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La VOCE 2101 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXIII N°5 | gennaio 2021 | PAGINA - 43 |
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nello schema qui proposto è segnalato il numero della battuta e il grado dell’accordo nella rispettiva tonalità, senza tenere conto dei rivolti (cioè della disposizione delle note) nei quali gli accordi si presentano.
la prima modulazione avviene alla battuta 5, (nella quale l’accordo la do mi, sesto grado di dom, è considerato anche ii grado di sol), la seconda alla battuta 11 (dove l’accordo sol si re, primo grado di sol è considerato iv grado di rem) e la terza alla battuta 13 (dove l’accordo re fa la, i grado di rem è considerato ii grado di dom).
come si può osservare dalla partitura, l’avvenuta modulazione è confermata dalla presenza delle note alterate specifiche delle tonalità di approdo: alla battuta 6 il fa# (sensibile di solm), alla battuta 12 il do#, sensibile di rem.
l’accordo della batt. 12, formato dalle note do# mi sol sib, è una settima diminuita che tiene alta la tensione modulante: il passaggio repentino al dom, dove è subito posto un altro accordo di settima diminuita (battuta 14), placa la tensione solo dopo che sarà avvenuta una cadenza perfetta, poche battute più avanti (qui non riprodotte).
altri tipi di modulazione prevedono salti improvvisi da un accordo in una tonalità ad un altro in una nuova tonalità (tali modulazioni implicano che almeno una nota dell’accordo modulante sia comune alle due tonalità, e sono spesso accompagnate da una alterazione cromatica, stesso nome della nota, che diatonico, nome diverso della nota, ma sempre con un intervallo di un solo semitono).
un’altra tipologia di modulazione sfrutta le note enarmoniche (che hanno nome diverso ma identica altezza, come fa# e solb) per introdurre la nuova tonalità. un ulteriore metodo per passare a tonalità lontane è l’impiego della progressione modulante, cioè un passaggio costruito come successione di cadenze in tonalità diverse, fino a raggiungere la tonalità desiderata.
basso continuo.
un metodo di notazione sviluppato in età barocca per indicare l’armonia base di una linea melodica è il basso continuo, o numerato.
questo sistema è abbastanza simile a quello oggi impiegato per indicare il ‘giro’ di accordi nelle partiture della musica che chiamano leggera, dove riportano la sola linea del canto.
si tratta dell’indicazione di un numero posto sopra la nota segnalata in chiave (generalmente in chiave di basso) che indica l’intervallo formato dalla nota stessa con quella da inserire nell’accordo (3=terza; 4=quarta; 7=settima), evitando di cifrare le note complementari dell’accordo stesso.
questo sistema consente all’accompagnatore di
improvvisare negli abbellimenti e nelle ornamentazioni, pur mantenendosi ligio all’ossatura armonica indicata dal basso e dalla cifratura.
armonia.
riprenderemo alcuni argomenti per approfondire cosa sia l'armonia.
la musica è un’arte che deriva dalla successione ritmica dei suoni, della melodia e della loro combinazione simultanea.
sia che questi suoni giungano al nostro orecchio successivamente o simultaneamente, vengono a trovarsi tra loro in determinati rapporti.
gli elementi costitutivi della musica pertanto sono la melodia, il ritmo, l’armonia.
per melodia si intende la successione di più suoni di differente altezza e durata.
il ritmo è determinato dal rapporto di tempo intercorrente tra i vari suoni percepiti successivamente dal nostro orecchio.
l’armonia è la scienza e l’arte che studia la genesi e la concatenazione degli accordi.
la melodia e l’armonia hanno un’origine comune, le stesse tendenze e la stessa importanza.
unendo simultaneamente i suoni di cui è formata una melodia si possono formare successioni armoniche e dalla disposizione successiva e simmetrica dei suoni che compongono gli accordi si può ricavare una melodia.
l’armonia viene ripartita in 3 generi: diatonica, cromatica, enarmonica.
l’armonia diatonica si basa sui modi maggiore e minore e studia gli accordi consonanti e tutti quelli dissonanti di 3, 4, 5, 6, 7 suoni.
l’armonia cromatica si occupa delle alterazioni di uno o più suoni negli accordi diatonici.
l’armonia enarmonica si occupa del vario aspetto sotto il quale può essere considerato uno stesso suono o uno stesso accordo.
in altri termini è la sostituzione di un accordo mediante un altro omofono ma non omologo, cioè avente gli stessi suoni ma non lo stesso nome.
tale sostituzione cambiando l’essenza dell’accordo produce risoluzioni impreviste che portano in tonalità lontane da quella di partenza
. l’elemento base dell’armonia è l’intervallo che rappresenta la distanza in frequenza tra due suoni.
nel nostro sistema temperato l’ottava giusta è divisa in 12 parti uguali chiamati semitoni che possono essere di due specie:
semitono cromatico, quello che passa tra due suoni aventi lo stesso nome
..segue nell'inserto arte del prossimo mese ./.
