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La VOCE ANNO XXIII N°7

marzo 2021

PAGINA d         - 32

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segue da pag.31: sputnik, mascherine e covid in russia: tutte le falsità da sfatare. di marinella mondaini. vaccino russo. dopo essere stato già acquisito da israele, ungheria, argentina, bolivia serbia, algeria, palestina, venezuela, paraguay, turkmenistan, emirati arabi uniti, iran, libano, repubblica di guinea, tunisia, armenia, messico e nicaragua, anche la regione campania (non si sa a che titolo) vuole acquistarlo. e l’unione europea? ha fatto scalpore la dichiarazione della von der leyen, presidente della commissione europea secondo la quale “sputnik non ha chiesto finora l'autorizzazione a ema. se lo faranno, devono presentare tutti i dati e sottoporsi allo scrutinio come gli altri. inoltre, non producono in ue, quindi certamente ci deve essere un'ispezione ai siti di produzione, perché dobbiamo avere standard di produzione stabili. ma ancora ci chiediamo come mai la russia offra milioni di dosi quando ancora non vaccina tutta la sua popolazione, questo dovrà trovare risposta." intanto, ci sarebbe da domandarsi quali “ispezioni” ai siti di pfizer, astrazeneca o moderna avrebbe fatto l’unione europea considerato l’arbitrario dimezzamento delle forniture previste operate da queste aziende (a proposito, che fine ha fatto la famosa “azione legale” minacciata da arcuri?). e la stessa affermazione secondo la quale la russia non avrebbe chiesto l’autorizzazione all’ema è campata in aria in quanto, come documentato in questo articolo, la domanda è stata non solo presentata (domanda di registrazione numero 1379253), ma anche protocollata, il 29 gennaio 2021, dall’ema. e da allora non se ne è saputo nulla. in attesa di una risposta, comunque, il fondo russo per gli investimenti diretti (rdif) che produce il vaccino "sputnik v" ha proposto di potenziare la fornitura del vaccino all'unione europea stipulando accordi con aziende farmaceutiche europee, dopo la sua approvazione da parte dell'ema. assolutamente falso è poi che la russia “non vaccina tutta la popolazione”. nessuno stato lo ha ancora fatto; e, comunque, qui in russia la vaccinazione va a ritmo spedito (persino gli stranieri vengono gratuitamente vaccinati) senza nessun obbligo e nessuna restrizione per chi non vuole sottoporsi. e le mascherine in strada non le porta nessuno, solo nei locali pubblici o dove c’è massa. e nessuno ti multa o ti tratta male. nessuna rabbia. anche perché lo stato su questo virus non ha mai sparso il terrore. anche la merkel apre alla diffusione in europa del vaccino russo sputnik v. la cancelliera tedesca, angela merkel, rispondendo ad una domanda sullo sputnik v, il vaccino russo anticovid, ha dichiarato nei giorni scorsi: “se il vaccino sarà approvato dall’ema, potremo parlare di accordi sulla produzione e anche dell’uso”. merkel ha sottolineato di aver offerto attraverso il paul ehrlich institut la russia, supporto nello sviluppo del vaccino. “al di là delle differenze politiche che sono ampie, possiamo certamente lavorare insieme in una pandemia, in un settore umanitario”, ha spiegato la cancelliera. il vaccino “sputnik v sarà presto uno dei vaccini più diffusi e accettati del mondo: la prossima settimana una prestigiosa rivista ‘peer-reviewed’ europea pubblicherà i risultati della fase 3 e sarà chiaro a tutti la bontà del lavoro svolto”. lo ha detto l’amministratore delegato del russian direct investment fund (rdif), kirill dmitriev, in un incontro con la stampa. “molti paesi europei sono interessati e, come sapete, stiamo discutendo con la germania l’opportunità di produrre il vaccino localmente”. “un gran numero di persone che hanno cercato di mettere lo sputnik v in luce negativa sono in realtà a corto di argomenti. credetemi, sarà l’ultimo argomento quando apparirà la pubblicazione nella rivista medica già la prossima settimana”, ha aggiunto dmitriev. secondo il capo del fondo sovrano, la decisione dell’ungheria di approvare lo sputnik è «molto importante» ma per certi versi lo è ancor di più quella degli emirati arabi uniti, giunta sempre oggi. “gli emirati hanno uno dei sistemi sanitari migliori al mondo e per di più hanno condotto degli studi clinici sullo sputnik in loco, coinvolgendo persone da 26 nazioni». per quanto riguarda l’ue, dmitriev ha precisato che «stiamo lavorando molto con le ambasciate europee, dato che ne abbiamo vaccinate molte, e abbiamo un buon dialogo con gli ambasciatori europei, e loro capiscono che lo sputnik è sicuro ed efficiente”. anche belgrado ha avviato trattative con la parte russa per la produzione in serbia del vaccino sputnik v. lo ha detto il ministro serbo per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico nenad popovic, che oggi in russia, nella regione di vladimir ha visitato uno dei principali impianti produttivi del vaccino sputnik v. accompagnato da ricercatori e responsabili del ministero della sanità, il ministro – come riferito dai media a belgrado – ha avuto incontri con la dirigenza del gruppo ‘generium’, che si è detta disponibile a consentire l’avvio della produzione del vaccino russo in serbia. popovic ha detto che ad oggi lo sputnik v, fuori dalla russia, si produce solo in kazakhstan. quello russo è uno dei tre vaccini che vengono somministrati in serbia, con il pfizer-biontech e sinopharm. red vladimir putin al wef di davos: “le divergenze con gli usa aumentano, l’europa si sbarazzi delle fobie”. davos – il presidente della federazione russa, vladimir putin, è intervenuto in collegamento al world economic forum e ha ribadito anzitutto che al momento non ci sono le condizione per reimpostare le relazioni con washington ricordando come la pandemia abbia accelerato cambiamenti sociali ed economici già in atto. i temi dei rapporti tra mosca e washington e con l’unione europea, sono stati i principali argomenti toccati dal leader del cremlino. advertisements. “stiamo per scivolare nella distopia”, ha sottolineato putin, “la situazione può svilupparsi in modo.
