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La VOCE 1905 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXI N°9 | maggio 2019 | PAGINA 4 |
guerra commerciale, guerra tecnologica o qualcosa di peggio?
creato: martedì, 23 aprile 2019 12:35.
scritto da gary greenberg .
con l'ascesa di una cina sempre più potente, influente e tecnologicamente avanzata, gli stati uniti si trovano di fronte al primo vero rivale, dai tempi della guerra fredda.
guerra commerciale, guerra tecnologica o qualcosa di peggio? le ambizioni della cina nel campo della tecnologia potrebbero anche preannunciare un futuro più oscuro. graham allison, professore di harvard e consigliere dei segretari della difesa americana nelle amministrazioni reagan, clinton e obama, interpreta la tensione tra stati uniti e cina come la più recente applicazione della cosiddetta trappola di tucidide: il rischio di un conflitto armato quando una potenza nascente rivaleggia con una potenza dominante. con le sue origini nella guerra del peloponneso, dove l'ascesa di atene ha messo sotto pressione la supremazia di sparta rendendo di fatto inevitabile la guerra, questo fenomeno ha portato a spargimenti di sangue in 12 dei 16 casi in cui si è verificato negli ultimi 500 anni.
la frontiera del 5g
vi sono tuttavia anche modalità differenti per ottenere il predominio senza seguire la strada della forza militare. nell'antico trattato militare cinese, "l'arte della guerra", sun tzu scrive: "l'eccellenza assoluta non sta nel vincere ogni battaglia, ma nello sconfiggere il nemico senza mai combattere". questo può essere visto come l'obiettivo guida della “geoeconomia” - utilizzando cioè strumenti economici per far avanzare gli obiettivi geopolitici.
i cinesi si stanno muovendo nella direzione di creare una società civile e militare "intelligente", dove città, fabbriche, automobili e persino le persone possano rimanere in contatto con una tipologia di rapporti “rarefatti” e migliorare continuamente le funzionalità attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale, che richiede una rete 5g estremamente pervasiva. ottenere un vantaggio geostrategico significa vincere in molti campi di competizione, sia in economia sia su base militare, e anche in termini di influenza culturale. tutto questo poggia anche su un ambiente politico stabile, come quello supervisionato da xi, che consente una visione strategica e, soprattutto, una pianificazione e uno sviluppo tecnologico a lungo termine.
in termini di forza militare, gli stati uniti hanno mantenuto una posizione inattaccabile a livello mondiale dalla seconda guerra mondiale in poi. ora, a causa degli enormi passi avanti in termini di innovazione tecnologica, le tecniche e le risorse militari sono cambiate e sia gli stati uniti sia la cina considerano il filone relativo all’intelligenza artificiale come uno strumento per ottenere un vantaggio militare strategico.
tutto questo richiederà continui miglioramenti per ottenere un sostanziale vantaggio competitivo. pertanto, la corsa allo sviluppo di reti 5g ha assunto un nuovo senso di “urgenza”. in quanto tale, la prospettiva di un'america che dipende da una rete 5g progettata in cina aumenta i punti interrogativi per coloro che si occupano della difesa negli stati uniti.
ad esempio, la cinese huawei è tra i leader di settore nel segmento della tecnologia 5g: negli ultimi anni ha superato di gran lunga tanto ericsson quanto nokia. inoltre, le sue controparti nordamericane sono inesistenti, con i giganti delle telecomunicazioni del passato lucent e nortel ormai staccatissimi.
le imprese di telecomunicazioni cinesi hanno aumentato drasticamente il numero dei cosiddetti brevetti essenziali standard (sep). tali brevetti proteggono una tecnologia essenziale per uno standard, in quanto è impossibile fabbricare prodotti conformi agli standard, come smartphone o tablet, senza utilizzare tecnologie coperte da uno o più sep. huawei, insieme a zte e alla china academy of telecommunications technology, ha prodotto centinaia di sep relativi allo sviluppo di 5g nel corso degli anni.
la corsa nell’intelligenza artificiale .
