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La VOCE 2105

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La VOCE ANNO XXIII N°9

maggio 2021

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11. fryderyk chopin: 22 febbraio 1810, żelazowa wola, polonia – 17 ottobre 1849, parigi, francia. la breve vita di chopin fu tormentata da allucinazioni e da complicate storie d'amore. non sappiamo quali traumi infantili lo fecero soffrire per tutta la vita di allucinazioni, che lo portarono a credere nei fantasmi: in prticolare si ricorda che durante un'esecuzione, nel 1848, fuggi dalla sala per aver creduto di vedere fantasmi uscire dalla cassa armonica del pianoforte. chopin era capace di eseguire pezzi di difficoltà tale da poter tenere il primo concerto pubblico all'età di soli 7 anni. fu amico e compagno di giochi del granduca kostantin, figlio del re di polonia. la scrittrice george sand fu forse il vero grande amore di chopin, che però naufrago per incomprensioni e mancanza di affinità. il carattere riservato e spesso sprezzante portò chopin sin da giovanissimo, a preferire le esibizioni private presso i salotti delle maggiori famiglie aristocratiche europee piuttosto che i concerti pubblici, era un uomo generoso e prodigo di regali e mance. spesso faceva prestiti ai compatrioti in difficoltà. amava comunque il lusso negli accessori, negli arredi, e nei bei vestiti. aveva un innato talento per il teatro e la recitazione: si esibiva volentieri per i figli della sua compagna george sande per i quali organizzava marionette e si esibiva in mimi e scenette comiche. il fascino delle ballate popolari polacche non lo abbandonò mai, anzi giocò un ruolo fondamentale nelle sue composizioni, come dimostra l'alto numero di polacche o mazurche composte. indimenticabili i suoi improvvisi, notturni, valzer. in seguito all'inasprirsi di una brutta febbre chopin prese una pausa dai suoi impegni per ritirarsi in un convento certosino. l'isolamento di quel periodo lo portò a sprofondare in un forte stato di inquietudine dal quale però nasceranno alcune delle sue opere più belle. tornato in francia dopo un lungo soggiorno inglese, chopin si spense il 17 ottobre 1849, e in seguito a grandi celebrazioni venne sepolto a parigi; tuttavia il suo cuore sarà riportato in patria e custodito a varsavia, nella chiesa di santa croce. 12. robert alexander schumann 8 giugno 1810, zwickau, germania – 29 luglio 1856, endenich, germania. sebbene fosse di bell’aspetto –almeno da giovane- schumann appariva molto strano, quando componeva aveva l’abitudine di fumare sigari, ma il fumo che entrava negli occhi lo infastidiva. coosì era costretto a protendere le labbra, in modo che il fumo si allontanasse nella direzione giusta. gli piaceva anche fiscgiettare le note, ma era tutto più difficile con un sigaro in bocca e con il labbro allungato verso l’esterno; finiva così con l’emettere strani rumori e fare smorfie ancora più strane, proprio come una creatura proveniente da un altro pianeta. schumann era così ossessionato dal diventare un pianista eccellente che inventò una macchina per rinforzare le dita- in realtà gli rovinò la mano al punto di non poter più suonare il pianoforte. schumann fu ricoverato nel 1854 in una clinica per guarire dalla pazzia. quando clara andò a trovarlo, accompagnata da brahms, schumann la riconobbe subito mentre lei stentò. con un immenso sforzo, egli cercò di stringerla fra le sue braccia tremanti e di sorriderle. balbettando parole sconnesse, gli uscì un “mia” –voleva forse dire: “mia clara”. dalle dita di lei assaporò vino e gelatina, gli stessi cibi che da chiunque altro avrebbe rifutato. ma era troppo tardi ; morì il giorno seguente in un momento in cui non c’era nessuno ad assisterlo […] tutto solo, persino nell’ultimo istante della sua esistenza. ricordiamo le sue indimentibili opere:
quintetto per pianoforte, 2 violino, viola e violoncello op.44. quartet (quartetto d’archi) 08.n.5.68. "quartetto werther" - r. schumann, quartetto per archi e pianoforte in mib, op, 47. piano quartet, op. 47, iii. andante cantabile (kashimoto, berthaud, salque, le page. fantasiestucke, op. 73 - dane johansen, cello - victor stanislavsky, piano. geistervariationen op. postuma - jörg demus pianoforte. 