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La VOCE 2009 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
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La VOCE ANNO XXIII N°1 | settembre 2020 | PAGINA 1 - 17 |
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anche torino ringrazia cuba.
i ringraziamenti fanno piacere ma non bastano: occorre richiedere la cessazione del blocco degli stati unito contro cuba.
di carmen oria 01/08/2020.
a luglio 2020, per la prima volta nei suoi 132 anni di esistenza, sopra la mole antonelliana è stata proiettata una bandiera straniera. tale monumento - che dal 1889 al 1908 è stato la più alta costruzione in muratura del mondo con un'altezza totale di 167,35 metri - è stato depositario della gratitudine delle autorità torinesi per i servizi di volontariato dei cooperanti cubani della brigata medica henry reeve per sconfiggere il covid -19 insieme ai loro colleghi italiani.
su uno dei quattro lati della cupola si è potuto leggere il testo "grazie cuba", supportato dalle immagini della bandiera nazionale e quella di una stretta di mano a forma di cuore.
i 38 membri della brigata - 20 medici e 18 infermieri abilitati provenienti da 12 province cubane, tutti con più di dieci anni di esperienza - hanno lavorato per tre mesi senza interruzioni in un ospedale adattato nel centro di torino, officine delle grandi riparazioni (ogr), attivato solo per l'emergenza di covid-19.
l'84,2% dei collaboratori che compongono la brigata hanno svolto missioni internazionali, e nel contingente di henry reeve, 16 lo hanno fatto in sierra leone, guinea conakry, liberia, figi, pakistan e mozambico. i sanitari cubani hanno curato a torino 177 pazienti nella zona rossa, accumulato un totale di 5.210 ricoveri ospedalieri, 2.918 pazienti trattati e 81.019 procedure infermieristiche, e salvato 21 vite.
l'illuminazione eccezionale della mole viene effettuata per celebrare eventi molto speciali, ed è la prima volta che per l'occasione debutta un’immagine di una bandiera straniera su proposta dei promotori dell'iniziativa: l'agenzia per gli scambi culturali ed economici con cuba (aicec) e l'ambasciata di cuba in italia con il patrocinio della città di torino e della società elettrica locale iren.
non basta il ringraziamento, occorre richiedere la cessazione del blocco degli stati unito contro cuba.
da potere al popolo di torino c’è un contundente messaggio riguardante l’illuminazione della mole antonelliana per ringraziare i medici e gli infermieri cubani. nel testo viene sottolineato il gesto incredibile se visto da paesi capitalisti dove regna il mors tua, vita mea, il si salvi chi può, il prima i nostri (ma ci sarebbe sempre da chiedersi questi nostri chi siano) interessi. si riconosce il “gesto carino da parte della città di torino, ma ci piacerebbe – mette in risalto potere al popolo – che si andasse oltre i gesti simbolici. ci piacerebbe, come abbiamo chiesto nella lettera consegnata alla sindaca chiara appendino due mesi fa, che chi governa la nostra città prendesse una posizione ferma contro l'embargo violento con cui gli usa vorrebbero strangolare il popolo cubano: significa impossibilità di intrattenere rapporti con altri paesi, difficoltà ad acquistare beni che non possono essere prodotti all'interno del paese, conti all'estero bloccati, significa un popolo costretto a rimanere povero perché ai dominatori del mondo non piace avere un'immagine reale di come potrebbe essere una società più giusta proprio vicino a casa. un atto di solidarietà, la richiesta della cessazione dell'embargo, che sarebbe dovuto verso chi, nonostante le difficili condizioni nel suo paese, ha saputo costruire un servizio sanitario all'avanguardia e non esita a metterlo a disposizione del mondo intero, compresi quegli stati uniti che sono i principali responsabili della povertà di cuba”.
il contributo di cuba alla lotta contro il coronavirus.
ad oggi, 42 brigate del contingente di henry reeve sono partite da cuba per 35 paesi, di cui 39 sono ancora attive in 33 nazioni. queste 39 brigate, che comprendono 3.284 professionisti, sono composte attualmente da 1.637 collaboratori che trattano i casi positivi del covid-19; di questi, 1.338 sono in zone rosse e 85 nei centri di isolamento. hanno curato un totale di 218.715 pazienti, salvato 7.529 vite e riportato 912 decessi.