chi è quindi all'avanguardia in termini di innovazione militare nel ramo dell’intelligenza artificiale: stati uniti o cina? gregory allen del center for a new american security sostiene che le prospettive della cina nel mercato dei chip sui semiconduttori per l’intelligenza artificiale (ia) siano solide, offrendo un'apertura unica e attraente per le loro vecchie tecnologie. la cina, dal canto suo, spera di utilizzare il proprio successo nei chip per costruire un vantaggio competitivo duraturo nell'intera industria dell'intelligenza artificiale. è generalmente riconosciuto che le imprese cinesi siano ancora in ritardo rispetto ai concorrenti statunitensi e taiwanesi nella tecnologia dei semiconduttori. ma allen dice che per quanto riguarda sia l’ia sia i semiconduttori, le aziende cinesi stanno colmando il divario e che entro cinque anni il paese si assicurerà un "vantaggio competitivo difendibile in molti mercati di applicazione dell'ia".
la prima portaerei realizzata in cina, con uno spazio per 32 jet da combattimento, entra in azione per le prove in mare.
la nave nota come type 001a ha testato il suo sistema di comando e le sue capacità di combattimento, secondo i media cinesi.
un nuovo video pubblicato dalla televisione di stato cinese mostra la prima portaerei prodotta dalla nazione asiatica, durante alcune prove in mare nei pressi della costa di dalian, nel nord-est del paese.
le immagini sono state realizzate tra il 27 febbraio e il 5 marzo scorso e corrispondono all'ultima fase delle prove in modo che la nave, nota come type 001a per la designazione del progetto, che potrà essere messa in servizio probabilmente quest'anno.
il vettore "è stato sottoposto a prove e dimostrazioni complete del suo sistema di comando e delle sue capacità di combattimento", si legge nel rapporto citato dal south china morning post, che descrive anche l'ormeggio, la potenza, le caratteristiche da combattimento logistiche.
il video mostra un gruppo di tecnici dietro i pannelli di controllo mentre la nave di 77.000 tonnellate si muove ad alta velocità. il video mostra anche un radar integrato con un albero e un sistema di armi montato sul ponte come difesa contro l'artiglieria e il lancio di razzi nemici.
questa è una versione leggermente migliorata di liaoning, la portaerei sovietica di classe kuznetsov che la cina ha finito di costruire dopo aver acquistato come rottame dall'ucraina. il 001a può raggiungere 31 nodi (57 chilometri all'ora) ed ha uno spazio sufficiente per 32 aerei da combattimento j-15.
la cina dovrebbe sviluppare entro il 2035 sei portaerei in totale con i corrispondenti gruppi di battaglia, quattro dei quali a propulsione nucleare. uno di questi, tipo 002, è già in costruzione.
fonte: south china morning post - foto reuters - notizia del: 23/04/2019 .
verso il forum internazionale sulla nuova via della seta.
a sei anni dalla presentazione della belt and road initiative (bri), migliaia di delegati provenienti da oltre 100 paesi, tra cui circa 40 leader di governo, si riuniranno a pechino, a fine aprile, per discutere sui risultati e sulle prospettive dell’iniziativa.
il secondo forum sulla belt and road è incentrato sul tema “cooperazione belt and road per realizzare un futuro condiviso più luminoso”.
l’italia, come già avvenuto per la prima edizione del forum sulla via della seta, sarà presente anche in questa occasione con il presidente del consiglio conte, questa volta però come primo paese del g7 firmatario del memorandum of understanding (mou) sull’adesione alla nuova via della seta, siglato lo scorso 23 marzo nel corso della visita di stato in italia del presidente xi jinping. l’imminente forum che si terrà il prossimo 26 e 27 aprile a pechino sarà un passaggio chiave per capire le potenzialità del memorandum tra italia e cina e dissipare le preoccupazioni e le perplessità che hanno accompagnato il dibattito e la firma degli accordi tra i due paesi. l’adesione dell’italia alla bri è oggetto anche di importanti riflessioni da parte del mondo accademico e dei centri studi cinesi, come confermato da xu jian, vicepresidente del china institute of international studies, che ha evidenziato come “la visita di xi in italia è stato un evento importante per le relazioni tra i due paesi. questa visita ha prodotto importanti effetti nelle relazioni bilaterali e il mou rappresenta un format su come impostare le future collaborazioni. la bri è un’iniziativa aperta, nel senso che una volta esposti i principi generali i paesi sono liberi di aderire e impegnarsi nei progetti di cooperazione”.
