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La VOCE 1803 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°2 | ottobre 2019 | PAGINA 3 |
Onorificenza Internazionale Medaglia della Amicizia col Popolo della RPD di Corea alla Partigiana Miriam Pellegrini Ferri. Invito all Ambasciata di Cuba in Italia dal Consigliere Politico Yamila Pita Montes. Colaboracion con Radio Habana Cuba. - Curriculum Miriam |
estratto dei twitt di miriam.
miriam su facebook.
come il pentagono condiziona e finanzia la ricerca scientifica in italia.
la ricerca scientifica nelle università e nei laboratori di istituti pubblici e privati italiani? sempre più finalizzata allo sviluppo di armi e tecnologie belliche e con il generoso contributo delle forze armate degli stati uniti d’america. e’ quanto emerge dall’analisi del data base relativo alle spese effettuate dal governo di washington, consultabile liberamente in rete (vedi https://gov.data2www.com). la sistematizzazione dei dati, non certo facile per l’enorme mole degli indicatori e delle informazioni contenute, ha permesso di documentare come a partire dal 2010 ad oggi il dipartimento della difesa usa, congiuntamente a us army, us air force e us navy abbia sovvenzionato con oltre 15 milioni di dollari programmi, sperimentazioni, conferenze, workshop e scambi internazionali delle università e dei più noti centri di ricerca nazionali.
principali beneficiarie delle sovvenzioni dell’apparato militare a stelle e strisce sono, in ordine, l’università degli studi di padova (22 i progetti per un ammontare complessivo di 1.427.549 dollari, di cui erogati 1.125.267); il politecnico di milano (1.183.353 dollari, di cui utilizzati in parte per un controverso studio sui mammiferi marini d’interesse della marina militare statunitense); l’università di trieste (1.061.080); la sapienza di roma (957.194). a seguire ci sono poi l’università di bologna (602.620 dollari); genova (454.388); la cattolica del sacro cuore di milano (432.000 per un programma di ricerca scientifica applicata sulla “modulazione delle funzioni cerebrali”, appena conclusosi); catania (372.500 dollari, prima tra le università meridionali grazie ai programmi elaborati dal dipartimento di ingegneria elettronica ed informatica); parma (363.500 dollari, in buona parte destinati alla ricerca e allo sviluppo del “low cost 3rd vision”, presumibilmente visori di ultima generazione per militari e robot); il politecnico di bari (346.000); l’università di siena (316.000); pisa (317.000, tutti al dipartimento di ingegneria dell’informazione); brescia (300.500), l’aquila (264.000); firenze (260.346); milano (224.050); la federico ii di napoli (230.940 dollari, in buona parte per un progetto triennale di ricerca sulla “sopravvivenza dei materiali compositi in ambiente marino”, che si concluderà a fine settembre 2019); l’università di trieste (211.345 dollari, quasi tutti al dipartimento di fisica e un modestissimo contributo al dipartimento di scienze politiche per coprire parzialmente le spese di viaggio per una conferenza sugli stati uniti); l’università politecnica delle marche (207.000); bari (200.000); perugia (192.500, tutti al dipartimento di fisica); l’università degli studi della calabria (169.000); dell’insubria di varese (153.500); del sannio di benevento (128.229 dollari su un capitolo-fondi dell’istituto per le tecnologie usa per “misurare il sistema di calibramento” delle famigerate electroshock-weapon, le armi elettro-schock entrate di moda tra le forze armate e di polizia di mezzo mondo); udine (125.850); torino (100.000). sovvenzioni minori e/o simboliche sono state erogate dal dipartimento della difesa e dalle forze armate usa all’università degli studi di roma 3 (76.000 dollari); all’ateneo di bergamo (70.000); al politecnico di torino (59.353 dollari per una ricerca sui sistemi operativi satellitari dell’us air force); all’università di camerino (27.000); pavia (25.000); alla fondazione degli studi universitari di vicenza (20.000); roma tor vergata (10.000).
