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La VOCE ANNO XXIII N°6

febbraio 2021

PAGINA 2         - 18

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segue da pag.17: cuba prepara cento milioni di dosi di vaccino anti-covid-19. il direttore generale dell’istituto finlay dei vaccini, vicente vérez bencomo, ha annunciato in una conferenza stampa con le agenzie straniere accreditate a l’avana che cuba crea le capacità per produrre cento milioni di dosi del vaccino iniettabile soberana 02 contro la covid-19. autore: miguel febles hernández | febles@granma.cu - 22 gennaio 2021. seconda prova della seconda fase del saggio clinico del vaccino soberana 2, nel policlinico 19 aprile. foto: josé manuel correa de armas. il direttore generale dell’istituto finlay dei vaccini, vicente vérez bencomo, ha annunciato in una conferenza stampa con le agenzie straniere accreditate a l’avana che cuba crea le capacità per produrre cento milioni di dosi del vaccino iniettabile soberana 02 contro la covid-19. ha ratificato che l’obiettivo è soddisfare le necessità dell’isola e anche di altre nazioni interessate ad acquistare, sino ad ora, il prodotto come vietnam, iran, venezuela, paquistan e india. nel caso di cuba l’applicazione sarà gratuita e il proposito è immunizzare tutta la popolazione in questo 2021. «la strategia di cuba di commerciare il vaccino ha una combinazione d’umanità e d’impatto nella salute mondiale. non siamo una multi nazionale, dove lo scopo finanziario è la ragione numero uno. i nostro fine è creare più salute», ha assicurato vérez bencomo, riportato da prensa latina. il vaccino soberana 02 ha appena iniziato i suo saggio clinico in ii fase ampliata, e lo si estenderà a 900 persone tra 19 e 80 anni, e nel mese di febbraio si prevede d’effettuare una nuova prova con la popolazione pediatrica, per far sì che si possa applicare anche ai bambini. dopo i risultati in questa tappa, ha spiegato il direttore generale dell’ istituto finlay dei vaccini, si passerà alla terza fase. in questo periodo, le autorità sanitarie prevedono d’includere 150 000 persone vulnerabili e residenti in zone di alto rieschio. (gm – granma int.) biden nel suo primo giorno ha firmato decreti e direttive poche ore dopo l’investitura, joe biden ha firmato 17 decreti e direttive per mettere in marcia la sua promessa di cambiare con urgenza i quattro anni di politiche sbagliate di donald trump autore: raúl antonio capote | informacion@granmai.cu - 22 gennaio 2021 joe biden eletto mercoledì 20 gennaio presidente no. 46 degli stati uniti, per governare il paese nei prossimi quattro anni. foto: guetty images washington, la capitale dell’impero, si è svegliata custodita da migliaia di soldati. il capitolio dov’è stata realizzata la cerimonia dell’investitura del nuovo mandatario, era circondato da filo spinato; protetto da barricate, somigliava alle immagini di uno dei tanti films di hollywood in cui terroristi o extra terrestri minacciano il simbolo del potere statunitense. la cerimonia dell’investitura è stata marcata dalle eccezioni. invece dei numerosi invitati abituali a queste cerimonie, solo mille hanno accompagnato joe biden e kamala harris, e forti misure di protezione contro la covid-19 hanno caratterizzato la giornata e soprattutto l’assenza del presidente uscente, donald trump, fatto che non avveniva dal 1869. nel suo primo discorso come presidente degli stati uniti, nel quale hanno abbondato i riferimenti all’eccezionalità di un paese «imprescindibile» nell’egemonia mondiale, joe biden ha offerto parole di ottimismo e fede nel futuro immediato della nazione. «so che parlare di unità può sembrare ad alcuni una tonta fantasia in questi giorni. le forze che ci dividono sono profonde e reali, ma non sono nuove», ha indicato biden che si è riferito ai milioni di posti di lavoro perduti, alle centinaia di migliaia di negozi chiusi, agli sfratti e alla necessaria giustizia razziale ferma da 400 anni. i uno di momenti più applauditi del suo discorso, il mandatario ha definito la situazione attuale come «guerra incivile» ed ha chiamato a difendere i valori della fondazione della nazione. l’ex presidente barack obama in un tuit ha inviato un messaggio al mandatario eletto joe biden, poche ore prima della cerimonia nel capitolio: «questo è i tuo momento», ha scritto obama. intanto, dopo due mesi senza accettare i risultati delle elezioni del 3 novembre, il presidente saliente donald trump, ha scelto di accomiatarsi dell’incarico con un video di circa 20 minuti nel quale risalta «i successi» della sua