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La VOCE ANNO XXI N°7

marzo 2019

PAGINA 11

In questa pagina potete trovare articoli molto interessanti, che non hanno trovato spazio in questo numero de La VOCE, ma di cui consigliamo ugualmente la lettura.

AFRICA

Il «grande gioco» delle basi in Africa
di Manlio Dinucci - il manifesto, 15 gennaio 2018
I militari italiani in missione a Gibuti hanno donato alcune macchine da cucire all’organizzazione umanitaria che assiste i rifugiati in questo piccolo paese del Corno d’Africa, situato in posizione strategica sulla fondamentale rotta commerciale Asia-Europa all’imboccatura del Mar Rosso di fronte allo Yemen.
Qui l’Italia ha una propria base militare che, dal 2012, «fornisce supporto logistico alle operazioni militari italiane che si svolgono nell’area del Corno d’Africa, Golfo di Aden, bacino somalo, Oceano Indiano».
A Gibuti i militari italiani non si occupano, quindi, solo di macchine da cucire. Nell’esercitazione Barracuda 2018, svoltasi qui lo scorso novembre, i tiratori scelti delle Forze speciali (il cui comando è a Pisa) si sono addestrati, in diverse condizioni ambientali anche di notte, con i più sofisticati fucili di precisione capaci di centrare l’obiettivo a 1-2 km di distanza.

Le relazioni Cina-Africa continuano a svilupparsi supportate dagli investimenti nel continente
Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha effettuato una visita ufficiale in Etiopia, il quartier generale dell'Unione Africana, Burkina Faso, Gambia e Senegal dal 2 al 6 gennaio. Il suo primo viaggio diplomatico del 2019. Come tradizione diplomatica, il ministro degli esteri cinese ha visitato l'Africa come primo viaggio di ogni anno, come accaduto negli ultimi 29 anni consecutivi. La continua cooperazione tra Cina e Africa non ha solo lo scopo di approfondire la loro amicizia tradizionale, ma è anche necessaria per sostenere lo sviluppo economico nel continente africano.
Con l'accelerazione dello sviluppo economico, dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione in Africa, i fondi sono stati continuamente iniettati in vari paesi africani. Attualmente, la Cina è il più grande investitore del continente, con un investimento che copre molte aree di sviluppo. Per questo motivo, nel corso del 29° Summit dell'Unione Africana (UA), nel 2017, diversi funzionari senior dell'UA hanno affermato che il collegamento tra l'Agenda 2063 dell'AU e l'iniziativa "Belt and Road" (B&R) dovrebbe essere rafforzato. Successivamente, 37 paesi africani e l'UA hanno firmato i documenti di cooperazione B&R con la Cina, che ha accettato di cogliere l'opportunità di B&R per approfondire la cooperazione e contribuire a sostenere le richieste di sviluppo della regione. In termini di comunicazione politica, attraverso i continui scambi ad alto livello tra Cina e Africa, l'esperienza di sviluppo della Cina è stata gradualmente accettata e adottata da molti paesi africani.

Alberto Negri - Il dramma dei profughi non è solo umanitario ma militare e politico
La zona Sar libica, il tratto di mare di competenza di Tripoli, è inesistente, i profughi vengono tenuti in campi disumani e i trafficanti di uomini, come li chiamano, sono in realtà gli stessi capi libici che non intervengono su una fonte di reddito delle milizie della Tripolitania e del Fezzan: tutte cose che si sanno. Quindi la soluzione è politica o militare, o entrambe.
Siccome il governo Sarraj non esiste, l’unica alternativa è il generale Khalifa Haftar che si sta impadronendo anche del Fezzan, il Sud della Libia. Inutile girare intorno al problema.
Il nostro ministero degli Esteri pensa che Haftar, appoggiato da Egitto, Russia, Francia ed Emirati, non sia una soluzione ma parte del problema: però non è in grado di dare una soluzione alternativa.

