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La VOCE 1909

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La VOCE ANNO XXII N°1

settembre 2019

PAGINA 2         - 18

segue da pag.17: la lotta venezuelana. la produzione di petrolio è crollata a 900 mila barili. il blocco rende difficili le transazioni internazionali ed anche le criptovalute sono state bloccate, le imprese pubbliche e private sono duramente colpite non potendo usare il dollaro. dopo la guerra in libia le riserve di quel paese vennero letteralmente rubate, lo stesso è successo con le riserve auree depositate nel regno unito. ancora più grave è però quello che sta succedendo in portogallo dove sono stati bloccati 11 milioni di dollari che servono per pagare il trapianto di midollo osseo di 27 venezuelani ospitati in italia. noi non sappiamo quali siano le idee politiche di queste 27 persone, sicuramente fra di loro ci saranno anche degli oppositori, quello che è certo è che si stanno colpendo degli innocenti e le loro famiglie. su questo chiediamo la massima solidarietà internazionale. nonostante tutte le privazioni imposte dall’imperialismo, qual’ è la ragione principale della resistenza del popolo venezuelano? la forte coscienza antimperialista. la costituzione cubana e italiana a confronto. la più bella costituzione dell’occidente capitalista impallidisce di fronte alla nuova costituzione cubana . di leila cienfuegos e alessandra ciattini 23/06/2019. la repubblica di cuba si è dotata quest’anno di una nuova costituzione. leggerla comparandola con la nostra potrebbe risultare particolarmente arduo per un motivo molto semplice: cuba è un paese socialista che si è ribellato al giogo dello sfruttamento coloniale e imperialista attraverso un processo rivoluzionario sostenuto dal popolo e che, nell’ostilità dell’intero mondo occidentale, porta avanti da 60 anni tale tentativo di rinnovamento sociale; l’italia, al contrario, appartiene alla schiera dei paesi - numericamente piuttosto esigua - che condividono una scelta di campo politico-economica di matrice opposta a quella cubana e che, attraverso il proprio complesso apparato organizzativo, militare ed ideologico, risultano in grado di influire sulle (e spesso determinare fattivamente le) sorti di interi popoli, sulle dinamiche di varia natura a livello mondiale. tanto più distanti appaiono, oggi, le strutture e le scelte dei due paesi, tanto meno c’è da illudersi che la legge di un paese ne contenga e ne esprima in modo completo le effettive dinamiche interne e le tendenze di sviluppo. la legge è la fotografia, parziale in quanto soggiacente ai rapporti di forza, di un dato momento storico. vi è, nell’italia di oggi, un anelito all’attuazione effettiva e completa del dettato costituzionale del 1948 in una fase in cui esso appare sempre più quale un mero involucro vuoto, privo di effettività; e vi è, a cuba, una necessità di misurarsi con le condizioni concrete che sono maturate attorno dal 1959 ad oggi, giacché, per quanto cuba sia un’isola sotto embargo, la vita di un paese non può esaurirsi a quella interna ma deve tenere in debito conto numerose dinamiche esterne. per tale ragione, e con tale dovuta premessa, tale comparazione si limiterà sostanzialmente agli aspetti maggiormente rilevanti. elaborazione . il testo costituzionale cubano è frutto di un lavoro che risale almeno al 2011 quando, con i lineamenti di politica economica del partito, si poneva all’ordine del giorno il tema della riforma costituzionale. un tema che, a differenza di quanto avviene in italia, non rimane chiuso nelle aule parlamentari e, quando va bene, nei circoli dei partiti e coinvolge il popolo solo quando, eventualmente, è chiamato ad approvare o respingere il testo licenziato dal parlamento senza la maggioranza dei ⅔ (quando questa maggioranza si ottiene in seconda lettura non c’è bisogno del referendum, come successo con la riforma varata dal governo monti). la costituzione cubana, infatti, non solo ha dovuto passare il vaglio referendario ma è stata redatta con la partecipazione stessa del popolo, tanto che oltre il 60% degli articoli hanno subito modifiche provenienti dalle oltre 783.000 proposte scaturite da 133.000 riunioni.