secondo un recente studio del centro europeo ricerche (cer) presentato lo scorso 12 aprile al cnel, l’export dell’italia verso i circa 70 paesi aderenti potrebbe aumentare fino al 7,5%. nel report del cer si precisa che “lo sviluppo delle sue relazioni commerciali lungo la nuova via della seta potrebbe offrire alle imprese nuove opportunità, sia per collocare le proprie esportazioni di beni finali sia per intrecciare rapporti di collaborazione produttiva basati sullo sviluppo degli scambi di beni intermedi”. secondo il report, i maggiori benefici per l’italia potrebbero derivare non tanto dai paesi più prossimi geograficamente ma nei paesi coinvolti nella bri in africa, medio oriente e asia.
la bri vede infatti coinvolti, ad oggi, più di 70 paesi, distribuiti su più continenti e la visione e le azioni per la costruzione congiunta della cintura economica della via della seta e della via della seta marittima del xxi secolo, sono state esposte nel marzo 2015, momento in cui la cina ha illustrato al mondo le linee guida e i piani d’azione della cooperazione lungo la belt and road.
nel maggio 2017, il primo forum sulla cooperazione internazionale per la belt and road, tenutosi a pechino, ha individuato una tabella di marcia per la cooperazione futura, fornendo un elenco di risultati, che comprende 76 voci che prevedono il raggiungimento di 279 risultati concreti in cinque settori chiave: politica, infrastrutture, commercio, settore finanziario e connettività tra persone.
gli sforzi compiuti per l’iniziativa belt and road sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale, così come molti sono, ad oggi, i paesi che hanno aderito ai suoi piani di sviluppo, percependo la bri come una piattaforma di cooperazione capace di sviluppare la loro crescita.
finora, 124 paesi e 29 organizzazioni internazionali hanno firmato accordi di cooperazione con la cina sulla bri. secondo un sondaggio dell’international finance forum (iff), pubblicato lo scorso anno, quasi tutte le organizzazioni intervistate hanno confermato il ruolo vitale svolto dalla costruzione della belt and road nel promuovere la crescita economica locale e regionale.
grazie alla cooperazione della belt and road, è stata realizzata la prima autostrada in africa orientale, è stato costruito il primo ponte tra isole alle maldive ed è stato inoltre possibile avviare la produzione di veicoli passeggeri in bielorussia. nel sud-est asiatico si sta costruendo una ferrovia ad alta velocità e il continente euroasiatico ha così iniziato a beneficiare del servizio di treni merci a lunga percorrenza.
a conferma dei numerosi progetti in corso di realizzazione, tra cui non mancano anche iniziative che nel corso del tempo sono risultate essere troppo ambiziose e sono state riviste e ridimensionate, vanno menzionate la ferrovia che collega la cina con il laos e la thailandia, la linea ferroviaria che collega l’ungheria alla serbia (i cui lavori però procedono a rilento), la ferrovia ad alta velocità tra giacarta e bandung e il porto di gwadar in pakistan.
negli ultimi sei anni, la costruzione della belt and road ha portato cambiamenti radicali nei paesi lungo il percorso. solo per fare alcuni esempi, grazie alla bri, il porto tedesco di duisburg ha registrato un fatturato di 250 milioni di euro nell’anno fiscale 2017, gestendo il 30% in più di carichi.
recentemente è stata lanciata una nuova linea ferroviaria per i treni merci tra il lussemburgo e chengdu in cina, con il primo treno che ha trasportato 41 container carichi di prodotti meccanici ed elettrici europei, alimenti e apparecchiature mediche per il mercato cinese sempre più in espansione. molti ritengono che il potenziamento del servizio merci cina-europa non rappresenti solo un motore per rimodellare l’attuale panorama economico e commerciale, ma significhi anche che la bri sta contribuendo ad arginare il protezionismo e l’isolazionismo.
la bri rappresenta un modello innovativo nel complicato sistema di sviluppo e governance globale, in quanto è un’iniziativa proposta dai paesi in via di sviluppo e che sostiene il principio di un’ampia consultazione, di un contributo congiunto e di benefici condivisi.
la bri, come dichiarato dal segretario generale dell’onu antónio guterres, non riguarda solo la cooperazione economica, ma mira anche a migliorare il modello di sviluppo dell’economia mondiale e a rendere la globalizzazione più sana.
