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La VOCE ANNO XXIII N°5

gennaio 2021

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l'assemblea generale delle nazioni unite riafferma la sovranità siriana sulle alture del golan. di mauro gemma. il progetto di risoluzione approvato a maggioranza semplice ribadisce che tutte le misure prese dall'occupante israeliano sono nulle. 88 paesi hanno votato a favore del documento, mentre nove si sono opposti: australia, brasile, canada, stati federati di micronesia, stati uniti d'america, isole marshall, israele, palau e regno unito. altri 62 stati membri delle nazioni unite hanno scelto di astenersi sulla questione dell'occupazione israeliana delle alture siriane del golan. l'italia è in buona compagnia del solito blocco ue, oltre a serbia, montenegro e albania, rari paesi africani, come camerun, madagascar e costa d'avorio, alcuni stati del pacifico e, nel continente americano, guatemala, honduras, panama, paraguay e uruguay. la risoluzione richiede che israele, in quanto potenza occupante, si ritiri dalle alture siriane del golan entro la linea del 4 giugno 1967 e si conformi alle risoluzioni relative alle alture del golan, in particolare la n. 497 del 1981, che considera nulla la decisione di israele di imporre le sue leggi, giurisdizione e amministrazione nel territorio occupato, dal momento che è privo di qualsiasi effetto giuridico internazionale. il testo approvato ha ribadito che tutte le misure prese da israele per alterare il "carattere" delle alture del golan siriano occupate non hanno alcun valore legale e rappresentano una flagrante violazione del diritto internazionale e della convenzione di ginevra sulla protezione dei civili in tempo di guerra . la risoluzione invita le parti coinvolte, gli sponsor del processo di pace e l'intera comunità internazionale a compiere gli sforzi necessari per garantire la ripresa del processo di pace e il suo successo, attuando le risoluzioni del consiglio di sicurezza delle nazioni unite. ucraina. corso generale di russofobia. di colonel cassad. da ..resumenlatinoam.. traduzione di marx21.it fonte: slavyangrad. il ritiro, da parte di un tribunale di odessa, dallo status di lingua regionale alla lingua russa, status di cui godeva sin dai tempi di yanukovich, dimostra la continuità della politica sistematica di de-russificazione che continua sotto l'amministrazione zelensky, proprio come avveniva con poroshenko. in realtà, era stato il partito delle regioni (di yanukovich) ad avere sabotato l'adozione del bilinguismo come politica ufficiale e aveva completamente ignorato la proposta di un referendum nazionale sulla questione come suggerito dal partito comunista di ucraina, dal partito socialista progressista dell'ucraina e altri partiti. come tutte le altre formazioni "filo-russe"che l'avevano preceduto, il partito delle regioni aveva facilmente dimenticato le sue promesse elettorali sulla questione della lingua, così come era avvenuto ai tempi di kravchuk e kuchma. prima delle elezioni era stata promessa una soluzione, ma in pratica non si è fatto nulla nonostante costoro avessero tutto il potere, i dati sociologici dalla loro parte e una proposta pubblica. per non risolvere la questione una volta per tutte, è stata adottata la mediocre legge kolesnichenko, che in realtà ha consolidato lo stato inferiore della lingua russa come lingua regionale nonostante fosse la lingua che l'80% della popolazione ucraina preferiva usare e parlare tutti i giorni. il partito delle regioni lo ha ignorato e ha dato alla lingua russa una posizione limitata e subordinata, e solo in alcune regioni. quindi, quando ora alcuni funzionari dei tempi di yanukovich e membri del partito delle regioni criticano ipocritamente la politica di demolizione, bisogna ricordare che anche loro hanno avuto un ruolo in essa, creando le condizioni per una successiva segregazione sulla base del linguaggio. dopo il colpo di stato, è stata lanciata un'offensiva aperta contro la lingua russa in seguito alle "proposte" di tyahnibok e farion [membri di spicco di svoboda]. ciò ha portato alle ribellioni della crimea e del donbass e alla