incontrollabile se non viene fatto nulla per impedire che accada”. “una lotta di tutti contro tutti porterebbe alla fine della civiltà”. “il sistema della sicurezza globale è minato”. “le divergenze con washington aumentano”. “la russia fa parte dell’europa”. il presidente russo a davos ha ripetuto un paio di volte la parola collaborazione, ma molte più volte ha pronunciato “escalation” e “conflitto”: “l’incapacità di risolvere disaccordi ha portato alla seconda guerra mondiale nel xxi secolo”. per concludere il suo discorso al forum economico di davos, dove a sorpresa è arrivato virtualmente da una mosca gelida e nervosa, il presidente della federazione russa ha ricordato che “l’amore non è unilaterale”. mai: vale per la vita, quanto per la geopolitica. senza menzionare l’ultima videoinchiesta sulla sua presunta villa sul mar nero – già vista sui social da 92 milioni di persone dopo che il più famoso oppositore del cremlino, aleksey navalny, l’ha resa pubblica mentre era già in una cella della prigione matrosskaya tishina – putin ha ricordato che “il sistema della sicurezza globale è stato minato” e che “i giganti tecnologici ed informatici sono di fatto concorrenti degli stati in alcuni ambiti: se ne parla molto, soprattutto in riferimento a ciò che è accaduto negli usa in campagna elettorale”. mentre il presidente era in collegamento con la svizzera, il roskomnadzor, agenzia federale supervisione comunicazioni di massa del cremlino, continuava intanto a setacciare il web slavo, in cerca di messaggi d’appello di quanti invitano a partecipare alle manifestazioni di sabato prossimo in solidarietà a navalny. sono i cosiddetti “agitatori”, che possono essere “assicurati alla giustizia” ancor prima di aver commesso le azioni di cui parlano, perché “la legge russa permette di farlo”, riferiva l’ultimo comunicato delle autorità. dai monitor in collegamento il presidente ha snocciolato aforismi su sanzioni, ecosistema mediatico, nuove relazioni usa. lo ha fatto senza ottimismo, ma con qualche apprezzamento: come quello mostrato per il prolungamento del trattato new start, che nel panorama teso della politica internazionale è “un passo nella giusta direzione”, nonostante con gli stati uniti “le divergenze continuano”. nella prima telefonata di rito tra biden e putin gli argomenti trattati qualche giorno fa sono stati quelli più bollenti: guerra in ucraina, cyberattacchi, il presunto avvelenamento di navalny, le reazioni delle forze dell’ordine contro i manifestanti delle ultime proteste russe. settimane fa il presidente si era detto “pronto alla collaborazione per risolvere i problemi” con l’america, più volte poi ha riferito che l’orizzonte post-trump non ha cambiato forma né colore e lo ha ricordato anche oggi ai leader a davos: “non sono state create ancora le condizioni per un reset delle relazioni” tra mosca e washington. se l’america è lontana, c’è una potenziale amica più vicina a cui tendere una mano. per putin, e quindi per mosca, infine c’è bruxelles: “vanno aumentate le interazioni economiche e commerciali con il partner naturale della russia”, l’europa, di cui il suo paese fa parte. “se ci sbarazziamo delle fobie, ci attende una fase positiva”: ne gioverebbe la federazione più estesa della terra, ma anche la finora silenziosa ue, dove però tutti già sembrano sapere ciò che il presidente ha detto ad alta voce prima di andare: “l’amore unilaterale è impossibile”. red special address by vladimir putin, president of the russian federation | davos agenda 2021 world economic forum 592.000 iscritti discorso speciale di vladimir putin, presidente della federazione russa. relatori: vladimir putin, klaus schwab. il world economic forum è l'organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privato. il forum coinvolge i principali leader politici, economici, culturali e di altro tipo della società per definire le agende globali, regionali e industriali. crediamo che il progresso avvenga riunendo persone di ogni estrazione sociale che hanno la spinta e l'influenza per apportare cambiamenti positivi. josep borrell (ue): “russia ed europa sempre più distanti”. “mosca rifiuta il dialogo costruttivo con l’ue, che deve quindi trarre le conseguenze, compresa la possibilità di nuove sanzioni”. lo ha affermato l’alto rappresentante della politica estera ue, josep borrell, sottolineando che l’espulsione di tre diplomatici europei durante la sua visita a mosca ha mostrato che il cremlino “non vuole cogliere l’opportunità di avere un dialogo più costruttivo” con bruxelles. l’unione europea dunque “dovrà trarre le conseguenze”. che potrebbero essere nuove sanzioni: “ne dicuterò con i ministridegli esteri, come sempre spetterà agli stati membri decidere i prossimi passi, e sì, questi potrebbero includere sanzioni”, scrive borrell sul suo blog, ricordando che i 27 hanno a disposizione anche “un altro strumento in tal senso, grazie al regime di sanzioni per i diritti umani recentemente approvato”. advertisements. la visita in russia ha infatti “confermato che europa e russia si stanno allontanando. sembra che la russia sia stia progressivamente disconnettendo dall’eiropa e guardi ai valori democratici come a una minaccia esistenziale”. dunque “siamo a un bivio”. red.
Segue da Pag.31: Sputnik, mascherine e Covid in Russia: tutte le falsità da sfatare

