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Di nuovo in Russia l'ora di religione

Nel panorama sconfortante che ci circonda vi sarebbero molte notizie da commentare: Bossi e Calderoli, tentando di utilizzare demagogicamente ai loro fini l'onda dell'emozione (peraltro molto contenuta) creata nell'opinione pubblica dalla morte dell'ennesimo militare caduto in missione di guerra in Afganistan, chiedono il ritiro delle truppe.
Destra e sinistra unite, ex fascisti ed ex comunisti, insorgono sdegnati pretendendo che la missione continui per portare - secondo loro - la "democrazia" occidentale in quel disgraziato paese che proprio le potenze capitaliste dell'Occidente hanno contribuito a destabilizzare finanziando ed armando i più arretrati e fondamentalisti movimenti islamici di quel paese ed il loro alleato principale: l'organizzazione Al Qaeda di Bin Laden.
Dal giornale della Confindustria,
"Il Sole - 24 Ore" apprendiamo con grande ricchezza di particolari, in un ottimo articolo di Claudio Gatti del 21 luglio scorso, una notizia che stranamente viene sostanzialmente ignorata dai giornali cosiddetti di sinistra: il fisco americano finanzia l'espansione delle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati con decine di milioni di dollari.
Infatti, ben 35 organizzazioni religiose americane sia ebraiche che cristiane sono state autorizzate dal fisco a detrarre integralmente dalle tasse i finanziamenti che alimentano quella colonizzazione che sta distruggendo il popolo palestinese; tutto questo mentre il presidente Obama dichiara ipocritamente che l'espansione delle colonie è illegale, ma non muove un dito per fermarla.
Si diffonde poi la notizia (vedi ad esempio il sito Roma.Indymedia.org in data 25 luglio) che il nuovo tesoriere di Rifondazione Comunista ha scoperto che quel partito, ai tempi di Bertinotti e Vendola, riceveva ampi finanziamenti da parte dei maggiori costruttori romani, e - guarda caso - gli amministratori rifondaroli di Roma hanno votato a favore del grande piano di cementificazione di Roma varato all'epoca di Veltroni.
Ma oggi voglio dare la priorità ad una notizia apparentemente minore. Nella nuova Russia, dopo aver rivalutato il regime zarista, si vuole ora reintrodurre l'ora di religione nelle scuole, dopo che negli anni del "Comunismo Reale" erano state invece portate avanti campagne di propaganda ateista. Ricordo che quando Sigmund Freud fu costretto a fuggire in Inghilterra per sfuggire ai nazisti, in una sua introduzione ad un'opera molto critica sulla figura di Mosè, scrisse un elogio della politica culturale di ispirazione ateista che si stava sviluppando nell'Unione Sovietica. Freud, intellettuale di origini ebraiche, ma di solidi convincimenti laici ed atei, non era certamente un Comunista, ma apprezzò quello che stava avvenendo in quel paese. I suoi liberali protettori britannici gli "consigliarono", però, di essere più prudente ed  egli dovette togliere il pezzo dall'introduzione.
Quest'episodio, evocato anche dal freudiano Prof. Hoevels, autore dell'impegnativo saggio "Religione, delirio collettivo", e il tentativo della nuova Russia di reintrodurre la religione nei programmi scolastici, dimostrano come anche nei settori della cultura e delle stesse libertà civili i regimi borghesi funzionino in realtà da freno, anche se si vantano di essere all'avanguardia.
Basti ricordare a questo proposito anche l'ampia gamma di diritti conquistati, molte volte per la prima volta nel mondo, dalle donne nei paesi comunisti ed ex-comunisti nel secolo scorso, dall'URSS, alla Cina, dall'Afganistan, alla Corea Democratica, anche nelle zone cristiane e musulmane più arretrate e primitive: dal diritto ad un'istruzione completa, al diritto all'aborto e al divorzio, dal diritto ad un matrimonio consapevole e non combinato, al diritto di voto, alla parità di diritti con l'uomo, all'ampio ingresso dell'elemento femminile nel mondo del lavoro.
Ricordo, alla caduta dell'URSS, come esultavano certi giornali borghesi prendendo in giro la classica figura dell'umile ed instancabile lavoratrice sovietica, che costruiva il suo pezzetto di socialismo. Finalmente le donne ex-sovietiche potevano ridiventare brave madri, tranquille casalinghe, o magari conquistarsi le luci della ribalta come "veline" o "escort", come va di moda adesso, o finire seminude sui calendari Pirelli o all'isola dei "famosi". Evviva dio padre! Evviva la libertà!

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