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La VOCE ANNO XXI N°5

gennaio 2019

PAGINA G         - 39

Segue da Pag.38: Gli scienziati avvertono le Nazioni Unite dell’imminente fallimento del capitalismo

fatto ricorso a tassi di interesse negativi e all’acquisto di enormi quantità di debito pubblico, per mantenere le nostre economie in attività. Ma cosa succede dopo che queste misure si sono esaurite? I governi e i banchieri stanno finendo le opzioni.

“Si può affermare con sicurezza che non sono stati sviluppati modelli economici, in larga parte applicabili per l’era imminente”, scrivono gli scienziati finlandesi.

Identificato il divario, espongono le opportunità per la transizione.

Nell’ambito di questo basso [parametro] EROI per il futuro, dobbiamo proprio accettare il fatto avverso che non saremo in grado di sostenere gli attuali livelli di crescita economica. “Raggiungere i livelli attuali o crescenti di fabbisogno energetico nei prossimi decenni, con soluzioni a basse emissioni di carbone, sarà estremamente difficile, se non impossibile”, si legge nel documento. La transizione economica deve comportare sforzi “per ridurre il consumo totale di energia”.

Le aree chiave per raggiungere questo obiettivo includono trasporti, cibo ed edilizia. L’urbanistica deve adeguarsi alla promozione del camminare e andare in bicicletta, al passaggio al trasporto pubblico e all’elettrificazione dei trasporti. Case e luoghi di lavoro diventeranno più connessi e localizzati. Nel frattempo, il trasporto merci internazionale e l’aviazione non possono continuare a crescere ai tassi attuali.

Come per quanto riguarda i trasporti, il sistema alimentare globale dovrà essere modernizzato. Il cambiamento climatico e l’agricoltura intensiva [con l’utilizzo] di petrolio hanno portato alla luce i rischi dei Paesi dipendenti dalle importazioni di cibo, proveniente da alcune delle principali aree di produzione. Sarà essenziale un cambiamento verso l’autosufficienza alimentare sia nei Paesi più poveri che in quelli più ricchi. E alla fine, i latticini e la carne dovrebbero lasciare spazio a diete per lo più a base di vegetali.

L’attenzione del settore dell’edilizia per la costruzione ad alta intensità energetica [che] è dominata dal calcestruzzo e dall’acciaio, dovrebbe essere sostituita con materiali alternativi. Il documento del BIOS raccomanda un ritorno all’uso di edifici in legno a lunga durata, che possono aiutare a immagazzinare carbonio, ma potrebbero essere efficaci anche altre opzioni come il biochar.

Ma i mercati capitalisti non saranno in grado di facilitare i cambiamenti richiesti – i governi dovranno mettersi in gioco, e le istituzioni dovranno modellare attivamente i mercati per soddisfare gli obiettivi della sopravvivenza umana. In questo momento, le prospettive per ciò appaiono ridotte. Ma il nuovo documento sostiene che, in ogni caso, il cambiamento sta arrivando.

Il fatto che il sistema emerga o meno comprende, comunque, una forma di capitalismo che è in definitiva una questione semantica. Dipende dalla definizione di capitalismo.

“Il capitalismo, in quella situazione, non è come il nostro attuale”, ha detto Järvensivu. “L’attività economica è determinata dal significato – mantenere le stesse possibilità per la vita dignitosa, riducendo al contempo le emissioni in modo drastico – piuttosto che il profitto, e il significato è politicamente realizzato in modo collettivo. Bene, penso che questo sia il miglior caso possibile in termini di Stato moderno e istituzioni di mercato. Tuttavia, ciò non può accadere senza una significativa riformulazione del pensiero economico-politico.”