Guerra commerciale, guerra tecnologica o qualcosa di peggio?Scritto da Gary Greenberg Con l'ascesa di una Cina sempre più potente, influente e tecnologicamente avanzata, gli Stati Uniti si trovano di fronte al primo vero rivale, dai tempi della Guerra Fredda. Guerra commerciale, guerra tecnologica o qualcosa di peggio? Le ambizioni della Cina nel campo della tecnologia potrebbero anche preannunciare un futuro più oscuro. Graham Allison, professore di Harvard e consigliere dei segretari della difesa americana nelle amministrazioni Reagan, Clinton e Obama, interpreta la tensione tra Stati Uniti e Cina come la più recente applicazione della cosiddetta trappola di Tucidide: il rischio di un conflitto armato quando una potenza nascente rivaleggia con una potenza dominante. Con le sue origini nella guerra del Peloponneso, dove l'ascesa di Atene ha messo sotto pressione la supremazia di Sparta rendendo di fatto inevitabile la guerra, questo fenomeno ha portato a spargimenti di sangue in 12 dei 16 casi in cui si è verificato negli ultimi 500 anni. La frontiera del 5G Vi sono tuttavia anche modalità differenti per ottenere il predominio senza seguire la strada della forza militare. Nell'antico trattato militare cinese, "L'arte della guerra", Sun Tzu scrive: "L'eccellenza assoluta non sta nel vincere ogni battaglia, ma nello sconfiggere il nemico senza mai combattere". Questo può essere visto come l'obiettivo guida della “geoeconomia” - utilizzando cioè strumenti economici per far avanzare gli obiettivi geopolitici. I cinesi si stanno muovendo nella direzione di creare una società civile e militare "intelligente", dove città, fabbriche, automobili e persino le persone possano rimanere in contatto con una tipologia di rapporti “rarefatti” e migliorare continuamente le funzionalità attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale, che richiede una rete 5G estremamente pervasiva. Ottenere un vantaggio geostrategico significa vincere in molti campi di competizione, sia in economia sia su base militare, e anche in termini di influenza culturale. Tutto questo poggia anche su un ambiente politico stabile, come quello supervisionato da Xi, che consente una visione strategica e, soprattutto, una pianificazione e uno sviluppo tecnologico a lungo termine. In termini di forza militare, gli Stati Uniti hanno mantenuto una posizione inattaccabile a livello mondiale dalla seconda guerra mondiale in poi. Ora, a causa degli enormi passi avanti in termini di innovazione tecnologica, le tecniche e le risorse militari sono cambiate e sia gli Stati Uniti sia la Cina considerano il filone relativo all’intelligenza artificiale come uno strumento per ottenere un vantaggio militare strategico. Tutto questo richiederà continui miglioramenti per ottenere un sostanziale vantaggio competitivo. Pertanto, la corsa allo sviluppo di reti 5G ha assunto un nuovo senso di “urgenza”. In quanto tale, la prospettiva di un'America che dipende da una rete 5G progettata in Cina aumenta i punti interrogativi per coloro che si occupano della difesa negli Stati Uniti. Ad esempio, la cinese Huawei è tra i leader di settore nel segmento della tecnologia 5G: negli ultimi anni ha superato di gran lunga tanto Ericsson quanto Nokia. Inoltre, le sue controparti nordamericane sono inesistenti, con i giganti delle telecomunicazioni del passato Lucent e Nortel ormai staccatissimi. Le imprese di telecomunicazioni cinesi hanno aumentato drasticamente il numero dei cosiddetti brevetti essenziali standard (SEP). Tali brevetti proteggono una tecnologia essenziale per uno standard, in quanto è impossibile fabbricare prodotti conformi agli standard, come smartphone o tablet, senza utilizzare tecnologie coperte da uno o più SEP. Huawei, insieme a ZTE e alla China Academy of Telecommunications Technology, ha prodotto centinaia di SEP relativi allo sviluppo di 5G nel corso degli anni. La corsa nell’intelligenza artificiale Chi è quindi all'avanguardia in termini di innovazione militare nel ramo dell’intelligenza artificiale: Stati Uniti o Cina? Gregory Allen del Center for a New American Security sostiene che le prospettive della Cina nel mercato dei chip sui semiconduttori per l’intelligenza artificiale (IA) siano solide, offrendo un'apertura unica e attraente per le loro vecchie tecnologie. La Cina, dal