primo maggio: giorno di lotta.
il primo maggio è diventato nel corso degli anni un giorno di festa con tanto di concertone a piazza s. giovanni a roma e cortei festosi in tutta italia. ma le origini di questa festività sono tutt’altro che pacifiche e ricordano episodi di lotte drammatiche da parte dei lavoratori per i propri diritti.
negli anni ’60 dell’800, negli stessi anni della creazione della prima internazionale dei partiti e movimenti socialisti avvenuta nel 1864, si erano intensificate le lotte dei lavoratori con particolare riferimento alla richiesta di ridurre la giornata lavorativa ad 8 ore. nei precedenti anni della prima rivoluzione industriale si era assistito ad orari incredibilmente dilatati anche per donne e bambini, con un pesante tributo di vite sottoposte a ritmi di lavoro e fatica insostenibili, che impedivano una vita degna di essere vissuta.
la lotta per la riduzione dell’orario di lavoro era particolarmente intensa negli stati uniti dove il movimento di protesta, guidato dai cavalieri del lavoro, ottenne una prima vittoria con l’istituzione della giornata lavorativa di 8 ore nello stato dell’illinois. il primo maggio del 1867 a chicago, massimo centro industriale dell’illinois, vi fu una grande manifestazione per l’entrata in vigore della legge sull’orario di lavoro, successivamente estesa anche ad altri stati degli usa.
il primo maggio del 1886 vi furono delle grandi manifestazioni a chicago per chiedere l’estensione della legge a tutti gli stati uniti. la polizia sparò sugli operai della fabbrica di mietitrici mccormack in sciopero, uccidendone due. il 4 maggio i lavoratori organizzarono una manifestazione di protesta nella piazza haymarket di chicago. vi fu una provocazione, i cui autori non sono mai stati individuati, con il lancio di una bomba che uccise sei poliziotti. questo fatto fu il segnale per la polizia di aprire il fuoco indiscriminato sulla folla di scioperanti. vi fu una strage. il numero esatto dei morti non si è mai saputo.
in seguito a questi fatti sette anarchici furono accusati senza prove di essere i responsabili degli incidenti. furono processati e condannati a morte. cinque furono impiccati e per due la condanna fu trasformata in ergastolo. questo episodio fu ricordato in una celebre poesia del noto poeta statunitense lee masters, in cui si parla di una giustizia cieca e malata che colpisce a caso senza pietà. un anno dopo a livorno, nel 1888, vi fu una sommossa di protesta di lavoratori diretta contro le navi americane in porto ed il console statunitense.
nel 1889 fu deciso dalla seconda internazionale socialista di dichiarare il primo maggio “festa dei lavoratori”. durante il fascismo la festa fu sostituita con la festa del natale di roma, che si svolgeva il 21 aprile. dopo la liberazione la festa fu nuovamente istituita, ma nuovamente fu dimostrato il suo carattere di scontro sociale e di lotta politica quando la banda del bandito giuliano sparò contro i lavoratori siciliani riuniti il primo maggio del 1947 a portella della ginestra facendo una strage. nel bel film “salvatore giuliano” di francesco rosi si fa cenno alla responsabilità dei mandanti (probabilmente latifondisti e mafia separatista in ottime relazioni con i servizi segreti statunitensi), ma questi mandanti non sono mai stati individuati e puniti. finalmente nel 1955 anche il papa pio xii riconobbe l’importanza della festa anche per i lavoratori cattolici, ma ribattezzandola “festa di s. giuseppe lavoratore”.
quest’anno la manifestazione a s. giovanni non ci sarà a causa della pandemia, e vi sarà una trasmissione canora in tv dall’auditorium di roma, parco della musica, senza pubblico. ma quando folle di giovani verranno nei prossimi anni ad ascoltare a s. giovanni cantanti e rockkettari “progressisti”, spero che si ricordino del significato più profondo e dei drammatici avvenimenti cui la commemorazione del primo maggio fa riferimento.
roma 30 aprile 2021, vincenzo brandi.
