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La VOCE 2001

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La VOCE ANNO XXII N°5

gennaio 2020

PAGINA 4         - 20

segue da pag.19: díaz-canel: lottiamo uniti per un mondo migliore, che è possibile, giusto e necessario! in nome di cuba ratifichiamo anche che continueremo ad essere fermi e leali rivoluzionari, degni dei nostri padri e che non cederemo un millimetro in difesa dell’indipendenza, la sovranità, la giustizia sociale. non rinunceremo alla solidarietà con i popoli che lottano e resistono. lottiamo uniti per un mondo migliore che è possibile, giusto e necessario. hasta la victoria siempre! (ovazione). (versione stenografica – presidenza della repubblica/ traduzione gioia minuti). premio nobel perez esquivel dà il benvenuto ad evo morales in argentina buenos aires, 12 dic (prensa latina) il premio nobel della pace, adolfo perez esquivel, con vari dirigenti politici dell’argentina, ha dato il benvenuto nel paese sud-americano al mandatario legalmente eletto in bolivia, evo morales, che ha chiesto la condizione di rifugiato. “benvenuto caro fratello evo morales”. “il nostro paese non è neutrale né complice con la dittatura criminale che oggi controlla bolivia. i problemi delle democrazie si risolvono con più democrazia, non con l'organizzazione degli stati americani (osa)”, ha sentenziato il famoso difensore dei diritti umani nel suo account nella rete sociale twitter. arrivato questo giovedì in mattinata a buenos aires, morales ha ringraziato messico ed argentina per l'appoggio e la solidarietà che hanno permesso salvargli la vita. “un mese fa sono arrivato in messico, paese fratello che ci ha salvato la vita, ero triste e distrutto. ora arrivo in argentina, per continuare a lottare per i più umili e per unire la patria grande, sono forte ed animato. ringrazio messico ed argentina per tutto il loro appoggio e solidarietà”, ha affermato. il legittimo presidente boliviano ha ringraziato il presidente andres lopez obrador, il suo paese ed il suo governo. evo, insieme al suo vicepresidente alvaro garcia linera, il cancelliere legittimo diego pary e le ministre, gabriela montaño ed amanda davila hanno chiesto oggi rifugio in argentina dopo il golpe di stato nel loro paese. ig/may. programma tra le linee: donald trump e la sua democrazia. il «sogno americano», l’idea che negli stati uniti la gente può fare carriera con i propri meriti oggi giorno è “una farsa”, assicura l’economista e filosofo daniel markovits. programma entre linee: donald trump e la sua democrazia. photo: internet. anche se nel decennio dei ’70 sembrava che fosse così, le crisi economiche mondiali come quelle del 2009 hanno accentuato le disuguaglianze. «gli stati uniti di fatto sono diventati una gerarchia di classe molto rigida e selettiva nella quale le cupole segregano il resto della società», segnala markovits. i bambini delle famiglie meno favorite non possono accedere a buone scuole anche se mostrano meriti intellettuali più che sufficienti. non poter accedere a scuole d’elite fa sì che poi diventa sempre più difficile accedere agli impieghi meglio pagati, dato che i laureati di queste università prestigiose sono i preferiti nella “meritocrazia”. «la disuguaglianza economica sta producendo una maggior differenza nella resa scolastica della segregazione razziale nel suo momento. questo è nuovo, ed è un forte impatto» dice l’economista, riferendosi alla segregazione scolastica proibita nel 1954. ( gm – granma int.). cuba vuole una relazione civile con gli stati uniti ma è anche pronta per un’eventuale rottura il direttore generale per gli stati uniti della cancelleria di cuba, carlos fernández de cossío, ha avvertito su un aggravamento delle tensioni tra i due paesi per l’aggressività delle persone incaricate della politica estera statunitense. avvertono su un possibile aggravamento delle tensioni tra cuba e gli usa. photo: internet. in un’intervista all’agenzia france-presse (afp), il diplomatico cubano ha detto che coloro che applicano la politica degli stati uniti verso l’emisfero occidentale sono persone con condotte e posizioni estreme e aggressive verso l’isola. ha poi segnalato che il loro impegno è provocare la rottura di tutti i vincoli e la chiusura dell’ambasciata de l’avana e di washington. fernández de cossío ha chiarito che le autorità cubane non desiderano un’eventualità come questa e non l’hanno provocata, ma ha affermato: «siamo pronti e preparati per questo». poi ha ratificato la diposizione cubana di costruire una relazione rispettosa e civile con gli stati uniti ed ha assicurato che l’annuncio realizzato il 17 dicembre del 2014 dai due ex presidenti, il cubano raúl castro e lo statunitense barack obama, era stato emozionante e pieno di speranza per il popolo cubano, in uno storico avvicinamento tra i due paesi.