di Marinella Mondaini

Vaccino russo. Dopo essere stato già acquisito da Israele, Ungheria, Argentina, Bolivia Serbia, Algeria, Palestina, Venezuela, Paraguay, Turkmenistan, Emirati Arabi Uniti, Iran, Libano, Repubblica di Guinea, Tunisia, Armenia, Messico e Nicaragua, anche la Regione Campania (non si sa a che titolo) vuole acquistarlo. E l’Unione Europea? Ha fatto scalpore la dichiarazione della Von der Leyen, presidente della Commissione europea secondo la quale “Sputnik non ha chiesto finora l'autorizzazione a Ema. Se lo faranno, devono presentare tutti i dati e sottoporsi allo scrutinio come gli altri. Inoltre, non producono in Ue, quindi certamente ci deve essere un'ispezione ai siti di produzione, perché dobbiamo avere standard di produzione stabili. Ma ancora ci chiediamo come mai la Russia offra milioni di dosi quando ancora non vaccina tutta la sua popolazione, questo dovrà trovare risposta."

Intanto, ci sarebbe da domandarsi quali “ispezioni” ai siti di Pfizer, Astrazeneca o Moderna avrebbe fatto l’Unione Europea considerato l’arbitrario dimezzamento delle forniture previste operate da queste aziende (a proposito, che fine ha fatto la famosa “azione legale” minacciata da Arcuri?). E la stessa affermazione secondo la quale la Russia non avrebbe chiesto l’autorizzazione all’Ema è campata in aria in quanto, come documentato in questo articolo, la domanda è stata non solo presentata (domanda di registrazione numero 1379253), ma anche protocollata, il 29 gennaio 2021, dall’Ema. E da allora non se ne è saputo nulla. In attesa di una risposta, comunque, il Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) che produce il vaccino "Sputnik V" ha proposto di potenziare la fornitura del vaccino all'Unione europea stipulando accordi con aziende farmaceutiche europee, dopo la sua approvazione da parte dell'Ema.

Assolutamente falso è poi che la Russia “non vaccina tutta la popolazione”. Nessuno stato lo ha ancora fatto; e, comunque, qui in Russia la vaccinazione va a ritmo spedito (persino gli stranieri vengono gratuitamente vaccinati) senza nessun obbligo e nessuna restrizione per chi non vuole sottoporsi. E le mascherine in strada non le porta nessuno, solo nei locali pubblici o dove c’è massa. E nessuno ti multa o ti tratta male. Nessuna rabbia. Anche perché lo stato su questo virus non ha mai sparso il terrore.

