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La VOCE 1910 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°2 | ottobre 2019 | PAGINA 1 - 17 |
la corte suprema brasiliana contro la scarcerazione dell’ex presidente lula.
scritto da sebastiano coenda.
martedì 25 giugno si è riunita nella città di brasilia la corte suprema brasiliana per decidere riguardo alla scarcerazione dell’ex-presidente lula da silva, condannato a otto anni di reclusione per corruzione e riciclaggio di denaro nell’ormai celebre caso del “triplex” di guarujá, vale a dire la casa al mare che secondo l’accusa sarebbe stata data all’ex presidente dalla società edilizia oas a titolo di tangente in cambio dell’assegnazione di appalti della società petrolifera di stato petrobras.
per i sostenitori di lula l’intera inchiesta “lava jato”, che ha travolto le figure di spicco del partido dos trabalhadores (pt) causando prima l’impeachment di dilma roussef e poi l’arresto di lula, è stata frutto di una cospirazione politica perpetrata al fine di rimuovere la sinistra brasiliana dal potere. essi, considerando dunque l’intero processo come una vera e propria guerra giudiziaria condotta nei confronti del loro leader, hanno accusato il giudice sergio moro di accanimento e di faziosità, accendendo seri dubbi circa l’imparzialità del suo giudizio. per i “petisti” i dubbi sulla condotta di moro durante il processo “lava jato” sono stati confermati lo scorso autunno quando il giudice ha accettato la proposta di jair bolsonaro di entrare a far parte del suo governo, a capo di un nuovo superministero che unisce in maniera inedita le funzioni del ministero della giustizia a quelle del ministero della sicurezza pubblica. ed è proprio in seguito alla nomina di moro a ministro che gli avvocati di lula hanno presentato la richiesta di habeas corpus per la scarcerazione del loro leader.
nonostante in quel periodo la vittoria mediatica, giudiziaria e politica della destra brasiliana nei confronti del pt apparisse sostanzialmente fuori discussione, la questione si è riaperta in modo esplosivo il 9 giugno scorso quando il sito di giornalismo investigativo the intercept brasil ha pubblicato il primo di una serie di reportage basati su un immenso archivio di conversazioni private via telegram tra l’ex giudice sergio moro e gli inquirenti della “lava jato”. le nuove rivelazioni hanno da subito fatto emergere come il giudice non fosse imparziale ed equidistante tra accusa e difesa: era moro in persona a dirigere le operazioni del pool degli inquirenti indicando, oltre ai tempi e alle modalità delle operazioni, la strategia mediatica da seguire e ordinando di risparmiare dall’inchiesta alcuni politici di primo piano avversari del partito di lula, tra i quali spicca l’ex presidente fernando henrique cardoso. così, in seguito a tali rivelazioni, la tesi del complotto fin dal principio sostenuta dai “petisti” ha riacquistato improvvisamente consistenza.
il sito the intercept brasil non si è limitato a pubblicare stralci dell’archivio, ma ha costruito una vera e propria strategia mediatica, che si è finora rivelata micidiale per la credibilità dei principali promotori della “lava jato”, primo tra tutti il nuovo idolo della destra brasiliana: l’ex giudice moro. the intercept, con una mossa insolita per un giornale, ha scelto di condividere la sua esclusiva con una serie di giornalisti e testate di grande credibilità e soprattutto di orientamento politico completamente diverso dal suo: prima è stata la volta di reinaldo azevedo, storico oppositore del pt, saggista e conduttore di radio band, poi della folha di san paolo, il maggior quotidiano del paese, a lungo nettamente schierata a favore della “lava jato”.
appare quindi ora evidente che, vista la precedente posizione favorevole alla condanna di lula di molti giornalisti ora coinvolti nelle inchieste di the intercept brasil, non si possa certo dire che la diffusione delle intercettazioni sia un’operazione politica promossa dal pt, come dichiarato da moro e dai suoi sostenitori nei primi giorni, quando a garanzia della genuinità delle conversazioni divulgate c’era solo la parola e la credibilità di glenn greenwald, il fondatore di the intercept.
tornando ai fatti del 25 giugno, la corte suprema ha giudicato le due petizioni di habeas corpus depositate dalla difesa del partito di lula: il primo ricorso è stato respinto per quattro voti a uno, mentre il secondo per due voti a tre. in definitiva, tra i cinque giudici della corte, gilmar mendez e ricardo lewandowski si sono espressi a favore della scarcerazione di lula mentre edison fachin, carmen lucia e celoso de mello si sono dichiarati contrari. questa è stata l'ultima sessione della corte prima della pausa estiva; la prossima non avrà luogo prima del 6 agosto, quando la corte dovrebbe decidere in merito alla presunta condotta illecita di moro.
