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La VOCE ANNO XXX N°2

ottobre 2024

PAGINA 8

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Segue da Pag.7: ASCARI (M5S): IL LIBANO COME GAZA. GOVERNO ITALIANO NON PUO' PIU' TACERE*

fermare, è ormai in atto. Il nostro Governo non può più nascondersi dietro le astensioni: è il momento che prenda una posizione chiara e obblighi Israele al cessate il fuoco prima che il Medio Oriente precipiti in una catastrofe immane. Mi aspetto che il Ministro Tajani venga a riferire in aula, anche alla luce della presenza dei 1200 militari italiani impegnati nella missione UNIFIL al confine tra Libano e Israele, a cui va garantita sicurezza. I silenzi della comunità internazionale hanno lasciato che Netanyhau commettesse ogni sorta di crimine e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti con una guerra che va espandendosi giorno dopo giorno e che ha già causato decine di migliaia di vittime. Ora non si può più tacere. L'Italia faccia sentire la sua voce, bisogna fermare Netanyahu."


Così Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e coordinatrice dell'intergruppo parlamentare per la Pace tra Israele e la Palestina.

COSA CI LASCIA MARIO ALBANESI

di Andrea Martocchia

Classe 1932, non si può dire che Mario fosse un ragazzino. Eppure fino a pochi anni fa, quando si presentava alle riunioni del Direttivo allargato del GAMADI – nella sede storica della nostra associazione in Via di Casal Bruciato a Roma – appariva energico, in perfetta forma, gioviale e gentile, sempre voglioso di raccontare aneddoti e battaglie.
Per una sorta di sua etica personale-professionale (in qualità di giornalista era geloso della sua indipendenza formale da qualsiasi organizzazione politica) non aveva mai voluto prendere la tessere dal GAMADI, ma partecipava assiduamente e contribuiva finanziariamente con generosità.

Nel 2022 ci spiegò che << con Miriam c'era un antico rapporto oltre che politico anche in ragione della mia età molto vicino alla sua: mentre lei durante la Resistenza aveva compiti più importanti, io, dodicenne, abitante sulle alture di Genova in salita San Barnaba avevo fatto negli anni 1944/45 la "staffetta partigiana" (che neppure segnalai nel dopoguerra all'ANPI).
In sostanza, riferivo ai miei coetanei del posto che me lo avevano chiesto, collegati con i partigiani che operavano in genere intorno al Passo del Turchino, la movimentazione di tutte le imbarcazioni che entravano e uscivano dall'apertura della diga foranea del porto di Genova.
Questa incombenza si rese possibile dal fatto che il comando territoriale della Wehrmacht aveva installato in un appartamento di sfollati all'ultimo piano del palazzo di S. Barnaba n.26 dove al penultimo piano abitavo io con la famiglia una postazione di osservazione composta da una diecina di militari dotata di radio e di telemetro in grado di rilevare dati e di trasmetterli al comando centrale.
Va da sé che i compagni mi avevano dato un compito a ragion veduta perché a un ragazzetto dodicenne che abitava appena al piano di sotto, non destando sospetti, poteva essere consentito anche l'uso del telemetro.
Questa mia storia che Miriam trovò molto interessante ho raccontato in breve per dire che i miei contatti con il GAMADI non sono stati casuali. >>

Come Miriam, anche Mario era quindi un settentrionale trapiantato a Roma da tantissimi anni; e più ancora di Miriam amava citare la sua città natìa, l'ambiente fiero e onesto dei camalli, modi di dire dialettali e concetti appresi negli anni della giovinezza e della formazione politica da comunista.

A Roma – città che assimila chiunque vi si addentri disincantato e senza pregiudizi – mi pare si trovò molto bene, come d'altronde anche Miriam. Tra le altre cose fu tra i fondatori di Radio Città Futura, di Radio Spazio Aperto e di Spazio Radio, nonché amico e collaboratore di Radio Proletaria che diventerà Radio Città Aperta.
Al GAMADI noi lo conoscemmo però più per le frequentazioni televisive che per quelle radiofoniche: apparteneva infatti al glorioso "gruppo di TeleAmbiente" composto da persone eccezionali come il fondatore Bruno De Vita – Mario ne fece un toccante necrologio alla morte il 31 dicembre 2017: https://www.youtube.com/watch?v=HWnLOwyp54c – e Peppe Vecchio,
tuttora attivo battagliero intervistatore. TeleAmbiente aveva accolto anche la nostra Miriam affidandole una trasmissione travolgente, della quale nell'archivio GAMADI conserviamo tutte le registrazioni. Era quello un manipolo di veri combattenti del piccolo schermo, in grado di scardinare con poche taglienti parole le banalità e i luoghi comuni propinati sugli altri canali TV: e così, taglienti e "tombali", erano anche i videoeditoriali di Mario Albanesi.

