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La VOCE ANNO XXIII N°6

febbraio 2021

PAGINA c         - 31

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per ambasciatore usa in russia non serve riavvio relazioni mosca-washington. © ap photo / susan walsh. non occorre riavviare le relazioni russo-americane, washington ha sempre creduto nella necessità di dialogare con la russia nonostante le differenze, ha affermato l'ambasciatore statunitense a mosca john sullivan. "i presidenti hanno avuto un'importante conversazione telefonica. mi sembra che non occorra un riavvio. abbiamo sempre creduto che dovremmo dialogare con la russia, e anche prima, con l'unione sovietica. le nostre relazioni diplomatiche hanno più di 200 anni, quando nel xix secolo l'impero russo ha riconosciuto gli stati uniti, a quel tempo uno stato giovane. in quanto stati di eccezionale importanza, serve mantenere il dialogo e continuiamo a farlo", ha detto l'ambasciatore americano intervistato sul canale locale dozhd. secondo il diplomatico, i due paesi "hanno divergenze". "proprio di recente, questa settimana, avete sentito il presidente biden affermare che abbiamo gravi disaccordi con il governo russo. sono tutti ben noti e oggi possiamo discutere di alcune di queste questioni. ma le relazioni tra stati uniti e russia sono molto più ampie. a proposito, sullo sfondo delle divergenze tra i nostri governi, in particolare sul trattato start-3, abbiamo compiuto progressi solo negli ultimi giorni", ha rilevato sullivan. ha osservato che le relazioni tra mosca e washington, sebbene non stiano vivendo il momento più favorevole, sono diverse da quando c'era la guerra fredda. "per molti versi diversi basandosi sui rapporti tesi durante la guerra fredda, tutti ora ricordano la guerra fredda e ripetono che stiamo vivendo un momento sfavorevole nelle nostre relazioni. e non posso che essere d'accordo con chi lo sostiene, sia funzionari che analisti americani e russi. sì non stiamo vivendo il momento più favorevole nelle nostre relazioni, ma la situazione è diversa da quella durante la guerra fredda", ha detto sullivan. in precedenza il consigliere per la sicurezza nazionale della casa bianca jake sullivan aveva affermato che le relazioni tra russia e usa saranno "difficili" con amministrazione biden. covid in russia, prosegue il calo dei contagi. © sputnik . alessio. secondo gli ultimi dati diffusi dal centro nazionale per il contrasto della diffusione del covid-19, nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi sono stati 19.032, 206 in meno di ieri, confermando così il calo della curva dei contagi registrato di recente. nell'ultimo giorno 19.032 nuovi casi sono stati registrati in tutte le regioni della russia, ha riferito la sede operativa. si rileva che il dato è inferiore a quello del giorno precedente, quando i contagiati erano stati 19.238. il 10% circa dei nuovi casi d'infezione è asintomatico. complessivamente dall'inizio dell'epidemia i casi di covid in russia sono stati 3.832.080. nelle ultime ventiquattro ore sono decedute 512 persone, 22 in meno di quanto registrato ieri. il bilancio complessivo dei morti per covid in russia sale a 72.697. nell'ultimo giorno a 24.502 persone è stata confermata la guarigione, in calo di meno di 2mila rispetto a ieri, portando così il totale dei guariti a 3.279.964. la maggior parte dei nuovi contagi è stata rilevata a san pietroburgo (2.512), mosca (2.430) e nella regione di mosca (1069). secondo le statistiche dell'oms, dall'inizio della pandemia, più di 101 milioni di persone si sono ammalate di covid-19 in tutto il mondo. allo stesso tempo, secondo le stime dell'istituto johns hopkins, il loro numero ha superato i 102 milioni. gli stati uniti sono il paese più colpito dal coronavirus (25,9 milioni di casi), seguiti dall'india (10,7 milioni) e dal brasile (oltre 9 milioni). la russia è al 4° posto, davanti a francia, spagna, italia, turchia, germania, colombia e argentina. firmato da russia e iran accordo per produzione vaccino anti-covid "sputnik v". © sputnik . pavel bednyakov. lo ha dichiarato l'ambasciatore iraniano in russia kazem jalali in un'intervista all'agenzia irna.
teheran e mosca hanno firmato un accordo sulle forniture del vaccino russo contro il coronavirus "sputnik v" e il primo lotto del farmaco dovrebbe essere inviato in iran la prossima settimana, ha detto all'agenzia di stampa irna l'ambasciatore iraniano in russia kazem jalali. "dopo la registrazione di "sputnik v" in iran, iran e russia hanno firmato un accordo per l'acquisto e la produzione congiunta del vaccino", ha evidenziato jalali. il diplomatico ha specificato che il primo lotto del vaccino sarà consegnato all'iran prima del 4 febbraio nell'ambito degli accordi con il fondo russo per gli investimenti diretti (rdif). jalali ha osservato che una delegazione del ministero della salute iraniano si recherà in visita ufficiale in russia nei prossimi 10 giorni per discutere della