modifica dei vecchi confini dell'ucraina, ma ciò non ha fermato il corso che è stato intrapreso immediatamente dopo la presa del potere a kiev, quando tyahnibok e farion hanno dato voce solo a qualcosa che era già stata pianificata in anticipo. l'abolizione dello status linguistico regionale della lingua russa nel contesto dell'eliminazione delle conseguenze della legge kolesnichenko fa parte di una politica sistematica che include l'esclusione del russo dai processi educativi nelle scuole e nelle università, cancellandolo dalla radio e dalla televisione, bandendolo ufficialmente, bloccandolo dai social media, vietando film e libri russi e sovietici, ecc. il compito è chiaro: rimuovere le basi storiche, culturali e linguistiche per la possibilità che ci possa essere un'influenza russa in ucraina. questa politica non è nuova e non è iniziata nemmeno nel 2014. le sue origini risalgono alla fine dell'unione sovietica e all'inizio degli anni '90. ma allora era una minoranza, si stava nascondendo, ma dal 2014 si è potuto farlo apertamente, con il pieno sostegno degli intellettuali nazionalisti e dell '“occidente civilizzato”. la sostituzione di poroshenko con zelensky non ha cambiato nulla, poiché fanno parte di un processo più ampio in cui sono solo tasselli di una politica sistematica anti-russa e russofobica. così, nella tradizione di ignorare gli elettori, l'ultimo "rappresentante delle aspirazioni del sudest" continua il corso della derussificazione le cui tesi sono state espresse da tyahnibok e farion. non è solo questione di parole ma di fatti. a un anno e mezzo dall'inaugurazione di zelenskyj sono svanite tutte le illusioni di chi lo ha votato perché “è migliore di poroshenko”. in realtà, non è altro che un cambio di adesivi e coloro che hanno chiamato a votare per lui nel 2019, che hanno fatto campagna per lui o si sono già pentiti o tacciono sul loro sostegno a qualcuno che continua la politica di poroshenko. quindi la legge sull'uso della lingua resta in vigore, si perpetuano pratiche repressive e scompaiono gradualmente e coerentemente i pochi meccanismi che le limitano. si può anche affermare che la questione linguistica è uno dei motivi della perdita della crimea e del donbass e che i fatti dimostrano la correttezza della decisione dei residenti di questi territori, che nel 2014 hanno capito chiaramente che i tentativi di vietare la lingua russa non era una metafora ma una minaccia per l'immediato futuro. le successive azioni della giunta ucraina lo hanno solo confermato e più a lungo si trascinava la guerra nel
donbass, più era evidente. inoltre, le speranze di alcuni circoli di mosca che l'ucraina tornasse a una politica più razionale si sono rivelate vane, perpetuando gli stessi errori commessi prima di euromaidan nei confronti dell'ucraina. si può anche dire che zelenskyj ha già raccolto i frutti della sua politica, una copia di quella di poroshenko. la popolarità di zelenskyj, "il servo del popolo" sta calando ed è evidente che sta seguendo il percorso di quella di yushchenko. ma quei circoli che lo hanno portato al potere sopravvivranno senza problemi, dal momento che zelenskyj sarà sostituito da un altro fantoccio degli oligarchi, che in nessun caso potrà contraddire il corso generale di russofobia che si è insediato in ucraina. moldavia. la dichiarazione del partito socialista moldavo al rifiuto della vincitrice delle elezioni maia sandu, di assumersi la responsabilità del governo. di enrico vigna. “ il partito socialista della repubblica di moldova ha preso atto delle dichiarazioni rilasciate dal leader del pas, maia sandu, eletta presidente della repubblica di moldova, in merito al rifiuto di assumersi la responsabilità di proporre un nuovo governo nella repubblica di moldova. nonostante sia stata votata sulla base di promesse elettorali strettamente legate alla forma di governo, la sandu ha annunciato che per ora, non assumerà da subito il governo, anche nelle condizioni di avere un appoggio dei socialisti in parlamento. questo dimostra, o che le promesse fatte da maia sandu sono state solo un inganno dell'elettorato, oppure che lei ha paura di assumere il governo in un