inquietante l’ammontare dei contributi del pentagono a favore di diversi istituti del cnr, il consiglio nazionale delle ricerche, il maggiore ente pubblico scientifico italiano. si tratta complessivamente di 1.538.920 dollari (1.053.800 già erogati); beneficiari, in ordine di valore, l’istituto di ingegneria del mare (cnr-inm) di roma (894.000 dollari in buona parte per ricerche di idrodinamica e sul funzionamento dei mezzi navali ad alta velocità); l’istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici (cnr-istec) di faenza (195.000 dollari); l’istituto per i polimeri composti e biomateriali (cnr-ipcb) di napoli (150.000 dollari per il programma shedding light on brain microdomains, avviato nel febbraio 2017 e che si concluderà a fine gennaio 2020); l’istituto nanoscienze (cnr-nano) di pisa (93.419); l’istituto superconduttori.
materiali innovativi (cnr-spin) di genova (55.000); l’istituto dei materiali per l’elettronica ed il magnetismo (cnr-imem) di parma (100.000); l’istituto di scienze marine (cnr-ismar) di venezia (26.000); l’istituto di fotonica e nanotecnologie (cnr-ifn) di padova (10.000); l’istituto delle metodologie inorganiche e dei plasmi (cnr-imip) di bari (10.000); l’istituto per la microelettronica e microsistemi (cnr-imm) di catania (5.000).
a riprova dell’interesse strategico rivestito dal pentagono per le aree marittime, va segnalato l’imponente contributo (861.621 dollari) a favore delle ricerche dell’istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di trieste, noto anche come ogs – osservatorio geofisico di trieste, denominazione in vigore fino al 1999, anno di trasformazione in ente pubblico nazionale. in particolare il dipartimento della difesa usa ha contribuito agli studi dell’osservatorio triestino sulle correnti marine nell’area orientale del mar mediterraneo, del mar di marmara (tra l’egeo e il mar nero), nell’oceano atlantico a ridosso delle coste del senegal. sorprendenti per alcuni versi, invece, i contributi delle forze armate usa alle ricerche di due dei più prestigiosi centri medico-sanitari privati italiani, l’istituto europeo di oncologia e l’istituto ortopedico “galeazzi”, entrambi con sede centrale a milano. nello specifico, al primo sono stati erogati 519.311 dollari per analizzare i potenziali rischi dell’esposizione ai raggi x con la tomografia computerizzata. al “galeazzi” sono andati invece 349.689 dollari per “ricerche medico-militari” sulla diffusione delle metastasi. il pentagono ha inoltre sovvenzionato con 16.000 dollari il centro internazionale di fisica teorica (ictp) “abdus salam” di trieste e pure l’enea, l’ente pubblico di ricerca nazionale che opera nei settori dell’energia e delle nuove tecnologie (5.000 dollari). sovvenzioni sono state effettuate pure a favore di società private (50.000 dollari alle industrie bitossi s.p.a. di vinci, firenze per una ricerca sulle leghe di alluminio “per applicazioni balistiche” e 10.000 dollari alla eaat design e prototyping di napoli per la “ricerca applicata eurocorror 2014”) e ad alcuni ricercatori italiani: 150.020 dollari all’ingegnere aeronautico sara cerri di gattinara, vercelli (collaborazione al programma co-finanziato dall’unione europea di sviluppo delle fonti energetiche alle isole hawaii) e 90.000 dollari all’ingegnere elettronico pugliese vito roppo, per uno studio sui semiconduttori negli anni 2010-2016 (nel curriculum vitae del dottor roppo si fa anche riferimento al coordinamento di “5 progetti per un valore complessivo di 120mila euro” presso il centro di ricerca d’ingegneria missilistica dell’aviazione di us army di huntsville, alabama, novembre 2007-settembre 2012).
il dipartimento della difesa degli stati uniti d’america ha infine contribuito economicamente ad alcuni progetti di sviluppo di sistemi da guerra sottomarini realizzati dal nato centre for maritime research & experimentation, il centro per la ricerca e la sperimentazione marittima con sede a la spezia, sotto il controllo dell’agenzia della nato che si occupa di scienza e nuovi sistemi tecnologici. complessivamente al centro ligure sono stati erogati 816.840 dollari. anche in questo caso è presumibile che una parte del denaro sia stato utilizzato per programmi a cui hanno collaborato gli istituti universitari e i centri di ricerca pubblici e privati italiani partner. presso il centro interuniversitario di ricerca sui sistemi integrati per l’ambiente marino (isme), attivato nell’ateneo di genova, sono operativi infatti i laboratori di oceanic engineering per la “progettazione e lo sviluppo di robot, veicoli autonomi e droni navali e sottomarini”, in collaborazione con la struttura nato di la spezia, le industrie belliche e la marina militare italiana. nel marzo 2015, il polo “guglielmo marconi” di la spezia dell’università degli studi di genova, ha inoltre sottoscritto un accordo di collaborazione con il nato centre for maritime research & experimentation per lo “sviluppo di sistemi robotici e ingegneristici e tecnologie di comunicazione sottomarini”. un master di ii livello sull’elettroacustica subacquea è stato attivato invece dal dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di pisa, sempre in collaborazione con il centro nato di la spezia e alcune importanti aziende del complesso militare industriale nazionale.