photo: internet. «senza dubbio, ha segnalato, cinque anni dopo il cammino percorso ha un bilancio contraddittorio perchè - ha segnalato - dalla nomina di donald trump alla presidenza della casa bianca i vincoli hanno ricevuto una secchiata gélida». le facilità di viaggio e di commercio tra cuba e gli stati uniti, l’apertura di comunicazioni telefoniche dirette e la visita di obama a l’avana marcarono i due primi anni di negoziati, che ha considerato positivi. secondo il direttore generale per gli stati uniti della cancelleria cubana, c’è stata un’erosione progressiva negli ultimi tre anni sino ad oggi, con la dichiarata aggressività di washington contro cuba. in accordo con le dichiarazioni del diplomatico cubano a afp, il blocco che gli stati uniti mantengono da più di mezzo secolo contro la nazione dei caraibi è una limitazione a un progresso sostenibile a favore della relazione bilaterale che, ha assicurato, sta a un punto molto basso. ugualmente ha considerato come una misura davvero drastica le azioni del governo statunitense per impedire l’entrata di combustibile a cuba e ha denunciato la persecuzione della collaborazione medica cubana nel mondo come misura di pressione. il diplomatico ha definito “totalmente ipocriti” gli argomenti relazionati ai diritti umani nell’isola e all’appoggio al governo del presidente del venezuela, nicolás maduro, che l’amministrazione di trump usa per criticare l’avana. fernández de cossío ha reiterato la solidarietà del suo paese all’esecutivo bolivariano e ha respinto, perchè false, le dichiarazioni su una presunta presenza di 25mila soldati cubani nella nazione sudamericana.( prensa latina/ gm – granma int.). quattro milioni di turisti in cuba, la cifra che gli usa si ostinano a non far aumentare. nonostante l’indurimento del blocco e le misure dell’amministrazione trump, cuba pensa di ricevere quest’anno circa 4 milioni trecentomila visitatori. photo: jose m. correa «nonostante l’indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario degli stati uniti contro il nostro paese, che colpisce direttamente lo sviluppo del turismo, l’11 dicembre siamo arrivati a quattro milioni di visitatori internazionali e ne aspettiamo di più», ha scritto nel suo account di twitter, manuel marrero cruz, ministro di questo settore strategico nel piano di sviluppo della nazione, che è sempre il più dinamico e che apporta di più all’economia. nè l’aberrante sospensione della destinazione cuba alle navi da crociera delle compagnie statunitensi, nè l’eliminazione delle linee aeree di questo paese dei voli per nove destinazioni dell’isola grande delle antille, veto entrato in vigore il 10 dicembre, giorno universale dei diritti umani, né la persecuzione finanziaria e l’applicazione di multe agli investitori in cuba hanno potuto sconfiggere la preferenza di visitare una terra ospitale, sicura, allegra, dove la pace è una garanzia. il turismo mostra i progressi dell’investimento straniero nel paese, sfera nella quale sino al mese d’aprile scorso si contava con 97 contratti d’amministrazione e commercio alberghiero e un contatto d’amministrazione straniera. (gm granma int.). la sorpresa che dà il popolo cubano di giorno in giorno. dichiarazione della uneac - autore: granma | internet@granma.cu - 11 dicembre 2019 08:12:53. da un tempo a questa parte lo scrittore peruviano-spagnolo mario vargas llosa detta ricette, in spazi alla sua portata su qual è il regime politico perfetto in america latina. per lui ovviamente tutto passa per la democrazia elettorale guidata dalle leggi dell’offerta e la domanda, le regole del neoliberalismo e una cattiva manipolazione dell’opinione pubblica. nemmeno una linea sulle proteste in cile, colombia e brasile. lo scrittore preferisce guardare il silenzio complice in questi casi. la più recente diatriba contro i popoli di nuestra america ha avuto come cassa di risonaza un intervento trasmesso da un canale di televisione degli stati uniti, disegnato specialmente per cuba con fini sovversivi. nell’intervista replicata da media molto influenti della regione si ripete nuovamente che venezuela e cuba sono colpevoli delle attuali proteste sociali del continente. ha il colpo di stato contro il presidente boliviano evo morales come «una dimostrazione che uno può liberarsi dalla cattiva influenza di venezuela, cuba, e nicaragua». evidentemente, vargas llosa non ci conosce. da tropo tempo ha perso la nozione della realtà di quanto avviene tra di noi. cerca di stimolare con un vergognoso e delirante presagio: l’iniziativa di un sollevamento interno che avrebbe ovviamente l’appoggio dell’impero e dei suoi alleati. augura che «in qualsiasi momento il popolo cubano ci farà una sorpresa». offensiva e calunniosa profezia. la «sorpresa» che il popolo cubano offre oggi giorno è quella d’essere più rivoluzionario, più fermo, più creativo, più solidale, più socialista, più degno quella d’essere ogni giorno più unito attorno agli ideali di martí e de fidel. l’avanguardia del movimento artistico e letterario cubano condanna categoricamente gli insulti e le falsità che il signor vargas llosa propala senza nemmeno arrossire. assieme al suo ben guadagnato riconoscimento letterario avrà senza dubbio un posto «nella storia universale dell’infamia». presidenza della uneac. ( gm –granma int.).
Segue da Pag.19: Díaz-Canel: Lottiamo uniti per un mondo migliore, che è possibile, giusto e necessario!