periodo così difficile come questo, in cui il nostro paese sta affrontando la seconda ondata di pandemia. il psrm ritiene che ora le elezioni anticipate siano assolutamente necessarie nella repubblica di moldova, ma solo dopo un'uscita positiva dalla crisi pandemica, perché la salute e la vita delle persone devono essere anteposte all'interesse del partito. e se maia sandu pensa di poter gestire meglio questa crisi, la invitiamo a impegnarsi ora nella gestione, non dopo, per fare quello che ha promesso ai cittadini che l'hanno votata. la politica vera non è fatta da dichiarazioni populiste e giustificazioni di impotenza, ma da azioni, dall'assunzione immediata di responsabilità per la salute della popolazione. riteniamo che sia troppo presto che, a sole due settimane dalle elezioni, il presidente eletto stia già fuggendo dalle responsabilità, cercando scuse politiche per non farsi coinvolgere, avere reazioni arroganti, anteporre le elezioni anticipate alla salute e alla vita dei cittadini. pare che troppo presto maia sandu ricordi ai cittadini come i politici di destra, abbiano già avuto in passato un massiccio sostegno della popolazione, poi drammaticamente disillusa, per la loro incapacità di passare dalle dichiarazioni ai fatti e per l'incapacità di assumersi la responsabilità della vita delle persone. ribadiamo il messaggio del capo dello stato igor dodon, sostenuto dai socialisti, rivolto alla nuova presidente eletta maia sandu, attraverso il quale gli è stata offerta la possibilità di proporre subito un nuovo governo, come lo ritiene lei, e di gestire la crisi pandemica meglio di quanto sia fatto finora. può farlo e non ingannare l'elettorato. siamo pronti ad offrire il nostro voto a un governo proposto da maia sandu, se dimostrerà di essere effettivamente pronta ad assumersi la responsabilità della leadership del paese e proporre un team di professionisti per farlo. fino ad allora, il psrm ritiene che l'attuale governo stia agendo con professionalità e responsabilità, stia lavorando duramente per limitare le conseguenze della pandemia, ed è riuscito a tenere sotto controllo la situazione e ha il dovere nei confronti dei cittadini di restare al comando di questa crisi, in quanto non esiste altra formula con il sostegno del parlamento. in nessun caso lasceremo il paese senza un governo funzionante in un periodo così complicato, resteremo responsabili nei confronti dei cittadini e del popolo della repubblica di moldova. lukashenko: i piani dell'occidente contro la bielorussia. da https://esp.belta.by. traduzione dallo spagnolo di marx21.it. il presidente della bielorussia, aleksandr lukashenko, di fronte al personale dell'ospedale clinico n. 6 della città di minsk ha reso noti gli estratti dai dati dei servizi speciali, dove si chiarisce l'atteggiamento dei politici occidentali nei confronti degli eventi in bielorussia e i loro piani riguardo al paese. nelle parole del leader bielorusso, le informazioni "sulla situazione intorno alla bielorussia" sono state fornite praticamente alla vigilia del comitato per la sicurezza di stato bielorusso. "sono originali", ha aggiunto il presidente. metà agosto. cosa dicevano a varsavia dopo le elezioni presidenziali in bielorussia? le prime citate sono state le parole del premier polacco: “il futuro della bielorussia è molto importante per la polonia. i territori occidentali della bielorussia appartengono storicamente alla polonia. varsavia ha compiuto molti passi concreti per aiutare la rivoluzione bielorussa: sostegno finanziario attraverso i programmi di solidarietà polacco e polacco-statunitense con le vittime del regime di lukashenko, l'invito agli studenti bielorussi, l'agevolazione dell'attraversamento del confine, il sostegno a media indipendenti e organizzazioni non governative ”. nelle parole dello statista, i rappresentanti dello stato polacco chiedono alla nato di istituire forze di sicurezza speciali negli eserciti dei paesi baltici e in polonia. secondo il piano, questo esercito potrebbe essere utilizzato per combattere la potenza bielorussa. "la vittoria della rivoluzione in bielorussia è interesse nazionale della polonia". ..segue ./.

