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La VOCE 1903

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La VOCE ANNO XXI N°7

marzo 2019

PAGINA 3         - 19

NELL’ULTIMO PAESE CHE L’AMERICA HA LIBERATO DA UN “MALVAGIO DITTATORE” OGGI SI COMMERCIANO APERTAMENTE GLI SCHIAVI


Un articolo rilanciato da Zero Hedge ci apre una finestra sull’orrore in cui la Libia è stata gettata dal cosiddetto intervento “umanitario” dei paesi NATO e dalla primavera araba. Nel paese nordafricano, privo di un controllo politico, si fa apertamente compravendita di esseri umani come schiavi, li si detiene per ottenere il riscatto e se non sono utili alla fine li si uccide. Il disordine e le atrocità che seguono la cacciata del dittatore – per quanto odioso possa essere – dovrebbero essere tenuti ben presenti oggi che il cerchio si sta stringendo intorno alla Siria.

di Carey Wedler, 15 aprile 2017

È ben noto che l’intervento NATO a guida USA del 2011 in Libia, con lo scopo di rovesciare Muammar Gheddafi, ha portato ad un vuoto di potere che ha permesso a gruppi terroristici come l’ISIS di prendere piede nel paese.

Nonostante le conseguenze devastanti dell’invasione del 2011, l’Occidente è oggi lanciato sulla stessa traiettoria nei riguardi della Siria. Proprio come l’amministrazione Obama ha stroncato Gheddafi nel 2011, accusandolo di violazione dei diritti umani e insistendo che doveva essere rimosso dal potere al fine di proteggere il popolo libico, così l’amministrazione Trump sta oggi puntando il dito contro le politiche repressive di Bashar al-Assad in Siria e lanciando l’avvertimento che il suo regime è destinato a terminare presto — tutto ovviamente in nome della protezione dei civili siriani.

Ma mentre gli Stati Uniti e i loro alleati si dimostrano effettivamente incapaci di fornire una qualsiasi base legale a giustificazione dei loro recenti attacchi aerei — figurarsi poi fornire una qualsiasi evidenza concreta a dimostrazione del fatto che Assad sia effettivamente responsabile dei mortali attacchi chimici della scorsa settimana — emergono sempre più chiaramente i pericoli connessi all’invasione di un paese straniero e alla rimozione dei suoi leader politici.

Questa settimana abbiamo avuto nuove rivelazioni sugli effetti collaterali degli “interventi umanitari”: la crescita del mercato degli schiavi.

Il Guardian ha riportato che sebbene “la violenza, l’estorsione e il lavoro in schiavitù” siano stati già in passato una realtà per le persone che transitavano attraverso la Libia, recentemente il commercio degli schiavi è aumentato. Oggi la compravendita di esseri umani come schiavi viene fatta apertamente, alla luce del sole.

“Gli Ultimi Report Sul ‘Mercato Degli Schiavi’ A Cui Sono Sottoposti I Migranti Si Possono Aggiungere Alla Lunga Lista Di Atrocità [Che Avvengono Il Libia]” Ha Detto Mohammed Abdiker, Capo Delle Operazioni Di Emergenza Dell’International Office Of Migration, Un’organizzazione Intergovernativa Che Promuove “Migrazioni Ordinate E Più Umane A Beneficio Di Tutti“, Secondo Il Suo Stesso Sito Web. “La Situazione È Tragica. Più L’IOM Si Impegna In Libia, Più Ci Rendiamo Conto Come Questo Paese Sia Una Valle Di Lacrime Per Troppi Migranti.”

Il paese nordafricano viene usato spesso come punto di uscita per i rifugiati che arrivano da altre parti del continente. Ma da quando Gheddafi è stato rovesciato nel 2011 “il paese, che è ampio e poco densamente popolato, è piombato nel caos della violenza, e i migranti, che hanno poco denaro e di solito sono privi di documenti, sono particolarmente vulnerabili“, ha spiegato il Guardian.