Italia-Francia: la Repubblica in Libia finge di non avere perso una guerra
Nei commenti odierni dei quotidiani la Libia ha un ruolo marginale nello scontro Italia-Francia. Forse perché la decisione di accodarsi ai bombardamenti Nato, un’acquiescenza totale alla decisione francese di distruggere il nostro alleato più importante, venne presa dal presidente della Repubblica Napolitano e sostanzialmente avallata prima da Berlusconi e poi da Renzi, ovvero dall’attuale opposizione. Lo stesso Mattarella tende a ignorare la questione nella sua sostanza: quella fu una guerra all’Italia e bombardando Gheddafi non abbiamo protetto i nostri interessi ma perso ogni credibilità sulla Sponda Sud (non solo in Libia ma anche in Egitto, caso Regeni).

AMERICA

VIDEO IMPRESSIONANTE. Petare, Caracas: la mobilitazione popolare in Venezuela più forte della censura
El Caracazo nella storia venezuelana è la grande protesta popolare contro il regime di Carlos Andres Perez. Era il 1992 e il popolo venezuelano allo stremo e senza diritti sociali si ribellava in quella che viene considerata la scintilla della rivoluzione bolivariana. Nonostante la criminale guerra economica e il blocco finanziario che ha reso la situazione nel paese sempre più complessa, il popolo venezuelano è sa cosa siginifica tornare alle barbarie del neo-liberismo e lotta per la propria sovranità ogni giorno dal golpe del 23 gennaio scorso.
Di fronte alle minacce criminali degli Stati Uniti, non c'è risposta più bella di un popolo che respinge la guerra, il golpe e che chiede che venga rispettata la sua sovranità, dignità, autodeterminazione e libertà. Sono immagini impressionanti e che sono più forti della censura vergognosa dei media di questo parte di mondo che si crede "libero".
Petare, Caracas. A 30 anni da #ElCaracazo, il popolo venezuelano respinge la guerra e il golpe. Sono immagini impressionanti di un paese che lotta per la sua sovranità e indipendenza. Qualche giornale Italiano romperà la censura? #Venezuela

Venezuela. Il piano economico neoliberista dell'opposizione vuole riportare il paese ai tempi del Caracazo
Oggi 27 febbraio 2019 cade il 30° anniversario delle proteste popolari contro la politica economica dall'allora presidente Carlos Andrés Pérez (CAP), conosciute come Caracazo.
Politiche economiche analoghe a quelle avanzate dall’attuale opposizione in Venezuela contenute nel cosiddetto Plan País, come nota teleSUR.

Assad ha rifiutato l'offerta degli USA di appoggio alla sua presidenza in cambio di rottura con l'Iran
Il presidente siriano Bashar Al-Assad ha rifiutato l'offerta degli Stati Uniti di sostenere la sua presidenza in cambio di una rottura dei legami con l'Iran, ha dichiarato il consigliere del parlamento iraniano Hossein Amir Abdollahian.
"La visita del presidente siriano a Teheran portava un messaggio nascosto ma grandioso. La visita di Bashar Al-Assad con il Leader(la Guida suprema Seyed Khamenei NDT) e il presidente del nostro paese in questo momento è stata effettuata con diversi obiettivi ", ha spiegato il consigliere del parlamento iraniano Hossein Amir Abdollahian, come citato dall'agenzia di stampa Fars.
Secondo Abdollahian, la visita di Assad a Teheran rappresenta il suo rifiuto di accettare l'offerta degli Stati Uniti che hanno riaffermato il loro impegno nella lotta contro l'Iran e Hezbollah.

CINA

La Cina trova un gigantesco giacimento di petrolio e gas che potrebbe essere usato per "centinaia di anni"
Solo la quantità di gas naturale nell'area supererebbe i 100.000 milioni di metri cubi.
La più grande compagnia petrolifera cinese, la CNOOC Ltd, ha annunciato oggi la scoperta di un enorme bacino di greggio di alta qualità nel Mar di Bohai, nel nord-est della Cina. Inoltre, la società ha anche confermato la presenza nell'area del gas naturale in quantità superiori a 100 miliardi di metri cubi, riferisce China Daily.
Il deposito - elencato come "la più grande scoperta di petrolio e gas" nel bacino della Baia di Bohai negli ultimi 50 anni - potrebbe essere usato da "milioni di residenti" per "centinaia di anni", secondo il giornale.
In questo contesto, il capo del progetto CNOOC, Liu Baosheng, citato dal globaltimes.cn/content/1140034.shtml">Global Times, ha spiegato che petrolio e gas sono stati trovati in undici pozzi.