al rientro dalla pausa secondo diversi osservatori il voto decisivo sulla condotta di moro, che porterebbe all’assoluzione di lula qualora ne fosse provata la colpevolezza, sarà quello di celso de mello, il membro più anziano del tribunale federale supremo. gli altri quattro membri del tribunale hanno tutti posizioni note riguardo lo scandalo lava jato, mentre mello, sebbene abbia votato contro la scarcerazione, ha dichiarato che potrebbe non esservi una diretta corrispondenza tra il suo voto di martedì e il suo giudizio in merito all’operato di moro, lasciando quindi intendere come la questione sia tutt’altro che chiusa.
si dovrà quindi attendere agosto per conoscere il giudizio della corte suprema sulla liceità della condotta dell’inchiesta lava jato. in ogni caso la guerra politica, giudiziaria e mediatica tra il partito di lula e la destra brasiliana sembra lontana da una conclusione definitiva. anzi, più passa il tempo più si ha l’impressione che la storia recente del brasile, che dopo anni di governo “petista” aveva preso una brusca sterzata conservatrice portando al potere una destra nazionalista e reazionaria guidata dall’ultraconservatore bolsonaro, stia venendo riscritta sotto i nostri occhi.
maduro incontra putin per rafforzare la cooperazione tra venezuela e russia di fronte alle ingerenze esterne.
i leader di venezuela e russia terranno un vertice bilaterale domani a mosca.
il presidente della russia, vladimir putin, riceverà domani a mosca il suo omologo venezuelano, nicolás maduro, con il quale discuterà della promozione delle relazioni bilaterali e delle questioni di importanza regionale.
come ha riferito il portavoce del cremlino dmitri peskov, tra la "varietà di aspetti" di cui si discuterà dell'interferenza di alcune nazioni in questioni riguardanti paesi di regioni straniere.
"[i presidenti] si scambieranno opinioni su questioni regionali, in particolare questioni ibero-americane, sulla questione dell'interferenza diretta negli affari ibero-americani da parte di stati terzi", ha affermato peskov, precisando che la firma di documenti non è prevista durante questa visita.
da parte sua, il presidente venezuelano ha precisato che incontrerà anche uomini d'affari russi per cercare "nuove strade" che promuoveranno la cooperazione tra le due nazioni "a tutti i livelli".
la sua ultima visita in russia si è svolta a dicembre dell'anno scorso.
notizia del: 24/09/2019.
onu. arreaza incontra borrell, spagna per il dialogo politico in venezuela.
il ministro degli esteri della repubblica bolivariana del venezuela, jorge arreaza, ha tenuto un importante riunione di lavoro con la sua controparte spagnola, josep borrell, durante la quale hanno riesaminato la posizione dell'unione europea riguardo i processi di dialogo tra il governo e i rappresentanti dell'opposizione venezuelana.
inoltre, come è consuetudine e sfruttando lo spazio di incontro tra diplomatici, sono state affrontate le questioni bilaterali e il programma di cooperazione tra i paesi.
dopo l'incontro la spagna ha dichiarato, attraverso un comunicato, la sua posizione a favore di una soluzione pacifica e democratica della situazione politica venezuelana e ha ribadito il suo sostegno al dialogo politico.
questa riunione di alto livello si è svolta nell'ambito della 74° sessione del segmento di alto livello dell'assemblea generale delle nazioni unite che si sta svolgendo a new york.
fonte: embajada de la república bolivariana de venezuela en italia.
notizia del: 26/09/2019.
evo morales sulla crisi ambientale all'onu: «la radice dei problemi è nel sistema capitalista».
rivolgendosi ai partecipanti della 74a sessione dell'assemblea generale delle nazioni unite, il presidente della bolivia, evo morales ayma, ha espresso preoccupazione per il deterioramento del sistema multilaterale a seguito delle misure promosse da alcuni stati che hanno deciso di ignorare gli impegni nelle strutture globali costruite per una sana convivenza nel quadro del diritto internazionale, nonché sui principi di base della carta delle nazioni unite.
il presidente ha sottolineato che i problemi ambientali come incendi, siccità, scioglimento dei ghiacciai, erosione, estinzione di specie e riscaldamento globale mettono a rischio la vita sul pianeta, e in questo senso ha esortato i paesi a fermare la crisi climatica che continuerà anche a condannare milioni di persone alla povertà e alla fame.
evo ha affermato che «la radice dei problemi è nel sistema capitalista» e ha criticato il fatto che sono le multinazionali che controllano il settore alimentare, l'accesso all'acqua e alle aree.