amministrazione, tra i quali, incredibilmente, quello che ha chiamato «la costruzione del movimento politico più grandioso nella storia», e ha promesso che in «qualche forma» ritornerà. poche ore dopo l’investitura, joe biden ha firmato 17 decreti e direttive per mettere in marcia la sua promessa di cambiare con urgenza i quattro anni di politiche sbagliate di donald trump. tra le più significative, il ritorno degli usa nell’organizzazione mondiale della salute (oms), la proibizione della discriminazione nel lavoro nel governo federale basata su orientamenti sessuali e il ritorno nell’accordo climatico di parigi. biden ha la missione di lavare l’immagine danneggiata dalle politiche sbagliate del suo predecessore, di salvare il modello di democrazia statunitense e cercare di unire il paese. sia chi sia chi occupa il posto nell’ufficio ovale, l’impero per auto conservarsi come sistema cercherà sempre i modi per ricomporsi. (gm – granma int.)
martí a caracas: uomini sacri di cuba e venezuela. martí chiese di servire il venezuela in quello che fosse necessario, come un figlio. autore: madeleine sautié rodríguez | madeleine@granma.cu - 22 gennaio 2021. statua. foto: internet. fu 140 anni fa il giorno memorabile in cui il viaggiatore giunse a caracas e, senza togliersi di dosso la polvere del cammino, chiese come si arrivava alla statua di bolívar, senza aver nemmeno pensato al luogo in cui soggiornare in quei paraggi. la grandezza di el libertador suscitava nel cubano tanta emozione che lo faceva piangere di fronte alla sua impotenza, sentiva tanta ammirazione per quell’uomo infaticabile che volle che i bambini seppero della sua esistenza e scrisse di lui, parò loro in l’età d’oro. come il venezuela, cuba allora era un paese oppresso, e i due sentivano nell’anima questo dolore. come l’eroe venezuelano martí fu leader del popolo, perché nulla come la libertà della patria occupò uno spazio maggiore nella consultazione di se stesso. como a bolívar, al viaggiatore importava il destino vittorioso dell’america, perchè per tutti e due niente era tanto importante, quanto il luogo ristretto in cui si viene al mondo e per i due niente era importante più dell’umanità intera. non vollero vivere senza decoro perchè portarono in sè quello di tutti coloro che vivevano contenti senza tenerne. quello che chiese di servire il venezuela in ciò che era necessario, perchè questa terra aveva in lui un figlio, si ribellò, come bolívar, contro i saccheggiatori della fortuna. e come lui, pose la sua vita ai piedi della dignità umana. solo gli ingrati hanno ritorto la rotta illuminata tracciata da loro. che non si stupisca allora il mondo del destino assunto da cuba e dal venezuela. eredi di uomini sacri vanno in gruppo compatto «perché non passi il gigante delle sette leghe». (gm – granma int.) siamo cuba viva, il paese che si è impegnato a resistere e vincere. la politica d’ostilità del governo del presidente uscente degli usa, donald trump contro cuba ha registrato più di 240 misure con una speciale volontà nell’ ostacolare le fonti principali delle entrate e ostacolando le relazioni commerciali cubane. autore: milagros pichardo | internet@granma.cu - 22 gennaio 2021. manifestazione di riaffermazione rivoluzionaria degli studenti e dei lavoratori della uci. foto: ismael batista. la politica d’ostilità del governo del presidente uscente degli usa, donald trump (2017-2021), contro cuba, ha registrato misure e azioni senza precedenti. tutte le sfere della nostra società e della vita quotidiana dei cittadini hanno sofferto l’impatto di questa aggressività, accentuata nel contesto della pandemia. durante i suoi quattro anni di mandato sono state emesse più di 240 misure per ostacolare le fonti principali delle entrate e rallentare le nostre relazioni commerciali. le relazioni del dipartimento di stato sui diritti umani, la libertà religiosa, la tratta delle persone e il terrorismo rinforzano la retorica contro cuba e il tentativo di discredito in questi ambiti. l’inclusione nelle liste arbitrarie e unilaterali ha lo stesso obiettivo di demonizzare e soddisfare le domande dei settori anti cubani. come ha detto il presidente cubano, il 17 dicembre del 2020, durante la chiusura del vi periodo ordinario di sessioni dell’assemblea nazionale del potere popolare, nella sua ix legislatura: «loro hanno insistono per ucciderci, ma noi insistiamo a vivere e vincere. cuba viva è saltata al disopra delle sue stesse possibilità». (gm – granma int.)
Segue da Pag.17: Cuba prepara cento milioni di dosi di vaccino anti-COVID-19