13. pyotr ilyich tchaikovsky: 7 maggio 1840, votkinsk, russia- 6 novembre 1893, san pietroburgo, russia. tchaikovsky ha lavorato come avvocato per diversi anni, seguendo il volere dei propri genitori, però poi si rese conto che la musica era la sua vera passione. cominciò a suonare il pianoforte a soli cinque anni. scrisse 10 opere, ma due le distrusse a sguito di revisioni e ripensamenti: era infatti molto autocritico, infatti quando al suo esordio il lago dei cigni non fu accolto favorevolmente dalla critica, si disse d'accordo. era anche piuttosto stravagante e infatti non si presentò al proprio esame finale in conservatorio e ottenne il diploma solo alcuni anni dopo. però gli venne assegnato un impiego come insegnante di armonia musicale presso il conservatorio di mosca. si sposò a 37 anni, ma il suo matrimonio durò solo sei settimane e finì con un suo tentativo di suicidio: era omosessuale e soffriva di nevrosi ossessive e di sindrome maniaco depressiva. si dice che sia morto di colera dopo aver ingerito dell'acqua non potabile, salvo che non si sia suicidato: altra ipotesi valutata dai suoi biografi. fu il più grande compositore per il balletto classico. le sue opere più famose furono: "la bella addormentata", da lui stesso descitta come la sua opera migliore; "lo schiaccianoci", forse la sua opera più popolare anche se l'autore non ne fu mai pienamente soddisfatto; ricordiamo le opere "romeo e giulietta" e l' "amleto". 14. antonín leopold dvořák 8 settembre 1841, nelahozeves, repubblica ceca – 1º maggio 1904, praga, repubblica ceca. non era “solo” la natura ad affascinarlo, gli piacevano anche alcuni manufatti umani: i treni per esempio. quando non stava in campagna a vysokà, alloggiava in un appartamento nella città principale della boemia: praga. qui si recava alla stazione ferroviaria quasi tutti i giorni, e saliva sui treni, ispezionava le locomotive, parlava con i ferrovieri, prendeva appunti e, insomma, raccoglieva un mucchio di informazioni inutili. se aveva troppo da fare, ci mandava uno dei suoi bambini, che gli avrebbero poi riferito gli avvenimenti vitali della mattina; uno dei loro compiti era ricordarsi i numeri delle locomotive. una volta ci mandò il suo allievo preferito e futuro genero, un fantastico compositore di nome josef suk. malauguratamente quest’ultimo si confuse e annotò il numero del vagone del carbone e non della locomotiva. dvořák fu molto deluso: e quello era l’uomo che sua figlia voleva sposare? poi lo perdonò. però vivere con lui doveva essere una tortura, specialmente se c’era un pianoforte nei dintorni. aveva l’abitudine di provare le idee delle sue composizioni a ogni ora del giorno e della notte, dimenticandosi completamente della presenza di altri, che forse avrebbero preferito dormire. i momenti migliori erano quando scriveva qualcosa, perché allora si sedeva sulla scrivania con carta e penna, e quando la penna non era sulla carta c’è l’aveva fra i denti e provava dei passaggi con le dita sul tavolo, o sulla giacca, o sulle gambe. anche appena sveglio non era male: se ne stava sdraiato nel letto e provava passaggi sulla trapunta (almeno non faceva
11. Fryderyk Chopin: 22 febbraio 1810, Żelazowa Wola, Polonia – 17 ottobre 1849, Parigi, Francia
La breve vita di Chopin fu tormentata da allucinazioni e da complicate storie d'amore.
Non sappiamo quali traumi infantili lo fecero soffrire per tutta la vita di allucinazioni, che lo portarono a credere nei fantasmi: in prticolare si ricorda che durante un'esecuzione, nel 1848, fuggi dalla sala per aver creduto di vedere fantasmi uscire dalla cassa armonica del pianoforte.
Chopin era capace di eseguire pezzi di difficoltà tale da poter tenere il primo concerto pubblico all'età di soli 7 anni.
Fu amico e compagno di giochi del granduca Kostantin, figlio del re di Polonia.
La scrittrice George Sand fu forse il vero grande amore di Chopin, che però naufrago per incomprensioni e mancanza di affinità.
Il carattere riservato e spesso sprezzante portò Chopin sin da giovanissimo, a preferire le esibizioni private presso i salotti delle maggiori famiglie aristocratiche europee piuttosto che i concerti pubblici,
Era un uomo generoso e prodigo di regali e mance.
Spesso faceva prestiti ai compatrioti in difficoltà.
Amava comunque il lusso negli accessori, negli arredi, e nei bei vestiti.
Aveva un innato talento per il teatro e la recitazione: si esibiva volentieri per i figli della sua compagna George Sande per i quali organizzava marionette e si esibiva in mimi e scenette comiche.
Il fascino delle ballate popolari polacche non lo abbandonò mai, anzi giocò un ruolo fondamentale nelle sue composizioni, come dimostra l'alto numero di polacche o mazurche composte.
Indimenticabili i suoi improvvisi, notturni, valzer.
In seguito all'inasprirsi di una brutta febbre Chopin prese una pausa dai suoi impegni per ritirarsi in un convento certosino. L'isolamento di quel periodo lo portò a sprofondare in un forte stato di inquietudine dal quale però nasceranno alcune delle sue opere più belle.
Tornato in Francia dopo un lungo soggiorno inglese, Chopin si spense il 17 ottobre 1849, e in seguito a grandi celebrazioni venne sepolto a Parigi; tuttavia il suo cuore sarà riportato in patria e custodito a Varsavia, nella chiesa di Santa Croce.