Un sopravvissuto del Senegal ha raccontato che stava attraversando la Libia, proveniendo dal Niger, assieme ad un gruppo di altri migranti che cercavano di scappare dai loro paesi di origine. Avevano pagato un trafficante perché li trasportasse in autobus fino alla costa, dove avrebbero corso il rischio di imbarcarsi per l’Europa. Ma anziché portarli sulla costa il trafficante li ha condotti in un’area polverosa presso la cittadina libica di Sabha. Secondo quanto riportato da Livia Manente, la funzionaria dell’IOM che intervista i sopravvissuti, “il loro autista gli ha detto all’improvviso che gli intermediari non gli avevano passato i pagamenti dovuti e ha messo i passeggeri in vendita“. La Manente ha anche dichiarato:

“Molti Altri Migranti Hanno Confermato Questa Storia, Descrivendo Indipendentemente [L’uno Dall’altro] I Vari Mercati Degli Schiavi E Le Diverse Prigioni Private Che Si Trovano In Tutta La Libia“, Aggiungendo Che La OIM-Italia Ha Confermato Di Aver Raccolto Simili Testimonianze Anche Dai Migranti Nell’Italia Del Sud.

Il sopravvissuto senegalese ha detto di essere stato portato in una prigione improvvisata che, come nota il Guardian, è cosa comune in Libia.

“I Detenuti All’interno Sono Costretti A Lavorare Senza Paga, O In Cambio Di Magre Razioni Di Cibo, E I Loro Carcerieri Telefonano Regolarmente Alle Famiglie A Casa Chiedendo Un Riscatto. Il Suo Carceriere Chiese 300.000 Franchi CFA (Circa 450 Euro), Poi Lo Vendette A Un’altra Prigione Più Grossa Dove La Richiesta Di Riscatto Raddoppiò Senza Spiegazioni“.

Quando i migranti sono detenuti troppo a lungo senza che il riscatto venga pagato, vengono portati via e uccisi. “Alcuni deperiscono per la scarsità delle razioni e le condizioni igieniche miserabili, muoiono di fame o di malattie, ma il loro numero complessivo non diminuisce mai“, riporta il Guardian.

“Se Il Numero Di Migranti Scende Perché Qualcuno Muore O Viene Riscattato, I Rapitori Vanno Al Mercato E Ne Comprano Degli Altri“, Ha Detto Manente.

Giuseppe Loprete, capo della missione IOM del Niger, ha confermato questi inquietanti resoconti. “È assolutamente chiaro che loro si vedono trattati come schiavi“, ha detto. Loprete ha gestito il rimpatrio di 1500 migranti nei soli primi tre mesi dell’anno, e teme che molte altre storie e incidenti del genere emergeranno man mano che altri migranti torneranno dalla Libia.

“Le Condizioni Stanno Peggiorando In Libia, Penso Che Ci Possiamo Aspettare Molti Altri Casi Nei Mesi A Venire“, Ha Aggiunto.

Ora, mentre il governo degli Stati Uniti sta insistendo nell’idea che un cambio di regime in Siria sia la soluzione giusta per risolvere le molte crisi di quel paese, è sempre più evidente che la cacciata dei dittatori — per quanto detestabili possano essere — non è una soluzione efficace. Rovesciare Saddam Hussein non ha portato solo alla morte di molti civili e alla radicalizzazione della società, ma anche all’ascesa dell’ISIS.

Mentre la Libia, che un tempo era un modello di stabilità nella regione, continua a precipitare nel baratro in cui l’ha gettata “l’intervento umanitario” dell’Occidente – e gli esseri umani vengono trascinati nel nuovo mercato della schiavitù, e gli stupri e i rapimenti affliggono la popolazione – è sempre più ovvio che altre guerre non faranno altro che provocare ulteriori inimmaginabili sofferenze.

