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La VOCE ANNO XXX N°6 | febbraio 2025 | PAGINA 7 |
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Ripensare l’attivismo antimilitarista e anti NATO“Manifestazioni, marce, dichiarazioni sono alcune delle armi – ormai spuntate – nel repertorio degli attivisti politici tradizionali; bisogna rinnovarle” ha sostenuto Patrick Boylan all’assemblea costitutiva del Coordinamento NoNATO tenutasi a Bologna lo scorso 8 dicembre ed ora visibile sulla piattaforma Odysee . Cosa significa rinnovare? Significa far tesoro del concetto gramsciano di egemonia e puntare, oltre alla mobilitazione di massa, sulla conquista degli spazi occupati dagli “intellettuali organici al sistema”. Ciò vuol dire portare il pensiero antimilitarista e anti NATO nei mass media, nelle riunioni delle amministrazioni locali, nelle aule scolastiche e universitarie, nelle assemblee degli ordini professionali, nella produzione artistica e letteraria a tutti i livelli e via discorrendo. “In altre parole, bisogna fare meno comizi per i già convertiti e più interventi negli spazi che formano davvero l’opinione pubblica,” sostiene il co-fondatore delle associazioni Rete NoWar, Free Assange Italia e U.S. Citizens for Peace & Justice. Rinnovare significa anche elaborare meno prese di posizione in documenti poderosi letti soltanto da un ristretto cerchio di attivisti e ricorrere di più a prese di posizione formulate in brevi messaggi veicolati dai social media e dal video giornalismo. “In altre parole,” conclude Boylan, “meno Word e PowerPoint e più TikToc, Instagram e canali YouTube.” Segue il breve intervento di Boylan a Bologna, “La lotta No NATO contro la propaganda di guerra e per l’egemonia culturale.”
Antonio Gramsci si era chiesto perché non ci siano state, nei paesi
capitalistici evoluti, le
rivoluzioni comuniste che Karl Marx aveva invece previsto. La sua
risposta è che Marx aveva
sottovalutato il potere antirivoluzionario degli strati intermedi di
queste società – i cosiddetti
“intellettuali organici al Sistema”, ad esempio i funzionari
statali e municipali, i giornalisti, i
sacerdoti, gli insegnanti, i ricercatori, gli iscritti ai partiti
politici, ecc. |
osannare la pace
genericamente (il che lascia il tempo che trova) e di svelare invece
l’imperialismo e il patriarcato
insiti in ogni guerra. Se ci riusciamo, le lezioni di storia di
quegli insegnanti non saranno più le
stesse.
Per lo stesso motivo, ritengo che non basti far circolare grossi documenti sapientemente articolati, come, ad esempio, la dichiarazione programmatica per il Coordinamento No NATO. Nella sua forma attuale, questo bel documento rischia però di venir letto solo dagli addetti ai lavori, cioè noi. Cerchiamo invece di suddividerlo, indirizzando ogni pezzo ad un pubblico specifico di intellettuali organici al Sistema. Prendiamo, come esempio, le associazioni di giuristi e i gruppi di studenti che riusciamo a creare nelle Facoltà di Diritto. Potremmo fare un breve documento per loro riunendo i paragrafi della Dichiarazione Programmatica che riguardano l’illegalità della presenza NATO in Italia e farlo dibattere dagli stessi giuristi o studenti di legge. Potremmo poi estrarre altri brani riguardanti i poligoni NATO e l’inquinamento ambientale, per fare un breve documento da far discutere dai gruppi ecologisti in Italia. Infine, possiamo fare un maggior uso degli strumenti informatici e dei social media. Potremmo, ad esempio, estrarre le parti della Dichiarazione Programmatica che riguardano la “militarizzazione della società” per fare brevi video Tik Tok per i giovani, che ironizzano sui percorsi di alternanza scuola-lavoro in aziende del comparto militare-industriale, oppure grafiche Instagram dissacranti postate sui canali di influencer che esaltano “la NATO che ci difende”. In conclusione, la lotta No NATO è anche e soprattutto una lotta per l’egemonia culturale. E’ una lotta che prende di mira soprattutto gli intellettuali organici al Sistema e che cerca di sostituirli con intellettuali organici alle classi lavoratrici. E’ una lotta che mira a creare, nell’intera popolazione, un senso comune nuovo, davvero anti guerra e davvero antimperialista. Patrick Boylan NON UN SOLDO, NON UN SOLDATO, PER I SIONISTI E PER LA NATO!![]() Il Coordinamento No Green Pass e Oltre aderisce al corteo per la Palestina che prenderà avvio sabato 25 gennaio alle ore 15.30 in Piazza Oberdan, a Trieste. I mandanti e gli sponsor dei massacri in Palestina sono gli stessi che ci impongono la distruzione delle nostre conquiste sociali per foraggiare il settore militare, sono gli stessi che ci stanno portando alla terza guerra mondiale e hanno integrato il porto di Trieste nella logistica bellica della Nato. La lotta del popolo palestinese è anche la nostra lotta: solo la forza dei popoli può sconfiggere i piani oppressivi e sanguinari delle oligarchie imperialiste. |
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