Anche la Merkel apre alla diffusione in Europa del vaccino russo Sputnik V



La cancelliera tedesca, Angela Merkel, rispondendo ad una domanda sullo Sputnik V, il vaccino russo anticovid, ha dichiarato nei giorni scorsi: “Se il vaccino sarà approvato dall’Ema, potremo parlare di accordi sulla produzione e anche dell’uso”. Merkel ha sottolineato di aver offerto attraverso il Paul Ehrlich Institut la Russia, supporto nello sviluppo del vaccino. “Al di là delle differenze politiche che sono ampie, possiamo certamente lavorare insieme in una pandemia, in un settore umanitario”, ha spiegato la cancelliera.

Il vaccino “Sputnik V sarà presto uno dei vaccini più diffusi e accettati del mondo: la prossima settimana una prestigiosa rivista ‘peer-reviewed’ europea pubblicherà i risultati della fase 3 e sarà chiaro a tutti la bontà del lavoro svolto”. Lo ha detto l’amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund (RDIF), Kirill Dmitriev, in un incontro con la stampa. “Molti Paesi europei sono interessati e, come sapete, stiamo discutendo con la Germania l’opportunità di produrre il vaccino localmente”.

“Un gran numero di persone che hanno cercato di mettere lo Sputnik V in luce negativa sono in realtà a corto di argomenti. Credetemi, sarà l’ultimo argomento quando apparirà la pubblicazione nella rivista medica già la prossima settimana”, ha aggiunto Dmitriev. Secondo il capo del fondo sovrano, la decisione dell’Ungheria di approvare lo Sputnik è «molto importante» ma per certi versi lo è ancor di più quella degli Emirati Arabi Uniti, giunta sempre oggi. “Gli Emirati hanno uno dei sistemi sanitari migliori al mondo e per di più hanno condotto degli studi clinici sullo Sputnik in loco, coinvolgendo persone da 26 nazioni». Per quanto riguarda l’Ue, Dmitriev ha precisato che «stiamo lavorando molto con le ambasciate europee, dato che ne abbiamo vaccinate molte, e abbiamo un buon dialogo con gli ambasciatori europei, e loro capiscono che lo Sputnik è sicuro ed efficiente”.

Anche Belgrado ha avviato trattative con la parte russa per la produzione in Serbia del vaccino Sputnik V. Lo ha detto il ministro serbo per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico Nenad Popovic, che oggi in Russia, nella regione di Vladimir ha visitato uno dei principali impianti produttivi del vaccino Sputnik V. Accompagnato da ricercatori e responsabili del ministero della sanità, il ministro – come riferito dai media a Belgrado – ha avuto incontri con la dirigenza del gruppo ‘Generium’, che si è detta disponibile a consentire l’avvio della produzione del vaccino russo in Serbia. Popovic ha detto che ad oggi lo Sputnik V, fuori dalla Russia, si produce solo in Kazakhstan. Quello russo è uno dei tre vaccini che vengono somministrati in Serbia, con il Pfizer-BioNTech e Sinopharm.

RED

Vladimir Putin al WEF di Davos: “le divergenze con gli USA aumentano, l’Europa si sbarazzi delle fobie”



Davos – Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, è intervenuto in collegamento al World Economic Forum e ha ribadito anzitutto che al momento non ci sono le condizione per reimpostare le relazioni con Washington ricordando come la pandemia abbia accelerato cambiamenti sociali ed economici già in atto.

I temi dei rapporti tra Mosca e Washington e con l’Unione Europea, sono stati i principali argomenti toccati dal leader del Cremlino.

Advertisements

“Stiamo per scivolare nella distopia”, ha sottolineato Putin, “la situazione può svilupparsi in modo
incontrollabile se non viene fatto nulla per impedire che accada”. “Una lotta di tutti contro tutti porterebbe alla fine della civiltà”. “Il sistema della sicurezza globale è minato”. “Le divergenze con Washington aumentano”. “La Russia fa parte dell’Europa”. Il presidente russo a Davos ha ripetuto un paio di volte la parola collaborazione, ma molte più volte ha pronunciato “escalation” e “conflitto”: “l’incapacità di risolvere disaccordi ha portato alla seconda guerra mondiale nel XXI secolo”. Per concludere il suo discorso al Forum economico di Davos, dove a sorpresa è arrivato virtualmente da una Mosca gelida e nervosa, il presidente della Federazione russa ha ricordato che “l’amore non è unilaterale”. Mai: vale per la vita, quanto per la geopolitica.