mauro barberis - conte? il vero leader del (nuovo) m5s riformista.
i sondaggi, parchi di fiducia nel nuovo governo (41%), e generosi solo con il premier (52%), documentano lo sbigottimento degli italiani davanti al repentino cambiamento di scenario. la domanda che molti si pongono è: come ha potuto, il movimento cinque stelle, passare in poche settimane dall’alleanza con la lega a quella con il partito democratico? per un anno è andato al traino della lega, battagliando, adesso andrà al traino del pd, continuando a battagliare? ma soprattutto, rivelerà mai autonome capacità di governo, il m5s, oppure cercherà solo di arrivare al 2022, anno dell’elezione del nuovo presidente della repubblica?
credo di avere una risposta a tutt’e tre le domande, sempre la stessa. i cinquestelle sono un partito liquido, che assume la forma del contenitore in cui lo metti. mettilo con la lega e sarà populista e sovranista. mettilo con il pd e sarà invece riformista ed europeista. un solo esempio: pensate al tragicomico tentativo di beppe grillo di trovare un gruppo cui aderire al parlamento europeo. prima le avances con l’alleanza liberal-democratica di macron, il noto affamatore del popolo, rispedite al mittente quando si era già consultata la base su rousseau ottenendone più o meno la stessa percentuale di consensi che per l’alleanza con il pd.
poi gli attuali sondaggi con i verdi, che sinché il movimento era alleato con salvini, in europa percepito come il demonio, non ne volevano sapere, adesso chissà. e prima stavano con il partito della brexit, quegli sciamannati dell’ukip di nigel farage, rispetto ai quali boris johnson sembra un damerino. per non parlare dei gilet gialli: già, che fine hanno fatto i gilet gialli? strano pesce, il m5s, sempre alla ricerca di pesci-guida, senza saper distinguere fra squali e merluzzi…
ma la liquidità dei cinquestelle, si badi, non va attribuita solo alla loro palese impreparazione a tutto, perfettamente incarnata dal loro capo politico, di maio, traslocato con disinvoltura dal ministero del lavoro a quello degli esteri, tanto non aveva le competenze né per l’uno né per l’altro. né va confusa con il carattere post-ideologico, né-di-destra-né-di-sinistra, che lo rende disponibile a qualsiasi alleanza, anche la più inquietante, del genere franza o spagna purché si magna. la liquidità, piuttosto, dipende dal fatto che il movimento è nato sulla rete: e, verrebbe da aggiungere, lì è rimasto. in un libro che esce a gennaio lo chiamo #populismo, o populismo digitale e in poche parole funziona così.
i vertici guardano i sondaggi, dettano la linea sulla base di quelli e rousseau subito la ratifica. domani i sondaggi cambiano, i vertici cambiano la linea, e rousseau ratifica pure quella. la politica diviene una macchina automatica per adeguarsi agli umori del web. a quel punto chiunque è in grado di farla, la politica, anche di maio, persino toninelli. l’unica accortezza è non sapere nulla e non fare niente per informarsi, altrimenti non funziona.
stando così le cose, non resta che incrociare le dita e scommettere, pure noi, sull’avvocato del popolo. non so se conte diventerà mai il leader dei cinquestelle, ai quali rivendica di non essere mai stato iscritto: ma non c’era bisogno di dirlo, si vede, nel passato governo sembrava, non dico una cima, ma l’unica persona normale. oggi ci tocca ammettere che è lui, e solo lui, l’unica vera garanzia della ritrovata vocazione riformista dei cinquestelle: senza di lui, potrebbero rimettersi a seguire gli squali. sinché seguono lui, il m5s si sottrarrà all’abbraccio mortale con la lega, e l’italia a una deriva di tipo argentino. avete presente, l’argentina? più o meno, un’italia con meno debito pubblico, ma senza il paracadute dell’europa.
mauro barberis - (9 settembre 2019).