..segue ./.
La Corte Suprema brasiliana contro la scarcerazione dell’ex presidente LulaMartedì 25 giugno si è riunita nella città di Brasilia la Corte Suprema brasiliana per decidere riguardo alla scarcerazione dell’ex-presidente Lula da Silva, condannato a otto anni di reclusione per corruzione e riciclaggio di denaro nell’ormai celebre caso del “triplex” di Guarujá, vale a dire la casa al mare che secondo l’accusa sarebbe stata data all’ex presidente dalla società edilizia Oas a titolo di tangente in cambio dell’assegnazione di appalti della società petrolifera di stato Petrobras. Per i sostenitori di Lula l’intera inchiesta “Lava Jato”, che ha travolto le figure di spicco del Partido dos Trabalhadores (PT) causando prima l’impeachment di Dilma Roussef e poi l’arresto di Lula, è stata frutto di una cospirazione politica perpetrata al fine di rimuovere la sinistra brasiliana dal potere. Essi, considerando dunque l’intero processo come una vera e propria guerra giudiziaria condotta nei confronti del loro leader, hanno accusato il giudice Sergio Moro di accanimento e di faziosità, accendendo seri dubbi circa l’imparzialità del suo giudizio. Per i “petisti” i dubbi sulla condotta di Moro durante il processo “Lava Jato” sono stati confermati lo scorso autunno quando il giudice ha accettato la proposta di Jair Bolsonaro di entrare a far parte del suo governo, a capo di un nuovo superministero che unisce in maniera inedita le funzioni del Ministero della Giustizia a quelle del Ministero della Sicurezza Pubblica. Ed è proprio in seguito alla nomina di Moro a ministro che gli avvocati di Lula hanno presentato la richiesta di habeas corpus per la scarcerazione del loro leader. Nonostante in quel periodo la vittoria mediatica, giudiziaria e politica della destra brasiliana nei confronti del PT apparisse sostanzialmente fuori discussione, la questione si è riaperta in modo esplosivo il 9 giugno scorso quando il sito di giornalismo investigativo The Intercept Brasil ha pubblicato il primo di una serie di reportage basati su un immenso archivio di conversazioni private via Telegram tra l’ex giudice Sergio Moro e gli inquirenti della “Lava Jato”. Le nuove rivelazioni hanno da subito fatto emergere come il giudice non fosse imparziale ed equidistante tra accusa e difesa: era Moro in persona a dirigere le operazioni del pool degli inquirenti indicando, oltre ai tempi e alle modalità delle operazioni, la strategia mediatica da seguire e ordinando di risparmiare dall’inchiesta alcuni politici di primo piano avversari del partito di Lula, tra i quali spicca l’ex presidente Fernando Henrique Cardoso. Così, in seguito a tali rivelazioni, la tesi del complotto fin dal principio sostenuta dai “petisti” ha riacquistato improvvisamente consistenza. Il sito The Intercept Brasil non si è limitato a pubblicare stralci dell’archivio, ma ha costruito una vera e propria strategia mediatica, che si è finora rivelata micidiale per la credibilità dei principali promotori della “Lava Jato”, primo tra tutti il nuovo idolo della destra brasiliana: l’ex giudice Moro. The Intercept, con una mossa insolita per un giornale, ha scelto di condividere la sua esclusiva con una serie di giornalisti e testate di grande credibilità e soprattutto di orientamento politico completamente diverso dal suo: prima è stata la volta di Reinaldo Azevedo, storico oppositore del PT, saggista e conduttore di Radio Band, poi della Folha di San Paolo, il maggior quotidiano del paese, a lungo nettamente schierata a favore della “Lava Jato”. Appare quindi ora evidente che, vista la precedente posizione favorevole alla condanna di Lula di molti giornalisti ora coinvolti nelle inchieste di The Intercept Brasil, non si possa certo dire che la diffusione delle intercettazioni sia un’operazione politica promossa dal PT, come dichiarato da Moro e dai suoi sostenitori nei primi giorni, quando a garanzia della genuinità delle conversazioni divulgate c’era solo la parola e la credibilità di Glenn Greenwald, il fondatore di The Intercept. Tornando ai fatti del 25 giugno, la Corte Suprema ha giudicato le due petizioni di habeas corpus depositate dalla difesa del Partito di Lula: il primo ricorso è stato respinto per quattro voti a uno, mentre il secondo per due voti a tre. In definitiva, tra i cinque giudici della Corte, Gilmar Mendez e Ricardo Lewandowski si sono espressi a favore della scarcerazione di Lula mentre Edison Fachin, Carmen Lucia e Celoso de Mello si sono dichiarati contrari. Questa è stata l'ultima sessione della Corte prima della pausa estiva; la prossima non avrà luogo prima del 6 agosto, quando