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La VOCE 2105

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La VOCE ANNO XXIII N°9

maggio 2021

PAGINA 11

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biografie: miriam pellegrini ferri. partigiana di giustizia e libertà, subì il carcere ed aggressioni fisiche da parte dei fascisti, ora è presidentessa del g.a.ma.di. miriam pellegrini ferri. opere dell'autore. albania, io ti canto. pellegrini ferri, miriam. s.l. : s.n.!, 1986. presentazione di giuseppe catapano. albania lineamenti di un processo rivoluzionario. pellegrini ferri, miriam. ischia : domenico savio, 1989. un campo di grano maturo. pellegrini ferri, miriam. pubbicazione poggibonsi : lalli, 1990. volevamo cambiare le stelle. pellegrini ferri, miriam. s.l. : g.a.ma.di, 1999. 25 aprile: cosa abbiamo fatto. o meglio. cosa non abbiamo fatto. e' scalfito nel cuore, il 25 aprile! data che ci porta a pensare, a ricordare, a riflettere. fu un punto di arrivo di sogni, di speranze, di aneliti realizzati. avevamo tanto sofferto, avevano rischiato la vita. abbiamo provato il dolore di vedere il nostro paese come fosse un cadavere in decomposizione: fame. miseria, distruzione, negozi chiusi e abbiamo ancora vive nell' udito le vibrazioni del fracasso causato dagli scarponi del nemico invasore. e la consapevolezza che ogni nostra parola poteva venir carpita dal fascista che con l' invasore collaborava facendo la spia e per questo praticante di torture e di omicidi. ma con la volontà nata da una convinzione profonda sulla giustezza dell' antifascismo avevamo "la certezza" che avremmo ridato forma attiva al nostro paese, che lo avremmo rifatto vivere con le vesti dignitose di una repubblica. la monarchia, retaggio di un passato barbarico è la negazione dell' uomo, del rispetto che ad esso si deve, ridotto invece, al ruolo di suddito obbediente e quindi di servo sciocco. nella donna, il regime fascista-monarchico vedeva solo un oggetto per fare "figli per la patria", una fantesca preposta ad accudire la casa e per servire il marito che a partire dal capo del governo, la cornificava con prostitute di alto bordo e fuori da ogni decenza e del rispetto che il popolo stesso avrebbe meritato. all' instaurazione della repubblica siamo arrivati, con orgoglio e come abbiamo già detto con tante speranze e consapevoli che la lotta non sarebbe stata conclusa se non quando avessimo raggiunto un accettabile livello di giustizia sociale. dobbiamo dire che le premesse non erano soddisfacenti. la linea di togliatti avrebbe dovuto essere contestata e non lasciata solo nelle mani di qualche singolo compagno come pietro secchia che con grande facilità si è messo a tacere e mandato, con calunnie di comodo, fuori gioco.
il nostro rammarico sta dentro di noi, compagni partigiani nella resistenza che abbiamo permesso al connubio partito-potere di privarci del ruolo che con le armi e con il grande rischio avevamo conquistato. l' anpi, associazione nazionale partigiani italiani è stata relegata al ruolo di museo e si può dire "museo delle cere" perché nulla potevano gli eroi che ne facevano parte. ricordiamo, ad esempio, la medaglia d' oro arrigo boldrini e le lacrime da lui più volte versate per non condividere le scelte del comitato centrale anche per una errata concezione della disciplina di partito che veniva diffusa tra tutti noi. al contrario, mai, un partigiano può fare violenza alla propria dignità, mai può accettare a testa bassa scelte che non condivide, se vuole rimanere fedele a se stesso. ma noi, purtroppo abbiamo accettato tutto. e quando per disperazione abbiamo lasciato le file di quel partito revisionista deviato, il marcio si era già diffuso, la prepotenza della democrazia cristiana e della chiesa cattolica era già abbondantemente in atto e operava sottobanco con i fascisti che erano la loro mano criminale contro operai e studenti che chiedevano il rispetto della costituzione e quindi dei propri diritti. la degenerazione di quel partito si tocca con mano oggi, una genia di fanfaroni al servizio del potere indecoroso che è la vergogna del paese in faccia al mondo. e' tutto da rifare. se ci sono oggi, giovani che come noi allora, non sopportano questo disdoro nazionale, che si diano da fare, con l' aiuto e con le indicazioni della scienza….altrimenti non si cambierà la classe al potere, non si spazzeranno via i partiti della sinistra lacché e nemmeno il supporto al capitalismo-imperialismo incarnato nella chiesa cattolica. quindi, resterebbe lo status...e sarebbe una inutilità dannosa e più grave che mai. miriam pellegrini ferri - aprile 2011. breve intervento telefonico richiesto a miriam pellegrini ferri. per l' incontro preliminare internazionale di donne tenutosi a napoli il 30/1/2010. l' incontro finale si terra' a caracas e in rappresentanza del g.a.ma.di. sara' presente il membro della presidenza maria fierro. invio un caloroso saluto ed un apprezzamento per questa pregevole iniziativa. come donna, combattente fin dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo posso dire che mi gratifica molto l ' idea che oggi, giovani donne sentano la stessa esigenza di lottare che ho sentito io quando ancora studentessa ero una diciassettenne. la società degli uomini, basata sulla proprietà, ha sempre calpestato il ruolo primario nel quale la natura ha collocato la donna. e' la femmina, e nel caso dell' umanità è la donna che ha, per natura avuto il compito di preservare e mantenere la sopravvivenza delle diverse specie viventi. questo ruolo lo rivendichiamo e rivendichiamo tutti i diritti e i doveri che ne conseguono lontane da superstizioni e religioni che inquinano le coscienze. non vogliamo guerre. esigiamo il rispetto tra i singoli e tra i popoli. non riconosciamo differenze di pelle, di lingua, di religione, di cittadinanza, perché noi donne siamo cittadine del mondo. non crediamo che ci siano continenti che valgano più di altri, che ci siano culture superiori o religioni migliori ed esigiamo il rispetto che si deve all' ateismo basato sulla scienza dimostrata. stiamo dalla parte di coloro che lottano contro le ingiustizie, in qualunque parte del mondo siano. dalla parte di chi lotta contro il nemico invasore, con qualunque etichetta si sia infiltrato nella loro terra. stiamo dalla parte dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari. dalla parte degli studenti che reclamano nuovi programmi, più qualificati e non manipolati e per l' inalienabile diritto e dovere alla ricerca scientifica. stiamo dalla parte del mondo animale che va rispettato, stiamo contro l' inquinamento dei mari, dell' atmosfera e della terra, causato da dettami speculativi per lo sporco interesse di pochi. siamo coscienti che per ricoprire interamente il ruolo che la natura ci ha affidato, è necessario lottare alacremente e senza tregua, per togliere la proprietà e il potere che si serve di maschilismo e religioni per conservarlo ed ampliarlo. una delle nostre armi più valide e più vincenti è la cultura scientifica. la cultura della nostra classe e gli esempi che i grandi maestri ci hanno dato quando hanno saputo strappare il potere ai tiranni. con la bandiera della cultura scientifica camminiamo e costruiamo la nostra lotta perché donne, madri, figlie, sorelle, compagne non debbano più accettare guerre, sfruttamento, razzismo, e macabra superiorità maschile.

