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La VOCE  ANNO XII  N° 1

SETTEMBRE  2009

PAGINA  III

estende  fin sulle montagne afghane. E i soldati italiani sono là, confermando  quello che D'Alema definisce con orgoglio «il nuovo status di grande  paese», conquistato dall'Italia sul campo di battaglia dieci anni fa.

(il manifesto, 22 marzo 2009)


da: Il Calendario del Popolo, luglio 1949

A sessanta anni dalla morte
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare



Gloria eterna a Giorgio Dimitrov
eroico combattente per il socialismo


Il nome di Giorgio Dimitrov è e rimarrà indissolubilmente legato a un  grande e glorioso periodo di lotte per la civiltà e il progresso, per  la libertà e l'indipendenza dei popoli: al periodo dell'unione di  tutte le forze democratiche e socialiste nella lotta per  l'abbattimento del fascismo. Per i lavoratori, per i democratici di  tutto il inondo, Dimitrov è, prima di tutto, il vincitore del processo  di Lipsia, l'uomo che a Lipsia mise il nazismo in stato d'accusa  dinanzi alla coscienza democratica e socialista internazionale. Prima  di Lipsia, questo rivoluzionario, questo capo della classe operaia  bulgara aveva acquistato fama anche fuori del suo paese, nel movimento  operaio internazionale, per la parte avuta nell'insurrezione del  settembre 1923 contro il governo di Zankov, per la sua condanna a  morte, per il suo esilio operoso. A Lipsia, il suo nome divenne una  bandiera per le forze progressive di tutti i paesi.

Il processo di Lipsia coincise con un momento di svolta della  situazione internazionale. La vittoria del nazismo in Germania fu un  grave colpo per le forze della democrazia e della pace, un colpo che,  nel giro di pochi anni, avrebbe avuto come conseguenza la seconda  guerra mondiale, ma esso preparò anche il terreno a uno schieramento  di forze rivoluzionarie e democratiche, vasto e potente come non era  più stato possibile realizzare in nessun paese dopo il riflusso della  ondata rivoluzionaria dell'altro dopoguerra.

Si può dire che dal 1921  in poi, la classe operaia - tranne che nell'Unione Sovietica ed  eccettuati alcuni momenti della rivoluzione cinese - aveva dovuto  rinchiudersi in una difficile, penosa, logorante lotta difensiva,  subire l'iniziativa della reazione, abbandonare all'avversario molte  posizioni avanzate; ma nel 1932, un soffio potente aveva riaperto il  cuore di milioni e milioni di uomini, di lavoratori, alla speranza,  alla certezza della vittoria: nonostante l'ostilità, gli intrighi, i  complotti, gli attacchi del mondo capitalistico, l'Unione Sovietica  aveva attuato, in quattro anni, il primo piano quinquennale  staliniano; il primo Stato proletario, sotto la guida di Stalin, si  era affermato, in modo decisivo, come una grande potenza, aveva 
compiuto un passo gigantesco sulla via della sua trasformazione in un  grande paese industriale, aveva gettato le basi della società  socialista.

Le ripercussioni di questo fatto furono immense: era la prova  tangibile che nonostante l'imperversare del fascismo e della reazione  in Germania, in Italia e in altri paesi, l'iniziativa apparteneva  storicamente alla classe operaia e ai suoi alleati. In breve volger di  tempo, si registrarono numerosi avvenimenti significativi da questo  punto di vista: l'esercito popolare cinese si mise alla testa della  lotta contro gli invasori giapponesi; le forze popolari francesi,  raggruppate attorno alla classe operaia, respinsero un attacco in  forze del fascismo; la tendenza all'unità d'azione, al fronte unico e  al fronte popolare cominciarono a prendere il sopravvento sulle  tendenze scissionistiche e disgregatrici delle forze democratiche e  popolari. Il processo di Lipsia si inserì in questo potente movimento,  contribuì a svilupparlo e a determinare alcuni degli avvenimenti  sopraccennati.

Quando Dimitrov comparve davanti ai suoi accusatori nazisti, la  volontà di lotta contro il fascismo si rafforzava nella classe  operaia, nelle masse popolari: Giorgio Dimitrov fu la voce e - si può  dire - la personificazione di questa volontà. Nell'aula del tribunale  nazista era rappresentato in una sintesi suggestiva, avvincente per la  sua intensa drammaticità, il conflitto che si svolgeva in tutto il  inondo: da una parte gli aguzzini nazisti forti della forza armata 
dello Stato hitleriano, di tutto l'apparato terroristico del fascismo  tedesco, dell'appoggio della. reazione internazionale; dall'altra  parte il rappresentante dei lavoratori, della coscienza democratica,  apparentemente solo, inerme, in catene, ma forte della solidarietà dei  lavoratori e degli uomini liberi di tutto il mondo e in primo luogo  dell'Unione Sovietica. L'uomo apparentemente solo e inerme, dopo  un'epica lotta, vinse la battaglia e questa vittoria

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