La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |
Stampa pagina |
Stampa inserto |
La VOCE 2105 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXIII N°9 | maggio 2021 | PAGINA - 41 |
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte. |
notemusicali.
segue da parte terza.
8. segue franz liszt.
più cosmopolita del suo tempo, europeista ante-litteram, impregnato di cultura francese, tedesca, italiana, ecc., interprete dell’animo umano, liszt è una delle figure più alte nella storia della musica, ed ha saputo esprimere tutte le situazioni e le fasi dell’anima umana, abbracciando la scala intera delle sensazioni, con una consapevolezza che non si riscontra in nessun altro musicista.
fu il più grande divulgatore di musica d’opera.
fu il primo al mondo a suonare a memoria, il primo ad inventare il recital, di cui coniò anche il vocabolo, il primo ad inventare i “corsi di perfezionamento”.
come compositore, fu uno dei maggiori scopritori di nuove terre musicali dell’800, giungendo perfino alla atonalità, esercitando una influenza enorme su schiere e generazioni di compositori.
tra i capolavori lisztiani, spiccano i dodici studi trascendentali (etudes d’exécution transcendante).
“qui il sublime è ovunque”, scrisse cortot della sua musica.
9. franz joseph haydn 31 marzo 1732, rohrau, austria – 31 maggio 1809, vienna, austria.
franz joseph haydn è considerato il padre del quartetto ad archi e della sinfonia.
fu per molti anni maestro di cappella presso importantissime e ricche famiglie.
sin dall'infanzia, haydn ascoltava il padre cantare e suonare l'arpa durante le ore di svago, appassionandosi sempre di più alla musica. a soli 6 anni iniziò a suonare il violino e il clavicembalo, cantando le parti da solista nel coro della chiesa.
fu per lo più autodidatta, ascoltando molto, e cominciò a scrivere e a comporre, continuando ad amliare la sua cultura teorica e pratica, imparò l'italiano e fu allievo di nicola porpora, un grande compositore italiano che si trovava a vienna in quegli anni, e dal quale imparò le regole del canto e della composizione.
si mantenne agli studi dando a sua volta lezioni di musica, suonando e dando consulenze musicali.
le prime sonate che eseguì durante i suoi studi da autodidatta, furono le sei sonate per cembalo trovate nei testi di carl philipp emanuel bach.
nel 1753 fu finalmente data a teatro un suo singspiel, (una composizione con parti recitate e cantate), ma fu ben presto ritirata e da lì se ne persero le tracce, in quanto ricca di contenuti satirici indirizzati a personaggi noti del periodo.
la fama di haydn pian piano cresceva e si diffondeva soprattutto fra le famiglie aristocratiche che lo volevano sotto la propria ala. fra queste, la contessa thun e il conte karl von morzin, grazie al quale divenne maestro di cappella e potè finalmente dedicarsi a scrivere le sue prime sinfonie.
dopo esser stato licenziato dalla famiglia morzin per problemi economici, haydn prese il posto di gregor werner, famoso maestro di cappella di una delle famiglie più in vista di tutti gli stati asburgici, gli esterházy.
per ben 30 anni servì la famiglia ed ebbe tutto il tempo per scrivere composizioni, dirigere l'orchestra ed un altissimo numero di opere. non appena haydn ebbe un lavoro stabile e dei soldi da parte si sposò con maria anna theresia keller, nonostante fosse stato in passato invaghito della sorella, che poi divenne monaca. non ebbe figli con la keller ma si sospetta che ne abbia avuto uno successivamente dalla sua amante luigia polzelli. inoltre ebbe una relazione del tutto platonica con la moglie del medico di famiglia degli esterházy e la sua morte lo toccò profondamente, tanto da "inserire" il suo dolore nelle variazioni in fa minore per pianoforte.
nel 1970 haydn accettò la proposta di salomon, un
impresario che lo invitò a seguirlo nei suoi viaggi in inghilterra per dirigere la sua orchestra.
a londra potè gustare il sapore del successo e della fama, e fu acclamato durante i concerti, stringendo nuove e importanti amicizie e guadagnando molto.
gli fu consegnato il dottorato onorario in musica dalla celebre università di oxford.
le opere più conosciute che risalgono proprio al periodo inglese, sono l'ultimo gruppo di sinfonie chiamate appunto "le londinesi", molte sonate per pianoforte, i 6 quartetti op 71 e 74, la sinfonia n.99 in mi bemolle maggiore e la sinfonia n.100 military in sol maggiore.
non appena tornato a vienna, haydn scrisse due opere che diventarono poi molto famose: la creazione e le stagioni, insieme a sei messe dedicate alla famiglia esterházy. in quel periodo fu molto vicino allo stimato amico mozart e conobbe anche beethoven, che prese come allievo. ormai malato e vecchio morì nel 1809, ma con una creatività che non si spense nemmeno verso la fine della sua vita.