produzione del vaccino in iran. il primo vaccino contro il . l'11 agosto scorso la russia ha registrato il suo primo vaccino contro il covid-19, chiamato sputnik v e sviluppato dagli scienziati del centro di epidemiologia e microbiologia "gamaleya". il farmaco è commercializzato dal fondo russo per gli investimenti diretti, responsabile della conduzione delle trattative sull'esportazione e produzione all'estero di questo farmaco. il vaccino è costituito da due componenti e il vettore utilizzato per indurre la risposta immunitaria dell'organismo si basa su un adenovirus umano. il vaccino viene somministrato due volte, in un intervallo di 21 giorni. negli studi clinici ha mostrato un'efficacia del 100% contro i casi gravi di covid-19, ovvero nessuno dei soggetti vaccinati nei test ha contratto sintomi gravi della malattia se infettato dal coronavirus. vladimir putin al wef di davos: “le divergenze con gli usa aumentano, l’europa si sbarazzi delle fobie”. davos – il presidente della federazione russa, vladimir putin, è intervenuto in collegamento al world economic forum e ha ribadito anzitutto che al momento non ci sono le condizione per reimpostare le relazioni con washington ricordando come la pandemia abbia accelerato cambiamenti sociali ed economici già in atto. i temi dei rapporti tra mosca e washington e con l’unione europea, sono stati i principali argomenti toccati dal leader del cremlino. advertisements “stiamo per scivolare nella distopia”, ha sottolineato putin, “la situazione può svilupparsi in modo incontrollabile se non viene fatto nulla per impedire che accada”. “una lotta di tutti contro tutti porterebbe alla fine della civiltà”. “il sistema della sicurezza globale è minato”. “le divergenze con washington aumentano”. “la russia fa parte dell’europa”. il presidente russo a davos ha ripetuto un paio di volte la parola collaborazione, ma molte più volte ha pronunciato “escalation” e “conflitto”: “l’incapacità di risolvere disaccordi ha portato alla seconda guerra mondiale nel xxi secolo”. per concludere il suo discorso al forum economico di davos, dove a sorpresa è arrivato virtualmente da una mosca gelida e nervosa, il presidente della federazione russa ha ricordato che “l’amore non è unilaterale”. mai: vale per la vita, quanto per la geopolitica. senza menzionare l’ultima videoinchiesta sulla sua presunta villa sul mar nero – già vista sui social da 92 milioni di persone dopo che il più famoso oppositore del cremlino, aleksey navalny, l’ha resa pubblica mentre era già in una cella della prigione matrosskaya tishina – putin ha ricordato che “il sistema della sicurezza globale è stato minato” e che “i giganti tecnologici ed informatici sono di fatto concorrenti degli stati in alcuni ambiti: se ne parla molto, soprattutto in riferimento a ciò che è accaduto negli usa in campagna elettorale”. mentre il presidente era in collegamento con la svizzera, il roskomnadzor, agenzia federale supervisione comunicazioni di massa del cremlino, continuava intanto a setacciare il web slavo, in cerca di messaggi d’appello di quanti invitano a partecipare alle manifestazioni di sabato prossimo in solidarietà a navalny. sono i cosiddetti “agitatori”, che possono essere “assicurati alla giustizia” ancor prima di aver commesso le azioni di cui parlano, perché “la legge russa permette di farlo”, riferiva l’ultimo comunicato delle autorità. dai monitor in collegamento il presidente ha snocciolato aforismi su sanzioni, ecosistema mediatico, nuove relazioni usa. lo ha fatto senza ottimismo, ma con qualche apprezzamento: come quello mostrato per il prolungamento del trattato new start, che nel panorama teso della politica internazionale è “un passo nella giusta direzione”, nonostante con gli stati uniti “le divergenze continuano”. nella prima telefonata di rito tra biden e putin gli argomenti trattati qualche giorno fa sono stati quelli più bollenti: guerra in ucraina, cyberattacchi, il presunto avvelenamento di navalny, le reazioni delle forze dell’ordine contro i manifestanti delle ultime proteste russe. settimane fa il presidente si era detto “pronto alla collaborazione per risolvere i problemi” con l’america, più volte poi ha riferito che l’orizzonte post-trump non ha cambiato forma né colore e lo ha ricordato anche oggi ai leader a davos: “non sono state create ancora le condizioni per un reset delle relazioni” tra mosca e washington. se l’america è lontana, c’è una potenziale amica più vicina a cui tendere una mano. per putin, e quindi per mosca, infine c’è bruxelles: “vanno aumentate le interazioni economiche e commerciali con il partner naturale della russia”, l’europa, di cui il suo paese fa parte. “se ci sbarazziamo delle fobie, ci attende una fase positiva”: ne gioverebbe la federazione più estesa della terra, ma anche la finora silenziosa ue, dove però tutti già sembrano sapere ciò che il presidente ha detto ad alta voce prima di andare: “l’amore unilaterale è impossibile”. red.