preambolo . da un punto di vista strutturale, tanto la costituzione italiana quanto quella cubana presentano analoga organizzazione: si comincia con l’enunciazione dei principî fondamentali, si continua coi diritti ed i doveri dei cittadini (e, nel caso di cuba, degli stranieri) e si finisce con la struttura della cepubblica, vale a dire con la divisione del lavoro politico ed i rapporti tra i diversi livelli di governo (nella costituzione cubana c’è anche la definizione della legge elettorale). chiudono, in entrambi i casi, disposizioni transitorie e finali. ma a differenza di quella italiana che ne è priva, quella cubana si apre con un preambolo che ripercorrendo la storia del paese degli ultimi 150 anni, individua l’origine del potere costituente (la rivoluzione) legittimando la costituzione ‘formale’ quale espressione sovrastrutturale adeguata alla costituzione ‘materiale’, vale a dire alla struttura economica ed ai corrispondenti rapporti sociali scaturiti non da una semplice liberazione nazionale, come è per l’italia, ma da una rivoluzione che è anche liberazione dal capitalismo. nel preambolo, infatti, si richiamano entrambi questi momenti: la lotta di resistenza e [di liberazione nazional] degli aborigen (non erano una nazione e non sono stati sterminati), degli schiavi e dei patrioti (contro il colonialismo spagnolo prima e l’imperialismo nordamericano poi) e la lotta rivoluzionaria e di liberazione dal capitalismo, vale a dire dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dalla concorrenza. al contrario, nella costituzione italiana non c’è alcun riferimento né al risorgimento né alla lotta partigiana di liberazione dal nazi-fascismo. solo nelle disposizioni transitorie e finali si trova qualche riferimento al processo storico di formazione della costituzione nel divieto di riorganizzare sotto qualsiasi forma il partito nazionale fascista (disp. xii) e nel divieto posto ai discendenti di casa savoia di risiedere nel territorio nazionale, essere elettori o ricoprire pubblici uffici (disp. xiii, peraltro non più in vigore dal 2002). la natura compromissoria della costituzione italiana comporta inevitabilmente delle ambiguità, che si fanno più aspre dal momento che i rapporti di forza esistenti nel dopoguerra non corrispondono più a quelli attuali scaturiti dal crollo del cosiddetto socialismo reale e dalla crisi economica internazionale. in particolare, salta agli occhi il mancato rispetto delle norme, che proibiscono la ricostituzione del partito fascista (presenti nella costituzione) e quelle relative (scelba 645/1952) alla condanna dell’apologia del fascismo da parte di un ministro, che non si fa scrupoli di perseguitare miseri migranti scacciati dai loro paesi dagli interventi delle potenze occidentali. al contrario, la nuova costituzione cubana afferma in maniera esplicita di ispirarsi alla lotta contro il colonialismo, lo schiavismo e l’imperialismo attraverso l’ideario e gli esempi di personaggi chiave della storia nazionale quali josé marti e fidel castro, di ambire alla piena realizzazione del socialismo facendo propria la riflessione di marx, engels e lenin, di assumere un carattere internazionalista nell’instaurare relazioni di fratellanza tra il popolo di cuba e, in particolare, gli altri popoli dell’america latina e del caribe, di considerare impossibile un ritorno del paese ad un regime di sfruttamento capitalistico e che “solo nel socialismo e nel comunismo l'essere umano raggiunga la sua piena dignità”. dialettica struttura-sovrastruttura . che sia scritto o meno, ogni costituzione deve corrispondere alla situazione socio-economica vigente. ma non vi può corrispondere esattamente in quanto ogni società divisa in classi - anche quella cubana è una società divisa in classi, sebbene a differenza che da noi quella dominante è la classe proletaria - presenta delle contraddizioni che non possono riflettersi direttamente nel diritto che, al contrario, “non deve solo corrispondere alla situazione economica generale, essere la sua espressione, bensì anche essere un'espressione in sé coerente” (f. engels, lettera a conrad schmidt, 27 ottobre 1890). per questo la costituzione non può che essere modificata in accordo all’evoluzione del modo di produzione ed alla lotta di classe, nazionale ed internazionale, se si vogliono evitare gravi danni allo sviluppo economico, lo spreco di forze e risorse e, in definitiva, il ristabilimento più o meno violento di tale corrispondenza. la nuova costituzione cubana, dunque, rappresenta un adeguamento della sovrastruttura giuridica alla struttura economica mutata rispetto al 1976 (data di entrata in vigore della precedente costituzione) non solo in ragione dello sviluppo economico vissuto dall’isola negli ultimi 43 anni e delle relazioni internazionali post-1991, ma anche della controrivoluzione mondiale che nel frattempo si è scatenata contro tutti coloro che tentano di porre in discussione l’ordine capitalistico, della mai sopita aggressività nordamericana; quest’ultima si avvale di tutti mezzi, tra i quali le sanzioni che aggravano la crisi economica mondiale. che si ripercuote drammaticamente