Nello schema qui proposto è segnalato il
numero della battuta e il grado dell’accordo nella rispettiva tonalità, senza tenere
conto dei rivolti (cioè della disposizione delle note) nei quali gli accordi si
presentano.
La prima modulazione avviene alla battuta 5, (nella quale l’accordo LA DO MI, sesto grado di DOM, è considerato anche II grado di SOL), la seconda alla battuta 11 (dove l’accordo SOL SI RE, primo grado di SOL è considerato IV grado di REm) e la terza alla battuta 13 (dove l’accordo RE FA LA, I grado di REm è considerato II grado di DOM). Come si può osservare dalla partitura, l’avvenuta modulazione è confermata dalla presenza delle note alterate specifiche delle tonalità di approdo: alla battuta 6 il FA# (sensibile di SOLM), alla battuta 12 il DO#, sensibile di REm. L’accordo della batt. 12, formato dalle note DO# MI SOL SIb, è una settima diminuita che tiene alta la tensione modulante: il passaggio repentino al DOM, dove è subito posto un altro accordo di settima diminuita (battuta 14), placa la tensione solo dopo che sarà avvenuta una cadenza perfetta, poche battute più avanti (qui non riprodotte). Altri tipi di modulazione prevedono salti improvvisi da un accordo in una tonalità ad un altro in una nuova tonalità (tali modulazioni implicano che almeno una nota dell’accordo modulante sia comune alle due tonalità, e sono spesso accompagnate da una alterazione cromatica, stesso nome della nota, che diatonico, nome diverso della nota, ma sempre con un intervallo di un solo semitono). Un’altra tipologia di modulazione sfrutta le note enarmoniche (che hanno nome diverso ma identica altezza, come FA# e SOLb) per introdurre la nuova tonalità. Un ulteriore metodo per passare a tonalità lontane è l’impiego della progressione modulante, cioè un passaggio costruito come successione di cadenze in tonalità diverse, fino a raggiungere la tonalità desiderata. Basso continuo Un metodo di notazione sviluppato in età barocca per indicare l’armonia base di una linea melodica è il basso continuo, o numerato. Questo sistema è abbastanza simile a quello oggi impiegato per indicare il ‘giro’ di accordi nelle partiture della musica che chiamano leggera, dove riportano la sola linea del canto. Si tratta dell’indicazione di un numero posto sopra la nota segnalata in chiave (generalmente in chiave di basso) che indica l’intervallo formato dalla nota stessa con quella da inserire nell’accordo (3=terza; 4=quarta; 7=settima), evitando di cifrare le note complementari dell’accordo stesso. Questo sistema consente all’accompagnatore di |
improvvisare negli abbellimenti e
nelle ornamentazioni, pur mantenendosi ligio all’ossatura armonica indicata dal basso
e dalla cifratura.
ARMONIARiprenderemo alcuni argomenti per approfondire cosa sia l'armonia. La Musica è un’arte che deriva dalla successione ritmica dei suoni, della melodia e della loro combinazione simultanea. Sia che questi suoni giungano al nostro orecchio successivamente o simultaneamente, vengono a trovarsi tra loro in determinati rapporti. Gli elementi costitutivi della musica pertanto sono la melodia, il ritmo, l’armonia. Per melodia si intende la successione di più suoni di differente altezza e durata. Il ritmo è determinato dal rapporto di tempo intercorrente tra i vari suoni percepiti successivamente dal nostro orecchio. L’Armonia è la scienza e l’arte che studia la genesi e la concatenazione degli accordi. La melodia e l’armonia hanno un’origine comune, le stesse tendenze e la stessa importanza. Unendo simultaneamente i suoni di cui è formata una melodia si possono formare successioni armoniche e dalla disposizione successiva e simmetrica dei suoni che compongono gli accordi si può ricavare una melodia. L’armonia viene ripartita in 3 generi: diatonica, cromatica, enarmonica. L’armonia diatonica si basa sui modi maggiore e minore e studia gli accordi consonanti e tutti quelli dissonanti di 3, 4, 5, 6, 7 suoni. L’armonia cromatica si occupa delle alterazioni di uno o più suoni negli accordi diatonici. L’armonia enarmonica si occupa del vario aspetto sotto il quale può essere considerato uno stesso suono o uno stesso accordo. In altri termini è la sostituzione di un accordo mediante un altro omofono ma non omologo, cioè avente gli stessi suoni ma non lo stesso nome. Tale sostituzione cambiando l’essenza dell’accordo produce risoluzioni impreviste che portano in tonalità lontane da quella di partenza. L’elemento base dell’armonia è l’intervallo che rappresenta la distanza in frequenza tra due suoni. Nel nostro sistema temperato l’ottava giusta è divisa in 12 parti uguali chiamati semitoni che possono essere di due specie: semitono cromatico, quello che passa tra due suoni aventi lo stesso nome..segue nell'inserto Arte del prossimo mese ./.
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