12. Robert Alexander Schumann 8 giugno 1810, Zwickau, Germania – 29 luglio 1856, Endenich, Germania
Sebbene fosse di bell’aspetto –almeno da giovane- Schumann appariva molto strano, Quando componeva aveva l’abitudine di fumare sigari, ma il fumo che entrava negli occhi lo infastidiva. Coosì era costretto a protendere le labbra, in modo che il fumo si allontanasse nella direzione giusta. Gli piaceva anche fiscgiettare le note, ma era tutto più difficile con un sigaro in bocca e con il labbro allungato verso l’esterno; finiva così con l’emettere strani rumori e fare smorfie ancora più strane, proprio come una creatura proveniente da un altro pianeta.
Schumann era così ossessionato dal diventare un pianista eccellente che inventò una macchina per rinforzare le dita- in realtà gli rovinò la mano al punto di non poter più suonare il pianoforte.
Schumann fu ricoverato nel 1854 in una clinica per guarire dalla pazzia.
Quando Clara andò a trovarlo, accompagnata da Brahms, Schumann la riconobbe subito mentre lei stentò. Con un immenso sforzo, egli cercò di stringerla fra le sue braccia tremanti e di sorriderle. Balbettando parole sconnesse, gli uscì un “mia” –voleva forse dire: “mia Clara”. Dalle dita di lei assaporò vino e gelatina, gli stessi cibi che da chiunque altro avrebbe rifutato. Ma era troppo tardi ; morì il giorno seguente in un momento in cui non c’era nessuno ad assisterlo […] Tutto solo, persino nell’ultimo istante della sua esistenza.
Ricordiamo le sue indimentibili opere:
Quintetto per pianoforte, 2 violino, viola e violoncello op.44
Quartet (Quartetto d’archi) 08.N.5.68
"Quartetto Werther" - R. Schumann, Quartetto per archi e pianoforte in Mib, op, 47
Piano Quartet, Op. 47, III. Andante cantabile (Kashimoto, Berthaud, Salque, Le Page
Fantasiestucke, Op. 73 - Dane Johansen, Cello - Victor Stanislavsky, Piano
GEISTERVARIATIONEN op. postuma - Jörg Demus pianoforte