In nome di Cuba ratifichiamo anche che continueremo ad essere fermi e leali rivoluzionari, degni dei nostri padri e che non cederemo un millimetro in difesa dell’indipendenza, la sovranità, la giustizia sociale. Non rinunceremo alla solidarietà con i popoli che lottano e resistono.

Lottiamo uniti per un mondo migliore che è possibile, giusto e necessario.

Hasta la victoria siempre! (Ovazione).

(Versione Stenografica – Presidenza della Repubblica/ Traduzione Gioia Minuti)

Premio Nobel Perez Esquivel dà il benvenuto ad Evo Morales in Argentina

Buenos Aires, 12 dic (Prensa Latina) Il Premio Nobel della Pace, Adolfo Perez Esquivel, con vari dirigenti politici dell’Argentina, ha dato il benvenuto nel paese sud-americano al mandatario legalmente eletto in Bolivia, Evo Morales, che ha chiesto la condizione di rifugiato.

“Benvenuto caro fratello Evo Morales”. “Il nostro paese non è neutrale né complice con la dittatura criminale che oggi controlla Bolivia. I problemi delle democrazie si risolvono con più democrazia, non con l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA)”, ha sentenziato il famoso difensore dei diritti umani nel suo account nella rete sociale Twitter.

Arrivato questo giovedì in mattinata a Buenos Aires, Morales ha ringraziato Messico ed Argentina per l'appoggio e la solidarietà che hanno permesso salvargli la vita.

“Un mese fa sono arrivato in Messico, paese fratello che ci ha salvato la vita, ero triste e distrutto. Ora arrivo in Argentina, per continuare a lottare per i più umili e per unire la Patria Grande, sono forte ed animato. Ringrazio Messico ed Argentina per tutto il loro appoggio e solidarietà”, ha affermato.

Il legittimo presidente boliviano ha ringraziato il presidente Andres Lopez Obrador, il suo paese ed il suo Governo.

Evo, insieme al suo vicepresidente Alvaro Garcia Linera, il cancelliere legittimo Diego Pary e le ministre, Gabriela Montaño ed Amanda Davila hanno chiesto oggi rifugio in Argentina dopo il golpe di Stato nel loro paese.

Ig/may

Programma Tra le Linee:
Donald Trump e la sua democrazia

Il «sogno americano», l’idea che negli Stati Uniti la gente può fare carriera con i propri meriti oggi giorno è “una farsa”, assicura l’economista e filosofo Daniel Markovits.

Programma Entre Linee: Donald Trump e la sua democrazia. Photo: Internet

Anche se nel decennio dei ’70 sembrava che fosse così, le crisi economiche mondiali come quelle del 2009 hanno accentuato le disuguaglianze.

«Gli Stati Uniti di fatto sono diventati una gerarchia di classe molto rigida e selettiva nella quale le cupole segregano il resto della società», segnala Markovits.

I bambini delle famiglie meno favorite non possono accedere a buone scuole anche se mostrano meriti intellettuali più che sufficienti.

Non poter accedere a scuole d’elite fa sì che poi diventa sempre più difficile accedere agli impieghi meglio pagati, dato che i laureati di queste università prestigiose sono i preferiti nella “meritocrazia”.

«La disuguaglianza economica sta producendo una maggior differenza nella resa scolastica della segregazione razziale nel suo momento. Questo è nuovo, ed è un forte impatto» dice l’economista, riferendosi alla segregazione scolastica proibita nel 1954. ( GM – Granma Int.)

Cuba vuole una relazione civile con gli Stati Uniti ma è anche pronta per un’eventuale rottura

Il direttore generale per gli Stati Uniti della Cancelleria di Cuba, Carlos Fernández de Cossío, ha avvertito su un aggravamento delle tensioni tra i due paesi per l’aggressività delle persone incaricate della politica estera statunitense.

Avvertono su un possibile aggravamento delle tensioni tra Cuba e gli USA. Photo: Internet

In un’intervista all’Agenzia France-Presse (AFP), il diplomatico cubano ha detto che coloro che applicano la politica degli Stati Uniti verso l’emisfero occidentale sono persone con condotte e posizioni estreme e aggressive verso l’Isola.

Ha poi segnalato che il loro impegno è provocare la rottura di tutti i vincoli e la chiusura dell’ambasciata de L’Avana e di Washington.

Fernández de Cossío ha chiarito che le autorità cubane non desiderano un’eventualità come questa e non l’hanno provocata, ma ha affermato:

«Siamo pronti e preparati per questo».

Poi ha ratificato la diposizione cubana di costruire una relazione rispettosa e civile con gli Stati Uniti ed ha assicurato che l’annuncio realizzato il 17 dicembre del 2014 dai due ex presidenti, il cubano Raúl Castro e lo statunitense Barack Obama, era stato emozionante e pieno di speranza per il popolo cubano, in uno storico avvicinamento tra i due paesi.


Photo: Internet

«Senza dubbio, ha segnalato, cinque anni dopo il cammino percorso ha un bilancio contraddittorio perchè - ha segnalato - dalla nomina di Donald Trump alla presidenza della Casa Bianca i vincoli hanno ricevuto una secchiata gélida».

Le facilità di viaggio e di commercio tra Cuba e gli Stati Uniti, l’apertura di comunicazioni telefoniche dirette e la visita di Obama a L’Avana marcarono i due primi anni di negoziati, che ha considerato positivi.

Secondo il direttore generale per gli Stati Uniti della Cancelleria cubana, c’è stata un’erosione progressiva negli ultimi tre anni sino ad oggi, con la dichiarata aggressività di Washington contro Cuba.

In accordo con le dichiarazioni del diplomatico cubano a AFP, il blocco che gli Stati Uniti mantengono da più di mezzo secolo contro la nazione dei Caraibi è una limitazione a un progresso sostenibile a favore della relazione bilaterale che, ha assicurato, sta a un punto molto basso.

Ugualmente ha considerato come una misura davvero drastica le azioni del governo statunitense per impedire l’entrata di combustibile a Cuba e ha denunciato la persecuzione della collaborazione medica cubana nel mondo come misura di pressione.

Il diplomatico ha definito “totalmente ipocriti” gli argomenti relazionati ai diritti umani nell’isola e all’appoggio al governo del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, che l’amministrazione di Trump usa per criticare L’Avana.

Fernández de Cossío ha reiterato la solidarietà del suo paese all’esecutivo bolivariano e ha respinto, perchè false, le dichiarazioni su una presunta presenza di 25mila soldati cubani nella nazione sudamericana.( Prensa Latina/ GM – Granma Int.)

Quattro milioni di turisti in Cuba, la cifra che gli USA si ostinano a non far aumentare


Nonostante l’indurimento del blocco e le misure dell’amministrazione Trump, Cuba pensa di ricevere quest’anno circa 4 milioni trecentomila visitatori. Photo: Jose M. Correa «Nonostante l’indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro il nostro paese, che colpisce direttamente lo sviluppo del turismo, l’11 dicembre siamo arrivati a quattro milioni di visitatori internazionali e ne aspettiamo di più», ha scritto nel suo account di Twitter, Manuel Marrero Cruz, ministro di questo settore strategico nel Piano di Sviluppo della nazione, che è sempre il più dinamico e che apporta di più all’economia.

Nè l’aberrante sospensione della destinazione Cuba alle navi da crociera delle compagnie statunitensi, nè l’eliminazione delle linee aeree di questo paese dei voli per nove destinazioni dell’Isola grande delle Antille, veto entrato in vigore il 10 dicembre, Giorno Universale dei Diritti Umani, né la persecuzione finanziaria e l’applicazione di multe agli investitori in Cuba hanno potuto sconfiggere la preferenza di visitare una terra ospitale, sicura, allegra, dove la pace è una garanzia.

Il turismo mostra i progressi dell’investimento straniero nel paese, sfera nella quale sino al mese d’aprile scorso si contava con 97 contratti d’amministrazione e commercio alberghiero e un contatto d’amministrazione straniera. (GM Granma Int.)

La sorpresa che dà il popolo cubano di giorno in giorno

Dichiarazione della UNEAC - Autore: Granma | internet@granma.cu - 11 dicembre 2019 08:12:53

Da un tempo a questa parte lo scrittore peruviano-spagnolo Mario Vargas Llosa detta ricette, in spazi alla sua portata su qual è il regime politico perfetto in America Latina. Per lui ovviamente tutto passa per la democrazia elettorale guidata dalle leggi dell’offerta e la domanda, le regole del neoliberalismo e una cattiva manipolazione dell’opinione pubblica. Nemmeno una linea sulle proteste in Cile, Colombia e Brasile. Lo scrittore preferisce guardare il silenzio complice in questi casi.
La più recente diatriba contro i popoli di Nuestra America ha avuto come cassa di risonaza un intervento trasmesso da un canale di televisione degli Stati Uniti, disegnato specialmente per Cuba con fini sovversivi. Nell’intervista replicata da media molto influenti della regione si ripete nuovamente che Venezuela e Cuba sono colpevoli delle attuali proteste sociali del continente. Ha il colpo di Stato contro il Presidente boliviano Evo Morales come «una dimostrazione che uno può liberarsi dalla cattiva influenza di Venezuela, Cuba, e Nicaragua». Evidentemente, Vargas Llosa non ci conosce. Da tropo tempo ha perso la nozione della realtà di quanto avviene tra di noi.
Cerca di stimolare con un vergognoso e delirante presagio: l’iniziativa di un sollevamento interno che avrebbe ovviamente l’appoggio dell’impero e dei suoi alleati. Augura che «in qualsiasi momento il popolo cubano ci farà una sorpresa».
Offensiva e calunniosa profezia. La «sorpresa» che il popolo cubano offre oggi giorno è quella d’essere più rivoluzionario, più fermo, più creativo, più solidale, più socialista, più degno Quella d’essere ogni giorno più unito attorno agli ideali di Martí e de Fidel.
L’avanguardia del movimento artistico e letterario cubano condanna categoricamente gli insulti e le falsità che il signor Vargas Llosa propala senza nemmeno arrossire. Assieme al suo ben guadagnato riconoscimento letterario avrà senza dubbio un posto «nella storia universale dell’infamia».

Presidenza della UNEAC. ( GM –Granma Int.)


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