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite riafferma la sovranità siriana sulle alture del Golan

di Mauro Gemma

Il progetto di risoluzione approvato a maggioranza semplice ribadisce che tutte le misure prese dall'occupante israeliano sono nulle. 88 paesi hanno votato a favore del documento, mentre nove si sono opposti: Australia, Brasile, Canada, Stati Federati di Micronesia, Stati Uniti d'America, Isole Marshall, Israele, Palau e Regno Unito.

Altri 62 stati membri delle Nazioni Unite hanno scelto di astenersi sulla questione dell'occupazione israeliana delle alture siriane del Golan. L'Italia è in buona compagnia del solito blocco UE, oltre a Serbia, Montenegro e Albania, rari paesi africani, come Camerun, Madagascar e Costa d'Avorio, alcuni stati del Pacifico e, nel continente americano, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay e Uruguay.

La risoluzione richiede che Israele, in quanto potenza occupante, si ritiri dalle alture siriane del Golan entro la linea del 4 giugno 1967 e si conformi alle risoluzioni relative alle alture del Golan, in particolare la n. 497 del 1981, che considera nulla la decisione di Israele di imporre le sue leggi, giurisdizione e amministrazione nel territorio occupato, dal momento che è privo di qualsiasi effetto giuridico internazionale.

Il testo approvato ha ribadito che tutte le misure prese da Israele per alterare il "carattere" delle alture del Golan siriano occupate non hanno alcun valore legale e rappresentano una flagrante violazione del diritto internazionale e della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili in tempo di guerra .

La risoluzione invita le parti coinvolte, gli sponsor del processo di pace e l'intera comunità internazionale a compiere gli sforzi necessari per garantire la ripresa del processo di pace e il suo successo, attuando le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ucraina. Corso generale di russofobia

di Colonel Cassad

da ..resumenlatinoam.. Traduzione di Marx21.it Fonte: Slavyangrad

Il ritiro, da parte di un tribunale di Odessa, dallo status di lingua regionale alla lingua russa, status di cui godeva sin dai tempi di Yanukovich, dimostra la continuità della politica sistematica di de-russificazione che continua sotto l'amministrazione Zelensky, proprio come avveniva con Poroshenko.

In realtà, era stato il Partito delle Regioni (di Yanukovich) ad avere sabotato l'adozione del bilinguismo come politica ufficiale e aveva completamente ignorato la proposta di un referendum nazionale sulla questione come suggerito dal Partito Comunista di Ucraina, dal Partito Socialista Progressista dell'Ucraina e altri partiti. Come tutte le altre formazioni "filo-russe"che l'avevano preceduto, il Partito delle Regioni aveva facilmente dimenticato le sue promesse elettorali sulla questione della lingua, così come era avvenuto ai tempi di Kravchuk e Kuchma. Prima delle elezioni era stata promessa una soluzione, ma in pratica non si è fatto nulla nonostante costoro avessero tutto il potere, i dati sociologici dalla loro parte e una proposta pubblica.

Per non risolvere la questione una volta per tutte, è stata adottata la mediocre legge Kolesnichenko, che in realtà ha consolidato lo stato inferiore della lingua russa come lingua regionale nonostante fosse la lingua che l'80% della popolazione ucraina preferiva usare e parlare tutti i giorni. Il Partito delle Regioni lo ha ignorato e ha dato alla lingua russa una posizione limitata e subordinata, e solo in alcune regioni. Quindi, quando ora alcuni funzionari dei tempi di Yanukovich e membri del Partito delle Regioni criticano ipocritamente la politica di demolizione, bisogna ricordare che anche loro hanno avuto un ruolo in essa, creando le condizioni per una successiva segregazione sulla base del linguaggio.

Dopo il colpo di stato, è stata lanciata un'offensiva aperta contro la lingua russa in seguito alle "proposte" di Tyahnibok e Farion [membri di spicco di Svoboda]. Ciò ha portato alle ribellioni della Crimea e del Donbass e alla modifica dei vecchi confini dell'Ucraina, ma ciò non ha fermato il corso che è stato intrapreso immediatamente dopo la presa del potere a Kiev, quando Tyahnibok e Farion hanno dato voce solo a qualcosa che era già stata pianificata in anticipo.