10. niccolò paganini: 27 ottobre 1782, genova, italia – 27 maggio 1840, nizza, francia.
niccolò paganini è stato uno dei più importanti esponenti della musica del romanticismo.
compositore ed esecutore raffinato e virtuoso.
sono famosi i suoi 24 capricci per violino , i 6 concerti per violino e orchestra e altre numerose opere.
fu definito il primo “divo” della storia, il primo musicista che abbia curato in modo maniacale la sua immagine.
parte della sua fama, infatti, era dovuta all’aura di mistero che si era creato intorno: amava far risaltare la sua magrezza vestendosi sempre di nero e portando occhiali dalle lenti blu.
divenne una vera e propria icona di stile, tanto che gli uomini iniziarono ad acconciarsi i capelli lunghi e spettinati “à la paganini”. perfetto anche nella figura del dandy: fronte enorme, naso aquilino e magrissimo, ipocondriaco e di salute cagionevolissima, ma le donne non gli mancavano: tra le tante avventure si parla anche di elisa e paolina bonaparte, le sorelle di napoleone.
amava imitare il verso degli animali con il violino, ma imitava anche il flauto e il corno.
chiamava 'il mio cannone' il proprio violino, per la particolare robustezza del suono: il guarnieri del gesù, gli era stato regalato a vent'anni da livron e hamelin, purché lo toccasse solo lui.
soffriva della rara sindrome di marfan, che altera il tessuto connettivo e compromette lo scheletro.
questa era probabilmente la causa della sua capacità straordinaria di contorcere il corpo in pose impossibili e di flettere le lunghissime dita delle mani per creare suoni mai uditi.
beveva dosi molto forti di purghe, si faceva applicare sanguisughe su tutto il corpo e assumeva mercurio per curare la sifilide.
con l'età diventò completamente afono e si disse che anche il suo violino, che considerava un'estensione del suo braccio,perse di potenza.
il figlio achille, avuto dalla cantante antonia bianchi, restò sempre con lui: sapeva leggergli le labbra e gli "prestava" la sua voce per comunicare.
la famosa frase "paganini non ripete" la disse una sola volta quando il re carlo di savoia gli chiese un bis, ma in verità paganini non ripeteva mai perché la maggior parte delle sue esecuzioni era improvvisata.
per la sua bravura e la sua eccentricità si vociava che avesse fatto un patto con il diavolo, cosa che lui si guardò bene dallo smentire.
però questo gli impedì alla sua morte una sepoltura in terra consacrata.
il suo corpo su imbalsamato e portato nel lazzareto villefranche-sur-mer, dove rimase fino al 1876, quando fu portato a parma.
NOTEMUSICALISegue da PARTE TERZApiù cosmopolita del suo tempo, europeista ante-litteram, impregnato di cultura francese, tedesca, italiana, ecc., interprete dell’animo umano, Liszt è una delle figure più alte nella storia della musica, ed ha saputo esprimere tutte le situazioni e le fasi dell’anima umana, abbracciando la scala intera delle sensazioni, con una consapevolezza che non si riscontra in nessun altro musicista. Fu il più grande divulgatore di musica d’opera. Fu il primo al mondo a suonare a memoria, il primo ad inventare il recital, di cui coniò anche il vocabolo, il primo ad inventare i “corsi di perfezionamento”. Come compositore, fu uno dei maggiori scopritori di nuove terre musicali dell’800, giungendo perfino alla atonalità, esercitando una influenza enorme su schiere e generazioni di compositori. Tra i capolavori lisztiani, spiccano i Dodici Studi trascendentali (Etudes d’exécution transcendante). “Qui il sublime è ovunque”, scrisse Cortot della sua musica 9. Franz Joseph Haydn 31 marzo 1732, Rohrau, Austria – 31 maggio 1809, Vienna, Austria Franz Joseph Haydn è considerato il padre del quartetto ad archi e della sinfonia. Fu per molti anni maestro di cappella presso importantissime e ricche famiglie. Sin dall'infanzia, Haydn ascoltava il padre cantare e suonare l'arpa durante le ore di svago, appassionandosi sempre di più alla musica. A soli 6 anni iniziò a suonare il violino e il clavicembalo, cantando le parti da solista nel coro della chiesa. Fu per lo più autodidatta, ascoltando molto, e cominciò a scrivere e a comporre, continuando ad amliare la sua cultura teorica e pratica, imparò l'italiano e fu allievo di Nicola Porpora, un grande compositore italiano che si trovava a Vienna in quegli anni, e dal quale imparò le regole del canto e della composizione. Si mantenne agli studi dando a sua volta lezioni di musica, suonando e dando consulenze musicali. Le prime sonate che eseguì durante i suoi studi da autodidatta, furono le sei sonate per cembalo trovate nei testi di Carl Philipp Emanuel Bach. Nel 1753 fu finalmente data a teatro un suo Singspiel, (una composizione con parti recitate e cantate), ma fu ben presto ritirata e da lì se ne persero le tracce, in quanto ricca di contenuti satirici indirizzati a personaggi noti del periodo. La fama di Haydn pian piano cresceva e si diffondeva soprattutto fra le famiglie aristocratiche che lo volevano sotto la propria ala. Fra queste, la contessa Thun e il conte Karl von Morzin, grazie al quale divenne maestro di cappella e potè finalmente dedicarsi a scrivere le sue prime sinfonie. Dopo esser stato licenziato dalla famiglia Morzin per problemi economici, Haydn prese il posto di Gregor Werner, famoso maestro di cappella di una delle famiglie più in vista di tutti gli stati asburgici, gli Esterházy. Per ben 30 anni servì la famiglia ed ebbe tutto il tempo per scrivere composizioni, dirigere l'orchestra ed un altissimo numero di opere. Non appena Haydn ebbe un lavoro stabile e dei soldi da parte si sposò con Maria Anna Theresia Keller, nonostante fosse stato in passato invaghito della sorella, che poi divenne monaca. Non ebbe figli con la Keller ma si sospetta che ne abbia avuto uno successivamente dalla sua amante Luigia Polzelli. Inoltre ebbe una relazione del tutto platonica con la moglie del medico di famiglia degli Esterházy e la sua morte lo toccò profondamente, tanto da "inserire" il suo dolore nelle Variazioni in fa minore per pianoforte. Nel 1970 Haydn accettò la proposta di Salomon, un |
impresario che lo invitò a seguirlo nei suoi viaggi in Inghilterra per
dirigere la sua orchestra.
