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La VOCE 2201

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La VOCE ANNO XXVI N°5

gennaio 2022

PAGINA C        - 35

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
questioni della scienza. a cura di a. martocchia. gli articoli del prof. andrea martocchia sono sospesi per impegni straordinari sopraggiunti. segue da pag.34: 103.einstein e gli sviluppi della cosmologia. friedmann, lemaître , hubble e l’universo in espansione, energia e materia oscura, buchi neri. la questione della bomba atomica. nel 1932, preoccupato dalla minaccia nazista, einstein, imitando molti scienziati europei, si trasferì negli stati uniti, dove ottenne un incarico di ricerca nel prestigioso istituto di studi sperimentali di princeton. la sua principale attività nel suo periodo americano fu quella di cercare di unificare la teoria gravitazionale legata alla relatività generale con le teorie riguardanti le forze atomiche (forze atomiche deboli e forti, forze elettromagnetiche) che erano state invece sviluppate nell’ambito della fisica quantistica sfociando nel modello standard. questa attività si è rivelata essenzialmente un fallimento; ma – come vedremo negli ultimi capitoli – anche tutti gli sforzi dei fisici teorici contemporanei negli ultimi decenni non sono riusciti a giungere a risultati definitivi e ad un’unificazione certa delle teorie. esistono molte teorie basate essenzialmente su elaborazioni matematiche (teoria delle stringhe, gravità quantistica a loop, multiverso, ecc.) che però non sono sufficientemente testate, anche per la difficoltà di ottenere verifiche sperimentali diventate molto costose e comportanti enormi energie. la teoria della relatività speciale è stata invece inserita con successo nella fisica quantistica – ad esempio da dirac e altri, come vedremo negli articoli dedicati a questa fondamentale branca della fisica (n. 107) – permettendo la nascita della teoria quantistica dei campi, la previsione dell’esistenza dei positroni (particelle simili all’elettrone, ma a carica positiva) ed i calcoli indispensabili ad interpretare i risultati ottenuti con gli acceleratori. un avvenimento significativo della vita del grande scienziato fu la lettera da lui spedita al presidente roosvelt nel 1939 su sollecitazione di altri due scienziati ungheresi: leo szilard (1898-1964) ed eugene wigner (1902-1995). in essa si esponeva la possibilità che i nazisti mettessero a punto una bomba di nuova concezione basata sulla fissione nucleare (bomba atomica). il risultato fu il progetto manhattan iniziato due anni dopo, da cui nacque la bomba atomica statunitense. einstein, che era un pacifista di idee socialiste (aveva tra l’altro dato parere favorevole alla pubblicazione della “dialettica della natura” di engels, tenuta per decenni in un cassetto dal socialista moderato bernstein), si tirò indietro e non partecipò alla costruzione della bomba. ad essa invece parteciparono szilard, fermi, oppenheimer, von neumann, teller, feynman ed altri famosi scienziati. in definitiva einstein è stata una grande figura di fisico teorico, tuttavia profondamente legata alla gloriosa tradizione della fisica sperimentale, realista e determinista di galilei, newton, laplace, ampere, ecc. egli infatti ritenne sempre indispensabile dare un’interpretazione ed una spiegazione fisica dei fenomeni della realtà, al di là delle nude formule matematiche. vedremo nei prossimi articoli come per questa sua impostazione abbia polemizzato con i principali esponenti della fisica quantistica – alla cui nascita egli stesso aveva dato un decisivo contributo – per la loro impostazione indeterministica che gliela faceva ritenere “incompleta”. i grandi successi della fisica quantistica ortodossa di bohr ed heisenberg lo hanno fatto ritenere uno “sconfitto”, ma – come vedremo negli articoli finali e nelle conclusioni – gli scritti di vari autori, come bricmont e musser, e l’opera di fisici come david bohme e bell, hanno mostrato come le critiche e le obiezioni di einstein con i suoi famosi “esperimenti mentali”, ad esempio sui fenomeni non-localistici di trasmissione di informazioni a distanza, non siano stati ben compresi e non abbiano mai avuto un’adeguata risposta(7)(8). in realtà il grande einstein ci