Il direttore generale dell’Istituto Finlay dei Vaccini, Vicente Vérez Bencomo, ha annunciato in una conferenza stampa con le agenzie straniere accreditate a L’Avana che Cuba crea le capacità per produrre cento milioni di dosi del vaccino iniettabile Soberana 02 contro la COVID-19

Autore: Miguel Febles Hernández | febles@granma.cu - 22 gennaio 2021


Seconda prova della seconda fase del saggio clinico del Vaccino Soberana 2, nel policlinico 19 Aprile. Foto: José Manuel Correa de Armas

Il direttore generale dell’Istituto Finlay dei Vaccini, Vicente Vérez Bencomo, ha annunciato in una conferenza stampa con le agenzie straniere accreditate a L’Avana che Cuba crea le capacità per produrre cento milioni di dosi del vaccino iniettabile Soberana 02 contro la COVID-19.

Ha ratificato che l’obiettivo è soddisfare le necessità dell’Isola e anche di altre nazioni interessate ad acquistare, sino ad ora, il prodotto come Vietnam, Iran, Venezuela, Paquistan e India. Nel caso di Cuba l’applicazione sarà gratuita e il proposito è immunizzare tutta la popolazione in questo 2021.

«La strategia di Cuba di commerciare il vaccino ha una combinazione d’umanità e d’impatto nella salute mondiale. Non siamo una multi nazionale, dove lo scopo finanziario è la ragione numero uno.

I nostro fine è creare più salute», ha assicurato Vérez Bencomo, riportato da Prensa Latina.

Il vaccino Soberana 02 ha appena iniziato i suo saggio clinico in II Fase ampliata, e lo si estenderà a 900 persone tra 19 e 80 anni, e nel mese di febbraio si prevede d’effettuare una nuova prova con la popolazione pediatrica, per far sì che si possa applicare anche ai bambini.

Dopo i risultati in questa tappa, ha spiegato il direttore generale dell’ Istituto Finlay dei Vaccini, si passerà alla terza fase. In questo periodo, le autorità sanitarie prevedono d’includere 150 000 persone vulnerabili e residenti in zone di alto rieschio. (GM – Granma Int.)

Biden nel suo primo giorno ha firmato decreti e direttive

Poche ore dopo l’investitura, Joe Biden ha firmato 17 decreti e direttive per mettere in marcia la sua promessa di cambiare con urgenza i quattro anni di politiche sbagliate di Donald Trump

Autore: Raúl Antonio Capote | informacion@granmai.cu - 22 gennaio 2021


Joe Biden eletto mercoledì 20 gennaio presidente No. 46 degli Stati Uniti, per governare il paese nei prossimi quattro anni. Foto: Guetty Images

Washington, la capitale dell’impero, si è svegliata custodita da migliaia di soldati. Il Capitolio dov’è stata realizzata la cerimonia dell’investitura del nuovo mandatario, era circondato da filo spinato; protetto da barricate, somigliava alle immagini di uno dei tanti films di Hollywood in cui terroristi o extra terrestri minacciano il simbolo del potere statunitense.

La cerimonia dell’investitura è stata marcata dalle eccezioni.

Invece dei numerosi invitati abituali a queste cerimonie, solo mille hanno accompagnato Joe Biden e Kamala Harris, e forti misure di protezione contro la Covid-19 hanno caratterizzato la giornata e soprattutto l’assenza del presidente uscente, Donald Trump, fatto che non avveniva dal 1869.

Nel suo primo discorso come presidente degli Stati Uniti, nel quale hanno abbondato i riferimenti all’eccezionalità di un paese «imprescindibile» nell’egemonia mondiale, Joe Biden ha offerto parole di ottimismo e fede nel futuro immediato della nazione.

«So che parlare di unità può sembrare ad alcuni una tonta fantasia in questi giorni. Le forze che ci dividono sono profonde e reali, ma non sono nuove», ha indicato Biden che si è riferito ai milioni di posti di lavoro perduti, alle centinaia di migliaia di negozi chiusi, agli sfratti e alla necessaria giustizia razziale ferma da 400 anni.

I uno di momenti più applauditi del suo discorso, il mandatario ha definito la situazione attuale come «guerra incivile» ed ha chiamato a difendere i valori della fondazione della nazione.

L’ex presidente Barack Obama in un tuit ha inviato un messaggio al mandatario eletto Joe Biden, poche ore prima della cerimonia nel Capitolio: «Questo è i tuo momento», ha scritto Obama.

Intanto, dopo due mesi senza accettare i risultati delle elezioni del 3 novembre, il presidente saliente Donald Trump, ha scelto di accomiatarsi dell’incarico con un video di circa 20 minuti nel quale risalta «i successi» della sua amministrazione, tra i quali, incredibilmente, quello che ha chiamato «la costruzione del movimento politico più grandioso nella storia», e ha promesso che in «qualche forma» ritornerà.