nelle 58 brigate mediche dispiegate in vari paesi, che già lavoravano insieme prima della pandemia, 925 collaboratori stanno trattando casi confermati di covid-19, 638 nella zona rossa e 71 nei centri di isolamento. hanno curato 74.595 pazienti, con 13.338 vite salvate e 2.854 morti.
i medici cubani sono stati salutati in italia "con grande riconoscimento e grande apprezzamento", ha spiegato l'ambasciatore cubano a roma, josé carlos rodríguez ruíz. al capo della brigata, il dottor julio guerra izquierdo è stata concessa la cittadinanza onoraria di torino.
per quanto riguarda la situazione a cuba, secondo le autorità, la chiave del successo nell'affrontare una malattia divenuta pandemia con 14.971.036 casi confermati nel mondo dall'inizio dell'epidemia e 618.017 morti è stata l'implementazione di una strategia globale che combina la sorveglianza epidemiologica attiva, le misure di isolamento della popolazione - anche se senza quarantena, tranne dove si sono verificati eventi di trasmissione localizzati - l'ammissione obbligatoria di sintomi, contatti e sospetti (anche asintomatici) e le cure mediche che non hanno risparmiato le risorse a loro disposizione per la cura dei malati. e all'interno di queste risorse, i prodotti cubani di biotecnologia sono stati protagonisti indiscussi.
italia e cuba, cuba e l’italia sempre unite per le relazioni storicamente ancestrali!
la voce del guatemala che lotta: intervista a sonia gutiérrez raguay.
le battaglie del movimento politico winaq, fondato dalla premio nobel per la pace rigoberta menchú, nelle parole della sua segretaria generale e parlamentare. dalle tragedie del passato alle ingiustizie di oggi, un punto di vista per la lotta contro l'imperialismo e per la trasformazione secondo giustizia della società.
di alessio arena 02/08/2020.
che la regione centroamericana sia una delle più piagate al mondo dall'ingiustizia, dalla miseria, dallo sfruttamento e dalla negazione sistematica della dignità e dei diritti degli esseri umani e dei popoli, è cosa nota. il guatemala ne è un esempio. teatro negli anni '50 di uno dei primi esperimenti progressisti latinoamericani, ben presto represso con un cruento colpo di stato organizzato e ispirato dagli stati uniti, il paese è stato retto per decenni da feroci giunte militari. la ferita dello spaventoso genocidio da queste perpetrato ai danni della popolazione, e in particolare dei popoli indigeni, resta indelebile e non rimarginata nella coscienza collettiva. il ritorno alla democrazia formale non ha né messo fine alla violenza, né migliorato le condizioni materiali di vita della popolazione. il nome della premio nobel per la pace guatemalteca rigoberta menchú è diventato in tutto il mondo simbolo delle lotte dei popoli indigeni per la giustizia sociale, la dignità e il riconoscimento.
il conflitto sociale nel guatemala di oggi, pur nella difficoltà che incontra ad esprimersi e a dispetto della repressione di stato e dei numerosi omicidi di dirigenti delle organizzazioni popolari, assume una grande complessità di sfaccettature e investe tutte le aree geografiche e i contesti. la stessa rigoberta menchú è stata tra i fondatori del movimento politico winaq, il cui nome fa riferimento al concetto di essere umano integrale nelle lingue indigene. questa forza politica lotta per la creazione di una società democratica e socialista, umana e con giustizia e opportunità per tutte e tutti.
nell'ambito dell'avvio delle relazioni bilaterali tra fronte popolare e il movimento winaq, di cui siamo onorati, abbiamo intervistato la compagna sonia gutiérrez raguay, segretaria generale del movimento e deputata al congresso della repubblica del guatemala. un confronto intenso e di grande valore tra due esperienze distanti geograficamente e nate in contesti assai differenti, ma animate dalle medesime aspirazioni e dallo stesso, acuto senso dell'imprescindibilità della costruzione di un nuovo internazionalismo per la conquista di un mondo nuovo.
[d] sin dalla deposizione del presidente jacobo árbenz, il guatemala è stato tra i paesi più duramente colpiti dalle politiche imperialiste praticate dagli stati uniti in america centrale, finalizzate a garantire il massimo sfruttamento delle vostre risorse naturali da parte delle grandi multinazionali. qual è la situazione sociale del paese oggi, dopo decenni di queste politiche?