Il Dr. Nafeez Ahmed è l’editore fondatore di INSURGE intelligence. Nafeez è un giornalista investigativo da 17 anni, originariamente per The Guardian, in cui ha riferito della geopolitica delle crisi sociali, economiche e ambientali. Nafeez riferisce sul “cambiamento del sistema globale” per Motherboard di VICE e sulla geopolitica regionale per il Middle East Eye. Ha scritto articoli su The Independent on Sunday, The Independent, The Scotsman, Sydney Morning Herald, The Age, Foreign Policy, The Atlantic, Quartz, New York Observer, The New Statesman, Prospect, Le Monde diplomatique, tra gli altri. Ha vinto due volte il Project Censored Award per il suo report investigativo; due volte è stato inserito nell’elenco dell’Evening Standarddei 1.000 più influenti Londinesi; e ha vinto il Premio Napoli, il più prestigioso premio letterario italiano istituito dal Presidente della Repubblica. Nafeez è anche un accademico interdisciplinare ampiamente pubblicato e citato, che applica all’impeto dell’ambiente e della politica l’analisi di sistemi complessi. È ricercatore presso il Schumacher Institute.

Scelto e Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

Nota a cura del traduttore
- Fonte.

In termodinamica l’exergia di un sistema è la massima frazione di energia di prima specie (meccanica, potenziale, cinetica…) che può essere convertita in lavoro meccanico mediante macchina reversibile ed è un concetto utilizzato per definire i fenomeni termodinamici senza introdurre il concetto di entropia. L’exergia si conserva nei processi reversibili e diminuisce nei processi irreversibili. L’exergia è impiegata in ambito della termoeconomia per valutare il valore economico di un flusso energetico.
Nello studio dei processi termodinamici il concetto di exergia si lega con quello di anergia, definita come quella parte di energia che in una trasformazione irreversibile si trasforma in calore.

MONICA LANFRANCO - Greta, 15 anni, accusa gli adulti di uccidere il futuro

“Ci hanno parlato di questa cosa chiamata cambiamenti climatici e ci hanno insegnato che sono una seria minaccia per il nostro futuro. Più imparavo sulla questione e più pensavo: se la situazione è così grave perché non dedichiamo tutto il nostro tempo a parlarne e cercare di risolverla”?

Un discorso elementare e semplice, si direbbe di buon senso.

La cosa diventa molto interessante, al di là della condivisione sull’argomento, se la considerazione viene da una giovanissima studentessa: lei chiama Greta Thunberg, ha 15 anni, è svedese ed è determinata come soltanto può esserlo una ragazzina convinta di fare la cosa giusta.

Il suo nome e i suoi video serissimi, precisi e puntuali stanno rimbalzando attraverso la rete, bucando la cortina di silenzio che in questi mesi si era creata intorno al suo ‘sciopero del venerdì’: Greta, infatti, aveva deciso a fine agosto di attuare un sit in di protesta davanti al Parlamento svedese fino a che il governo, che si è rinnovato con le elezioni lo scorso settembre, non avesse preso posizione in
modo fattivo sul tema dell’emergenza climatica.

Il suo comportamento fermo e corretto, ma soprattutto la chiarezza con la quale esprime le sue preoccupazioni per il futuro della sua generazione e del pianeta hanno attirato il consenso emozionato di migliaia di persone, fuori e dentro i social.

“Cosa succederebbe se un milione di alunni saltasse la scuola e si riunisse fuori da parlamenti e municipi”? si è chiesta Greta su twitter, seguita per settimane in questa sua forma pacifica di protesta non solo dalla sua famiglia ma da centinaia di ragazzi e ragazze. L’eco delle sue parole e del suo quotidiano impegno ha fatto breccia: particolarmente emozionante il suo intervento al Summit sul clima delle Nazioni Unite svoltosi di recente in Polonia.

Con gli occhi ben aperti e scandendo bene ogni parola Greta Thunberg ha dichiarato alle personalità politiche riunite in sala: ”Voi non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno. Lasciate anche questo peso a noi ragazzini. A me importa della giustizia climatica e della vita in questo pianeta. La nostra civiltà viene sacrificata per dare la possibilità ad un numero molto piccolo di persone di poter continuare a fare molti soldi. Sono le sofferenze dei molti a pagare per il lusso dei pochi. Quando nel 2078 festeggerò i miei 75 anni i miei figli mi chiederanno perché non abbiamo agito quando ancora potevamo farlo''.