sulle classi popolari e sulla tutela dell’ambiente. tuttavia, in un contesto internazionale progressivamente più sfavorevole, i lavoratori ed il popolo cubano, rappresentati dai loro dirigenti, hanno saputo rispondere molto più e meglio di quanto abbiano saputo fare i loro omologhi in italia, tanto da consentirgli di continuare la costruzione del socialismo mentre noi non abbiamo fatto altro che peggiorare la costituzione borghese del ‘48. la definizione dello stato. sia nella costituzione italiana che in quella cubana il “popolo è sovrano”, ma nella prima esercita questo potere “nelle forme e nei limiti della costituzione”, nella seconda la esercita direttamente o indirettamente e “nelle forme e secondo le norme stabilite dalla costituzione e dalle leggi” (art. 3). il potere popolare, quindi, non si è auto-posto alcuna limitazione tanto da stabilire, all’articolo 4, che “i cittadini hanno diritto di combattere con tutti i mezzi, compresa la lotta armata, contro chiunque tenti di rovesciare l’ordine politico, sociale ed economico stabilito da questa costituzione”. nella costituzione italiana, ovviamente, manca il riferimento al socialismo, alla giustizia sociale e all’internazionalismo che, invece, è apertamente esplicitato nella carta di cuba che viene definita uno stato socialista di diritto e di giustizia sociale, sovrano, organizzato da tutti e per il bene di tutti, fondato sul lavoro, l’umanesimo, l’etica, la dignità, il cui obiettivo è la libertà, l’uguaglianza, la prosperità individuali e collettive. inoltre, come già sottolineato, si dichiara che il ritorno al capitalismo, basato sullo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, è illegittimo e impraticabile. l’art. 5 recita che il pcc, martiano, fidelista, marxista e leninista, avanguardia organizzata della nazione, costituisce la forza dirigente superiore della società e dello stato. esso dirige gli sforzi comuni per costruire il socialismo e avanzare verso il comunismo, al contempo opera per rafforzare l’unità patriottica. un aspetto, questo, ovviamente assolutamente inedito rispetto all’impianto cristallizzato nella costituzione italiana. l’art. 15 della costituzione cubana definisce laico lo stato cubano, il quale riconosce e garantisce la libertà religiosa; invece, il famoso articolo 7 della costituzione italiana, contro cui molti hanno lottato, pur definendo stato e chiesa separati e indipendenti, recepisce i patti lateranensi che attribuiscono alla chiesa cattolica uno status privilegiato. i diritti e i doveri degli individui . l’art. 2 della costituzione italiana garantisce i diritti inviolabili dell’individuo e richiede “l’adempimento inderogabile dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale”, mentre l’art. 3 sancisce l’uguaglianza formale dei cittadini, anche se la repubblica dovrebbe eliminare tutti quegli impedimenti che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e ne ostacolano la piena partecipazione alla vita socio-economica (uguaglianza sostanziale). la costituzione cubana tratta la questione dei diritti e dei doveri al titolo v, in cui si afferma che la dignità umana rappresenta il valore supremo e che lo stato riconosce alla persona l’attribuzione e l’esercizio dei diritti umani (art. 40 e 41). naturalmente la libertà religiosa e di espressione sono garantite, fermo restando che la proprietà dei mezzi di comunicazione di massa costituiscono la proprietà socialista del popolo e delle organizzazioni di massa (art. 55). l’art. 4 della costituzione italiana garantisce a tutti il diritto al lavoro, e rimuove gli impedimenti all’esercizio di tale diritto, garantendo ai lavoratori forme sociali di sostegno economico in caso di malattia, infortunio, disoccupazione (art. 38). norma, nei fatti, disattesa come la successiva contro la guerra. lo stesso diritto viene garantito dall’art. 64 della costituzione cubana, a cui aggiunge che lo stato assicura i servizi sociali per le famiglie dei lavoratori. inoltre, il salario viene stabilito dal principio socialista “da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo il suo lavoro” (art. 65). i cittadini cubani, inoltre, “controllano l’attività degli organismi statali, dei suoi dirigenti e funzionari, dei deputati e dei delegati” (art. 101), hanno diritto a “revocare il mandato agli eletti” (art. 80) e “di intervenire nella direzione dello stato”, direttamente e indirettamente (art. 204). al pari dei cittadini italiani, hanno diritto di esercitare l’iniziativa legislativa e referendaria (senza le limitazioni che la nostra costituzione impone riguardo le leggi di bilancio ed i trattati internazionali). ..segue ./.
Segue da Pag.17: La lotta venezuelana