[r] il guatemala, dal 1954 a oggi, ha attraversato due periodi più o meno distinti. il primo, fino al 1985, con governi militari, il secondo, che dura tuttora, denominato era democratica, con governi civili.
nel primo periodo, ogni espressione di malcontento sociale o democratico è stata brutalmente repressa. negli anni '80 l'esercito, sotto la protezione dell'oligarchia e degli stati uniti, ha brutalmente massacrato la popolazione. probabilmente è stato commesso il più grande genocidio nella storia non solo di questo paese, ma di tutta l'america latina. ogni espressione di lotta sociale e popolare è stata messa a tacere dalla forza delle armi. il popolo ha pagato un alto prezzo sociale e umano, con più di 200.000 vittime tra torturati, massacrati e desaparecidos.
con l'inizio del secondo periodo, si pose fine alle dittature militari e al conflitto armato interno con la firma dell' acuerdo de paz firme y duradera (accordo di pace stabile e duratura) nel 1996. durante questo periodo, la repressione e le violazioni dei diritti umani fondamentali sono diminuite in modo significativo. inoltre ciò ha significato l'opportunità di ricostruire la lotta popolare e rendere visibile la continuità delle istanze sociali, politiche e culturali grazie agli effetti della presenza di un attore assai visibile nella resistenza e contro le politiche neoliberiste, che ironicamente hanno cominciato ad accentuarsi in concomitanza con la firma della pace: il movimento indigeno.
con l'indebolimento dello stato, prodotto dei processi neoliberisti, nel contesto dell'aumento sostenuto della popolazione, i governi che si sono succeduti hanno aumentato i privilegi per i settori dominanti, diminuendo allo stesso tempo la loro già limitata capacità di rispondere alle crescenti richieste di una società sempre più diversificata e complessa.
come risultato delle politiche neoliberiste, il guatemala ha vissuto un rapido processo di smantellamento e indebolimento di molte politiche sociali, con la conseguente, crescente incapacità di affrontare i problemi del paese, soprattutto quelli di natura strutturale. come risultato di ciò, persistono indici storici di povertà e di povertà estrema, che vanno dal 50 al 60 per cento della popolazione del paese, l'analfabetismo e la malnutrizione cronica rimangono una realtà per il 60 per cento dei bambini, l'insicurezza alimentare e altri problemi derivanti dall'esclusione, dall'emarginazione e dal razzismo sono in aumento.
anche in ambito sociale ed economico, sebbene il guatemala abbia mantenuto la stabilità macroeconomica, negli ultimi anni il paese ha subito un deterioramento molto grave. i tassi di povertà e di povertà estrema sono aumentati e il cosiddetto sviluppo umano non è riuscito ad accrescere i suoi vergognosi indicatori. l'esclusione sociale è continuata e ha espulso centinaia di migliaia di guatemaltechi dal paese, che alla fine, ironia della sorte, hanno così contribuito in modo significativo a mantenere stabili gli indicatori macroeconomici.
va notato che la situazione sociale, fino a oggi, continua ad essere marcatamente grave nei territori abitati dalle popolazioni indigene. tuttavia è in questi territori che è emerso un movimento che ha segnato la resistenza alle politiche neoliberiste e che ha portato da un lato all'acquisizione di visibilità da parte di un attore sociale e politico relativamente nuovo, e dall'altro alla repressione dello stato e dei poteri economici nei confronti di quell'attore.
insomma, a più di sei decenni dalla controrivoluzione del 1954, la situazione sociale, nonostante la firma dell'accordo di pace, non è cambiata in modo significativo per la maggioranza dei guatemaltechi. inoltre, le cause che hanno dato origine al conflitto armato interno sono ancora latenti.
[d] all'inizio di quest'anno si è insediato il nuovo governo del presidente alejandro giammattei, espressione della destra più ferocemente neoliberista in campo economico e più reazionaria sul terreno democratico e dei diritti civili. su quali forze sociali si fonda questo governo? quali sono gli obiettivi che si fissa nella sua azione?
[r] il guatemala ha iniziato il 2020 con un nuovo governo. questo governo è caratterizzato da una posizione profondamente neoliberista con caratteristiche autoritarie, sotto la guida di un esponente politico sopravvissuto a tre fallimenti elettorali e una vittoria che è il risultato di una situazione segnata dal disincanto e dalla mancanza di credibilità dei dirigenti e dei partiti politici.
