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La VOCE ANNO XXX N°2

ottobre 2024

PAGINA 7

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Segue da Pag.6: "La Russia non è nostra nemica". Dopo la censura di Gualtieri, i cittadini promotori rilanciano l'iniziativa

Quindi, ancor prima dell'approvazione definitiva del decreto "sicurezza" 1660, che prevede lo stato di polizia, istituisce di fatto il reato di opinione, punendo anche la mera espressione di un pensiero non omologato, il PD di Roma applica già la repressione.

Ma, a volte, proprio l'accanimento ingiustificabile contro un messaggio di Pace e amicizia, ottiene l'effetto opposto. Fa comprendere , anche a chi non aveva alcuna volontà politica e provocatoria, che quel messaggio è importante. Apre gli occhi anche a chi non credeva assolutamente di aver compiuto chissà quale impresa che potesse suscitare scandalo internazionale.

E così si va avanti.

Riceviamo e pubblichiamo l'ultimo comunicato dei cittadini promotori del messaggio "La Russia non è nostra nemica".

"Vi comunichiamo un aggiornamento del percorso che stiamo realizzando insieme.
Anche la seconda concessionaria è stata raggiunta da disposizione del comune di Roma x la rimozione dei nostri cartelloni, che è avvenuta venerdì 20/09 con tre giorni di anticipo rispetto agli accordi intercorsi.

Abbiamo pensato di non chiedere la restituzione di parte della commissione versata già x intero dal momento che l agenzia con cui abbiamo avuto rapporti era all oscuro di questa rimozione eseguita ad opera del suo fornitore, inoltre il titolare dell agenzia in questione ha portato avanti la nostra iniziativa anche quando aveva saputo dell' ostilità delle autorità locali e della questione politica che si stava sollevando.
Aggiungo che quest' agenzia da venerdì scorso sta utilizzando un suo mezzo privato per portare avanti questo progetto. Il mezzo è una vela itinerante che percorrerà le principali strade di Roma fino a mercoledì 25 compreso....malgrado tutto!
Purtroppo non abbiamo potuto anticiparvi i percorsi proprio x preservare l I iniziativa e tutelare il nostro " temerario collaboratore".
Stiamo cmq documentando tutto e Simone invierà il file aggiornato ( a cui sta lavorando da tutto il pomeriggio) e che ( come per il primo) vi preghiamo di diffondere il più possibile a dimostrazione del fatto che la cittadinanza romana unita non si conforma al pensiero unico di una propaganda di regime, non si piega alla censura e ai metodi coercitivi con cui si stanno privando i popoli di libertà e democrazia.

Il mondo in questo momento ha bisogno di tanta forza e di atti di coraggio ! Nella coesione c è tutto questo!
Cerchiamo di averne cura e di farne opera buona! "

Qui una rassegna dei manifesti affissi e rimossi.

All'Università di Siena non si può parlare di Palestina. La lettera di Ilan Pappè e Francesca Albanese al Rettore



L'assurdo divieto di parlare di Palestina il 7 ottobre all'Università di Siena

Rilanciamo la lettera inviata da Ilan Pappè e Francesca Albanese al Rettore dell’Università di Siena

Al Magnifico Rettore Roberto Di Pietra, e al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Siena,

I sottoscritti, Ilan Pappé e Francesca Albanese, scrivono, rispettivamente, in qualità di storico israeliano dedicato allo studio delle complesse relazioni tra
Israele e Palestina, e di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967.

Siamo stati entrambi profondamente onorati dell’invito a partecipare a una conferenza presso la vostra stimata Università in occasione del tragico anniversario del 7 ottobre, per discutere la situazione in Israele/Palestina. Desideriamo esprimere la nostra sentita ammirazione per l’iniziativa e il coraggio dimostrati dai vostri studenti nell’organizzare un evento di tale importanza.

Nel corso di quest’anno eccezionalmente difficile, gli studenti di tutto il mondo hanno dimostrato un encomiabile impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione israelo-palestinese. Hanno intrapreso iniziative cruciali, spesso affrontando ostacoli e ritorsioni.

Alla luce di ciò, abbiamo appreso con sorpresa e delusione la recente decisione dell’Università di cancellare o rinviare la conferenza, specialmente considerando i considerevoli sforzi organizzativi profusi dagli studenti. Sebbene comprendiamo le preoccupazioni relative alla data prevista, sosteniamo con convinzione la volontà degli studenti di mantenere il programma originario.

Il 7 ottobre rappresenta un tragico anniversario sia per gli israeliani che per i palestinesi, ed eventi di questo tipo sono indispensabili per promuovere un dialogo sul reciproco dolore e trauma, sfidando le false dicotomie e le banalizzazioni faziose che ostacolano un dibattito serio.

Desideriamo sottolineare l’importanza di continuare a educarci, superando le mistificazioni della propaganda politica e le narrazioni disumanizzanti. Riconoscere la lotta condivisa tra palestinesi e israeliani è fondamentale; entrambe le popolazioni subiscono le conseguenze di scelte politiche gravose.

La contestualizzazione del 7 ottobre come tragedia inserita in un quadro più ampio può avvenire solo attraverso un dialogo aperto ed empatico, lontano da polarizzazioni.

La nostra partecipazione a questa conferenza intende offrire chiarimenti su aspetti storici e legali. Crediamo che questo incontro rappresenti un momento essenziale di riflessione collettiva, volto a sottolineare l’importanza di riconoscere l’umanità condivisa tra i due popoli come fondamento per immaginare un futuro diverso.

Vi invitiamo a riconsiderare la vostra decisione, poiché negare agli studenti la possibilità di confrontarsi su questioni così importanti mina la libertà di espressione e rischia di erodere i principi stessi della libertà accademica che le università dovrebbero custodire.

Crediamo profondamente che le università debbano rimanere luoghi aperti al dialogo rispettoso e alle discussioni complesse. Quando non adempiono a questo ruolo, l’integrità della libertà accademica è minacciata.

L’attuale situazione in Israele e Palestina non porta né pace né sicurezza a nessuna delle due parti; non possiamo più permetterci né silenzio né eccessi di zelo. Ciò di cui abbiamo bisogno è dialogo e riconoscimento di tutte le vittime, unitamente a un profondo senso di responsabilità verso l’intera umanità.

Restiamo disponibili per ulteriori discussioni e speriamo che l’Università possa riconsiderare la sua decisione, permettendoci di incontrarvi il 7 ottobre come inizialmente previsto.

Distinti saluti, Francesca Albanese – Ilan Pappé

ASCARI (M5S): IL LIBANO COME GAZA. GOVERNO ITALIANO NON PUO' PIU' TACERE*

COMUNICATO STAMPA

Roma, 24 set - "Il Libano come Gaza. Israele sta bombardando il Libano più intensamente che mai. I bilanci provvisori ci parlano di quasi 500 persone uccise e oltre 1600 feriti. La gente sta lasciando le proprie case per fuggire nel Nord della regione. Netanyahu ha aperto un nuovo fronte di guerra e la sua volontà è quella di replicare lo stesso piano criminale e terrorista con cui ha distrutto Gaza. L’escalation, che chiedevamo di
..segue ./.

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