suggerisce ancora oggi nuove rivoluzionarie strade da percorrere. (1) l. geymonat, “storia del pensiero filosofico e scientifico”, garzanti 1970 e seg. (2) rba, “le grandi idee della scienza – einstein” (3) r. feynman, “sei pezzi facili”, adelphi 2017, originale 1963-1995 (4) r. feynman, “sei pezzi meno facili”, adelphi 2017, originale 1963-1997 (5) c. rovelli, “sette brevi lezioni di fisica”, adelphi, 2014 (6) c. rovelli, “la realtà non è come appare”, r. cortina, 2014 (7) g. musser, “inquietanti azioni a distanza”, adelphi, 2019 (8) j. bricmont, “quantum sense and nonsense”, singer, 2017 (9) s. weinberg, “i primi tre minuti”. mondadori, 1977 caro andrea, cari compagni del gamadi, inviamo in allegato l'ultimo numero di scintilla. siamo interessati a conoscere la vostra opinione in modo particolare riguardo l'articolo "scienza e revisionismo" che appare a pagg. 10-11. saluti comunisti dalla redazione. scienza e moderno revisionismo. il senso comune irrazionale instillato da molto tempo nelle masse (vedi scintilla n. 116, giugno 2021, pagg. 12-13) fa il paio con la negatività, tra scetticismo e aperta opposizione, nei confronti della scienza. anche il dubbio sulla scienza (ma meglio sarebbe dire sulle scienze) è di vecchia data e cortocircuita un intero campo di studio noto come “epistemologia”: disciplina di riflessione critica attenta e fondata sui risultati scientifici e sulle loro interpretazioni. la scienza non è un blocco unico, ma suddiviso in due settori fondamentali: scienze naturali e scienze sociali. inoltre ci sono le discipline logico- matematiche che non hanno tutti i caratteri scientifici delle scienze naturali (non sempre sono sottoposte, per esempio, alla teoria del riflesso). e’ ben vero che alle scienze naturali va collegato il loro utilizzo in termini di tecnologia e che questa viene sussunta dal capitale per sviluppare le forze produttive sue e della società da questo dominata. e che lo sviluppo della tecnica ha fornito e fornisce nuovi e potenti mezzi di indagine e conoscenza del reale (vedi gli acceleratori di particelle, o i telescopi elettronici). in questo senso le scienze naturali hanno un rapporto diretto con le forze produttive (le scoperte scientifiche si incarnano nei nuovi strumenti di produzione e nei metodi del loro impiego) e quindi con il modo di produzione che determina l’indirizzo di sviluppo delle scienze, gli oggetti di studio, etc. la scienza si trasforma sempre più in forza produttiva e il processo di produzione diventa “applicazione tecnologica della scienza” (marx, il capitale, vol. 1, cap. 23); ma è un errore identificare meccanicamente scienza e tecnologia senza cogliere un profondo rapporto dialettico tra due entità distinte. le scienze naturali sono relativamente indipendenti dalla produzione e il loro sviluppo obbedisce a una propria logica, che ha un nesso anche con la sovrastruttura, pur non facendone parte. chiariamo la cosa con alcuni esempi. il metodo sperimentale inizia con galileo che demolisce la scolastica aristotelica (le leggi del pendolo, della caduta dei gravi, il principio d’inerzia) e getta le basi per la meccanica newtoniana e per la conferma, attraverso la terza legge di keplero, del sistema copernicano. ben prima, almeno un ..segue ./.