canto suo, spera di utilizzare il proprio successo nei chip per costruire un vantaggio competitivo duraturo nell'intera industria dell'intelligenza artificiale. È generalmente riconosciuto che le imprese cinesi siano ancora in ritardo rispetto ai concorrenti statunitensi e taiwanesi nella tecnologia dei semiconduttori. Ma Allen dice che per quanto riguarda sia L’IA sia i semiconduttori, le aziende cinesi stanno colmando il divario e che entro cinque anni il Paese si assicurerà un "vantaggio competitivo difendibile in molti mercati di applicazione dell'IA". La prima portaerei realizzata in Cina, con uno spazio per 32 jet da combattimento, entra in azione per le prove in mareLa nave nota come Type 001A ha testato il suo sistema di comando e le sue capacità di combattimento, secondo i media cinesi. Un nuovo video pubblicato dalla televisione di stato cinese mostra la prima portaerei prodotta dalla nazione asiatica, durante alcune prove in mare nei pressi della costa di Dalian, nel nord-est del paese. Le immagini sono state realizzate tra il 27 febbraio e il 5 marzo scorso e corrispondono all'ultima fase delle prove in modo che la nave, nota come Type 001A per la designazione del progetto, che potrà essere messa in servizio probabilmente quest'anno. Il vettore "è stato sottoposto a prove e dimostrazioni complete del suo sistema di comando e delle sue capacità di combattimento", si legge nel rapporto citato dal South China Morning Post, che descrive anche l'ormeggio, la potenza, le caratteristiche da combattimento logistiche. |
Il video mostra un gruppo di tecnici dietro i pannelli di controllo mentre la nave di 77.000 tonnellate si muove ad alta velocità. Il video mostra anche un radar integrato con un albero e un sistema di armi montato sul ponte come difesa contro l'artiglieria e il lancio di razzi nemici.
Questa è una versione leggermente migliorata di Liaoning, la portaerei sovietica di classe Kuznetsov che la Cina ha finito di costruire dopo aver acquistato come rottame dall'Ucraina. Il 001A può raggiungere 31 nodi (57 chilometri all'ora) ed ha uno spazio sufficiente per 32 aerei da combattimento J-15. La Cina dovrebbe sviluppare entro il 2035 sei portaerei in totale con i corrispondenti gruppi di battaglia, quattro dei quali a propulsione nucleare. Uno di questi, tipo 002, è già in costruzione. Fonte: South China Morning Post - Foto Reuters - Notizia del: 23/04/2019 Verso il Forum Internazionale sulla Nuova via della SetaA sei anni dalla presentazione della Belt and Road Initiative (Bri), migliaia di delegati provenienti da oltre 100 Paesi, tra cui circa 40 leader di governo, si riuniranno a Pechino, a fine aprile, per discutere sui risultati e sulle prospettive dell’iniziativa. Il secondo forum sulla Belt and Road è incentrato sul tema “Cooperazione Belt and Road per realizzare un futuro condiviso più luminoso”. L’Italia, come già avvenuto per la prima edizione del Forum sulla Via della Seta, sarà presente anche in questa occasione con il presidente del Consiglio Conte, questa volta però come primo Paese del G7 firmatario del Memorandum of Understanding (MoU) sull’adesione alla Nuova via della Seta, siglato lo scorso 23 marzo nel corso della visita di stato in Italia del presidente Xi Jinping. L’imminente forum che si terrà il prossimo 26 e 27 aprile a Pechino sarà un passaggio chiave per capire le potenzialità del Memorandum tra Italia e Cina e dissipare le preoccupazioni e le perplessità che hanno accompagnato il dibattito e la firma degli accordi tra i due Paesi. L’adesione dell’Italia alla Bri è oggetto anche di importanti riflessioni da parte del mondo accademico e dei centri studi cinesi, come confermato da Xu Jian, vicepresidente del China Institute of International Studies, che ha evidenziato come “la visita di Xi in Italia è stato un evento importante per le relazioni tra i due Paesi. Questa visita ha prodotto importanti effetti nelle relazioni bilaterali e il MoU rappresenta un format su come impostare le future collaborazioni. La Bri è un’iniziativa aperta, nel senso che una volta esposti i principi generali i paesi sono liberi di aderire e impegnarsi nei progetti di cooperazione”. Secondo un recente studio del Centro europeo ricerche (Cer) presentato lo scorso 12 aprile al Cnel, l’export dell’Italia verso i circa 70 Paesi