L'abolizione dello status linguistico regionale della lingua russa nel contesto dell'eliminazione delle conseguenze della legge Kolesnichenko fa parte di una politica sistematica che include l'esclusione del russo dai processi educativi nelle scuole e nelle università, cancellandolo dalla radio e dalla televisione, bandendolo ufficialmente, bloccandolo dai social media, vietando film e libri russi e sovietici, ecc. Il compito è chiaro: rimuovere le basi storiche, culturali e linguistiche per la possibilità che ci possa essere un'influenza russa in Ucraina. Questa politica non è nuova e non è iniziata nemmeno nel 2014. Le sue origini risalgono alla fine dell'Unione Sovietica e all'inizio degli anni '90. Ma allora era una minoranza, si stava nascondendo, ma dal 2014 si è potuto farlo apertamente, con il pieno sostegno degli intellettuali nazionalisti e dell '“Occidente civilizzato”. La sostituzione di Poroshenko con Zelensky non ha cambiato nulla, poiché fanno parte di un processo più ampio in cui sono solo tasselli di una politica sistematica anti-russa e russofobica.

Così, nella tradizione di ignorare gli elettori, l'ultimo "rappresentante delle aspirazioni del Sudest" continua il corso della derussificazione le cui tesi sono state espresse da Tyahnibok e Farion. Non è solo questione di parole ma di fatti. A un anno e mezzo dall'inaugurazione di Zelenskyj sono svanite tutte le illusioni di chi lo ha votato perché “è migliore di Poroshenko”. In realtà, non è altro che un cambio di adesivi e coloro che hanno chiamato a votare per lui nel 2019, che hanno fatto campagna per lui o si sono già pentiti o tacciono sul loro sostegno a qualcuno che continua la politica di Poroshenko. Quindi la legge sull'uso della lingua resta in vigore, si perpetuano pratiche repressive e scompaiono gradualmente e coerentemente i pochi meccanismi che le limitano.

Si può anche affermare che la questione linguistica è uno dei motivi della perdita della Crimea e del Donbass e che i fatti dimostrano la correttezza della decisione dei residenti di questi territori, che nel 2014 hanno capito chiaramente che i tentativi di vietare la lingua russa non era una metafora ma una minaccia per l'immediato futuro. Le successive azioni della giunta ucraina lo hanno solo confermato e più a lungo si trascinava la guerra nel
Donbass, più era evidente. Inoltre, le speranze di alcuni circoli di Mosca che l'Ucraina tornasse a una politica più razionale si sono rivelate vane, perpetuando gli stessi errori commessi prima di Euromaidan nei confronti dell'Ucraina.

Si può anche dire che Zelenskyj ha già raccolto i frutti della sua politica, una copia di quella di Poroshenko. La popolarità di Zelenskyj, "il servo del popolo" sta calando ed è evidente che sta seguendo il percorso di quella di Yushchenko. Ma quei circoli che lo hanno portato al potere sopravvivranno senza problemi, dal momento che Zelenskyj sarà sostituito da un altro fantoccio degli oligarchi, che in nessun caso potrà contraddire il corso generale di russofobia che si è insediato in Ucraina.

Moldavia. La dichiarazione del Partito Socialista moldavo al rifiuto della vincitrice delle elezioni Maia Sandu, di assumersi la responsabilità del governo.

di Enrico Vigna

“ Il Partito Socialista della Repubblica di Moldova ha preso atto delle dichiarazioni rilasciate dal leader del PAS, Maia Sandu, eletta Presidente della Repubblica di Moldova, in merito al rifiuto di assumersi la responsabilità di proporre un nuovo governo nella Repubblica di Moldova.

Nonostante sia stata votata sulla base di promesse elettorali strettamente legate alla forma di governo, la Sandu ha annunciato che per ora, non assumerà da subito il governo, anche nelle condizioni di avere un appoggio dei socialisti in Parlamento. Questo dimostra, o che le promesse fatte da Maia Sandu sono state solo un inganno dell'elettorato, oppure che lei ha paura di assumere il governo in un periodo così difficile come questo, in cui il nostro Paese sta affrontando la seconda ondata di pandemia.