Miriam su FacebookCOME IL PENTAGONO CONDIZIONA E FINANZIA LA RICERCA SCIENTIFICA IN ITALIALa ricerca scientifica nelle università e nei laboratori di istituti pubblici e privati italiani? Sempre più finalizzata allo sviluppo di armi e tecnologie belliche e con il generoso contributo delle forze armate degli Stati Uniti d’America. E’ quanto emerge dall’analisi del data base relativo alle spese effettuate dal governo di Washington, consultabile liberamente in rete (vedi https://gov.data2www.com). La sistematizzazione dei dati, non certo facile per l’enorme mole degli indicatori e delle informazioni contenute, ha permesso di documentare come a partire dal 2010 ad oggi il Dipartimento della Difesa USA, congiuntamente a US Army, US Air Force e US Navy abbia sovvenzionato con oltre 15 milioni di dollari programmi, sperimentazioni, conferenze, workshop e scambi internazionali delle università e dei più noti centri di ricerca nazionali. Principali beneficiarie delle sovvenzioni dell’apparato militare a stelle e strisce sono, in ordine, l’Università degli Studi di Padova (22 i progetti per un ammontare complessivo di 1.427.549 dollari, di cui erogati 1.125.267); il Politecnico di Milano (1.183.353 dollari, di cui utilizzati in parte per un controverso studio sui mammiferi marini d’interesse della Marina militare statunitense); l’Università di Trieste (1.061.080); la Sapienza di Roma (957.194). A seguire ci sono poi l’Università di Bologna (602.620 dollari); Genova (454.388); la Cattolica del Sacro Cuore di Milano (432.000 per un programma di ricerca scientifica applicata sulla “modulazione delle funzioni cerebrali”, appena conclusosi); Catania (372.500 dollari, prima tra le università meridionali grazie ai programmi elaborati dal Dipartimento di Ingegneria Elettronica ed Informatica); Parma (363.500 dollari, in buona parte destinati alla ricerca e allo sviluppo del “Low Cost 3rd Vision”, presumibilmente visori di ultima generazione per militari e robot); il Politecnico di Bari (346.000); l’Università di Siena (316.000); Pisa (317.000, tutti al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione); Brescia (300.500), L’Aquila (264.000); Firenze (260.346); Milano (224.050); la Federico II di Napoli (230.940 dollari, in buona parte per un progetto triennale di ricerca sulla “sopravvivenza dei materiali compositi in ambiente marino”, che si concluderà a fine settembre 2019); l’Università di Trieste (211.345 dollari, quasi tutti al Dipartimento di Fisica e un modestissimo contributo al Dipartimento di Scienze Politiche per coprire parzialmente le spese di viaggio per una conferenza sugli Stati Uniti); l’Università Politecnica delle Marche (207.000); Bari (200.000); Perugia (192.500, tutti al Dipartimento di Fisica); l’Università degli Studi della Calabria (169.000); dell’Insubria di Varese (153.500); del Sannio di Benevento (128.229 dollari su un capitolo-fondi dell’Istituto per le tecnologie USA per “misurare il sistema di calibramento” delle famigerate electroshock-weapon, le armi elettro-schock entrate di moda tra le forze armate e di polizia di mezzo mondo); Udine (125.850); Torino (100.000). Sovvenzioni minori e/o simboliche sono state erogate dal Dipartimento della Difesa e dalle forze armate USA all’Università degli Studi di Roma 3 (76.000 dollari); all’Ateneo di Bergamo (70.000); al Politecnico di Torino (59.353 dollari per una ricerca sui sistemi operativi satellitari dell’US Air Force); all’Università di Camerino (27.000); Pavia (25.000); alla Fondazione degli Studi Universitari di Vicenza (20.000); Roma Tor Vergata (10.000). Inquietante l’ammontare dei contributi del Pentagono a favore di diversi istituti del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il maggiore ente pubblico scientifico italiano. Si tratta complessivamente di 1.538.920 dollari (1.053.800 già erogati); beneficiari, in ordine di valore, l’Istituto di Ingegneria del Mare (CNR-INM) di Roma (894.000 dollari in buona parte per ricerche di idrodinamica e sul funzionamento dei mezzi navali ad alta velocità); l’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici (CNR-ISTEC) di Faenza (195.000 dollari); l’Istituto per i Polimeri Composti e Biomateriali (CNR-IPCB) di Napoli (150.000 dollari per il programma Shedding Light on Brain Microdomains, avviato nel febbraio 2017 e che si concluderà a fine gennaio 2020); l’Istituto Nanoscienze (CNR-NANO) di Pisa (93.419); l’Istituto Superconduttori |
Materiali Innovativi (CNR-SPIN) di Genova (55.000); l’Istituto dei Materiali per l’Elettronica ed il Magnetismo (CNR-IMEM) di Parma (100.000); l’Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR) di Venezia (26.000); l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie (CNR-IFN) di Padova (10.000);
l’Istituto delle Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (CNR-IMIP) di Bari (10.000); l’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (CNR-IMM) di Catania (5.000).