BIOGRAFIE: MIRIAM PELLEGRINI FERRI



Partigiana di Giustizia e Libertà, subì il carcere ed aggressioni fisiche da parte dei fascisti, ora è presidentessa del G.A.MA.DI.

MIRIAM PELLEGRINI FERRI

OPERE DELL'AUTORE
Albania, io ti canto
Pellegrini Ferri, Miriam
S.l. : s.n.!, 1986
Presentazione di Giuseppe Catapano.

Albania lineamenti di un processo rivoluzionario
Pellegrini Ferri, Miriam
Ischia : Domenico Savio, 1989

Un campo di grano maturo
Pellegrini Ferri, Miriam
Pubbicazione Poggibonsi : Lalli, 1990

Volevamo cambiare le stelle
Pellegrini Ferri, Miriam
s.l. : G.A.MA.DI, 1999


25 APRILE: COSA ABBIAMO FATTO
O MEGLIO
COSA NON ABBIAMO FATTO

E' scalfito nel cuore, il 25 Aprile! Data che ci porta a pensare, a ricordare, a riflettere. Fu un punto di arrivo di sogni, di speranze, di aneliti realizzati. Avevamo tanto sofferto, avevano rischiato la vita. Abbiamo provato il dolore di vedere il nostro paese come fosse un cadavere in decomposizione: fame. miseria, distruzione, negozi chiusi e abbiamo ancora vive nell' udito le vibrazioni del fracasso causato dagli scarponi del nemico invasore. E la consapevolezza che ogni nostra parola poteva venir carpita dal fascista che con l' invasore collaborava facendo la spia e per questo praticante di torture e di omicidi.

Ma con la volontà nata da una convinzione profonda sulla giustezza dell' antifascismo avevamo "la certezza" che avremmo ridato forma attiva al nostro paese, che lo avremmo rifatto vivere con le vesti dignitose di una Repubblica. La monarchia, retaggio di un passato barbarico è la negazione dell' uomo, del rispetto che ad esso si deve, ridotto invece, al ruolo di suddito obbediente e quindi di servo sciocco.

Nella donna, il regime fascista-monarchico vedeva solo un oggetto per fare "figli per la Patria", una fantesca preposta ad accudire la casa e per servire il marito che a partire dal capo del governo, la cornificava con prostitute di alto bordo e fuori da ogni decenza e del rispetto che il popolo stesso avrebbe meritato.