In quest’ultimo passaggio sull’età e sul futuro il discorso di Greta porta con sé l’eco di quello, sempre alle Nazionali Unite, di Emma Watson come ambasciatrice della campagna He for she contro la violenza maschile sulle donne a livello globale.

Quando la Watson lo pronunciò aveva 25 anni, 10 in più di Greta.

Chissà che il mondo, come si augurava Elsa Morante nel suo Il mondo salvato dai ragazzini, non abbia una chance di salvarsi dalle aggressioni alla madre terra proprio grazie alle generazioni più giovani, e dentro queste alla determinazione delle ragazze.

Monica Lanfranco - (20 dicembre 2018)

"IL PRESIDENTE DEI RICCHI"

Mario Albanesi
Pubblicato il 22 dic 2018



Nel giudizio di un italiano che vive in Francia sulle manifestazione francesi c'è riprovazione per il modo in cui i mezzi di informazione hanno raccontato le motivazioni della popolazione riducendole a futili motivi.

‘Siamo condannati’: Mayer Hillman parla di una realtà climatica che nessun altro osa menzionare

PATRICK BARKHAM

“Siamo condannati”, dice Mayer Hillman, con un sorriso così radioso che occorre qualche istante per capire veramente il senso della frase. “Il risultato è la morte ed essa rappresenta la fine della maggior parte delle forme di vita del pianeta, perché siamo diventati completamente dipendenti dai combustibili fossili. Non c’e modo di invertire il processo che sta provocando la fusione delle calotte glaciali. E, a quanto pare, sono pochi quelli in grado di riconoscerlo.”

Hillman, un ottantaseienne studioso di scienze sociali e membro emerito anziano del Policy Studies Institute, lo riconosce. Le sue fosche previsioni su un cambiamento climatico ormai fuori controllo, e lo dice senza enfasi, sono “le sue ultime volontà e il suo testamento”. Il suo ultimo intervento nella vita pubblica. “Non ho intenzione di scrivere più niente, perché non c’è più nulla da dire”, aveva affermato la prima volta che lo avevo sentito parlare, di fronte ad una platea sbalordita all’Università dell’East Anglia, l’anno scorso.

Da Malthus, fino al Millennium Bug, le teorie apocalittiche hanno sempre dato risultati assai poco significativi. Ma, quando vengono da Hillman, potrebbe valere la pena starle a sentire. In più di 60 anni, nelle sue ricerche, ha utilizzato dati di fatto per sfidare l’opinione comune degli uomini politici. Nel 1972 aveva criticato i centri commerciali extra-urbani vent’anni prima che il governo, per fermare la loro diffusione, cambiasse la regolamentazione urbanistica. Nel 1980 aveva raccomandato la sospensione della chiusura delle linee ferroviarie secondarie e, solo ora, alcune di queste tratte dismesse vengono riaperte. Nel 1984 aveva proposto un punteggio energetico per le abitazioni, diventato in seguito legge dello stato nel 2007. E, più di 40 anni or sono, aveva prescentemente sfidato la corsa alla crescita economica della società.

Quando ci eravamo incontrati nella sua rimessa ristrutturata di Londra, la classica Dawes da corsa appoggiata speranzosamente al muro dell’ingresso (con un infarto e un triplo bypass coronarico gli è stato proibito di pedalare), la preoccupazione di Hillman era stata quella che non uscissimo dal campo delle sue ricerche più conosciute, quelle che mettono in dubbio la supremazia dell’automobile.

“Con la condanna che ci aspetta, sostenere la causa della bicicletta come mezzo primario di trasporto è abbastanza futile”, dice. “Dobbiamo smetterla di bruciare combustibili fossili. Troppi aspetti della vita dipendono dai combustibili fossili, con l’eccezione della musica, dell’amore, dell’istruzione e della felicità. E’ su queste cose, che non dipendono dai combustibili fossili, che dobbiamo focalizzarci.”

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