La produzione di petrolio è crollata a 900 mila barili. Il blocco rende difficili le transazioni internazionali ed anche le criptovalute sono state bloccate, le imprese pubbliche e private sono duramente colpite non potendo usare il dollaro. Dopo la guerra in Libia le riserve di quel paese vennero letteralmente rubate, lo stesso è successo con le riserve auree depositate nel Regno Unito. Ancora più grave è però quello che sta succedendo in Portogallo dove sono stati bloccati 11 milioni di dollari che servono per pagare il trapianto di midollo osseo di 27 venezuelani ospitati in Italia. Noi non sappiamo quali siano le idee politiche di queste 27 persone, sicuramente fra di loro ci saranno anche degli oppositori, quello che è certo è che si stanno colpendo degli innocenti e le loro famiglie. Su questo chiediamo la massima solidarietà internazionale.

Nonostante tutte le privazioni imposte dall’imperialismo, qual’ è la ragione principale della resistenza del popolo venezuelano?

La forte coscienza antimperialista.





La costituzione cubana e italiana a confronto

La più bella costituzione dell’occidente capitalista impallidisce di fronte alla nuova costituzione cubana

di Leila Cienfuegos e Alessandra Ciattini 23/06/2019



La repubblica di Cuba si è dotata quest’anno di una nuova costituzione. Leggerla comparandola con la nostra potrebbe risultare particolarmente arduo per un motivo molto semplice: Cuba è un paese socialista che si è ribellato al giogo dello sfruttamento coloniale e imperialista attraverso un processo rivoluzionario sostenuto dal popolo e che, nell’ostilità dell’intero mondo occidentale, porta avanti da 60 anni tale tentativo di rinnovamento sociale; l’Italia, al contrario, appartiene alla schiera dei paesi - numericamente piuttosto esigua - che condividono una scelta di campo politico-economica di matrice opposta a quella cubana e che, attraverso il proprio complesso apparato organizzativo, militare ed ideologico, risultano in grado di influire sulle (e spesso determinare fattivamente le) sorti di interi popoli, sulle dinamiche di varia natura a livello mondiale.

