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La VOCE ANNO XXIX N°9

maggio 2024

PAGINA A         - 33

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25 APRILE DI LOTTA, O COMMEMORAZIONE ?

Qualche sera fa ascoltavo l’intervista del giornalista Diego Bianchi ad una graziosa giovane cantante nel corso della trasmissione Propaganda-Live su La 7. La cantante si lamentava delle divisioni che si erano manifestate durante le manifestazioni per il 25 aprile. Analoghi concetti sono stati espressi dal noto giornalista Marco Travaglio sul “Fatto quotidiano”.

Il problema che si è posto a tanti antifascisti che hanno partecipato alle manifestazioni, tra cui il sottoscritto, è se ha senso che il 25 aprile si limiti ad una giusta commemorazione dei fatti di 79 anni fa (la resa delle truppe tedesche nell’Italia settentrionale che ha segnato la “Liberazione” dell’Italia dal Fascismo e dall’occupazione nazista) o se la giornata debba essere contestualizzata e debba servire a ricordare e sostenere tutte le lotte antifasciste e di liberazione che avvengono nel mondo di oggi.

A tale proposito è apparsa sotto molti aspetti anche stucchevole e male impostata la polemica scatenata dalla censura cui è stato sottoposto lo scrittore Scurati, che aveva giustamente ricordato il delitto Matteotti e le malefatte del Fascismo; ma Scurati aveva poi ridotto la sua richiesta ad una retorica e necessariamente ipocrita dichiarazione di “Antifascismo” da parte della post-fascista Meloni. Scurati, già sostenitore del Governo atlantista e difensore del capitalismo finanziario più antipopolare di Draghi, non è andato al nocciolo della questione. Oggi certamente l’apparato repressivo dello Stato appare incrementato in accordo con le pulsioni autoritarie dei post-fascisti. Tuttavia non si può non ricordare che le politiche atlantiste, guerrafondaie, filo-capitaliste ed antipopolari del Governo Meloni non differiscono sostanzialmente da quelle operate dai precedenti Governi basati sul PD. Le botte agli studenti italiani che manifestano per la libertà della Palestina non sono molto diverse dai divieti, dalle botte e dagli arresti che i Governi “democratici” degli USA o della Germania ordinano nei confronti degli studenti e degli intellettuali che protestano, tra cui moltissimi coraggiosi Ebrei democratici. Ricordiamo che la protesta solo negli USA ha coinvolto già 38 università e si allarga continuamente.

Giusto quindi scendere in piazza per ricordare che oggi la “Liberazione” passa anche attraverso l’opposizione alle politiche di guerra della NATO sostenute in Italia in modo “bi-partizan” dal Governo e dall’opposizione, e quindi per l’uscita dell’Italia dalla NATO; e poi per la contestazione nei confronti del Governo guerrafondaio di

Kiev, che si ispira apertamente alle formazioni naziste che durante la Seconda Guerra Mondiale combatterono contro l’Armata Rossa, massacrarono gli Ebrei e montarono la guardia ai campi di concentramento e di sterminio; e poi per la richiesta di cessate il fuoco in Palestina, per il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese oppresso da quasi 80 anni, e per la fine delle politiche razziste fino al genocidio nei confronti dei Palestinesi che hanno spinto il ministro della Difesa di Israele Gallant a dire che i Palestinesi non sono umani, ma “animali”, e come tali vanno trattati. Lo slogan dei Sionisti fondatori di Israele. “un popolo senza terra per una terra senza popolo” ricorda l’atteggiamento dei colonizzatori bianchi in America o Australia che consideravano le terre abitate dai popoli indigeni come “vuote”.

A questo proposito molto male hanno fatto i sostenitori della cosiddetta “Brigata Ebraica” a sfilare a Milano insieme agli ultranazionalisti ucraini di destra russofobi e filo-nazisti. Gli epigoni della Brigata Ebraica, che hanno sempre inneggiato a Israele e alle sue politiche durante tutte le passate manifestazioni del 25 aprile, hanno sempre avuto un atteggiamento molto aggressivo verso i manifestanti filo-palestinesi, che è giunto anche all’aggressione fisica. Quest’anno per fortuna a Roma il comportamento sostanzialmente corretto delle forze dell’ordine, che si sono interposte, ha impedito lo scontro fisico, che si è limitato a insulti a distanza ed al lancio di qualche petardo. Purtroppo non sono stati impediti le provocazioni e gli scontri a Milano.

Per capire la posizione degli epigoni della Brigata Ebraica che intervengono ogni 25 aprile sventolando le bandiere di Israele, vorrei ricordare l’ottimo articolo del giornalista Alberto Fazolo “I millantati crediti della Brigata Ebraica” (dalla rivista Contropiano). La brigata, formata da poco più di 1000 uomini ebrei provenienti dalle colonie in Palestina (allora sotto il mandato britannico) partecipò (inquadrata nell’esercito britannico) solo all’ultimo mese di guerra nel 1945 quando i Tedeschi in rotta erano prossimi alla resa, per poi potersi sedere al tavolo dei vincitori e chiedere la spartizione della Palestina contro la volontà della maggioranza arabo-palestinese che costituiva oltre il 70% della popolazione. La Brigata ebbe solo una trentina di morti. Ben altro contributo alla sconfitta del Nazismo hanno dato gli Ebrei sovietici caduti in quasi 200.000 combattendo con l’Armata Rossa contro l’esercito tedesco e le migliaia di Ebrei polacchi caduti nell’aprile e maggio del 1943 nella disperata ed eroica difesa del ghetto di Varsavia.

Roma 29.4.2024, Vincenzo Brandi

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