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La VOCE 1905

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La VOCE ANNO XXI N°9

maggio 2019

PAGINA a         - 25

01/04/2019 di invicta palestina. la primavera degli aranci. con questo racconto parte l’iniziativa “vento di primavera”. “un poeta è più pericoloso di 10 fedayn, perché ne produce cento”, sostenete la lotta del popolo palestinese diffondendo la sua letteratura, i suoi poeti, i suoi scrittori: basta comprare un libro che la piccola casa editrice offre fino al 20 aprile con il 20% di sconto. copertina: fioritura primaverile a dar yusuf nasri jacir for art and research di emily e anne marie jacir. ecco il nuovo sito preparato e inaugurato per sostenere la campagna vento di primavera. https://www.edizioniq.eu/shop/index.php . samira azzam tratto da: palestinese! e altri racconti . mi chiedi com’era la nostra primavera. che cosa posso dirti. generosa, verde, colori ovunque ti voltassi, come se le pietre avessero messo foglie. mi chiedi com’era e io ti rispondo: come in nessun altro luogo.la nostra primavera arrivava portata su nuvole profumate d’arancio, fiori bianchi che spuntavano nei grembi degli aranceti. il profumo ti penetrava per le fessure delle finestre e sembrava di dormire su un cuscino di fragranze. fiori d’arancio erano collane al collo delle ragazze, bracciali ai polsi e oltre al desiderio di farsi belle erano promessa di una ricca stagione d’oro giallo. non mi chiedere com’era la nostra primavera, chiedimi piuttosto quale primavera può competere con quella degli aranci. mi chiedi della primavera degli aranci? dico che era lunga, ininterrotta, persistente. immagini che non smettevano di prendere nuove forme e colori a ogni stagione; le gemme bianche diventavano frutti estivi verdi che pendevano dai rami carichi, piegati dal peso dei frutti rotondi su cui si gettavano i bambini nel gioco. i frutti estivi verdi erano miniere d’oro giallo su cui scorrevano le nuvole del nostro inverno, come zucchero e miele. gli occhi dei raccoglitori si riempivano di gratitudine, traboccanti d’amore. mi chiedi della primavera degli aranci? allora chiedimi pure dei suoi doni. albero che accompagnava albero, aranceto che seguiva aranceto, giardino che abbracciava giardino a formare un unico grande giardino per tutti: quello che piantava, quello che raccoglieva, quello che esportava, lavoravano con energia, pronti ad alleggerire gli alberi di ciò che li appesantiva per prepararli a una nuova promessa. non chiedermi come tutte queste persone avessero legato la loro vita agli alberi. la verità è che l’arancio non è solo un albero, è una pianta che conosce quale sia il suo ruolo. mani per la raccolta e mani per le cassette, mani che le portavano alle navi, mani che prendevano e mani che davano. un guadagno comune, un bene che lasciava un dono in ognuno e ricchezza per tutti. non mi chiedere, il commercio sarà pure un affare, ma nel caso degli aranci è invece un viaggio attraverso gli occhi, il cuore e la prosperità.
tu che chiedi della nostra primavera, di quella che fu e di quella che sarà: la primavera tornerà all’aranceto, è questo il dono delle stagioni. il likud tenta di intimidire gli elettori palestinesi nascondendo telecamere nei seggi. gli scrutatori del likud stanno usando telecamere nascoste per registrare gli elettori palestinesi mentre si dirigono alle urne il giorno delle elezioni. l’obiettivo? intimidire i cittadini arabi e assicurarsi che restino a casa. english version - haggai matar – 9 aprile 2019 . foto di copertina: una cittadina palestinese di israele mentre vota nelle elezioni del 2019, taybeh, israele centrale, il 9 aprile 2019. (oren ziv / activestills.org) . nel giorno delle elezioni, martedì, i membri del likud hanno fornito agli scrutatori nelle città e nei villaggi palestinesi di israele almeno 1.200 telecamere nascoste da installare nelle cabine elettorali. i membri del likud hanno affermato che l’obiettivo era prevenire le frodi elettorali. la polizia israeliana ha immediatamente arrestato un certo numero di scrutatori, sottoponendoli a interrogatorio, mentre il comitato elettorale centrale ha rilasciato una dichiarazione che chiarisce che gli scrutatori non possono fotografare o registrare gli elettori, in quanto ciò viola la loro privacy. ma c’è qualcosa di molto più minaccioso in gioco. il partito di governo vuole assicurarsi che quanti più cittadini palestinesi israeliani vengono a conoscenza delle telecamere nascoste nelle cabine elettorali, tanti di più saranno spinti a rimanere a casa. i leader dei vari partiti arabi hanno risposto a questa provocazione chiedendo ai cittadini palestinesi di andare a votare. per una popolazione che sta già affrontando una persecuzione da parte del governo e i cui attivisti e artisti sanno di poter essere arrestati solo per aver pubblicato le loro opinioni su internet, una popolazione che sa com’è perdere il lavoro a causa di semplici parole e la cui leadership politica è considerata illegittima dalla maggior parte della knesset – il messaggio è chiaro. il grande fratello sta sempre guardando. la polizia israeliana ha immediatamente arrestato un certo numero di scrutatori, sottoponendoli a interrogatorio, mentre il comitato elettorale centrale ha rilasciato una dichiarazione che chiarisce che gli scrutatori non possono fotografare o registrare gli elettori, in quanto ciò viola la loro privacy. ma c’è qualcosa di molto più minaccioso in gioco. il partito di governo vuole assicurarsi che quanti più cittadini palestinesi israeliani vengono a conoscenza delle telecamere nascoste nelle cabine elettorali, tanti di più saranno spinti a rimanere a casa. i leader dei vari partiti arabi hanno risposto a questa provocazione chiedendo ai cittadini palestinesi di andare a votare. per una popolazione che sta già affrontando una persecuzione da parte del governo e i cui attivisti e artisti sanno di poter essere arrestati solo per aver pubblicato le loro opinioni su internet, una popolazione che sa com’è perdere il lavoro a causa di semplici parole e la cui leadership politica è considerata illegittima dalla maggior parte della knesset – il messaggio è chiaro. il grande fratello sta sempre guardando. una telecamera nascosta usata dal likud per spiare gli elettori nelle cabine di voto durante le elezioni del 2019. (foto per gentile concessione del portavoce hadash-ta’al) . la volontà del likud di influenzare il giorno delle elezioni non è affatto un’aberrazione. il partito ha sostenuto l’innalzamento della soglia elettorale, messa in atto per cercare di escludere i partiti arabi dalla knesset. è lo stesso partito responsabile del razzismo delle elezioni del 2015. lo stesso partito che ha cercato di impedire a una ong israeliana di portare i cittadini beduini ai seggi elettorali. il partito la cui campagna elettorale era basata sul ritrarre i candidati palestinesi come sostenitori del terrorismo, desiderosi di annientare israele. c’è una ragione per cui il likud si concentra continuamente sugli elettori palestinese: sa che senza un’alleanza arabo-ebraica, non ci sarà modo di ristabilire il diritto. trad: grazia parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – invictapalestina.org .
01/04/2019 DI INVICTA PALESTINA

