccogliendo - ad esempio, interviste e riprese video - potrebbe essere utilizzata successivamente per interventi multimediali. Saranno approntate anche alcune pagine internet con le informazioni essenziali. Si tratta comunque di un lavoro collettivo, per il quale potrebbero ancora rivelarsi preziosi i contributi di chiunque abbia informazioni o documentazione inedita da fornire. (9)Andrea Martocchia
Susanna Angeleri per il Progetto Partigiani Jugoslavi in Appennino
Note:
1) Curata da P. Secchia e E. Nizza, La Pietra, Milano 1976
2) "Il dramma del popolo giuliano-dalmata è stato creato da un moto d'odio e furia sanguinaria, e dal piano slavo annessionista che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica": questa la posizione del presidente Napolitano sulla Resistenza jugoslava, espressa in forma pubblica nel febbraio 2007 creando tra l'altro un incidente diplomatico con la Croazia.
3) Si ricorda in particolare la figura di Milan Tomovic, ucciso da una malattia respiratoria contratta durante la guerra e sepolto a Perugia.
4) In particolare la testimonianza di Bukovac è stata raccolta da Carlo Spartaco Capogreco nel suo "Renicci - Un campo di
concentramento in riva al Tevere" (Fondazione Ferramonti, 1998) dove si analizzano sia le prime forme di resistenza dei reclusi, sia le successive vicende di quelli che, dopo l'8 Settembre, si unirono alla Resistenza Italiana.
5) Intervista a cura di C.S. Capogreco, vedi nota 4.
6) Una brigata era comandata da un certo "Battista", di Lubiana. Una delle divisioni , la "Garibaldi - Mingo", era comandata dallo jugoslavo Grga "Boro" Cupic, già detenuto nel campo di internamento di Fossano in provincia di Cuneo.
7) G. Mari: "La Resistenza in Provincia di Pesaro e la partecipazione degli jugoslavi", Pesaro 1964.
8) In questa sede non possiamo elencare il grande numero di persone a cui siamo grati e che ci stanno aiutando, alcune delle quali appariranno come coautori del testo che sarà dato alle stampe.
9) Invitiamo a contattarci all'indirizzo: partigiani7maggio @ tiscali.it
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