..segue ./.
Anche Torino ringrazia Cuba![]() I ringraziamenti fanno piacere ma non bastano: occorre richiedere la cessazione del Blocco degli Stati Unito contro Cuba. di Carmen Oria 01/08/2020 A luglio 2020, per la prima volta nei suoi 132 anni di esistenza, sopra la Mole Antonelliana è stata proiettata una bandiera straniera. Tale monumento - che dal 1889 al 1908 è stato la più alta costruzione in muratura del mondo con un'altezza totale di 167,35 metri - è stato depositario della gratitudine delle autorità torinesi per i servizi di volontariato dei cooperanti cubani della Brigata medica Henry Reeve per sconfiggere il Covid -19 insieme ai loro colleghi italiani. Su uno dei quattro lati della cupola si è potuto leggere il testo "Grazie Cuba", supportato dalle immagini della bandiera nazionale e quella di una stretta di mano a forma di cuore. I 38 membri della brigata - 20 medici e 18 infermieri abilitati provenienti da 12 province cubane, tutti con più di dieci anni di esperienza - hanno lavorato per tre mesi senza interruzioni in un ospedale adattato nel centro di Torino, Officine delle Grandi Riparazioni (OGR), attivato solo per l'emergenza di COVID-19. L'84,2% dei collaboratori che compongono la brigata hanno svolto missioni internazionali, e nel contingente di Henry Reeve, 16 lo hanno fatto in Sierra Leone, Guinea Conakry, Liberia, Figi, Pakistan e Mozambico. I sanitari cubani hanno curato a Torino 177 pazienti nella zona rossa, accumulato un totale di 5.210 ricoveri ospedalieri, 2.918 pazienti trattati e 81.019 procedure infermieristiche, e salvato 21 vite. L'illuminazione eccezionale della Mole viene effettuata per celebrare eventi molto speciali, ed è la prima volta che per l'occasione debutta un’immagine di una bandiera straniera su proposta dei promotori dell'iniziativa: l'Agenzia per gli Scambi Culturali ed Economici con Cuba (AICEC) e l'Ambasciata di Cuba in Italia con il patrocinio della città di Torino e della società elettrica locale IREN. Non basta il ringraziamento, occorre richiedere la cessazione del Blocco degli Stati Unito contro Cuba. Da Potere al Popolo di Torino c’è un contundente messaggio riguardante l’illuminazione della Mole Antonelliana per ringraziare i medici e gli infermieri cubani. Nel testo viene sottolineato il gesto incredibile se visto da paesi capitalisti dove regna il mors tua, vita mea, il si salvi chi può, il prima i nostri (ma ci sarebbe sempre da chiedersi questi nostri chi siano) interessi. Si riconosce il “gesto carino da parte della città di Torino, ma ci piacerebbe – mette in risalto Potere al Popolo – che si andasse oltre i gesti simbolici. Ci piacerebbe, come abbiamo chiesto nella lettera consegnata alla sindaca Chiara Appendino due mesi fa, che chi governa la nostra città prendesse una posizione ferma contro l'embargo violento con cui gli USA vorrebbero strangolare il popolo cubano: significa impossibilità di intrattenere rapporti con altri paesi, difficoltà ad acquistare beni che non possono essere prodotti all'interno del paese, conti all'estero bloccati, significa un popolo costretto a rimanere povero perché ai dominatori del mondo non piace avere un'immagine reale di come potrebbe essere una società più giusta proprio vicino a casa. Un atto di solidarietà, la richiesta della cessazione dell'embargo, che sarebbe dovuto verso chi, nonostante le difficili condizioni nel suo paese, ha saputo costruire un servizio sanitario all'avanguardia e non esita a metterlo a disposizione del mondo intero, compresi quegli Stati Uniti che sono i principali responsabili della povertà di Cuba”. Il contributo di Cuba alla lotta contro il Coronavirus. Ad oggi, 42 brigate del contingente di Henry Reeve sono partite da Cuba per 35 Paesi, di cui 39 sono ancora attive in 33 nazioni. Queste 39 Brigate, che comprendono 3.284 professionisti, sono composte attualmente da 1.637 collaboratori che trattano i casi positivi del COVID-19; di questi, 1.338 sono in zone rosse e 85 nei centri di isolamento. Hanno curato un totale di 218.715 pazienti, salvato 7.529 vite e riportato 912 decessi. Nelle 58 brigate mediche dispiegate in vari Paesi, che già lavoravano insieme prima della pandemia, 925 collaboratori stanno trattando casi confermati di COVID-19, 638 nella zona rossa e 71 nei centri di isolamento. Hanno curato 74.595 pazienti, con 13.338 vite salvate e 2.854 morti. I medici cubani sono stati salutati in Italia "con grande riconoscimento e grande apprezzamento", ha spiegato l'Ambasciatore cubano a Roma, José Carlos Rodríguez Ruíz. Al capo della Brigata, il dottor Julio Guerra Izquierdo è stata concessa la cittadinanza onoraria di Torino. Per quanto riguarda la situazione a Cuba, secondo le autorità, la chiave del successo nell'affrontare una malattia divenuta pandemia con 14.971.036 casi confermati nel mondo dall'inizio dell'epidemia e 618.017 morti è stata l'implementazione di una strategia globale che combina la sorveglianza epidemiologica attiva, le misure di isolamento della popolazione - anche se senza quarantena, tranne dove si sono verificati eventi di trasmissione localizzati - l'ammissione obbligatoria di sintomi, contatti e sospetti (anche asintomatici) e le cure mediche che non hanno risparmiato le risorse a loro disposizione per la cura dei malati. E all'interno di queste risorse, i prodotti cubani di biotecnologia sono stati protagonisti indiscussi. Italia e Cuba, Cuba e l’Italia sempre unite per le relazioni storicamente ancestrali! La voce del Guatemala che lotta: intervista a Sonia Gutiérrez Raguaydi Alessio Arena 02/08/2020 |
![]() Che la regione centroamericana sia una delle più piagate al mondo dall'ingiustizia, dalla miseria, dallo sfruttamento e dalla negazione sistematica della dignità e dei diritti degli esseri umani e dei popoli, è cosa nota. Il Guatemala ne è un esempio. Teatro negli anni '50 di uno dei primi esperimenti progressisti latinoamericani, ben presto represso con un cruento colpo di Stato organizzato e ispirato dagli Stati Uniti, il paese è stato retto per decenni da feroci giunte militari. La ferita dello spaventoso genocidio da queste perpetrato ai danni della popolazione, e in particolare dei popoli indigeni, resta indelebile e non rimarginata nella coscienza collettiva. Il ritorno alla democrazia formale non ha né messo fine alla violenza, né migliorato le condizioni materiali di vita della popolazione. Il nome della Premio Nobel per la Pace guatemalteca Rigoberta Menchú è diventato in tutto il mondo simbolo delle lotte dei popoli indigeni per la giustizia sociale, la dignità e il riconoscimento. Il conflitto sociale nel Guatemala di oggi, pur nella difficoltà che incontra ad esprimersi e a dispetto della repressione di stato e dei numerosi omicidi di dirigenti delle organizzazioni popolari, assume una grande complessità di sfaccettature e investe tutte le aree geografiche e i contesti. La stessa Rigoberta Menchú è stata tra i fondatori del Movimento politico Winaq, il cui nome fa riferimento al concetto di essere umano integrale nelle lingue indigene. Questa forza politica lotta per la creazione di una società democratica e socialista, umana e con giustizia e opportunità per tutte e tutti. Nell'ambito dell'avvio delle relazioni bilaterali tra Fronte Popolare e il Movimento Winaq, di cui siamo onorati, abbiamo intervistato la compagna Sonia Gutiérrez Raguay, segretaria generale del Movimento e deputata al Congresso della Repubblica del Guatemala. Un confronto intenso e di grande valore tra due esperienze distanti geograficamente e nate in contesti assai differenti, ma animate dalle medesime aspirazioni e dallo stesso, acuto senso dell'imprescindibilità della costruzione di un nuovo internazionalismo per la conquista di un mondo nuovo. [D] Sin dalla deposizione del Presidente Jacobo Árbenz, il Guatemala è stato tra i paesi più duramente colpiti dalle politiche imperialiste praticate dagli Stati Uniti in America centrale, finalizzate a garantire il massimo sfruttamento delle vostre risorse naturali da parte delle grandi multinazionali. Qual è la situazione sociale del paese oggi, dopo decenni di queste politiche? [R] Il Guatemala, dal 1954 a oggi, ha attraversato due periodi più o meno distinti. Il primo, fino al 1985, con governi militari, il secondo, che dura tuttora, denominato era democratica, con governi civili. Nel primo periodo, ogni espressione di malcontento sociale o democratico è stata brutalmente repressa. Negli anni '80 l'esercito, sotto