Questioni della Scienza
a cura di A. Martocchia
Gli articoli del Prof. Andrea Martocchia sono sospesi per impegni straordinari sopraggiunti.


Segue da Pag.34: 103.EINSTEIN E GLI SVILUPPI DELLA COSMOLOGIA. FRIEDMANN, LEMAÎTRE , HUBBLE E L’UNIVERSO IN ESPANSIONE, ENERGIA E MATERIA OSCURA, BUCHI NERI. LA QUESTIONE DELLA BOMBA ATOMICA

Nel 1932, preoccupato dalla minaccia nazista, Einstein, imitando molti scienziati europei, si trasferì negli Stati Uniti, dove ottenne un incarico di ricerca nel prestigioso Istituto di Studi Sperimentali di Princeton. La sua principale attività nel suo periodo americano fu quella di cercare di unificare la teoria gravitazionale legata alla relatività generale con le teorie riguardanti le forze atomiche (forze atomiche deboli e forti, forze elettromagnetiche) che erano state invece sviluppate nell’ambito della fisica quantistica sfociando nel Modello Standard.

Questa attività si è rivelata essenzialmente un fallimento; ma – come vedremo negli ultimi capitoli – anche tutti gli sforzi dei fisici teorici contemporanei negli ultimi decenni non sono riusciti a giungere a risultati definitivi e ad un’unificazione certa delle teorie. Esistono molte teorie basate essenzialmente su elaborazioni matematiche (teoria delle stringhe, gravità quantistica a loop, multiverso, ecc.) che però non sono sufficientemente testate, anche per la difficoltà di ottenere verifiche sperimentali diventate molto costose e comportanti enormi energie. La teoria della Relatività Speciale è stata invece inserita con successo nella fisica quantistica – ad esempio da Dirac e altri, come vedremo negli articoli dedicati a questa fondamentale branca della fisica (N. 107) – permettendo la nascita della teoria quantistica dei campi, la previsione dell’esistenza dei Positroni (particelle simili all’elettrone, ma a carica positiva) ed i calcoli indispensabili ad interpretare i risultati ottenuti con gli acceleratori.

Un avvenimento significativo della vita del grande scienziato fu la lettera da lui spedita al Presidente Roosvelt nel 1939 su sollecitazione di altri due scienziati ungheresi: Leo Szilard (1898-1964) ed Eugene Wigner (1902-1995). In essa si esponeva la possibilità che i Nazisti mettessero a punto una bomba di nuova concezione basata sulla fissione nucleare (bomba atomica). Il risultato fu il progetto Manhattan iniziato due anni dopo, da cui nacque la bomba atomica statunitense. Einstein, che era un pacifista di idee socialiste (aveva tra l’altro dato parere favorevole alla pubblicazione della “Dialettica della Natura” di Engels, tenuta per decenni in un cassetto dal socialista moderato Bernstein), si tirò indietro e non partecipò alla costruzione della bomba. Ad essa invece parteciparono Szilard, Fermi, Oppenheimer, Von Neumann, Teller, Feynman ed altri famosi scienziati.

In definitiva Einstein è stata una grande figura di fisico teorico, tuttavia profondamente legata alla gloriosa tradizione della fisica sperimentale, realista e determinista di Galilei, Newton, Laplace, Ampere, ecc. Egli infatti ritenne sempre indispensabile dare un’interpretazione ed una spiegazione fisica dei fenomeni della realtà, al di là delle nude formule matematiche.

Vedremo nei prossimi articoli come per questa sua impostazione abbia polemizzato con i principali esponenti della fisica quantistica – alla cui nascita egli stesso aveva dato un decisivo contributo – per la loro impostazione indeterministica che gliela faceva ritenere “incompleta”. I grandi successi della fisica quantistica ortodossa di Bohr ed Heisenberg lo hanno fatto ritenere uno “sconfitto”, ma – come vedremo negli articoli finali e nelle conclusioni – gli scritti di vari autori, come Bricmont e Musser, e l’opera di fisici come David Bohme e Bell, hanno mostrato come le critiche e le obiezioni di Einstein con i suoi famosi “esperimenti mentali”, ad esempio sui fenomeni non-localistici di trasmissione di informazioni a distanza, non siano stati ben compresi e non abbiano mai avuto un’adeguata risposta(7)(8). In realtà il grande Einstein ci

suggerisce ancora oggi nuove rivoluzionarie strade da percorrere.