Fonte: vocidallestero.it

VENEZUELA: L'OPPOSIZIONE FINANZIATA ILLEGALMENTE CON OLTRE $173MLN

Un'indagine condotta dalle autorità finanziarie svizzere ha rivelato che l'opposizione venezuelana ha ricevuto milioni di dollari dalla società di costruzioni brasiliana Odebrecht su conti correnti in paradisi fiscali. Secondo il rapporto, almeno dieci campagne elettorali dei gruppi di opposizione sono state finanziate da risorse illegali della società tra il 2006 e il 2013.

Uno dei principali beneficiari sarebbe stato il gruppo di uomini d'affari e di alleati di Henrique Capriles Radonsky, per importi superiori a $15MLN.

In un documento stilato dagli svizzeri nel 2017, le autorità affermano che "Capriles avrebbe ricevuto tangenti relative a lavori svolti a Miranda, uno stato in cui il gruppo Odebrecht ha realizzato investimenti importanti". Parte dell'inchiesta si basa su documenti di banche svizzere trasferiti alle autorità venezuelane due anni fa. Il flusso di danaro attraverso una serie di società di copertura è arrivato nelle casse dell'opposizione alleata a Capriles, tra cui spiccano Rómulo Lander Fonseca e Juan Carlos Briquete Marmo, il fratello Armando Briquet, politico dello stato di Miranda , dove Capriles è stato governatore.

Uno dei conti identificati e sospettati di far parte di un regime di sostegno all'opposizione è quello della società di copertura Link Worldwide Corp, con sede a Panama. Tra il 26 agosto 2011 e il 10 aprile 2013, il conto ha ricevuto 940 mila euro e 3,9 milioni di dollari dalla Odebrecht che ha utilizzato le proprie società di facciata, tra cui Klienfeld e Trident, identificate anche nell'operazione Car Wash (Lava Jato).

Gli aspetti salienti del rapporto:

Tra il 24 ottobre e il 14 novembre 2012, la società Blue Skies Investments, con sede a Panama e beneficiario Fonseca, ha ricevuto oltre 785 mila dollari in Svizzera. Il denaro è stato depositato dagli intermediari di Odebrecht.
Briquet Marmol appare ancora come beneficiario della società di facciata Briq Corp, anch'essa con sede a Panama. Tra maggio e giugno 2012, sono stati effettuati pagamenti su quel conto pari a 2,6 milioni di dollari dagli intermediari di Odebrecht. Nel febbraio del 2017, tale conto ammontava a 6,5 ​​milioni di dollari.
Uno degli intermediari di primo piano è Armando Briquet, fratello di Juan Carlos Briquet Mármol. Armando divenne uno degli esponenti a Miranda del partito Primero Justicia, al quale apparteneva Capriles.
In totale, secondo le dichiarazioni e i documenti raccolti in Brasile e Venezuela, Odebrecht ha pagato oltre 173 milioni di dollari per sostenere illegalmente le campagne elettorali dell'opposizione venezuelana per otto anni.

(liberamente tratto e tradotto da: Mision Verdad)

Colpo di Stato in Venezuela

Nicolàs Maduro, rivoluzionario bolivariano, legittimo Presidente del Venezuela, eletto con elezioni democratiche (giudicate invece ‘non corrette’ dai soliti ‘osservatori internazionali’, la cui attendibilità – lo sappiamo – è pari a quella di coloro che attestano la verginità della madonna …), è stato oggi deposto dall’Imperialismo americano. Al suo posto è stato intronizzato il solito lacchè, subito riverito dall’Europa, da sempre serva e stuoino degli USA.