Senza menzionare l’ultima videoinchiesta sulla sua presunta villa sul Mar Nero – già vista sui social da 92 milioni di persone dopo che il più famoso oppositore del Cremlino, Aleksey Navalny, l’ha resa pubblica mentre era già in una cella della prigione Matrosskaya TishinaPutin ha ricordato che “il sistema della sicurezza globale è stato minato” e che “i giganti tecnologici ed informatici sono di fatto concorrenti degli Stati in alcuni ambiti: se ne parla molto, soprattutto in riferimento a ciò che è accaduto negli USA in campagna elettorale”.

Mentre il presidente era in collegamento con la Svizzera, il Roskomnadzor, Agenzia federale supervisione comunicazioni di massa del Cremlino, continuava intanto a setacciare il web slavo, in cerca di messaggi d’appello di quanti invitano a partecipare alle manifestazioni di sabato prossimo in solidarietà a Navalny. Sono i cosiddetti “agitatori”, che possono essere “assicurati alla giustizia” ancor prima di aver commesso le azioni di cui parlano, perché “la legge russa permette di farlo”, riferiva l’ultimo comunicato delle autorità.

Dai monitor in collegamento il presidente ha snocciolato aforismi su sanzioni, ecosistema mediatico, nuove relazioni USA. Lo ha fatto senza ottimismo, ma con qualche apprezzamento: come quello mostrato per il prolungamento del trattato New Start, che nel panorama teso della politica internazionale è “un passo nella giusta direzione”, nonostante con gli Stati Uniti “le divergenze continuano”. Nella prima telefonata di rito tra Biden e Putin gli argomenti trattati qualche giorno fa sono stati quelli più bollenti: guerra in Ucraina, cyberattacchi, il presunto avvelenamento di Navalny, le reazioni delle forze dell’ordine contro i manifestanti delle ultime proteste russe.

Settimane fa il presidente si era detto “pronto alla collaborazione per risolvere i problemi” con l’America, più volte poi ha riferito che l’orizzonte post-Trump non ha cambiato forma né colore e lo ha ricordato anche oggi ai leader a Davos: “non sono state create ancora le condizioni per un reset delle relazioni” tra Mosca e Washington.

Se l’America è lontana, c’è una potenziale amica più vicina a cui tendere una mano. Per Putin, e quindi per Mosca, infine c’è Bruxelles: “vanno aumentate le interazioni economiche e commerciali con il partner naturale della Russia”, l’Europa, di cui il suo Paese fa parte. “Se ci sbarazziamo delle fobie, ci attende una fase positiva”: ne gioverebbe la Federazione più estesa della terra, ma anche la finora silenziosa Ue, dove però tutti già sembrano sapere ciò che il presidente ha detto ad alta voce prima di andare: “l’amore unilaterale è impossibile”.

RED

Special Address by Vladimir Putin, President of the Russian Federation | DAVOS AGENDA 2021

World Economic Forum
592.000 iscritti



Discorso speciale di Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa.

Relatori: Vladimir Putin, Klaus Schwab

Il World Economic Forum è l'Organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privato. Il Forum coinvolge i principali leader politici, economici, culturali e di altro tipo della società per definire le agende globali, regionali e industriali. Crediamo che il progresso avvenga riunendo persone di ogni estrazione sociale che hanno la spinta e l'influenza per apportare cambiamenti positivi.

Josep Borrell (UE): “Russia ed Europa sempre più distanti”



“Mosca rifiuta il dialogo costruttivo con l’Ue, che deve quindi trarre le conseguenze, compresa la possibilità di nuove sanzioni”. Lo ha affermato l’Alto Rappresentante della Politica Estera Ue, Josep Borrell, sottolineando che l’espulsione di tre diplomatici europei durante la sua visita a Mosca ha mostrato che il Cremlino “non vuole cogliere l’opportunità di avere un dialogo più costruttivo” con Bruxelles. L’Unione Europea dunque “dovrà trarre le conseguenze”.

Che potrebbero essere nuove sanzioni: “Ne dicuterò con i ministridegli Esteri, come sempre spetterà agli Stati membri decidere i prossimi passi, e sì, questi potrebbero includere sanzioni”, scrive Borrell sul suo blog, ricordando che i 27 hanno a disposizione anche “un altro strumento in tal senso, grazie al regime di sanzioni per i diritti umani recentemente approvato”.

Advertisements

La visita in Russia ha infatti “confermato che Europa e Russia si stanno allontanando. Sembra che la Russia sia stia progressivamente disconnettendo dall’Eiropa e guardi ai valori democratici come a una minaccia esistenziale”. Dunque “siamo a un bivio”.

RED

  P R E C E D E N T E   

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