Poche ore dopo l’investitura, Joe Biden ha firmato 17 decreti e direttive per mettere in marcia la sua promessa di cambiare con urgenza i quattro anni di politiche sbagliate di Donald Trump.

Tra le più significative, il ritorno degli USA nell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), la proibizione della discriminazione nel lavoro nel governo federale basata su orientamenti sessuali e il ritorno nell’Accordo Climatico di Parigi. Biden ha la missione di lavare l’immagine danneggiata dalle politiche sbagliate del suo predecessore, di salvare il modello di democrazia statunitense e cercare di unire il paese. Sia chi sia chi occupa il posto nell’ufficio ovale, l’impero per auto conservarsi come sistema cercherà sempre i modi per ricomporsi. (Gm – Granma Int.)

Martí a Caracas: Uomini sacri di Cuba e Venezuela

Martí chiese di servire il Venezuela in quello che fosse necessario, come un figlio

Autore: Madeleine Sautié Rodríguez | madeleine@granma.cu - 22 gennaio 2021


Statua. Foto: Internet

Fu 140 anni fa il giorno memorabile in cui il viaggiatore giunse a Caracas e, senza togliersi di dosso la polvere del cammino, chiese come si arrivava alla statua di Bolívar, senza aver nemmeno pensato al luogo in cui soggiornare in quei paraggi.

La grandezza di El Libertador suscitava nel cubano tanta emozione che lo faceva piangere di fronte alla sua impotenza, sentiva tanta ammirazione per quell’uomo infaticabile che volle che i bambini seppero della sua esistenza e scrisse di lui, parò loro in L’Età d’oro.

Come il Venezuela, Cuba allora era un paese oppresso, e i due sentivano nell’anima questo dolore.

Come l’eroe venezuelano Martí fu leader del popolo, perché nulla come la libertà della patria occupò uno spazio maggiore nella consultazione di se stesso.

Como a Bolívar, al viaggiatore importava il destino vittorioso dell’America, perchè per tutti e due niente era tanto importante, quanto il luogo ristretto in cui si viene al mondo e per i due niente era importante più dell’umanità intera. Non vollero vivere senza decoro perchè portarono in sè quello di tutti coloro che vivevano contenti senza tenerne.

Quello che chiese di servire il Venezuela in ciò che era necessario, perchè questa terra aveva in lui un figlio, si ribellò, come Bolívar, contro i saccheggiatori della fortuna. E come lui, pose la sua vita ai piedi della dignità umana.

Solo gli ingrati hanno ritorto la rotta illuminata tracciata da loro. Che non si stupisca allora il mondo del destino assunto da Cuba e dal Venezuela.

Eredi di uomini sacri vanno in gruppo compatto «perché non passi il gigante delle sette leghe». (GM – Granma Int.)

Siamo Cuba Viva, il paese che si è impegnato a resistere e vincere

La politica d’ostilità del governo del presidente uscente degli USA, Donald Trump contro Cuba ha registrato più di 240 misure con una speciale volontà nell’ ostacolare le fonti principali delle entrate e ostacolando le relazioni commerciali cubane

Autore: Milagros Pichardo | internet@granma.cu - 22 gennaio 2021


Manifestazione di riaffermazione rivoluzionaria degli studenti e dei lavoratori della UCI. Foto: Ismael Batista

La politica d’ostilità del governo del presidente uscente degli USA, Donald Trump (2017-2021), contro Cuba, ha registrato misure e azioni senza precedenti. Tutte le sfere della nostra società e della vita quotidiana dei cittadini hanno sofferto l’impatto di questa aggressività, accentuata nel contesto della pandemia.

Durante i suoi quattro anni di mandato sono state emesse più di 240 misure per ostacolare le fonti principali delle entrate e rallentare le nostre relazioni commerciali.

Le relazioni del Dipartimento di Stato sui Diritti Umani, la Libertà Religiosa, la Tratta delle Persone e il Terrorismo rinforzano la retorica contro Cuba e il tentativo di discredito in questi ambiti.

L’inclusione nelle liste arbitrarie e unilaterali ha lo stesso obiettivo di demonizzare e soddisfare le domande dei settori anti cubani.

Come ha detto il Presidente cubano, il 17 dicembre del 2020, durante la chiusura del VI Periodo Ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nella sua IX Legislatura: «Loro hanno insistono per ucciderci, ma noi insistiamo a vivere e vincere. Cuba Viva è saltata al disopra delle sue stesse possibilità». (GM – Granma Int.)

  P R E C E D E N T E   

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