A riprova dell’interesse strategico rivestito dal Pentagono per le aree marittime, va segnalato l’imponente contributo (861.621 dollari) a favore delle ricerche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, noto anche come OGS – Osservatorio Geofisico di Trieste, denominazione in vigore fino al 1999, anno di trasformazione in ente pubblico nazionale. In particolare il Dipartimento della Difesa USA ha contribuito agli studi dell’osservatorio triestino sulle correnti marine nell’area orientale del Mar Mediterraneo, del Mar di Marmara (tra l’Egeo e il Mar Nero), nell’Oceano Atlantico a ridosso delle coste del Senegal. Sorprendenti per alcuni versi, invece, i contributi delle forze armate USA alle ricerche di due dei più prestigiosi centri medico-sanitari privati italiani, l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Istituto Ortopedico “Galeazzi”, entrambi con sede centrale a Milano. Nello specifico, al primo sono stati erogati 519.311 dollari per analizzare i potenziali rischi dell’esposizione ai raggi X con la tomografia computerizzata. Al “Galeazzi” sono andati invece 349.689 dollari per “ricerche medico-militari” sulla diffusione delle metastasi. Il Pentagono ha inoltre sovvenzionato con 16.000 dollari il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) “Abdus Salam” di Trieste e pure l’ENEA, l’ente pubblico di ricerca nazionale che opera nei settori dell’energia e delle nuove tecnologie (5.000 dollari). Sovvenzioni sono state effettuate pure a favore di società private (50.000 dollari alle Industrie Bitossi S.p.A. di Vinci, Firenze per una ricerca sulle leghe di alluminio “per applicazioni balistiche” e 10.000 dollari alla EAAT Design e Prototyping di Napoli per la “ricerca applicata Eurocorror 2014”) e ad alcuni ricercatori italiani: 150.020 dollari all’ingegnere aeronautico Sara Cerri di Gattinara, Vercelli (collaborazione al programma co-finanziato dall’Unione europea di sviluppo delle fonti energetiche alle isole Hawaii) e 90.000 dollari all’ingegnere elettronico pugliese Vito Roppo, per uno studio sui semiconduttori negli anni 2010-2016 (nel curriculum vitae del dottor Roppo si fa anche riferimento al coordinamento di “5 progetti per un valore complessivo di 120mila euro” presso il Centro di ricerca d’ingegneria missilistica dell’aviazione di US Army di Huntsville, Alabama, novembre 2007-settembre 2012). Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America ha infine contribuito economicamente ad alcuni progetti di sviluppo di sistemi da guerra sottomarini realizzati dal NATO Centre for Maritime Research & Experimentation, il Centro per la ricerca e la sperimentazione marittima con sede a La Spezia, sotto il controllo dell’agenzia della NATO che si occupa di scienza e nuovi sistemi tecnologici. Complessivamente al centro ligure sono stati erogati 816.840 dollari. Anche in questo caso è presumibile che una parte del denaro sia stato utilizzato per programmi a cui hanno collaborato gli istituti universitari e i centri di ricerca pubblici e privati italiani partner. Presso il Centro Interuniversitario di Ricerca sui Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino (ISME), attivato nell’ateneo di Genova, sono operativi infatti i laboratori di Oceanic engineering per la “progettazione e lo sviluppo di robot, veicoli autonomi e droni navali e sottomarini”, in collaborazione con la struttura NATO di La Spezia, le industrie belliche e la Marina militare italiana. Nel marzo 2015, il Polo “Guglielmo Marconi” di La Spezia dell’Università degli Studi di Genova, ha inoltre sottoscritto un accordo di collaborazione con il NATO