Tanto più distanti appaiono, oggi, le strutture e le scelte dei due Paesi, tanto meno c’è da illudersi che la legge di un Paese ne contenga e ne esprima in modo completo le effettive dinamiche interne e le tendenze di sviluppo. La legge è la fotografia, parziale in quanto soggiacente ai rapporti di forza, di un dato momento storico. Vi è, nell’Italia di oggi, un anelito all’attuazione effettiva e completa del dettato costituzionale del 1948 in una fase in cui esso appare sempre più quale un mero involucro vuoto, privo di effettività; e vi è, a Cuba, una necessità di misurarsi con le condizioni concrete che sono maturate attorno dal 1959 ad oggi, giacché, per quanto Cuba sia un’isola sotto embargo, la vita di un Paese non può esaurirsi a quella interna ma deve tenere in debito conto numerose dinamiche esterne.

Per tale ragione, e con tale dovuta premessa, tale comparazione si limiterà sostanzialmente agli aspetti maggiormente rilevanti.

Elaborazione
Il testo costituzionale cubano è frutto di un lavoro che risale almeno al 2011 quando, con i lineamenti di politica economica del partito, si poneva all’ordine del giorno il tema della riforma costituzionale. Un tema che, a differenza di quanto avviene in Italia, non rimane chiuso nelle aule parlamentari e, quando va bene, nei circoli dei partiti e coinvolge il popolo solo quando, eventualmente, è chiamato ad approvare o respingere il testo licenziato dal parlamento senza la maggioranza dei ⅔ (quando questa maggioranza si ottiene in seconda lettura non c’è bisogno del referendum, come successo con la riforma varata dal governo Monti). La costituzione cubana, infatti, non solo ha dovuto passare il vaglio referendario ma è stata redatta con la partecipazione stessa del popolo, tanto che oltre il 60% degli articoli hanno subito modifiche provenienti dalle oltre 783.000 proposte scaturite da 133.000 riunioni.

Preambolo
Da un punto di vista strutturale, tanto la costituzione italiana quanto quella cubana presentano analoga organizzazione: si comincia con l’enunciazione dei principî fondamentali, si continua coi diritti ed i doveri dei cittadini (e, nel caso di Cuba, degli stranieri) e si finisce con la struttura della Cepubblica, vale a dire con la divisione del lavoro politico ed i rapporti tra i diversi livelli di governo (nella Costituzione cubana c’è anche la definizione della legge elettorale). Chiudono, in entrambi i casi, disposizioni transitorie e finali.

Ma a differenza di quella italiana che ne è priva, quella cubana si apre con un preambolo che ripercorrendo la storia del paese degli ultimi 150 anni, individua l’origine del potere costituente (la Rivoluzione) legittimando la costituzione ‘formale’ quale espressione sovrastrutturale adeguata alla costituzione ‘materiale’, vale a dire alla struttura economica ed ai corrispondenti rapporti sociali scaturiti non da una semplice liberazione nazionale, come è per l’Italia, ma da una rivoluzione che è anche liberazione dal capitalismo. Nel preambolo, infatti, si richiamano entrambi questi momenti: la lotta di resistenza e [di liberazione nazional] degli aborigen (non erano una nazione e non sono stati sterminati), degli schiavi e dei patrioti (contro il colonialismo spagnolo prima e l’imperialismo nordamericano poi) e la lotta rivoluzionaria e di liberazione dal capitalismo, vale a dire dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dalla concorrenza.

Al contrario, nella Costituzione italiana non c’è alcun riferimento né al Risorgimento né alla lotta partigiana di liberazione dal nazi-fascismo. Solo nelle disposizioni transitorie e finali si trova qualche riferimento al processo storico di formazione della costituzione nel divieto di riorganizzare sotto qualsiasi forma il partito nazionale fascista (disp. XII) e nel divieto posto ai discendenti di Casa Savoia di risiedere nel territorio nazionale, essere elettori o ricoprire pubblici uffici (disp. XIII, peraltro non più in vigore dal 2002).