Per ambasciatore Usa in Russia non serve riavvio relazioni Mosca-Washington



© AP Photo / Susan Walsh

Non occorre riavviare le relazioni russo-americane, Washington ha sempre creduto nella necessità di dialogare con la Russia nonostante le differenze, ha affermato l'ambasciatore statunitense a Mosca John Sullivan.

"I presidenti hanno avuto un'importante conversazione telefonica. Mi sembra che non occorra un riavvio. Abbiamo sempre creduto che dovremmo dialogare con la Russia, e anche prima, con l'Unione Sovietica. Le nostre relazioni diplomatiche hanno più di 200 anni, quando nel XIX secolo l'Impero Russo ha riconosciuto gli Stati Uniti, a quel tempo uno Stato giovane. In quanto stati di eccezionale importanza, serve mantenere il dialogo e continuiamo a farlo", ha detto l'ambasciatore americano intervistato sul canale locale Dozhd.
Secondo il diplomatico, i due Paesi "hanno divergenze".

"Proprio di recente, questa settimana, avete sentito il presidente Biden affermare che abbiamo gravi disaccordi con il governo russo. Sono tutti ben noti e oggi possiamo discutere di alcune di queste questioni. Ma le relazioni tra Stati Uniti e Russia sono molto più ampie. A proposito, sullo sfondo delle divergenze tra i nostri governi, in particolare sul trattato Start-3, abbiamo compiuto progressi solo negli ultimi giorni", ha rilevato Sullivan.
Ha osservato che le relazioni tra Mosca e Washington, sebbene non stiano vivendo il momento più favorevole, sono diverse da quando c'era la Guerra Fredda.

"Per molti versi diversi basandosi sui rapporti tesi durante la Guerra Fredda, tutti ora ricordano la Guerra Fredda e ripetono che stiamo vivendo un momento sfavorevole nelle nostre relazioni. E non posso che essere d'accordo con chi lo sostiene, sia funzionari che analisti americani e russi. Sì non stiamo vivendo il momento più favorevole nelle nostre relazioni, ma la situazione è diversa da quella durante la Guerra Fredda", ha detto Sullivan.
In precedenza il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan aveva affermato che le relazioni tra Russia e Usa saranno "difficili" con amministrazione Biden.