Negli anni 2000 Mario prese familiarità anche con i nuovi strumenti comunicativi, e a partire dal 2010 fu in grado di pubblicare i suoi videoeditoriali su YouTube. Ricordo che ci parlò con fierezza e competenza tecnica del microfono "vintage" utilizzato nelle registrazioni, che impreziosisce l'inquadratura di ciascuno di quelle centinaia di video:
https://www.youtube.com/user/maal52tv
Vanno visti e rivisti. Sono praticamente tutti attuali, istruttivi, illuminanti e utili. Questo è il "tesoretto", immediatamente fruibile, che Mario ci ha lasciato e che, per ogni evenienza (ricordiamo che YouTube è anch'esso privatizzato, per l'esattezza nelle mani della mafia di Google), è custodito in copia dal suo storico collaboratore Claudio Patrizi.
All'apparire ogni settimana, sul blog di BeppeGrillo.it i suoi video raggiungevano subito decine di migliaia di persone in poche ore. Il suo "La Nato si prepara alla guerra" riportò ben 252mila e passa ascolti. Purtroppo però anche il Movimento 5 Stelle, con il quale Mario aveva instaurato un buon rapporto, cambiò pelle e nel settembre 2016 Mario annunciò che << il cambio di vedute della redazione di www.beppegrillo.it ci ha privato di un consistente numero di ascoltatori >>; in compenso iniziò la collaborazione con PandoraTV di Giulietto Chiesa che diventerà poi Casadelsole.tv .

Da giornalista Mario aveva frequentato Montecitorio dal 1979 per ben quarant'anni, finché l'accesso non gli fu improvvisamente precluso con motivazioni risibili:
<< Ho frequentato Montecitorio dalla metà del 1979 anno in cui riuscii ad ottenere il primo permesso di accesso seguito da tutta una serie di accessi (tutti conservati) nei successivi 40 anni al punto che Radio Radicale, considerata la mia costante presenza, decise di offrirmi un assegno mensile come lavoratore autonomo con Partita Iva e ritenuta di acconto in cambio della manutenzione elettronica 24h di due studioli presenti a Montecitorio e in Senato adibiti alle interviste.
[Nel 2019] prendendo a pretesto delle regole interne a Montecitorio e al Senato che limitavano la presenza dei lobbisti, l'Associazione Stampa Parlamentare è riuscita a inserire il mio nome fra i giornalisti non contrattualizzati da allontanare.
Purtoppo, ma anche ovviamente, non appena è venuta a cessare l'erogazione dell'ultimo assegno mensile di maggio del 2019 di 948,21 euro automaticamente è cessato il rapporto con Radio Radicale; ho restituito la Partita Iva, e adottato una economia personale di guerra con tutti gli effetti derivati intuibili >> a partire dalla << assenza progressiva dalla scena politica sia pur minore. >>

In effetti da allora Mario cominciammo a perderlo di vista anche noi del GAMADI.
Il colpo per lui fu durissimo, non solo economicamente. Qualche tempo prima lo avevo visto alla riunione del GAMADI fortemente turbato. Addusse preoccupazioni per ragioni di salute: sospettava qualche brutta malattia. Fu un falso allarme, ma in seguito lo rividi solo due o tre volte e non mi sembrò più lo stesso.
Contro la Associazione Stampa Parlamentare Mario intentò due cause giudiziarie, ma posso immaginare che furono solo motivo di ulteriore frustrazione: << in tempi recenti con la mia presenza in Parlamento è venuto a mancare anche l'assegno che mi ha permesso di vivere per tanto tempo e contemporaneamente svolgere attività politica >>, ci spiegò.

Con la morte di Mario Albanesi ci lascia un altro dei pochi coraggiosi militanti delle battaglie d'avanguardia per l'informazione libera nell'Italia di fine Novecento. In questa sede voglio citare ancora un altro nome, quello di Enrico Giardino, anch'egli precursore di tematiche – sulla disinformazione, l'omertà e la corruzione endemica nei mass-media privatizzati – che sono forse oramai coscienza comune.
Come hanno scritto i compagni di Contropiano: << Mario Albanesi ha condotto tutta la vita a difesa delle possibilità che le radio libere avessero i loro spazi riconosciuti e i loro diritti in un mondo dell’informazione monopolizzato dai poteri forti e dai gruppi privati. A tale scopo aveva dato vita al Conna-Nuove Antenne che per anni è stata una realtà e una pubblicazione ricca di informazioni utili a questa battaglia. >>

Il mondo dell'informazione in paesi come il nostro è attualmente un letamaio.
Il nome di Mario Albanesi resterà come quello di un profeta del diritto all'informazione e i suoi videoeditoriali come stelle nella notte buia che abbiamo dovuto attraversare.

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