la Corte dovrebbe decidere in merito alla presunta condotta illecita di Moro. Al rientro dalla pausa secondo diversi osservatori il voto decisivo sulla condotta di Moro, che porterebbe all’assoluzione di Lula qualora ne fosse provata la colpevolezza, sarà quello di Celso de Mello, il membro più anziano del Tribunale Federale Supremo. Gli altri quattro membri del Tribunale hanno tutti posizioni note riguardo lo scandalo Lava Jato, mentre Mello, sebbene abbia votato contro la scarcerazione, ha dichiarato che potrebbe non esservi una diretta corrispondenza tra il suo voto di martedì e il suo giudizio in merito all’operato di Moro, lasciando quindi intendere come la questione sia tutt’altro che chiusa. Si dovrà quindi attendere agosto per conoscere il giudizio della Corte Suprema sulla liceità della condotta dell’inchiesta Lava Jato. In ogni caso la guerra politica, giudiziaria e mediatica tra il partito di Lula e la destra brasiliana sembra lontana da una conclusione definitiva. Anzi, più passa il tempo più si ha l’impressione che la storia recente del Brasile, che dopo anni di governo “petista” aveva preso una brusca sterzata conservatrice portando al potere una destra nazionalista e reazionaria guidata dall’ultraconservatore Bolsonaro, stia venendo riscritta sotto i nostri occhi. Maduro incontra Putin per rafforzare la cooperazione tra Venezuela e Russia di fronte alle ingerenze esterneI leader di Venezuela e Russia terranno un vertice bilaterale domani a Mosca. |
Il presidente della Russia, Vladimir Putin, riceverà domani a Mosca il suo omologo venezuelano, Nicolás Maduro, con il quale discuterà della promozione delle relazioni bilaterali e delle questioni di importanza regionale.
Come ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, tra la "varietà di aspetti" di cui si discuterà dell'interferenza di alcune nazioni in questioni riguardanti paesi di regioni straniere. "[I presidenti] si scambieranno opinioni su questioni regionali, in particolare questioni ibero-americane, sulla questione dell'interferenza diretta negli affari ibero-americani da parte di Stati terzi", ha affermato Peskov, precisando che la firma di documenti non è prevista durante questa visita. Da parte sua, il presidente venezuelano ha precisato che incontrerà anche uomini d'affari russi per cercare "nuove strade" che promuoveranno la cooperazione tra le due nazioni "a tutti i livelli". Notizia del: Onu. Arreaza incontra Borrell, Spagna per il dialogo politico in VenezuelaIl ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Arreaza, ha tenuto un importante riunione di lavoro con la sua controparte spagnola, Josep Borrell, durante la quale hanno riesaminato la posizione dell'Unione Europea riguardo i processi di dialogo tra il governo e i rappresentanti dell'opposizione venezuelana. Inoltre, come è consuetudine e sfruttando lo spazio di incontro tra diplomatici, sono state affrontate le questioni bilaterali e il programma di cooperazione tra i paesi. Dopo l'incontro la Spagna ha dichiarato, attraverso un comunicato, la sua posizione a favore di una soluzione pacifica e democratica della situazione politica venezuelana e ha ribadito il suo sostegno al dialogo politico. Questa riunione di alto livello si è svolta nell'ambito della 74° sessione del segmento di alto livello dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si sta svolgendo a New York. Fonte: Embajada de la República Bolivariana de Venezuela en Italia
Notizia del: Evo Morales sulla crisi ambientale all'ONU: «La radice dei problemi è nel sistema capitalista»Rivolgendosi ai partecipanti della 74a sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente della Bolivia, Evo Morales Ayma, ha espresso preoccupazione per il deterioramento del sistema multilaterale a seguito delle misure promosse da alcuni Stati che hanno deciso di ignorare gli impegni nelle strutture globali costruite per una sana convivenza nel quadro del diritto internazionale, nonché sui principi di base della Carta delle Nazioni Unite.
Il presidente ha sottolineato che i problemi ambientali come incendi, siccità, scioglimento dei ghiacciai, erosione, estinzione di specie e riscaldamento globale mettono a rischio la vita sul pianeta, e in questo senso ha esortato i paesi a fermare la crisi climatica che continuerà anche a condannare milioni di persone alla povertà e alla fame.
Evo ha affermato che «la radice dei problemi è nel sistema capitalista» e ha criticato il fatto che sono le multinazionali che controllano il settore alimentare, l'accesso all'acqua e alle aree ..segue ./.
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