da hong kong al teatrino della politica italiana.
da molte settimane continuano ad hong kong proteste contro il governo cinese, che spesso assumono caratteri violenti, ma che sono definite dai media occidentali come proteste per la “democrazia”. in realtà si tratta dell’ultimo tentativo di “rivoluzione colorata” organizzato dai servizi segreti occidentali e sostenuto dalle solite ong presunte “umanitarie” finanziate da governi occidentali e da grandi gruppi capitalistici e finanziari. altre manifestazioni dello stesso tenore si sono avute negli ultimi tempi anche a mosca per mettere in difficoltà l’altro grande spauracchio dell’occidente capitalista, dopo la cina: la russia di putin. ma la vicenda di hong kong, dove si vedono manifestanti sventolare bandiere inglesi e statunitensi, assume un carattere particolare se solo si ricorda – come ha fatto l’amico francesco santoianni in un paio di ottimi articoli sull’antidiplomatico(1) - che quel pezzo di territorio cinese era stato strappato alla madrepatria all’epoca delle due famose “guerre dell’oppio”, tra gli anni ’40 e gli anni ’60 dell’800, quando gli inglesi, in veste di narcotrafficanti e colonialisti senza scrupoli, imposero alla cina di acquistare l’oppio da loro prodotto in india. di “rivoluzioni colorate” e colpi di stato mascherati da rivoluzione “democratica” ne abbiamo visti tanti: da quello contro ceausescu nel 1989, giustificato dal finto massacro, mai avvenuto, di timisoara; a quello di belgrado contro milosevic, trascinato davanti al tribunale internazionale dell’aja e poi riconosciuto innocente dopo che era morto in prigione; a quello contro il presidente della costa d’avorio gabgo, anch’egli trascinato di fronte al tribunale dell’aja e poi giudicato innocente (in sordina) dopo 8 anni di ingiusta galera; a quello contro gheddafi, poi barbaramente assassinato, sulla base di presunti massacri di oppositori mai verificatisi; a quello di piazza maidan in ucraina con i cecchini della nato che sparavano sulla folla e contro la polizia per creare l’incidente atto a defenestrare il governo regolarmente eletto; a quello tentato con le stesse modalità, e per fortuna non riuscito, contro il presidente della siria bashar al assad che sta lentamente riprendendo il controllo dell’intero suo paese martoriato da orde di terrorisi eterodiretti. né possiamo dimenticare le guerre scatenate in bosnia, kossovo, iraq, con la scusa di presunti massacri, come quello di racac in kossovo, mai avvenuto, o per la presenza di fantomatiche armi di distruzione di massa in iraq che tutti sapevano non esistere.
questo lungo prologo è per dire che le questioni internazionali, dove assistiamo al forsennato tentativo di un pugno di nazioni ricche, guidate dagli usa, e organizzate da alleanze militari come la nato, di mantenere i loro privilegi imperiali e neo-coloniali a danno dei paesi in via di sviluppo e dei paesi riemergenti – come la russia e la cina – è diventato fondamentale anche per le politiche interne dei vari paesi. i politici locali dei paesi vassalli sono spesso prigionieri di politiche preconfezionate nei veri centri di potere e – per usare un’espressione usata dall’amico fulvio grimaldi nel suo noto controblog(2)- si agitano azzannandosi l’un l’altro come fantocci in un teatrino di “pupi” manovrato da potenti “pupari” più o meno nascosti. in quest’ottica deve essere vista anche la politica italiana. la mossa del presunto “furbo” salvini di far cadere il governo lega-.
cinquestelle, non si deve attribuire solo a quello che sembra essere un azzardo e un errore di valutazione da parte dell’uomo “forte”, montatosi la testa, che avrebbe sottovalutato la possibilità di un’alleanza cinquestelle-pd benedetta da mattarella, che ha i numeri in parlamento per essere votata. bisogna ricordare che il governo giallo-verde - ora caduto - era stato approvato dal consigliere principe di trump, steve bannon. ma al gruppo della destra usa di cui bannon fa parte non deve essere piaciuto l’accordo realizzato tra il governo italiano e la cina sul terminale italiano della via della seta, con relativi investimenti e modernizzazione di porti. questo era stato, insieme al mancato riconoscimento del ridicolo golpista guaidò come presidente del venezuela da parte del governo italiano, uno dei punti in cui i cinquestelle avevano imposto un minimo di indipendenza nazionale, pur nell’ambito di un completo allineamento ai diktat degli usa e della ue (conferma delle sanzioni a russia, siria e iran; approvazione del gasdotto tap voluto dagli usa; rinnovata fedeltà alla nato; timidezza di fronte alle minacce della ue di aprire procedure di infrazione di fronte a pur minime politiche economiche interne di stampo keynesiano di rilancio degli investimenti e di realizzazione di redditi di cittadinanza). alleandosi ora con il pd il movimento fondato da grillo e casaleggio (in cui certamente si nascondono anche settori che guardano sottobanco a washington) finirebbe di perdere l’anima e la faccia. il pd (che da varie parti è definito come il partito più a destra d’italia) è il partito più succubo alle direttive antipopolari della ue, il più fedele alla nato ed il più legato agli ambienti del partito democratico americano, che. in quanto a politiche imperiali e neo-coloniali – è ancora più a destra di trump.