A Londra potè gustare il sapore del successo e della fama, e fu acclamato durante i concerti, stringendo nuove e importanti amicizie e guadagnando molto. Gli fu consegnato il dottorato onorario in musica dalla celebre università di Oxford. Le opere più conosciute che risalgono proprio al periodo inglese, sono l'ultimo gruppo di sinfonie chiamate appunto "le londinesi", molte sonate per pianoforte, i 6 quartetti op 71 e 74, la Sinfonia n.99 in mi bemolle maggiore e la Sinfonia n.100 military in sol maggiore. Non appena tornato a Vienna, Haydn scrisse due opere che diventarono poi molto famose: la Creazione e le Stagioni, insieme a sei messe dedicate alla famiglia Esterházy. In quel periodo fu molto vicino allo stimato amico Mozart e conobbe anche Beethoven, che prese come allievo. Ormai malato e vecchio morì nel 1809, ma con una creatività che non si spense nemmeno verso la fine della sua vita. 10. Niccolò Paganini: 27 ottobre 1782, Genova, Italia – 27 maggio 1840, Nizza, Francia Niccolò Paganini è stato uno dei più importanti esponenti della musica del romanticismo. Compositore ed esecutore raffinato e virtuoso. Sono famosi i suoi 24 Capricci per violino , i 6 Concerti per violino e orchestra e altre numerose Opere. Fu definito il primo “divo” della storia, il primo musicista che abbia curato in modo maniacale la sua immagine. Parte della sua fama, infatti, era dovuta all’aura di mistero che si era creato intorno: amava far risaltare la sua magrezza vestendosi sempre di nero e portando occhiali dalle lenti blu. Divenne una vera e propria icona di stile, tanto che gli uomini iniziarono ad acconciarsi i capelli lunghi e spettinati “à la Paganini”. Perfetto anche nella figura del dandy: Fronte enorme, naso aquilino e magrissimo, ipocondriaco e di salute cagionevolissima, ma le donne non gli mancavano: tra le tante avventure si parla anche di Elisa e Paolina Bonaparte, le sorelle di Napoleone. Amava imitare il verso degli animali con il violino, ma imitava anche il flauto e il corno. Chiamava 'il mio cannone' il proprio violino, per la particolare robustezza del suono: il Guarnieri del Gesù, gli era stato regalato a vent'anni da Livron e Hamelin, purché lo toccasse solo lui. Soffriva della rara sindrome di Marfan, che altera il tessuto connettivo e compromette lo scheletro. Questa era probabilmente la causa della sua capacità straordinaria di contorcere il corpo in pose impossibili e di flettere le lunghissime dita delle mani per creare suoni mai uditi. Beveva dosi molto forti di purghe, si faceva applicare sanguisughe su tutto il corpo e assumeva mercurio per curare la sifilide. Con l'età diventò completamente afono e si disse che anche il suo violino, che considerava un'estensione del suo braccio,perse di potenza. Il figlio Achille, avuto dalla cantante Antonia Bianchi, restò sempre con lui: sapeva leggergli le labbra e gli "prestava" la sua voce per comunicare. La famosa frase "Paganini non ripete" la disse una sola volta quando il re Carlo di Savoia gli chiese un bis, ma in verità Paganini non ripeteva mai perché la maggior parte delle sue esecuzioni era improvvisata. Per la sua bravura e la sua eccentricità si vociava che avesse fatto un patto con il diavolo, cosa che lui si guardò bene dallo smentire. Però questo gli impedì alla sua morte una sepoltura in terra consacrata. Il suo corpo su imbalsamato e portato nel lazzareto Villefranche-sur-Mer, dove rimase fino al 1876, quando fu portato a Parma. |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
Stampa pagina | Stampa inserto | La VOCE 2105 |
La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |