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La VOCE 2003 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°7 | marzo 2003 | PAGINA - 43 |
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in quanto espressione di civiltà e di carattere la danza varia da popolo a popolo e da secolo a secolo.
la danza è intimamente legata alle prime espressioni ritmiche, in quanto le facilita: si suppone che l'uomo primitivo accompagnasse le sue nenie e cantilene (espressioni di gioia, di passionalità ecc.) prima con il battito delle mani e poi con rudimentali strumenti a percussione, associandovi la mimica che eseguiva con le braccia e muovendo ritmicamante le gambe.
parte seconda - 2.
storia della musica antica.
la storia della musica occidentale si differenzia dalla storia della musica orientale fin da quando i greci (pitagora) l'ha codificata.
accenniamo soltanto che la musica cinese si avvalse fin dai tempi più antichi di particolari e molto soffisticati strumenti musicali (che in parte sono ancora coltivati dai giovani studenti anche nelle aree limitrofe alla cina e che sono difficilissimi da suonare). un insieme di reperti archeologici ci fornisce evidenze di un repertorio musicale ben sviluppato fin dalla dinastia zhou (xii sec. p.e.v.). gli strumenti musicali erano costruiti con argilla, pietra, legno, bambù, seta, metallo, zucca e pelle. tradizionalmente in cina si fa risalire l'origine della musica a fattori cosmologici (come vedremo in questo per nulla originali rispetto ai greci: pitagora) e astrologici.
i cinesi riconoscono che l'origine della musica sia dovuta a tre imperatori leggendari: fu xi (inventore del guqin, una specie di cetra, e del li ben, del porre le basi musicali), huangdi (inventore della musica xian shi, ossia del benessere universale) e shun (inventore del paixiao, una specie di flauto di pan a 14 canne, lo sheng, un complicatissimo strumento ad ancia che appartiene alla famiglia degli organi a bocca, e la musica da shao, ossia della grande concordia). inoltre ling lun, ministro dell'imperatore giallo, costrui flauti di bambù che riproducevano i suoni fondamentali (huang-kong): egli elaborò 12 suoni base di imitazione degli uccelli, fra i quali quello della fenice maschio e femmina.
naturalmente con il passare dei secoli la musica cinese è entrata in contatto ed ha subito il fascino della la musica coreana, indiana e persiana, e infine naturalmente con la musica occidentale, però sostanzialmente la musica tradizionale cinese che si è evoluta a sua volta è tutt'ora oggetto di studio nei loro conservatori, assieme alla musica occidentale.
la musica mediorientale ed in particolare araba ha influenzato anche l'estremo oriente ed è stata adottata per lungo tempo ad esempio in giappone.
quella che a noi occidentali sembra una nenia perché il nostro orecchio non è abituato a valutare i quarti di tono (nonostante tutti gli studi microtonali effettuati anche in occidente, che però non hanno avuto diffusione pubblica paragonabile alla musica semitonale), comporta come conseguenza che ad un orecchio orientale la nostra musica appaia piuttosto grezza, non sufficientemente raffinata.
attualmente uno dei migliori pianisti del mondo, o forse proprio il migliore è un pianista cinese: lang lang.
merita un accenno anche la musica indiana per la particolare caraterizzazione e l'influenza avuto nel mondo orientale.
la musica indiana classica si divide in due filoni, uno al nord (la musica indostana: hindustani) e uno al sud (musica carnatica: karnàtak).
la musica classica indiana è di tipo monofonico ed è quindi basata su di una singola linea melodica. lo spettacolo di una composizione comincia con gli interpreti che escono in un ordine prestabilito: prima lo strumento solista, poi il cantante e quindi i musicisti ed i percussionisti. i musicisti cominciano l'accordatura dei loro strumenti e questo processo spesso si mescola impercettibilmente all'inizio della musica.
gli strumenti musicali indiani usati nell'esecuzione della musica classica sono la vina (strumento antichissimo a corde pizzicate), strumenti a percussione dell'india meridionale ( il mridangam e il kanjira) e dell'india settentrionale (la tabla e il pakhawaj), il tamburo, il flauto, il sitar (strumento a 3 corde probabilmente importato dalla persia, il sarod (india del nord), il gottuvadyam (tipo di vina dell'idia del sud), il violino (usato principalmente nel sud), la sarangi (strumento ad arco, india del nord), il santur (simile a un cimbalom, ossia strumenti a corde pizzicate india del nord) e la chitarra indiana (una modifica della chitarra occidentale che viene suonata nello stile della slide guitar, lo strumento che viene fatto scivolare sulle corde per ottenere questo effetto).
suonatori di tabla, un tipo di percussione, cominciano a colpire i bordi con un mazzuolo per assicurarsi che lo strumento sia accordato con il solista. fondamentale è il tambura (chiamato anche tanpura) che tiene il bordone (effetto armonico o monofonico di accompagnamento, in cui una nota o un accordo sono suonati in modo continuo per buona parte o per l'intera composizione). questo compito è solitamente affidato ad un allievo del solista.
ravi shankar, è uno dei più grandi sitaristi della seconda metà del xx secolo, fin dal 1959 intraprese molte tournée in europa e in nord america, partecipando anche al celebre festival di woodstock e contribuendo alla diffusione degli strumenti tradizionali indiani nella musica pop.
..segue nell'inserto arte del prossimo mese ./.
In quanto espressione di civiltà e di carattere la danza varia da popolo a popolo e da secolo a secolo.
La danza è intimamente legata alle prime espressioni ritmiche, in quanto le facilita: si suppone che l'uomo primitivo accompagnasse le sue nenie e cantilene (espressioni di gioia, di passionalità ecc.) prima con il battito delle mani e poi con rudimentali strumenti a percussione, associandovi la mimica che eseguiva con le braccia e muovendo ritmicamante le gambe. PARTE SECONDA - 2.STORIA DELLA MUSICA ANTICA La storia della musica occidentale si differenzia dalla storia della musica orientale fin da quando i Greci (Pitagora) l'ha codificata.Musica cinese Accenniamo soltanto che la musica cinese si avvalse fin dai tempi più antichi di particolari e molto soffisticati strumenti musicali (che in parte sono ancora coltivati dai giovani studenti anche nelle aree limitrofe alla Cina e che sono difficilissimi da suonare). Un insieme di reperti archeologici ci fornisce evidenze di un repertorio musicale ben sviluppato fin dalla dinastia Zhou (XII sec. p.e.v.). Gli strumenti musicali erano costruiti con argilla, pietra, legno, bambù, seta, metallo, zucca e pelle. Tradizionalmente in Cina si fa risalire l'origine della musica a fattori cosmologici (come vedremo in questo per nulla originali rispetto ai Greci: Pitagora) e astrologici. I Cinesi riconoscono che l'origine della musica sia dovuta a tre imperatori leggendari: Fu Xi (inventore del guqin, una specie di cetra, e del li ben, del porre le basi musicali), Huangdi (inventore della musica xian shi, ossia del benessere universale) e Shun (inventore del paixiao, una specie di flauto di Pan a 14 canne, lo sheng, un complicatissimo strumento ad ancia che appartiene alla famiglia degli organi a bocca, e la musica da shao, ossia della grande concordia). Inoltre Ling Lun, ministro dell'Imperatore Giallo, costrui flauti di bambù che riproducevano i suoni fondamentali (huang-kong): egli elaborò 12 suoni base di imitazione degli uccelli, fra i quali quello della fenice maschio e femmina. Naturalmente con il passare dei secoli la musica cinese è entrata in contatto ed ha subito il fascino della la musica coreana, indiana e persiana, e infine naturalmente con la musica occidentale, però sostanzialmente la musica tradizionale cinese che si è evoluta a sua volta è tutt'ora oggetto di studio nei loro conservatori, assieme alla musica occidentale. La musica mediorientale ed in particolare araba ha influenzato anche l'estremo oriente ed è stata adottata per lungo tempo ad esempio in Giappone. |
Quella che a noi occidentali sembra una nenia perché il nostro orecchio non è abituato a valutare i quarti di tono (nonostante tutti gli studi microtonali effettuati anche in occidente, che però non hanno avuto diffusione pubblica paragonabile alla musica semitonale), comporta come conseguenza che ad un orecchio orientale la nostra musica appaia piuttosto grezza, non sufficientemente raffinata.
Attualmente uno dei migliori pianisti del mondo, o forse proprio il migliore è un pianista cinese: Lang Lang. Musica indiana Merita un accenno anche la musica indiana per la particolare caraterizzazione e l'influenza avuto nel mondo orientale. La musica indiana classica si divide in due filoni, uno al nord (la musica indostana: Hindustani) e uno al sud (musica carnatica: Karnàtak). La musica classica indiana è di tipo monofonico ed è quindi basata su di una singola linea melodica. Lo spettacolo di una composizione comincia con gli interpreti che escono in un ordine prestabilito: prima lo strumento solista, poi il cantante e quindi i musicisti ed i percussionisti. I musicisti cominciano l'accordatura dei loro strumenti e questo processo spesso si mescola impercettibilmente all'inizio della musica. Gli strumenti musicali indiani usati nell'esecuzione della musica classica sono la vina (strumento antichissimo a corde pizzicate), strumenti a percussione dell'India meridionale ( il mridangam e il kanjira) e dell'India settentrionale (la tabla e il pakhawaj), il tamburo, il flauto, il sitar (strumento a 3 corde probabilmente importato dalla Persia, il sarod (India del Nord), il gottuvadyam (tipo di vina dell'Idia del Sud), il violino (usato principalmente nel Sud), la sarangi (strumento ad arco, India del Nord), il santur (simile a un cimbalom, ossia strumenti a corde pizzicate India del Nord) e la chitarra indiana (una modifica della chitarra occidentale che viene suonata nello stile della slide guitar, lo strumento che viene fatto scivolare sulle corde per ottenere questo effetto). Suonatori di tabla, un tipo di percussione, cominciano a colpire i bordi con un mazzuolo per assicurarsi che lo strumento sia accordato con il solista. Fondamentale è il tambura (chiamato anche tanpura) che tiene il bordone (effetto armonico o monofonico di accompagnamento, in cui una nota o un accordo sono suonati in modo continuo per buona parte o per l'intera composizione). Questo compito è solitamente affidato ad un allievo del solista. ![]() ..segue nell'inserto Arte del prossimo mese ./.
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