d’altra parte anche le sparate sovraniste di salvini contro la ue lasciano il tempo che trovano, visto che di fatto il nostro non ha mai fatto nulla di concreto per sciogliere il cappio che la ue stringe intorno alla testa della nostra economia, ai diritti e ai salari dei nostri lavoratori. inoltre conta di rinnovare l’alleanza con un partito ormai venduto alla ue come quello di berlusconi. insomma non stiamo bene. pur non avendo ancora indovinato – nel momento in cui scrivo (27 agosto sera) - come andrà a finire, mi sembra che rischiamo di cadere dalla padella nella brace, e poi di nuovo nella padella. per fortuna nel vasto mondo non tutto va male. cina e russia, ed anche tutto sommato l’iran, tengono il punto, pur con qualche tatticismo di troppo. la corea democratica è una roccia impavida. lo yemen resiste. la situazione in siria, libano, iraq, libia migliora o comunque si muove nonostante le minacce di israele e le manovre di usa, francia, uk e delle potenze islamiche come l’arabia saudita. in venezuela i golpisti sono stati sconfitti ed in argentina cristina kirchner è di nuovo sulla cresta dell’onda dopo la vittoria nelle primarie presidenziali. il mondo “…eppur si muove”, come diceva il grande galileo.
f. santoianni, pecorarossa, “hong kong: qualcuno vi ha raccontato …..?”, l’antdiplomatico, 18.08.2019. articoli simili anche su marx21, ecc.
f. grimaldi, controblog, “pupari, pupi, fatine …..”
l. geymonat, “storia del pensiero fil. e sc.”, op. cit. in bibl.
rba, “grandi idee della sc. – boltzmann”, op. cit. in bibl.
DA
HONG KONG AL TEATRINO DELLA POLITICA ITALIANA
Da
molte settimane continuano ad Hong Kong proteste contro il Governo
cinese, che spesso assumono caratteri violenti, ma che sono definite
dai media occidentali come proteste per la “democrazia”. In
realtà si tratta dell’ultimo tentativo di “Rivoluzione Colorata”
organizzato dai servizi segreti occidentali e sostenuto dalle solite
ONG presunte “umanitarie” finanziate da governi occidentali e da
grandi gruppi capitalistici e finanziari. Altre manifestazioni dello
stesso tenore si sono avute negli ultimi tempi anche a Mosca per
mettere in difficoltà l’altro grande spauracchio dell’Occidente
capitalista, dopo la Cina: la Russia di Putin. Ma la vicenda di Hong
Kong, dove si vedono manifestanti sventolare bandiere inglesi e
statunitensi, assume un carattere particolare se solo si ricorda –
come ha fatto l’amico Francesco Santoianni in un paio di ottimi
articoli sull’Antidiplomatico(1)
- che quel pezzo di territorio cinese era stato strappato alla
madrepatria all’epoca delle due famose “Guerre dell’Oppio”,
tra gli anni ’40 e gli anni ’60 dell’800, quando gli Inglesi,
in veste di narcotrafficanti e colonialisti senza scrupoli, imposero
alla Cina di acquistare l’oppio da loro prodotto in India. Di
“Rivoluzioni Colorate” e colpi di stato mascherati da rivoluzione
“democratica” ne abbiamo visti tanti: da quello contro Ceausescu
nel 1989, giustificato dal finto massacro, mai avvenuto, di
Timisoara; a quello di Belgrado contro Milosevic, trascinato davanti
al Tribunale Internazionale dell’Aja e poi riconosciuto innocente
dopo che era morto in prigione; a quello contro il presidente della
Costa d’Avorio Gabgo, anch’egli trascinato di fronte al Tribunale
dell’Aja e poi giudicato innocente (in sordina) dopo 8 anni di
ingiusta galera; a quello contro Gheddafi, poi barbaramente
assassinato, sulla base di presunti massacri di oppositori mai
verificatisi; a quello di Piazza Maidan in Ucraina con i cecchini
della NATO che sparavano sulla folla e contro la Polizia per creare
l’incidente atto a defenestrare il Governo regolarmente eletto; a
quello tentato con le stesse modalità, e per fortuna non riuscito,
contro il Presidente della Siria Bashar Al Assad che sta lentamente
riprendendo il controllo dell’intero suo Paese
martoriato da orde di terrorisi eterodiretti. Né possiamo
dimenticare le guerre scatenate in Bosnia, Kossovo, Iraq, con la
scusa di presunti massacri, come quello di Racac in Kossovo, mai
avvenuto, o per la presenza di fantomatiche armi di distruzione di
massa in Iraq che tutti sapevano non esistere.