La natura compromissoria della costituzione italiana comporta inevitabilmente delle ambiguità, che si fanno più aspre dal momento che i rapporti di forza esistenti nel dopoguerra non corrispondono più a quelli attuali scaturiti dal crollo del cosiddetto socialismo reale e dalla crisi economica internazionale. In particolare, salta agli occhi il mancato rispetto delle norme, che proibiscono la ricostituzione del partito fascista (presenti nella costituzione) e quelle relative (Scelba 645/1952) alla condanna dell’apologia del fascismo da parte di un ministro, che non si fa scrupoli di perseguitare miseri migranti scacciati dai loro paesi dagli interventi delle potenze occidentali.

Al contrario, la nuova Costituzione cubana afferma in maniera esplicita di ispirarsi alla lotta contro il colonialismo, lo schiavismo e l’imperialismo attraverso l’ideario e gli esempi di personaggi chiave della storia nazionale quali José Marti e Fidel Castro, di ambire alla piena realizzazione del socialismo facendo propria la riflessione di Marx, Engels e Lenin, di assumere un carattere internazionalista nell’instaurare relazioni di fratellanza tra il popolo di Cuba e, in particolare, gli altri popoli dell’America Latina e del Caribe, di considerare impossibile un ritorno del Paese ad un regime di sfruttamento capitalistico e che “solo nel socialismo e nel comunismo l'essere umano raggiunga la sua piena dignità”.

Dialettica struttura-sovrastruttura
Che sia scritto o meno, ogni Costituzione deve corrispondere alla situazione socio-economica vigente. Ma non vi può corrispondere esattamente in quanto ogni società divisa in classi - anche quella cubana è una società divisa in classi, sebbene a differenza che da noi quella dominante è la classe proletaria - presenta delle contraddizioni che non possono riflettersi direttamente nel diritto che, al contrario, “non deve solo corrispondere alla situazione economica generale, essere la sua espressione, bensì anche essere un'espressione in sé coerente” (F. Engels, lettera a Conrad Schmidt, 27 ottobre 1890). Per questo la Costituzione non può che essere modificata in accordo all’evoluzione del modo di produzione ed alla lotta di classe, nazionale ed internazionale, se si vogliono evitare gravi danni allo sviluppo economico, lo spreco di forze e risorse e, in definitiva, il ristabilimento più o meno violento di tale corrispondenza.

La nuova costituzione cubana, dunque, rappresenta un adeguamento della sovrastruttura giuridica alla struttura economica mutata rispetto al 1976 (data di entrata in vigore della precedente costituzione) non solo in ragione dello sviluppo economico vissuto dall’isola negli ultimi 43 anni e delle relazioni internazionali post-1991, ma anche della controrivoluzione mondiale che nel frattempo si è scatenata contro tutti coloro che tentano di porre in discussione l’ordine capitalistico, della mai sopita aggressività nordamericana; quest’ultima si avvale di tutti mezzi, tra I quali le sanzioni che aggravano la crisi economica mondiale. che si ripercuote drammaticamente sulle classi popolari e sulla tutela dell’ambiente. Tuttavia, in un contesto internazionale progressivamente più sfavorevole, i lavoratori ed il popolo cubano, rappresentati dai loro dirigenti, hanno saputo rispondere molto più e meglio di quanto abbiano saputo fare i loro omologhi in Italia, tanto da consentirgli di continuare la costruzione del socialismo mentre noi non abbiamo fatto altro che peggiorare la costituzione borghese del ‘48.

