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La VOCE ANNO XXI N°7 | marzo 2019 | PAGINA A - 33 |
IL GIORNO DEL RICORDO ED IL REVISIONISMO STORICO, IL VENEZUELA E LA CONFUSIONE IDEOLOGICA DELL’EX-SINISTRA Si è svolto a Roma un importante convegno sulla questione del “giorno del ricordo” indetto con legge 92/2004 in Italia per ricordare gli avvenimenti del 1943-1945 ai confini orientali dell’Italia. Il relatore del convegno, l’amico Andrea Martocchia(1), e lo storico triestino Sandi Volk hanno rilevato come l’indizione del giorno del ricordo abbia come conseguenza quella di gonfiare il fenomeno degli infoibamenti (cadaveri di persone lanciati nelle voragini carsiche dette “foibe”), attribuirlo alla cattiveria dei partigiani slavi “titini”, legarlo alla fuga di molti cittadini italiani dall’Istria e dalla Dalmazia, ed in definitiva di oscurare il contesto in cui questi avvenimenti erano avvenuti, trasformando i carnefici in vittime. Ricordiamo che il governo fascista italiano aveva tentato di annettersi la Slovenia, imponendo addirittura la lingua italiana agli Sloveni e l’italianizzazione dei nomi, reprimendo senza pietà i tentativi di resistenza. Migliaia di Sloveni che resistevano sono morti nei campi di concentramento fascisti di stenti. Uno di questi campi, Gonars, è descritto nel libro della storica triestina Alessandra Kersevan(2). Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale le truppe italo-tedesche e le formazioni nazi-fasciste sottoposero l’intera Jugoslavia ad una feroce occupazione ed ad una feroce repressione della resistenza partigiana e della popolazione civile. Interi villaggi furono bruciati; molti prigionieri torturati e fucilati, compresi moltissimi civili. Nel 1943, dopo il crollo del governo fascista, i partigiani jugoslavi presero il controllo di vaste zone dell’Istria e Dalmazia e, dopo che le truppe naziste avevano ripreso il controllo di molte zone, liberarono completamente le zone di confine tra Italia, Slovenia e Croazia nel 1945 A loro si erano uniti decine di migliaia di soldati italiani che non avevano aderito alla fascista Repubblica di Salò. Sandi Volk e le due ottime storiche triestine Alessandra Kersevan e Clauduìia Cernigoi hanno dimostrato, con una serie impressionante di documenti, come il fenomeno degli infoibamenti sia stato molto più limitato di quanto gli epigoni del nuovo revisionismo storico vorrebbe far credere e sia di origini molto diverse e complesse(3)(4). I corpi effettivamente trovati nelle foibe sono circa 500 (e non le migliaia di cui si parla). Questi corpi sono sia di vittime di delinquenza comune e vendette personali, sia di partigiani uccisi dai fascisti e soldati tedeschi caduti in combattimento, sia di aguzzini fascisti, particolarmente distintisi in angherie e torture, uccisi dai partigiani con processi sommari o senza processo (la maggior parte dei fascisti arrestati alla fine della guerra subì invece processi regolari). Anche la questione dei profughi italiani da Istria e Dalmazia, che fuggirono per la paura di rappresaglie da parte dei partigiani e della popolazione slava che aveva subito anni di occupazione, repressione e massacri, è un |
avvenimento doloroso certamente, ma da spiegarsi alla luce di quel contesto storico. Anche milioni di Tedeschi fuggirono alla fine della Seconda Guerra Mondiale da regioni come la Prussia Orientale e la Slesia di fronte all’avanzata dell’Armata Rossa e dei partigiani polacchi; ma nessuno per questo può riabilitare i Nazisti per le decine di milioni di Russi, Bielorussi, Polacchi, Ebrei, Ucraini massacrati negli anni precedenti, o meravigliarsi del risentimento anti-tedesco di tante popolazioni dell’Europa Orientale. Non meraviglia che la destra revisionista tenti di cambiare le carte in tavola rifacendo la storia. Quello che preoccupa e che a questo andazzo si siano uniti ex movimenti e partiti di “sinistra” in piena confusione mentale ed ideologica: non solo il Partito Democratico, che ormai ha fatto cadere qualsiasi più pallida parvenza di ideali che una volta caratterizzavano la “sinistra” (egualitarismo, anticapitalismo, antifascismo, pacifismo, antimperialismo), ma anche la “sinistra radicale” alla Bertinotti o alla Casarini, e la stessa ANPI. Questa gloriosa associazione antifascista ha boicottato un precedente convegno con Sandi Volk a Parma ed ha ignorato il convegno di Roma: Inoltre pone da anni difficoltà alla partecipazione ai cortei per la Liberazione – il 25 aprile - di gruppi che inneggiano alla liberazione dei popoli oppressi come in particolare quello palestinese, oppresso dallo Stato israeliano. Questi atteggiamenti purtroppo non riguardano solo la questione delle foibe e della Palestina, ma ormai coinvolgono l’intera visione della situazione mondiale. Chi scrive ha più volte sottolineato la confusione ideologica e l’opportunismo con cui movimenti e partiti di ex-sinistra, coprendosi dietro falsi ideali “umanitari” e “democratici” propagandati dai mass media occidentali, si sono schierati a favore delle aggressioni militari e dei colpi di Stato nella ex-Jugoslavia, in Libia, Ucraina. Siria, e tante altre situazioni. Oggi queste stesse forze (per fortuna non tutte: l’ANPI e i resti di Rifondazione Comunista si sono espressi finora in modo corretto) si schierano a favore del tentativo di colpo di Stato in Venezuela, chiamando il Presidente regolarmente eletto, Maduro, “dittatore”. Purtroppo questo oscuramento della ragione, o forse solo vergognoso opportunismo, non coinvolge solo l’Italia. La rivista “Marx 21” ha ospitato un’intervista al nipote dell’ex-presidente Salvador Allende in cui egli denuncia esponenti di primo piano del Partito Socialista Cileno e dello stesso Frente Amplio filo-comunista che si schierano contro Maduro ed il Venezuela, dimentichi del colpo di Stato contro Allende del 1973 e dei 20 anni di repressione pinochettista (o forse proprio perché instupiditi da 20 anni di repressione e neo-liberismo selvaggio imposto al popolo cileno). Per fortuna enormi paesi che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale (Russia, Cina, anche India, Iran, Messico), ma anche più piccoli paesi indipendenti (Corea Popolare, Vietnam, Cuba, Myanmar …) si tengono fuori da questa falsa cultura “democratica” chiamata pomposamente “Opinione Pubblica …. Mondiale”. Non tutti se ne accorgono, ma i tempi stanno cambiando, insieme agli equilibri mondiali. La relazione di A. Martocchia si può trovare in http://contropiano.org/documenti/2019/02/26/il-giorno-del-ricordo-dove-sta-il-problema.0112792 A. Kersevan, “Un campo di concentramento fascista, Gonars 1942-43”, Ed. Kappa Vu C. Cernigoi, “Operazione foibe tra storia e mito”, Ed. Kappa Vu Atti del Convegno Sesto S. Giovanni, 2008, “Foibe, Revisionismo di Stato ed Amnesie della Repubblica”, Ed. Kappa Vu |
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