13. Pyotr Ilyich Tchaikovsky: 7 maggio 1840, Votkinsk, Russia- 6 novembre 1893, San Pietroburgo, Russia
Tchaikovsky ha lavorato come avvocato per diversi anni, seguendo il volere dei propri genitori, però poi si rese conto che la musica era la sua vera passione.
Cominciò a suonare il pianoforte a soli cinque anni.
Scrisse 10 opere, ma due le distrusse a sguito di revisioni e ripensamenti: era infatti molto autocritico, infatti quando al suo esordio il Lago dei Cigni non fu accolto favorevolmente dalla critica, si disse d'accordo.
Era anche piuttosto stravagante e infatti non si presentò al proprio esame finale in Conservatorio e ottenne il diploma solo alcuni anni dopo.
Però gli venne assegnato un impiego come insegnante di armonia musicale presso il Conservatorio di Mosca.
Si sposò a 37 anni, ma il suo matrimonio durò solo sei settimane e finì con un suo tentativo di suicidio: era omosessuale e soffriva di nevrosi ossessive e di sindrome maniaco depressiva.
Si dice che sia morto di colera dopo aver ingerito dell'acqua non potabile, salvo che non si sia suicidato: altra ipotesi valutata dai suoi biografi.
Fu il più grande compositore per il balletto classico.
Le sue opere più famose furono:
"La bella addormentata", da lui stesso descitta come la sua opera migliore;
"Lo schiaccianoci", forse la sua opera più popolare anche se l'autore non ne fu mai pienamente soddisfatto;
Ricordiamo le opere "Romeo e Giulietta" e l' "Amleto".

14. Antonín Leopold Dvořák 8 settembre 1841, Nelahozeves, Repubblica Ceca – 1º maggio 1904, Praga, Repubblica Ceca
Non era “solo” la natura ad affascinarlo, gli piacevano anche alcuni manufatti umani: i treni per esempio.
Quando non stava in campagna a Vysokà, alloggiava in un appartamento nella città principale della Boemia: Praga.
Qui si recava alla stazione ferroviaria quasi tutti i giorni, e saliva sui treni, ispezionava le locomotive, parlava con i ferrovieri, prendeva appunti e, insomma, raccoglieva un mucchio di informazioni inutili.
Se aveva troppo da fare, ci mandava uno dei suoi bambini, che gli avrebbero poi riferito gli avvenimenti vitali della mattina; uno dei loro compiti era ricordarsi i numeri delle locomotive.
Una volta ci mandò il suo allievo preferito e futuro genero, un fantastico compositore di nome Josef Suk.
Malauguratamente quest’ultimo si confuse e annotò il numero del vagone del carbone e non della locomotiva.
Dvořák fu molto deluso: e quello era l’uomo che sua figlia voleva sposare? Poi lo perdonò.
Però vivere con lui doveva essere una tortura, specialmente se c’era un pianoforte nei dintorni.
Aveva l’abitudine di provare le idee delle sue composizioni a ogni ora del giorno e della notte, dimenticandosi completamente della presenza di altri, che forse avrebbero preferito dormire.
I momenti migliori erano quando scriveva qualcosa, perché allora si sedeva sulla scrivania con carta e penna, e quando la penna non era sulla carta c’è l’aveva fra i denti e provava dei passaggi con le dita sul tavolo, o sulla giacca, o sulle gambe.
Anche appena sveglio non era male: se ne stava sdraiato nel letto e provava passaggi sulla trapunta (almeno non faceva

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