Covid in Russia, prosegue il calo dei contagi



© Sputnik . Alessio

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Centro nazionale per il contrasto della diffusione del Covid-19, nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi sono stati 19.032, 206 in meno di ieri, confermando così il calo della curva dei contagi registrato di recente.

Nell'ultimo giorno 19.032 nuovi casi sono stati registrati in tutte le regioni della Russia, ha riferito la sede operativa. Si rileva che il dato è inferiore a quello del giorno precedente, quando i contagiati erano stati 19.238. Il 10% circa dei nuovi casi d'infezione è asintomatico.

Complessivamente dall'inizio dell'epidemia i casi di Covid in Russia sono stati 3.832.080.

Nelle ultime ventiquattro ore sono decedute 512 persone, 22 in meno di quanto registrato ieri. Il bilancio complessivo dei morti per Covid in Russia sale a 72.697.

Nell'ultimo giorno a 24.502 persone è stata confermata la guarigione, in calo di meno di 2mila rispetto a ieri, portando così il totale dei guariti a 3.279.964.

La maggior parte dei nuovi contagi è stata rilevata a San Pietroburgo (2.512), Mosca (2.430) e nella regione di Mosca (1069).

Secondo le statistiche dell'Oms, dall'inizio della pandemia, più di 101 milioni di persone si sono ammalate di Covid-19 in tutto il mondo. Allo stesso tempo, secondo le stime dell'Istituto Johns Hopkins, il loro numero ha superato i 102 milioni.

Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito dal coronavirus (25,9 milioni di casi), seguiti dall'India (10,7 milioni) e dal Brasile (oltre 9 milioni). La Russia è al 4° posto, davanti a Francia, Spagna, Italia, Turchia, Germania, Colombia e Argentina.

Firmato da Russia e Iran accordo per produzione vaccino anti-Covid "Sputnik V"



© Sputnik . Pavel Bednyakov

Lo ha dichiarato l'ambasciatore iraniano in Russia Kazem Jalali in un'intervista all'agenzia Irna.

Teheran e Mosca hanno firmato un accordo sulle forniture del vaccino russo contro il coronavirus "Sputnik V" e il primo lotto del farmaco dovrebbe essere inviato in Iran la prossima settimana, ha detto all'agenzia di stampa Irna l'ambasciatore iraniano in Russia Kazem Jalali.

"Dopo la registrazione di "Sputnik V" in Iran, Iran e Russia hanno firmato un accordo per l'acquisto e la produzione congiunta del vaccino", ha evidenziato Jalali.
Il diplomatico ha specificato che il primo lotto del vaccino sarà consegnato all'Iran prima del 4 febbraio nell'ambito degli accordi con il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF).

Jalali ha osservato che una delegazione del ministero della Salute iraniano si recherà in visita ufficiale in Russia nei prossimi 10 giorni per discutere della produzione del vaccino in Iran.

Il primo vaccino contro il coronavirus
L'11 agosto scorso la Russia ha registrato il suo primo vaccino contro il Covid-19, chiamato Sputnik V e sviluppato dagli scienziati del Centro di Epidemiologia e Microbiologia "Gamaleya". Il farmaco è commercializzato dal Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, responsabile della conduzione delle trattative sull'esportazione e produzione all'estero di questo farmaco.

Il vaccino è costituito da due componenti e il vettore utilizzato per indurre la risposta immunitaria dell'organismo si basa su un adenovirus umano. Il vaccino viene somministrato due volte, in un intervallo di 21 giorni. Negli studi clinici ha mostrato un'efficacia del 100% contro i casi gravi di Covid-19, ovvero nessuno dei soggetti vaccinati nei test ha contratto sintomi gravi della malattia se infettato dal coronavirus.

Vladimir Putin al WEF di Davos: “le divergenze con gli USA aumentano, l’Europa si sbarazzi delle fobie”



Davos – Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, è intervenuto in collegamento al World Economic Forum e ha ribadito anzitutto che al momento non ci sono le condizione per reimpostare le relazioni con Washington ricordando come la pandemia abbia accelerato cambiamenti sociali ed economici già in atto.