Quale sia lo scopo di tale operazione, in atto ormai da anni, è chiaro anche ai ciechi e ai sordi: la volontà americana di mettere le mani sul petrolio venezuelano. Ma poiché, come dice l’adagio popolare, non v’è peggior sordo di chi non vuol sentire, nelle settimane e nei mesi scorsi su Maduro è stata messa in atto una campagna diffamatoria e destabilizzante che ha pochi paragoni nei tempi recenti, a parte quella che venne orchestrata contro Slobodan Milosevic, legittimo Presidente della Serbia, anch’egli detronizzato – con una guerra feroce, che sconvolse tutti i Balcani, e le cui conseguenze sono vive e sanguinanti ancor oggi – e poi morto “per cause naturali” nelle carceri del Tribunale Internazionale dell’Aja, sicario americano (mi viene in mente Giuseppe Pinelli, caduto per un “malore attivo” dalla finestra della Questura di Milano, ma questo sarebbe un altro discorso).

Tanto per fare un solo esempio degli argomenti usati nella suddetta campagna, nei giorni scorsi un aereo – naturalmente russo! – sarebbe arrivato a Caracas per portare al sicuro l’oro e il coltan (il coltan?! Anche quello?! Uranio e plutonio no?!) di Maduro. L’oro di Caracas al posto dell’oro di Mosca … Favole e scemenze, ché sarebbe far loro troppo onore chiamarle menzogne.

Al mulino degli antibolivariani portano acqua, in questi giorni, non meglio precisate ‘testimonianze’ di Italiani colà residenti, amici o lontani parenti di nostri connazionali, la cui credibilità è totalmente aleatoria, per innumerevoli ragioni.

Facciamo finta di non aver sentito le notizie dei dollari profusi a piene mani per le strade di Caracas per spingere i manifestanti in piazza (poche migliaia, tra l’altro; giova ricordare che gran parte dei Venezuelani sta manifestando per difendere il legittimo Governo: se vi aspettate di sentirvelo dire dai nostri media, servi pure loro, state freschi …).

Diciamo invece che persone stanche di una pesante crisi economica, alimentare e sanitaria – e prive di strumenti per una più ampia analisi a livello internazionale – sono portate a dire praticamente qualsiasi cosa, e soprattutto a confondere le proprie esperienze personali con la realtà.

Perché, esiste una crisi economica, alimentare e sanitaria in Venezuela? Certo che esiste. Le farmacie e i supermercati sono semivuoti? Certo che lo sono. Eccetera. Peccato che nessuno si chieda PERCHE’ questo accade, quali ne siano le cause, chi si stia accaparrando i beni di cui il popolo venezuelano ha bisogno, perché questi beni non arrivino in Venezuela. Potete avanzare un nome, anche se non avete molta fantasia … ma potete anche star sicuri che, se il colpo di Stato riuscisse, gli scaffali traboccherebbero di ogni ben di dio … e nuovamente nessuno se ne chiederebbe il perché.

Ma del resto queste cose le abbiamo già viste, in America Latina e non solo. Probabilmente nessuno più ricorda (era il 1973: tout passe, tout casse, tout lasse …) le manifestazioni di ‘casalinghe’ che battevano i mestoli sulle pentole per protestare contro il ‘comunista’ Allende … O i ben nutriti profughi cubani manifestare contro Castro a Miami … E durante la Seconda Guerra Mondiale, qui in Veneto, erano proprio i contadini più poveri, e spesso ignoranti, ad esprimere l’odio più feroce contro i Partigiani, che a volte non avevano altro modo per non morire di fame che effettuare degli ‘espropri proletari’. Del resto, come si dice appunto qui, “sta ‘tento parché se vien i comunisti i te porta via la vaca”. Eccetera.

Insomma, la Storia si ripete, e nessuno se ne accorge. Come diceva Gramsci, “la Storia è maestra, ma non ha scolari”.

Un’ultima considerazione, che forse potrebbe apparire semplicistica e di parte, se non conoscessimo, appunto, la Storia degli Stati Uniti: ciò che è bene per gli USA è male per il mondo e, più ‘volgarmente’ ancora, il nemico del mio nemico è mio amico. Funziona sempre.

Auguri, Presidente Maduro.

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