Questo
lungo prologo è per dire che le questioni internazionali, dove
assistiamo al forsennato tentativo di un pugno di nazioni ricche,
guidate dagli USA, e organizzate da alleanze militari come la NATO,
di mantenere i loro privilegi
imperiali e neo-coloniali a danno dei paesi in via di sviluppo e dei
paesi riemergenti – come la Russia e la Cina – è diventato
fondamentale anche per le politiche interne dei vari Paesi.
I politici locali dei Paesi
vassalli sono spesso prigionieri di politiche preconfezionate nei
veri centri di potere e – per usare un’espressione usata
dall’amico Fulvio Grimaldi nel suo noto Controblog(2)-
si agitano azzannandosi l’un l’altro
come fantocci in un teatrino
di “pupi” manovrato da potenti “pupari” più o meno nascosti.
In quest’ottica deve essere vista anche la politica italiana. La
mossa del presunto “furbo” Salvini di far cadere il governo
Lega-
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CinqueStelle, non si deve attribuire solo a quello che sembra
essere un azzardo e un errore di valutazione da parte dell’uomo
“forte”, montatosi la testa, che avrebbe sottovalutato la
possibilità di un’alleanza CinqueStelle-PD benedetta da
Mattarella, che ha i numeri in parlamento per essere votata. Bisogna
ricordare che il Governo giallo-verde - ora caduto - era stato
approvato dal consigliere principe di Trump, Steve Bannon. Ma al
gruppo della destra USA di cui Bannon fa parte non deve essere
piaciuto l’accordo realizzato tra
il
Governo Italiano e la Cina sul terminale italiano della Via della
Seta, con relativi investimenti e modernizzazione di porti. Questo
era stato, insieme al mancato riconoscimento del ridicolo golpista
Guaidò come Presidente del Venezuela da parte del Governo Italiano,
uno dei punti in cui i CinqueStelle avevano imposto un minimo di
indipendenza nazionale, pur nell’ambito di un completo allineamento
ai diktat degli USA e della UE (conferma delle sanzioni a Russia,
Siria e Iran; approvazione del gasdotto TAP voluto dagli USA;
rinnovata fedeltà alla NATO; timidezza di fronte alle minacce della
UE di aprire procedure di infrazione di fronte a pur minime politiche
economiche interne di stampo keynesiano di rilancio degli
investimenti e di realizzazione di redditi di cittadinanza).
Alleandosi ora con il PD il movimento fondato da Grillo e Casaleggio
(in cui certamente si nascondono anche settori che guardano
sottobanco a Washington) finirebbe di perdere l’anima e la faccia.
Il PD (che da varie parti è definito come il partito più a destra
d’Italia) è il partito più succubo alle direttive antipopolari
della UE, il più fedele alla NATO ed il più legato agli ambienti
del Partito Democratico americano, che. in quanto a politiche
imperiali e neo-coloniali – è ancora più a destra di Trump.
D’altra
parte anche le sparate sovraniste di Salvini contro la UE lasciano il
tempo che trovano, visto che di fatto il nostro non ha mai fatto
nulla di concreto per sciogliere il cappio che la UE stringe intorno
alla testa della nostra economia, ai diritti e ai
salari dei nostri lavoratori. Inoltre conta di rinnovare l’alleanza
con un partito ormai venduto alla UE come quello di Berlusconi.
Insomma non stiamo bene. Pur non avendo ancora indovinato – nel
momento in cui scrivo (27 agosto sera) - come andrà a finire, mi
sembra che rischiamo di cadere dalla padella nella brace, e poi di
nuovo nella padella. Per fortuna nel vasto mondo non tutto va male.
Cina e Russia, ed anche tutto sommato l’Iran, tengono il punto, pur
con qualche tatticismo di troppo. La Corea Democratica è una roccia
impavida. Lo Yemen resiste. La situazione in Siria, Libano, Iraq,
Libia migliora o comunque si muove nonostante le minacce di Israele e
le manovre di USA, Francia, UK e delle potenze islamiche come
l’Arabia Saudita. In Venezuela i golpisti sono stati sconfitti ed
in Argentina Cristina Kirchner è di nuovo sulla cresta dell’onda
dopo la vittoria nelle primarie presidenziali. Il mondo “…eppur
si muove”, come diceva il grande Galileo.
F.
Santoianni, Pecorarossa, “Hong Kong: qualcuno vi ha raccontato
…..?”, l’Antdiplomatico, 18.08.2019. Articoli simili anche su
Marx21, ecc.
F.
Grimaldi, Controblog, “Pupari, pupi, fatine …..”
L.
Geymonat, “Storia del Pensiero Fil. e Sc.”, op. cit. in bibl.
RBA,
“Grandi Idee della Sc. – Boltzmann”, op. cit. in bibl.
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