Il PSRM ritiene che ora le elezioni anticipate siano assolutamente necessarie nella Repubblica di Moldova, ma solo dopo un'uscita positiva dalla crisi pandemica, perché la salute e la vita delle persone devono essere anteposte all'interesse del partito. E se Maia Sandu pensa di poter gestire meglio questa crisi, la invitiamo a impegnarsi ORA nella gestione, non dopo, per fare quello che ha promesso ai cittadini che l'hanno votata. La politica vera non è fatta da dichiarazioni populiste e giustificazioni di impotenza, ma da azioni, dall'assunzione immediata di responsabilità per la salute della popolazione.

Riteniamo che sia troppo presto che, a sole due settimane dalle elezioni, il presidente eletto stia già fuggendo dalle responsabilità, cercando scuse politiche per non farsi coinvolgere, avere reazioni arroganti, anteporre le elezioni anticipate alla salute e alla vita dei cittadini.

Pare che troppo presto Maia Sandu ricordi ai cittadini come i politici di destra, abbiano già avuto in passato un massiccio sostegno della popolazione, poi drammaticamente disillusa, per la loro incapacità di passare dalle dichiarazioni ai fatti e per l'incapacità di assumersi la responsabilità della vita delle persone.

Ribadiamo il messaggio del capo dello Stato Igor Dodon, sostenuto dai socialisti, rivolto alla nuova presidente eletta Maia Sandu, attraverso il quale gli è stata offerta la possibilità di proporre subito un nuovo governo, come lo ritiene lei, e di gestire la crisi pandemica meglio di quanto sia fatto finora. Può farlo e non ingannare l'elettorato. Siamo pronti ad offrire il nostro voto a un Governo proposto da Maia Sandu, se dimostrerà di essere effettivamente pronta ad assumersi la responsabilità della leadership del Paese e proporre un team di professionisti per farlo.

Fino ad allora, il PSRM ritiene che l'attuale Governo stia agendo con professionalità e responsabilità, stia lavorando duramente per limitare le conseguenze della pandemia, ed è riuscito a tenere sotto controllo la situazione e ha il dovere nei confronti dei cittadini di restare al comando di questa crisi, in quanto non esiste altra formula con il sostegno del Parlamento. In nessun caso lasceremo il paese senza un governo funzionante in un periodo così complicato, resteremo responsabili nei confronti dei cittadini e del popolo della Repubblica di Moldova.

Lukashenko: i piani dell'Occidente contro la Bielorussia

da https://esp.belta.by

Traduzione dallo spagnolo di Marx21.it

Il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, di fronte al personale dell'Ospedale Clinico n. 6 della città di Minsk ha reso noti gli estratti dai dati dei servizi speciali, dove si chiarisce l'atteggiamento dei politici occidentali nei confronti degli eventi in Bielorussia e i loro piani riguardo al paese.

Nelle parole del leader bielorusso, le informazioni "sulla situazione intorno alla Bielorussia" sono state fornite praticamente alla vigilia del Comitato per la sicurezza di Stato bielorusso. "Sono originali", ha aggiunto il presidente.

Metà agosto. Cosa dicevano a Varsavia dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia?

Le prime citate sono state le parole del premier polacco: “Il futuro della Bielorussia è molto importante per la Polonia. I territori occidentali della Bielorussia appartengono storicamente alla Polonia. Varsavia ha compiuto molti passi concreti per aiutare la rivoluzione bielorussa: sostegno finanziario attraverso i programmi di solidarietà polacco e polacco-statunitense con le vittime del regime di Lukashenko, l'invito agli studenti bielorussi, l'agevolazione dell'attraversamento del confine, il sostegno a media indipendenti e organizzazioni non governative ”.

Nelle parole dello statista, i rappresentanti dello Stato polacco chiedono alla NATO di istituire forze di sicurezza speciali negli eserciti dei paesi baltici e in Polonia. Secondo il piano, questo esercito potrebbe essere utilizzato per combattere la potenza bielorussa. "La vittoria della rivoluzione in Bielorussia è interesse nazionale della Polonia".

..segue ./.

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