EUROPA

L’Euro una catastrofe sociale per l'Italia: i numeri precisi da uno studio tedesco
Un insospettabile studio tedesco fa i conti con gli effetti dell’euro dalla sua introduzione ad oggi. Per l’Italia e per altri paesi del Sud della UE la moneta unica é stato un disastro, anzi una catastrofe sociale. Ogni cittadino italiano ha perso in questi quasi venti anni di euro quasi 73000 euro di mancato PIL, il doppio di quanto pesi su ogni italiano il debito pubblico. Ogni cittadino tedesco invece di euro ne ha guadagnati 23000.
La moneta unica ha provocato un gigantesco drenaggio di ricchezza dal Sud al Nord Europa. E l’Italia é tornato ad essere un paese da cui si emigra verso i luoghi dove si è concentrata la ricchezza, come negli anni 50.

Parigi. Il deputato Sébastien Nadot mostra lo striscione "La Francia uccide nello Yemen" nell'Assemblea nazionale
L'ex parlamentare della LREM, Sébastien Nadot, ora indipendente, ha interrotto una sessione dell' Assemblea nazionale brandendo uno striscione che denunciava il ruolo della Francia nella guerra nello Yemen dal momento che Parigi continua a vendere armi ai sauditi.
Ieri, il deputato indipendente dell'Alta Garonna, Sebastien Nadot, non ha esitato a impegnarsi duramente per attirare l'attenzione sul ruolo della Francia nel conflitto in Yemen, accusato di vendere armi all'Arabia Saudita che dal 2015 ha aggredito il paese più povero del mondo arabo e causato la più grave catastrofe umanitaria del secolo. Nel corso di un'interrogazione del governo francese nell'Assemblea nazionale del deputato Meyer Habib, Sébastien Nadot ha mostrato uno striscione su cui era scritto a caratteri cubitali: "La Francia uccide nello Yemen".

Londra accusa Berlino di "danneggiare l'industria britannica" dopo lo stop alla vendita di armi all'Arabia Saudita
Il Regno Unito avverte la Germania che se non venderà armi all'Arabia Saudita, danneggerà i suoi interessi e quelli dell'Europa. Che poi con queste armi si distruggerà ancora di più lo Yemen e gli yemeniti, cosa importa a questi assassini?
"Sono molto preoccupato per l'impatto sul settore della difesa nel Regno Unito e in Europa per la decisione del governo tedesco [non vendere armi all'Arabia Saudita] e in che modo influenzerà le capacità dell'Europa di fronte ai propri impegni alla NATO", si legge in una lettera che l ministro degli esteri del Regno Unito, Jeremy Hunt, ha scritto alla sua controparte tedesca Heiko Maas, secondo quanto ha riportato, ieri, la rivista tedesca Der Spiegel.
Hunt sostiene che se Berlino smette di vendere armi a Riad, le società britanniche di difesa non saranno in grado di adempiere a molti dei loro contratti con il regime saudita, compresa la consegna di aerei da combattimento Tornado ed Eurofighter Typhoon.

ITALIA



MEDIO ORIENTE

Crisi India-Pakistan. Una bomba sulla distensione asiatica
Escalation tra Pakistan e India. E il mondo trema: i due Paesi hanno l’atomica. Ieri l’aviazione indiana ha bombardato il territorio pakistano, provocando, secondo New Delhi, 300 morti.
Si tratterebbe di terroristi di Jaish-e-Mohammed, la milizia islamista che ha rivendicato l’attentato dello scorso 15 febbraio, che ha ucciso 46 paramilitari indiani nel Kashmir, regione da tempo al centro di controversie (e brevi guerre) tra i due Paesi per questioni di confine.
Secondo i pakistani le vittime del raid indiano sarebbero state state meno e, peraltro, dei semplici civili.