PRIMO
MAGGIO: GIORNO DI LOTTA
Il
Primo Maggio è diventato nel corso degli anni un giorno di festa con
tanto di concertone a Piazza S. Giovanni a Roma e cortei festosi in
tutta Italia. Ma le origini di questa festività sono tutt’altro
che pacifiche e ricordano episodi di lotte drammatiche da parte dei
lavoratori per i propri diritti.
Negli
anni ’60 dell’800, negli stessi anni della creazione della Prima
Internazionale dei partiti e movimenti socialisti avvenuta nel 1864,
si erano intensificate le lotte dei lavoratori con particolare
riferimento alla richiesta di ridurre la giornata lavorativa ad 8
ore. Nei precedenti anni della prima rivoluzione industriale si era
assistito ad orari incredibilmente dilatati anche per donne e
bambini, con un pesante tributo di vite sottoposte a ritmi di lavoro
e fatica insostenibili, che impedivano una vita degna di essere
vissuta.
La
lotta per la riduzione dell’orario di lavoro era particolarmente
intensa negli Stati Uniti dove il movimento di protesta, guidato dai
Cavalieri del Lavoro, ottenne una prima vittoria con l’istituzione
della giornata lavorativa di 8 ore nello stato dell’Illinois. Il
primo maggio del 1867 a Chicago, massimo centro industriale
dell’Illinois, vi fu una grande manifestazione per l’entrata in
vigore della legge sull’orario di lavoro, successivamente estesa
anche ad altri stati degli USA.
Il
primo maggio del 1886 vi furono delle grandi manifestazioni a Chicago
per chiedere l’estensione della legge a tutti gli Stati Uniti. La
polizia sparò sugli operai della fabbrica di mietitrici McCormack in
sciopero, uccidendone due. Il 4 maggio i lavoratori organizzarono una
manifestazione di protesta nella piazza Haymarket di Chicago. Vi fu
una provocazione, i cui autori non sono mai stati individuati, con il
lancio di una bomba che uccise sei poliziotti. Questo fatto fu il
segnale per la polizia di
aprire il fuoco indiscriminato sulla folla di scioperanti. Vi fu una
strage. Il numero esatto dei morti non si è mai saputo.
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In
seguito a questi fatti sette anarchici furono accusati senza prove di
essere i responsabili degli incidenti. Furono processati e condannati
a morte. Cinque furono impiccati e per due la condanna fu trasformata
in ergastolo. Questo episodio fu ricordato in una celebre poesia del
noto poeta statunitense Lee Masters, in cui si parla di una giustizia
cieca e malata che colpisce a caso senza pietà. Un anno dopo a
Livorno, nel 1888, vi fu una sommossa di protesta di lavoratori
diretta contro le navi americane in porto ed il console statunitense.
Nel
1889 fu deciso dalla Seconda Internazionale socialista di dichiarare
il Primo Maggio “Festa dei Lavoratori”. Durante il Fascismo la
festa fu sostituita con la festa del Natale di Roma, che si svolgeva
il 21 aprile. Dopo la Liberazione la festa fu nuovamente istituita,
ma nuovamente fu dimostrato il suo carattere di scontro sociale e di
lotta politica quando la banda del bandito Giuliano sparò contro i
lavoratori siciliani riuniti il primo maggio del 1947 a Portella
della Ginestra facendo una strage. Nel bel film “Salvatore
Giuliano” di Francesco Rosi si fa cenno alla responsabilità dei
mandanti (probabilmente latifondisti e mafia separatista in ottime
relazioni con i servizi segreti statunitensi), ma questi mandanti non
sono mai stati individuati e puniti. Finalmente nel 1955 anche il
papa Pio XII riconobbe l’importanza della festa anche per i
lavoratori cattolici, ma ribattezzandola “festa di S. Giuseppe
lavoratore”.
Quest’anno
la manifestazione a S. Giovanni non ci sarà a causa della pandemia,
e vi sarà una trasmissione canora in TV dall’Auditorium di Roma,
Parco della Musica, senza pubblico. Ma quando folle di giovani
verranno nei prossimi anni ad ascoltare a S. Giovanni cantanti e
rockkettari “progressisti”, spero che si ricordino del
significato più profondo e dei drammatici avvenimenti cui la
commemorazione del primo maggio fa riferimento.
Roma
30 aprile 2021, Vincenzo Brandi
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