All' instaurazione della Repubblica siamo arrivati, con orgoglio e come abbiamo già detto con tante speranze e consapevoli che la lotta non sarebbe stata conclusa se non quando avessimo raggiunto un accettabile livello di giustizia sociale. Dobbiamo dire che le premesse non erano soddisfacenti. La linea di Togliatti avrebbe dovuto essere contestata e non lasciata solo nelle mani di qualche singolo compagno come Pietro Secchia che con grande facilità si è messo a tacere e mandato, con calunnie di comodo, fuori gioco.
Il nostro rammarico sta dentro di noi, compagni partigiani nella Resistenza che abbiamo permesso al connubio partito-potere di privarci del ruolo che con le armi e con il grande rischio avevamo conquistato.
L' ANPI, associazione nazionale partigiani italiani è stata relegata al ruolo di museo e si può dire "museo delle cere" perché nulla potevano gli eroi che ne facevano parte. Ricordiamo, ad esempio, la Medaglia d' Oro Arrigo Boldrini e le lacrime da lui più volte versate per non condividere le scelte del Comitato Centrale anche per una errata concezione della disciplina di partito che veniva diffusa tra tutti noi.
Al contrario, mai, un partigiano può fare violenza alla propria dignità, mai può accettare a testa bassa scelte che non condivide, se vuole rimanere fedele a se stesso.
Ma noi, purtroppo abbiamo accettato tutto. E quando per disperazione abbiamo lasciato le file di quel partito revisionista deviato, il marcio si era già diffuso, la prepotenza della Democrazia Cristiana e della Chiesa cattolica era già abbondantemente in atto e operava sottobanco con i fascisti che erano la loro mano criminale contro operai e studenti che chiedevano il rispetto della Costituzione e quindi dei propri diritti.
La degenerazione di quel partito si tocca con mano oggi, una genia di fanfaroni al servizio del potere indecoroso che è la vergogna del paese in faccia al mondo. E' tutto da rifare. Se ci sono oggi, giovani che come noi allora, non sopportano questo disdoro nazionale, che si diano da fare, con l' aiuto e con le indicazioni della scienza….altrimenti non si cambierà la classe al potere, non si spazzeranno via i partiti della sinistra lacché e nemmeno il supporto al capitalismo-imperialismo incarnato nella chiesa cattolica.
Quindi, resterebbe lo status...e sarebbe una inutilità dannosa e più grave che mai.

Miriam Pellegrini Ferri - Aprile 2011

BREVE INTERVENTO TELEFONICO RICHIESTO A MIRIAM PELLEGRINI FERRI
PER L' INCONTRO PRELIMINARE INTERNAZIONALE DI DONNE
tenutosi a NAPOLI IL 30/1/2010
L' INCONTRO FINALE SI TERRA' A CARACAS E IN RAPPRESENTANZA DEL G.A.MA.DI. SARA' PRESENTE IL MEMBRO DELLA PRESIDENZA MARIA FIERRO
Invio un caloroso saluto ed un apprezzamento per questa pregevole iniziativa.
Come donna, combattente fin dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo posso dire che mi gratifica molto l ' idea che oggi, giovani donne sentano la stessa esigenza di lottare che ho sentito io quando ancora studentessa ero una diciassettenne.
La società degli uomini, basata sulla proprietà, ha sempre calpestato il ruolo primario nel quale la natura ha collocato la donna.
E' la femmina, e nel caso dell' umanità è la donna che ha, per natura avuto il compito di preservare e mantenere la sopravvivenza delle diverse specie viventi.
Questo ruolo lo rivendichiamo e rivendichiamo tutti i diritti e i doveri che ne conseguono lontane da superstizioni e religioni che inquinano le coscienze.
Non vogliamo guerre. Esigiamo il rispetto tra i singoli e tra i popoli. Non riconosciamo differenze di pelle, di lingua, di religione, di cittadinanza, perché noi donne siamo cittadine del mondo.
Non crediamo che ci siano continenti che valgano più di altri, che ci siano culture superiori o religioni migliori ed esigiamo il rispetto che si deve all' ateismo basato sulla scienza dimostrata.
Stiamo dalla parte di coloro che lottano contro le ingiustizie, in qualunque parte del mondo siano. Dalla parte di chi lotta contro il nemico invasore, con qualunque etichetta si sia infiltrato nella loro terra.
Stiamo dalla parte dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari.
Dalla parte degli studenti che reclamano nuovi programmi, più qualificati e non manipolati e per l' inalienabile diritto e dovere alla ricerca scientifica.
Stiamo dalla parte del mondo animale che va rispettato, stiamo contro l' inquinamento dei mari, dell' atmosfera e della terra, causato da dettami speculativi per lo sporco interesse di pochi.
Siamo coscienti che per ricoprire interamente il ruolo che la natura ci ha affidato, è necessario lottare alacremente e senza tregua, per togliere la proprietà e il potere che si serve di maschilismo e religioni per conservarlo ed ampliarlo.
Una delle nostre armi più valide e più vincenti è la cultura scientifica.
La cultura della nostra classe e gli esempi che i grandi maestri ci hanno dato quando hanno saputo strappare il potere ai tiranni. Con la bandiera della cultura scientifica camminiamo e costruiamo la nostra lotta perché Donne, madri, figlie, sorelle, compagne non debbano più accettare guerre, sfruttamento, razzismo, e macabra superiorità maschile.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

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