La primavera degli aranci



Con questo racconto parte l’iniziativa “Vento di Primavera”.

“Un poeta è più pericoloso di 10 fedayn, perché ne produce cento”, Sostenete la lotta del popolo palestinese diffondendo la sua letteratura, i suoi poeti, i suoi scrittori: basta comprare un libro che la piccola casa editrice offre fino al 20 aprile con il 20% di sconto.

Copertina: Fioritura primaverile a Dar Yusuf Nasri Jacir for Art and Research di Emily e Anne Marie Jacir.

Ecco il nuovo sito preparato e inaugurato per sostenere la campagna VENTO DI PRIMAVERA https://www.edizioniq.eu/shop/index.php



Samira Azzam tratto da: Palestinese! E altri racconti

Mi chiedi com’era la nostra primavera. Che cosa posso dirti. Generosa, verde, colori ovunque ti voltassi, come se le pietre avessero messo foglie. Mi chiedi com’era e io ti rispondo: come in nessun altro luogo.La nostra primavera arrivava portata su nuvole profumate d’arancio, fiori bianchi che spuntavano nei grembi degli aranceti. Il profumo ti penetrava per le fessure delle finestre e sembrava di dormire su un cuscino di fragranze. Fiori d’arancio erano collane al collo delle ragazze, bracciali ai polsi e oltre al desiderio di farsi belle erano promessa di una ricca stagione d’oro giallo. Non mi chiedere com’era la nostra primavera, chiedimi piuttosto quale primavera può competere con quella degli aranci.

Mi chiedi della primavera degli aranci? Dico che era lunga, ininterrotta, persistente. Immagini che non smettevano di prendere nuove forme e colori a ogni stagione; le gemme bianche diventavano frutti estivi verdi che pendevano dai rami carichi, piegati dal peso dei frutti rotondi su cui si gettavano i bambini nel gioco. I frutti estivi verdi erano miniere d’oro giallo su cui scorrevano le nuvole del nostro inverno, come zucchero e miele. Gli occhi dei raccoglitori si riempivano di gratitudine, traboccanti d’amore.