la protezione dell'oligarchia e degli Stati Uniti, ha brutalmente massacrato la popolazione. Probabilmente è stato commesso il più grande genocidio nella storia non solo di questo Paese, ma di tutta l'America Latina. Ogni espressione di lotta sociale e popolare è stata messa a tacere dalla forza delle armi. Il popolo ha pagato un alto prezzo sociale e umano, con più di 200.000 vittime tra torturati, massacrati e desaparecidos. Con l'inizio del secondo periodo, si pose fine alle dittature militari e al conflitto armato interno con la firma dell' Acuerdo de Paz Firme y Duradera (Accordo di pace stabile e duratura) nel 1996. Durante questo periodo, la repressione e le violazioni dei diritti umani fondamentali sono diminuite in modo significativo. Inoltre ciò ha significato l'opportunità di ricostruire la lotta popolare e rendere visibile la continuità delle istanze sociali, politiche e culturali grazie agli effetti della presenza di un attore assai visibile nella resistenza e contro le politiche neoliberiste, che ironicamente hanno cominciato ad accentuarsi in concomitanza con la firma della pace: il movimento indigeno. Con l'indebolimento dello Stato, prodotto dei processi neoliberisti, nel contesto dell'aumento sostenuto della popolazione, i governi che si sono succeduti hanno aumentato i privilegi per i settori dominanti, diminuendo allo stesso tempo la loro già limitata capacità di rispondere alle crescenti richieste di una società sempre più diversificata e complessa. Come risultato delle politiche neoliberiste, il Guatemala ha vissuto un rapido processo di smantellamento e indebolimento di molte politiche sociali, con la conseguente, crescente incapacità di affrontare i problemi del paese, soprattutto quelli di natura strutturale. Come risultato di ciò, persistono indici storici di povertà e di povertà estrema, che vanno dal 50 al 60 per cento della popolazione del paese, l'analfabetismo e la malnutrizione cronica rimangono una realtà per il 60 per cento dei bambini, l'insicurezza alimentare e altri problemi derivanti dall'esclusione, dall'emarginazione e dal razzismo sono in aumento. Anche in ambito sociale ed economico, sebbene il Guatemala abbia mantenuto la stabilità macroeconomica, negli ultimi anni il Paese ha subito un deterioramento molto grave. I tassi di povertà e di povertà estrema sono aumentati e il cosiddetto sviluppo umano non è riuscito ad accrescere i suoi vergognosi indicatori. L'esclusione sociale è continuata e ha espulso centinaia di migliaia di guatemaltechi dal paese, che alla fine, ironia della sorte, hanno così contribuito in modo significativo a mantenere stabili gli indicatori macroeconomici. Va notato che la situazione sociale, fino a oggi, continua ad essere marcatamente grave nei territori abitati dalle popolazioni indigene. Tuttavia è in questi territori che è emerso un movimento che ha segnato la resistenza alle politiche neoliberiste e che ha portato da un lato all'acquisizione di visibilità da parte di un attore sociale e politico relativamente nuovo, e dall'altro alla repressione dello Stato e dei poteri economici nei confronti di quell'attore. Insomma, a più di sei decenni dalla controrivoluzione del 1954, la situazione sociale, nonostante la firma dell'accordo di pace, non è cambiata in modo significativo per la maggioranza dei guatemaltechi. Inoltre, le cause che hanno dato origine al conflitto armato interno sono ancora latenti. [D] All'inizio di quest'anno si è insediato il nuovo governo del presidente Alejandro Giammattei, espressione della destra più ferocemente neoliberista in campo economico e più reazionaria sul terreno democratico e dei diritti civili. Su quali forze sociali si fonda questo governo? Quali sono gli obiettivi che si fissa nella sua azione? [R] Il Guatemala ha iniziato il 2020 con un nuovo governo. Questo governo è caratterizzato da una posizione profondamente neoliberista con caratteristiche autoritarie, sotto la guida di un esponente politico sopravvissuto a tre fallimenti elettorali e una vittoria che è il risultato di una situazione segnata dal disincanto e dalla mancanza di credibilità dei dirigenti e dei partiti politici. ..segue ./.
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