La definizione dello Stato
Sia nella costituzione italiana che in quella cubana il “popolo è sovrano”, ma nella prima esercita questo potere “nelle forme e nei limiti della costituzione”, nella seconda la esercita direttamente o indirettamente e “nelle forme e secondo le norme stabilite dalla costituzione e dalle leggi” (art. 3). Il potere popolare, quindi, non si è auto-posto alcuna limitazione tanto da stabilire, all’articolo 4, che “i cittadini hanno diritto di combattere con tutti i mezzi, compresa la lotta armata, contro chiunque tenti di rovesciare l’ordine politico, sociale ed economico stabilito da questa costituzione”.

Nella Costituzione italiana, ovviamente, manca il riferimento al socialismo, alla giustizia sociale e all’internazionalismo che, invece, è apertamente esplicitato nella carta di Cuba che viene definita uno Stato socialista di diritto e di giustizia sociale, sovrano, organizzato da tutti e per il bene di tutti, fondato sul lavoro, l’umanesimo, l’etica, la dignità, il cui obiettivo è la libertà, l’uguaglianza, la prosperità individuali e collettive. Inoltre, come già sottolineato, si dichiara che il ritorno al capitalismo, basato sullo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, è illegittimo e impraticabile.

L’art. 5 recita che il PCC, martiano, fidelista, marxista e leninista, avanguardia organizzata della nazione, costituisce la forza dirigente superiore della società e dello Stato. Esso dirige gli sforzi comuni per costruire il socialismo e avanzare verso il comunismo, al contempo opera per rafforzare l’unità patriottica. Un aspetto, questo, ovviamente assolutamente inedito rispetto all’impianto cristallizzato nella costituzione italiana.

L’art. 15 della Costituzione cubana definisce laico lo Stato cubano, il quale riconosce e garantisce la libertà religiosa; invece, il famoso articolo 7 della Costituzione italiana, contro cui molti hanno lottato, pur definendo Stato e Chiesa separati e indipendenti, recepisce i Patti lateranensi che attribuiscono alla Chiesa cattolica uno status privilegiato.

I diritti e i doveri degli individui
L’art. 2 della Costituzione italiana garantisce i diritti inviolabili dell’individuo e richiede “l’adempimento inderogabile dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale”, mentre l’art. 3 sancisce l’uguaglianza formale dei cittadini, anche se la Repubblica dovrebbe eliminare tutti quegli impedimenti che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e ne ostacolano la piena partecipazione alla vita socio-economica (uguaglianza sostanziale). La Costituzione cubana tratta la questione dei diritti e dei doveri al Titolo V, in cui si afferma che la dignità umana rappresenta il valore supremo e che lo Stato riconosce alla persona l’attribuzione e l’esercizio dei diritti umani (art. 40 e 41). Naturalmente la libertà religiosa e di espressione sono garantite, fermo restando che la proprietà dei mezzi di comunicazione di massa costituiscono la proprietà socialista del popolo e delle organizzazioni di massa (art. 55).

L’art. 4 della Costituzione italiana garantisce a tutti il diritto al lavoro, e rimuove gli impedimenti all’esercizio di tale diritto, garantendo ai lavoratori forme sociali di sostegno economico in caso di malattia, infortunio, disoccupazione (art. 38). Norma, nei fatti, disattesa come la successiva contro la guerra. Lo stesso diritto viene garantito dall’art. 64 della Costituzione cubana, a cui aggiunge che lo Stato assicura i servizi sociali per le famiglie dei lavoratori. Inoltre, il salario viene stabilito dal principio socialista “da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo il suo lavoro” (art. 65).

I cittadini cubani, inoltre, “controllano l’attività degli organismi statali, dei suoi dirigenti e funzionari, dei deputati e dei delegati” (art. 101), hanno diritto a “revocare il mandato agli eletti” (art. 80) e “di intervenire nella direzione dello Stato”, direttamente e indirettamente (art. 204). Al pari dei cittadini italiani, hanno diritto di esercitare l’iniziativa legislativa e referendaria (senza le limitazioni che la nostra costituzione impone riguardo le leggi di bilancio ed i trattati internazionali).

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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