Mi chiedi della primavera degli aranci? Allora chiedimi pure dei suoi doni. Albero che accompagnava albero, aranceto che seguiva aranceto, giardino che abbracciava giardino a formare un unico grande giardino per tutti: quello che piantava, quello che raccoglieva, quello che esportava, lavoravano con energia, pronti ad alleggerire gli alberi di ciò che li appesantiva per prepararli a una nuova promessa. Non chiedermi come tutte queste persone avessero legato la loro vita agli alberi. La verità è che l’arancio non è solo un albero, è una pianta che conosce quale sia il suo ruolo. Mani per la raccolta e mani per le cassette, mani che le portavano alle navi, mani che prendevano e mani che davano. Un guadagno comune, un bene che lasciava un dono in ognuno e ricchezza per tutti. Non mi chiedere, il commercio sarà pure un affare, ma nel caso degli aranci è invece un viaggio attraverso gli occhi, il cuore e la prosperità.

Tu che chiedi della nostra primavera, di quella che fu e di quella che sarà: la primavera tornerà all’aranceto, è questo il dono delle stagioni.

Il Likud tenta di intimidire gli elettori palestinesi nascondendo telecamere nei seggi.



Gli scrutatori del Likud stanno usando telecamere nascoste per registrare gli elettori palestinesi mentre si dirigono alle urne il giorno delle elezioni. L’obiettivo? Intimidire i cittadini arabi e assicurarsi che restino a casa.

English version - Haggai Matar – 9 aprile 2019

Foto di copertina: Una cittadina palestinese di Israele mentre vota nelle elezioni del 2019, Taybeh, Israele centrale, il 9 aprile 2019. (Oren Ziv / Activestills.org)

Nel giorno delle elezioni, martedì, i membri del Likud hanno fornito agli scrutatori nelle città e nei villaggi palestinesi di Israele almeno 1.200 telecamere nascoste da installare nelle cabine elettorali. I membri del Likud hanno affermato che l’obiettivo era prevenire le frodi elettorali.

La polizia israeliana ha immediatamente arrestato un certo numero di scrutatori, sottoponendoli a interrogatorio, mentre il Comitato Elettorale Centrale ha rilasciato una dichiarazione che chiarisce che gli scrutatori non possono fotografare o registrare gli elettori, in quanto ciò viola la loro privacy.

Ma c’è qualcosa di molto più minaccioso in gioco. Il partito di governo vuole assicurarsi che quanti più cittadini palestinesi israeliani vengono a conoscenza delle telecamere nascoste nelle cabine elettorali, tanti di più saranno spinti a rimanere a casa. I leader dei vari partiti arabi hanno risposto a questa provocazione chiedendo ai cittadini palestinesi di andare a votare.

Per una popolazione che sta già affrontando una persecuzione da parte del governo e i cui attivisti e artisti sanno di poter essere arrestati solo per aver pubblicato le loro opinioni su Internet, una popolazione che sa com’è perdere il lavoro a causa di semplici parole e la cui leadership politica è considerata illegittima dalla maggior parte della Knesset – il messaggio è chiaro. Il Grande Fratello sta sempre guardando.

La polizia israeliana ha immediatamente arrestato un certo numero di scrutatori, sottoponendoli a interrogatorio, mentre il Comitato Elettorale Centrale ha rilasciato una dichiarazione che chiarisce che gli scrutatori non possono fotografare o registrare gli elettori, in quanto ciò viola la loro privacy.

Ma c’è qualcosa di molto più minaccioso in gioco. Il partito di governo vuole assicurarsi che quanti più cittadini palestinesi israeliani vengono a conoscenza delle telecamere nascoste nelle cabine elettorali, tanti di più saranno spinti a rimanere a casa. I leader dei vari partiti arabi hanno risposto a questa provocazione chiedendo ai cittadini palestinesi di andare a votare.

Per una popolazione che sta già affrontando una persecuzione da parte del governo e i cui attivisti e artisti sanno di poter essere arrestati solo per aver pubblicato le loro opinioni su Internet, una popolazione che sa com’è perdere il lavoro a causa di semplici parole e la cui leadership politica è considerata illegittima dalla maggior parte della Knesset – il messaggio è chiaro. Il Grande Fratello sta sempre guardando.



Una telecamera nascosta usata dal Likud per spiare gli elettori nelle cabine di voto durante le elezioni del 2019. (Foto per gentile concessione del portavoce Hadash-Ta’al)

La volontà del Likud di influenzare il Giorno delle Elezioni non è affatto un’aberrazione. Il partito ha sostenuto l’innalzamento della soglia elettorale, messa in atto per cercare di escludere i partiti arabi dalla Knesset. È lo stesso partito responsabile del razzismo delle elezioni del 2015. Lo stesso partito che ha cercato di impedire a una ONG israeliana di portare i cittadini beduini ai seggi elettorali. Il partito la cui campagna elettorale era basata sul ritrarre i candidati palestinesi come sostenitori del terrorismo, desiderosi di annientare Israele.

C’è una ragione per cui il Likud si concentra continuamente sugli elettori palestinese: sa che senza un’alleanza arabo-ebraica, non ci sarà modo di ristabilire il diritto.

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org

  P R E C E D E N T E   

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