aderenti potrebbe aumentare fino al 7,5%. Nel report del Cer si precisa che “lo sviluppo delle sue relazioni commerciali lungo la Nuova via della seta potrebbe offrire alle imprese nuove opportunità, sia per collocare le proprie esportazioni di beni finali sia per intrecciare rapporti di collaborazione produttiva basati sullo sviluppo degli scambi di beni intermedi”. Secondo il report, i maggiori benefici per l’Italia potrebbero derivare non tanto dai Paesi più prossimi geograficamente ma nei paesi coinvolti nella Bri in Africa, Medio Oriente e Asia. La Bri vede infatti coinvolti, ad oggi, più di 70 Paesi, distribuiti su più continenti e la visione e le azioni per la costruzione congiunta della cintura economica della Via della seta e della Via della seta marittima del XXI secolo, sono state esposte nel marzo 2015, momento in cui la Cina ha illustrato al mondo le linee guida e i piani d’azione della cooperazione lungo la Belt and Road. Nel maggio 2017, il primo Forum sulla cooperazione internazionale per la Belt and Road, tenutosi a Pechino, ha individuato una tabella di marcia per la cooperazione futura, fornendo un elenco di risultati, che comprende 76 voci che prevedono il raggiungimento di 279 risultati concreti in cinque settori chiave: politica, infrastrutture, commercio, settore finanziario e connettività tra persone. Gli sforzi compiuti per l’iniziativa Belt and Road sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale, così come molti sono, ad oggi, i Paesi che hanno aderito ai suoi piani di sviluppo, percependo la Bri come una piattaforma di cooperazione capace di sviluppare la loro crescita. Finora, 124 Paesi e 29 organizzazioni internazionali hanno firmato accordi di cooperazione con la Cina sulla Bri. Secondo un sondaggio dell’International Finance Forum (Iff), pubblicato lo scorso anno, quasi tutte le organizzazioni intervistate hanno confermato il ruolo vitale svolto dalla costruzione della Belt and Road nel promuovere la crescita economica locale e regionale. Grazie alla cooperazione della Belt and Road, è stata realizzata la prima autostrada in Africa Orientale, è stato costruito il primo ponte tra isole alle Maldive ed è stato inoltre possibile avviare la produzione di veicoli passeggeri in Bielorussia. Nel sud-est asiatico si sta costruendo una ferrovia ad alta velocità e il continente euroasiatico ha così iniziato a beneficiare del servizio di treni merci a lunga percorrenza. A conferma dei numerosi progetti in corso di realizzazione, tra cui non mancano anche iniziative che nel corso del tempo sono risultate essere troppo ambiziose e sono state riviste e ridimensionate, vanno menzionate la ferrovia che collega la Cina con il Laos e la Thailandia, la linea ferroviaria che collega l’Ungheria alla Serbia (i cui lavori però procedono a rilento), la ferrovia ad alta velocità tra Giacarta e Bandung e il porto di Gwadar in Pakistan. Negli ultimi sei anni, la costruzione della Belt and Road ha portato cambiamenti radicali nei Paesi lungo il percorso. Solo per fare alcuni esempi, grazie alla Bri, il porto tedesco di Duisburg ha registrato un fatturato di 250 milioni di euro nell’anno fiscale 2017, gestendo il 30% in più di carichi. Recentemente è stata lanciata una nuova linea ferroviaria per i treni merci tra il Lussemburgo e Chengdu in Cina, con il primo treno che ha trasportato 41 container carichi di prodotti meccanici ed elettrici europei, alimenti e apparecchiature mediche per il mercato cinese sempre più in espansione. Molti ritengono che il potenziamento del servizio merci Cina-Europa non rappresenti solo un motore per rimodellare l’attuale panorama economico e commerciale, ma significhi anche che la Bri sta contribuendo ad arginare il protezionismo e l’isolazionismo. La Bri rappresenta un modello innovativo nel complicato sistema di sviluppo e governance globale, in quanto è un’iniziativa proposta dai Paesi in via di sviluppo e che sostiene il principio di un’ampia consultazione, di un contributo congiunto e di benefici condivisi. La Bri, come dichiarato dal Segretario Generale dell’Onu António Guterres, non riguarda solo la cooperazione economica, ma mira anche a migliorare il modello di sviluppo dell’economia mondiale e a rendere la globalizzazione più sana. |
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