(1) L. Geymonat, “Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico”, Garzanti 1970 e seg.

(2) RBA, “Le grandi Idee della Scienza – Einstein”

(3) R. Feynman, “Sei Pezzi facili”, Adelphi 2017, originale 1963-1995

(4) R. Feynman, “Sei Pezzi meno facili”, Adelphi 2017, originale 1963-1997

(5) C. Rovelli, “Sette brevi Lezioni di Fisica”, Adelphi, 2014

(6) C. Rovelli, “La Realtà non è come appare”, R. Cortina, 2014

(7) G. Musser, “Inquietanti Azioni a Distanza”, Adelphi, 2019

(8) J. Bricmont, “Quantum Sense and Nonsense”, Singer, 2017

(9) S. Weinberg, “I primi tre minuti”. Mondadori, 1977

Caro Andrea, cari compagni del Gamadi, inviamo in allegato l'ultimo numero di Scintilla.
Siamo interessati a conoscere la vostra opinione in modo particolare riguardo l'articolo "Scienza e revisionismo" che appare a pagg. 10-11. Saluti comunisti dalla redazione.

Scienza e moderno revisionismo



Il senso comune irrazionale instillato da molto tempo nelle masse (vedi Scintilla n. 116, giugno 2021, pagg. 12-13) fa il paio con la negatività, tra scetticismo e aperta opposizione, nei confronti della scienza. Anche il dubbio sulla scienza (ma meglio sarebbe dire sulle scienze) è di vecchia data e cortocircuita un intero campo di studio noto come “epistemologia”: disciplina di riflessione critica attenta e fondata sui risultati scientifici e sulle loro interpretazioni.
La scienza non è un blocco unico, ma suddiviso in due settori fondamentali: scienze naturali e scienze sociali. Inoltre ci sono le discipline logico- matematiche che non hanno tutti i caratteri scientifici delle scienze naturali (non sempre sono sottoposte, per esempio, alla teoria del riflesso).
E’ ben vero che alle scienze naturali va collegato il loro utilizzo in termini di tecnologia e che questa viene sussunta dal capitale per sviluppare le forze produttive sue e della società da questo dominata. E che lo sviluppo della tecnica ha fornito e fornisce nuovi e potenti mezzi di indagine e conoscenza del reale (vedi gli acceleratori di particelle, o i telescopi elettronici).
In questo senso le scienze naturali hanno un rapporto diretto con le forze produttive (le scoperte scientifiche si incarnano nei nuovi strumenti di produzione e nei metodi del loro impiego) e quindi con il modo di produzione che determina l’indirizzo di sviluppo delle scienze, gli oggetti di studio, etc.
La scienza si trasforma sempre più in forza produttiva e il processo di produzione diventa “applicazione tecnologica della scienza” (Marx, Il Capitale, vol. 1, cap. 23); ma è un errore identificare meccanicamente scienza e tecnologia senza cogliere un profondo rapporto dialettico tra due entità distinte.
Le scienze naturali sono relativamente indipendenti dalla produzione e il loro sviluppo obbedisce a una propria logica, che ha un nesso anche con la sovrastruttura, pur non facendone parte.
Chiariamo la cosa con alcuni esempi.
Il metodo sperimentale inizia con Galileo che demolisce la scolastica aristotelica (le leggi del pendolo, della caduta dei gravi, il principio d’inerzia) e getta le basi per la meccanica newtoniana e per la conferma, attraverso la terza legge di Keplero, del sistema copernicano. Ben prima, almeno un
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

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