Assad incontra Rohani e Khamenei: "Inferto un duro colpo al progetto USA-Occidente, ma prepararsi alla reazione che tramano dopo il loro fallimento"
Il Presidente siriano Bashar al Assad ha incontrato, oggi, durante la sua visita a Teheran la Guida suprema dell'Iran l'ayatollah Seyed Ali Khamenei e il Presedente della Repubblica islamica Hassan Rohani.
Il presidente al-Assad si è congratulato con la Guida suprema dell'Iran l'ayatollah Seyed Ali Khamenei e il fraterno popolo iraniano per il 40° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica iraniana che ha formato, nel corso degli ultimi 4 decenni, un esempio che dovrebbe essere seguito nella costruzione di uno stato potente che sia capace di realizzare gli interessi della sua gente e di resistere agli interventi stranieri.
Durante l'incontro, le due parti hanno esaminato i rapporti di forte fraternità che riuniscono i due paesi e popoli, affermando che queste relazioni sono state il principale fattore della fermezza della Siria e dell'Iran contro le trame di stati ostili che cercano di indebolire i due paesi e destabilizzarli.

Yemen. Fatima 12 anni, pesa 10 kg. Foto-Vergogna che incrimina l'Arabia Saudita e l'Occidente suo alleato
"Tutte le riserve di grasso nel suo corpo sono esaurite, rimangono solo le ossa", ha indicato il medico che cura la bambina.
La famiglia di Fatima Qoba, una dodicenne yemenita che ha dovuto lasciare la sua casa vicino al confine con il regno a causa degli attacchi della coalizione internazionale guidata dall'Arabia Saudita, vive in estrema povertà, secondo quanto ha raccontato all'agenzia Reuters, la sorella maggiore della ragazza.
"Non abbiamo soldi per procurarci il cibo, tutto quello che abbiamo è quello che ci danno i nostri vicini e alcuni membri della famiglia", ha rivelato, aggiungendo che i suoi 10 fratelli e il padre di 60 anni sono costretti a vivere sotto un albero. "Se restiamo qui e moriamo di fame, nessuno se ne accorgerebbe, non abbiamo futuro", ha lamentato la sorella di Fatima.

CNN: Yemen. Armi USA fornite all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti finite ad al Qaeda
L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti trasferiscono armi acquistate negli Stati Uniti alle fazioni estremiste legate ad Al-Qaeda nello Yemen, rivela un rapporto.
"L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, il suo principale partner nella guerra (allo Yemen), ha usato armi fabbricate negli Stati Uniti come valuta per comprare la lealtà delle milizie e delle tribù, rafforzando gli attori armati di loro scelta e influenzare il complesso panorama politico, secondo i comandanti militari sul campo di battaglia e gli analisti che hanno parlato con la CNN", ha riferito un'inchiesta di questo media statunitense.
Nel rapporto esclusivo in onda sulla CNN ieri, si è anche sottolineato che il movimento popolare yemenita Ansarollah è riuscito a prendere alcune armi e avere accesso ai blindati venduti negli Emirati Arabi Uniti, "rivelando alcuni dati sensibili tecnologi degli USA all'Iran."

RUSSIA

Russia: dopo il Venezuela, gli Stati Uniti si dirigeranno verso Cuba e il Nicaragua
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che le misure del governo degli Stati Uniti contro il Venezuela rivelano che Cuba e il Nicaragua saranno i prossimi obiettivi.
Il fatto che Washington "pubblicamente affermi che i giorni di Maduro sono contati dice direttamente che Cuba e Nicaragua saranno i prossimi della lista," ha sottolineato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
"Cioè, la dottrina Monroe, secondo la quale gli americani non dovrebbero permettere a nessuno di arrivare in Sud America- impallidisce davanti alla dottrina che ora si sta formando sotto i nostri occhi e che, in sostanza, significa che gli americani stanno usurpando il diritto di usa la forza dove vogliono rovesciare i regimi che non li soddisfano per un motivo o per un altr ", ha aggiunto il ministro degli Esteri russo.

SCIENZA



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