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La VOCE  ANNO  XII N° 1 

SETTEMBRE     2009

PAGINA  IV

ebbe un'immensa  risonanza e vaste ripercussioni.
Con la vittoria di Lipsia, si apre  praticamente il periodo della unità d'azione, del fronte unico, del  fronte popolare per la lotta contro il fascismo e la guerra, si inizia  la controffensiva delle classi lavoratrici e delle forze democratiche,  raggruppate attorno alla classe operaia.

Alla testa di questo grande movimento popolare non poteva esserci che  il partito della classe operaia, l'Internazionale Comunista. E  Dimitrov, dopo la vittoria di Lipsia, tenne, nelle sue mani esperte,  il timone dell'Internazionale. La sua formazione di militante si era  compiuta attraverso lunghi decenni di milizia nel movimento operaio  bulgaro e precisamente, fin dall'adolescenza, in quel partito  socialista degli e «stretti» (tesniaki), partito rivoluzionario che  sempre si oppose fermamente al partito opportunista dei e «larghi» e  che fu in tutte le fasi del suo sviluppo il più sensibile all'esempio  del Partito bolscevico, tanto che nel 1919, quando prese il nome di  Partito comunista e si affiliò alla III Internazionale, venne  riconosciuto valido per i suoi iscritti, agli effetti dell'anzianità  di partito, il periodo trascorso nelle file della II Internazionale.  In quel partito, alla testa dei lavoratori bulgari, Dimitrov si era  temprato come rivoluzionario, aveva rapidamente sviluppato le sue  qualità di grande dirigente e capo della classe operaia bulgara.
Costretto nel 1923 a prendere la via dell'esilio, egli aveva  continuato a guidare dall'estero il Partito comunista e il movimento  operaio bulgaro, ma, ben presto, il campo della sua attività era  diventato immensamente più vasto. A stretto contatto col Partito  bolscevico, la mente e l'animo aperti agli insegnamenti del leninismo,  sotto la guida diretta di Stalin, Dimitrov si avviava a grandi passi  verso il suo completo sviluppo ideologico e politico. Quando fu  arrestato a Berlino, egli era ormai uno dei migliori dirigenti  dell'Internazionale Comunista.

A Lipsia, tutto il mondo ne ebbe la rivelazione e, qualche tempo dopo,  al VII Congresso dell'Internazionale Comunista, la luminosa conferma:  il vecchio operaio tipografo bulgaro, meritava pienamente di essere il  segretario generale dell'Internazionale Comunista in uno dei periodi  più ardui del movimento operaio e della lotta dei popoli per la  libertà e per la pace. I due rapporti di Dimitrov e di Ercoli al VII  Congresso, elaborati in stretta e continua collaborazione dai due  relatori, suscitarono un immenso entusiasmo nel campo del movimento  operaio e della democrazia, diedero un impulso potente  all'organizzazione del fronte unico e del fronte popolare, crearono le  condizioni per la vittoria del fronte popolare in Francia, per una  potente ripresa della lotta di liberazione in Cina, per la gloriosa  resistenza del popolo spagnolo durata più di due anni e mezzo, per  l'intensificazione della lotta contro il fascismo in tutti i paesi.
Oggi si può dire, sulla base degli avvenimenti dell'ultimo decennio  che la resistenza, la lotta partigiana, le vittoriose insurrezioni  popolari contro il fascismo sono state preparate dalla politica  tracciata dal VII Congresso dell'Internazionale Comunista. Dimitrov fu  il grande e geniale animatore di quella politica, ne fu il  realizzatore tenace, combattivo, paziente. Perciò la memoria di  Giorgio Dimitrov rimarrà viva in eterno nella storia del movimento  operaio di tutto il mondo, nella storia dei popoli.


Durante la guerra, la sua forte voce giungeva incitatrice, ricca di  insegnamenti preziosi, attraverso la radio, ai combattenti della  libertà che, in tutti i paesi, affrontavano gli aggressori e gli  oppressori fascisti.
La sua grande e più ambita ricompensa fu certo di poter rientrare  nella sua patria, liberata dall'oppressione domestica e straniera con  l'aiuto degli eserciti del paese del socialismo, di fondare, con la  sua opera e con la sua dottrina, alla testa del popolo bulgaro, il  nuovo Stato popolare della Bulgaria, di aprire al suo popolo la via  del socialismo, di difenderne con mano ferma le grandi conquiste.
olpito durante la guerra da una tremenda sventura familiare, la quale  aggravò repentinamente il male che da anni metteva a dura prova la sua  fibra e che doveva portarlo a fine immatura, Giorgio Dimitrov ebbe il  supremo conforto di veder coronata la sua opera dalla libertà del suo popolo, dallo schiacciamento del fascismo e dai passi giganteschi  compiuti in tutto il mondo dalla causa del socialismo.




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