Centre for Maritime Research & Experimentation per lo “sviluppo di sistemi robotici e ingegneristici e tecnologie di comunicazione sottomarini”. Un master di II livello sull’elettroacustica subacquea è stato attivato invece dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, sempre in collaborazione con il Centro NATO di La Spezia e alcune importanti aziende del complesso militare industriale nazionale. MAURO BARBERIS - Conte? Il vero leader del (nuovo) M5S riformistaCredo di avere una risposta a tutt’e tre le domande, sempre la stessa. I Cinquestelle sono un partito liquido, che assume la forma del contenitore in cui lo metti. Mettilo con la Lega e sarà populista e sovranista. Mettilo con il Pd e sarà invece riformista ed europeista. Un solo esempio: pensate al tragicomico tentativo di Beppe Grillo di trovare un gruppo cui aderire al Parlamento europeo. Prima le avances con l’Alleanza liberal-democratica di Macron, il noto affamatore del popolo, rispedite al mittente quando si era già consultata la base su Rousseau ottenendone più o meno la stessa percentuale di consensi che per l’alleanza con il Pd. Poi gli attuali sondaggi con i Verdi, che sinché il Movimento era alleato con Salvini, in Europa percepito come il demonio, non ne volevano sapere, adesso chissà. E prima stavano con il partito della Brexit, quegli sciamannati dell’Ukip di Nigel Farage, rispetto ai quali Boris Johnson sembra un damerino. Per non parlare dei gilet gialli: già, che fine hanno fatto i gilet gialli? Strano pesce, il M5S, sempre alla ricerca di pesci-guida, senza saper distinguere fra squali e merluzzi… Ma la liquidità dei Cinquestelle, si badi, non va attribuita solo alla loro palese impreparazione a tutto, perfettamente incarnata dal loro capo politico, Di Maio, traslocato con disinvoltura dal ministero del Lavoro a quello degli Esteri, tanto non aveva le competenze né per l’uno né per l’altro. Né va confusa con il carattere post-ideologico, né-di-destra-né-di-sinistra, che lo rende disponibile a qualsiasi alleanza, anche la più inquietante, del genere Franza o Spagna purché si magna. La liquidità, piuttosto, dipende dal fatto che il Movimento è nato sulla rete: e, verrebbe da aggiungere, lì è rimasto. In un libro che esce a gennaio lo chiamo #populismo, o populismo digitale e in poche parole funziona così. I vertici guardano i sondaggi, dettano la linea sulla base di quelli e Rousseau subito la ratifica. Domani i sondaggi cambiano, i vertici cambiano la linea, e Rousseau ratifica pure quella. La politica diviene una macchina automatica per adeguarsi agli umori del web. A quel punto chiunque è in grado di farla, la politica, anche Di Maio, persino Toninelli. L’unica accortezza è non sapere nulla e non fare niente per informarsi, altrimenti non funziona. Stando così le cose, non resta che incrociare le dita e scommettere, pure noi, sull’Avvocato del Popolo. Non so se Conte diventerà mai il leader dei Cinquestelle, ai quali rivendica di non essere mai stato iscritto: ma non c’era bisogno di dirlo, si vede, nel passato governo sembrava, non dico una cima, ma l’unica persona normale. Oggi ci tocca ammettere che è lui, e solo lui, l’unica vera garanzia della ritrovata vocazione riformista dei Cinquestelle: senza di lui, potrebbero rimettersi a seguire gli squali. Sinché seguono lui, il M5S si sottrarrà all’abbraccio mortale con la Lega, e l’Italia a una deriva di tipo argentino. Avete presente, l’Argentina? Più o meno, un’Italia con meno debito pubblico, ma senza il paracadute dell’Europa. Mauro Barberis - (9 settembre 2019) |
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