I temi dei rapporti tra Mosca e Washington e con l’Unione Europea, sono stati i principali argomenti toccati dal leader del Cremlino.

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“Stiamo per scivolare nella distopia”, ha sottolineato Putin, “la situazione può svilupparsi in modo incontrollabile se non viene fatto nulla per impedire che accada”. “Una lotta di tutti contro tutti porterebbe alla fine della civiltà”. “Il sistema della sicurezza globale è minato”. “Le divergenze con Washington aumentano”. “La Russia fa parte dell’Europa”. Il presidente russo a Davos ha ripetuto un paio di volte la parola collaborazione, ma molte più volte ha pronunciato “escalation” e “conflitto”: “l’incapacità di risolvere disaccordi ha portato alla seconda guerra mondiale nel XXI secolo”. Per concludere il suo discorso al Forum economico di Davos, dove a sorpresa è arrivato virtualmente da una Mosca gelida e nervosa, il presidente della Federazione russa ha ricordato che “l’amore non è unilaterale”. Mai: vale per la vita, quanto per la geopolitica.

Senza menzionare l’ultima videoinchiesta sulla sua presunta villa sul Mar Nero – già vista sui social da 92 milioni di persone dopo che il più famoso oppositore del Cremlino, Aleksey Navalny, l’ha resa pubblica mentre era già in una cella della prigione Matrosskaya Tishina – Putin ha ricordato che “il sistema della sicurezza globale è stato minato” e che “i giganti tecnologici ed informatici sono di fatto concorrenti degli Stati in alcuni ambiti: se ne parla molto, soprattutto in riferimento a ciò che è accaduto negli USA in campagna elettorale”.

Mentre il presidente era in collegamento con la Svizzera, il Roskomnadzor, Agenzia federale supervisione comunicazioni di massa del Cremlino, continuava intanto a setacciare il web slavo, in cerca di messaggi d’appello di quanti invitano a partecipare alle manifestazioni di sabato prossimo in solidarietà a Navalny. Sono i cosiddetti “agitatori”, che possono essere “assicurati alla giustizia” ancor prima di aver commesso le azioni di cui parlano, perché “la legge russa permette di farlo”, riferiva l’ultimo comunicato delle autorità.

Dai monitor in collegamento il presidente ha snocciolato aforismi su sanzioni, ecosistema mediatico, nuove relazioni USA. Lo ha fatto senza ottimismo, ma con qualche apprezzamento: come quello mostrato per il prolungamento del trattato New Start, che nel panorama teso della politica internazionale è “un passo nella giusta direzione”, nonostante con gli Stati Uniti “le divergenze continuano”. Nella prima telefonata di rito tra Biden e Putin gli argomenti trattati qualche giorno fa sono stati quelli più bollenti: guerra in Ucraina, cyberattacchi, il presunto avvelenamento di Navalny, le reazioni delle forze dell’ordine contro i manifestanti delle ultime proteste russe.

Settimane fa il presidente si era detto “pronto alla collaborazione per risolvere i problemi” con l’America, più volte poi ha riferito che l’orizzonte post-Trump non ha cambiato forma né colore e lo ha ricordato anche oggi ai leader a Davos: “non sono state create ancora le condizioni per un reset delle relazioni” tra Mosca e Washington.

Se l’America è lontana, c’è una potenziale amica più vicina a cui tendere una mano. Per Putin, e quindi per Mosca, infine c’è Bruxelles: “vanno aumentate le interazioni economiche e commerciali con il partner naturale della Russia”, l’Europa, di cui il suo Paese fa parte. “Se ci sbarazziamo delle fobie, ci attende una fase positiva”: ne gioverebbe la Federazione più estesa della terra, ma anche la finora silenziosa Ue, dove però tutti già sembrano sapere ciò che il presidente ha detto ad alta voce prima di andare: “l’amore unilaterale è impossibile”.

RED

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