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La VOCE ANNO XXI N°5

gennaio 2019

PAGINA c         - 27

I primi due episodi del film che la lobby israeliana non voleva fosse visto.



Electronic Intifada ha ottenuto una copia completa di “The Lobby – USA”, un’inchiesta sotto copertura di Al Jazeera che documenta la campagna segreta di Israele negli Stati Uniti volta a influenzare l’opinione pubblica.

Electronic Intifada – Archivio 2018 Invictapalestina

Electronic Intifada pubblica ora i primi due episodi (in inglese), insieme a “L’Orient XXI” di Parigi che li ha pubblicati con i sottotitoli in francese. (qui).



Il film è stato realizzato da Al Jazeera nel 2016 e completato nell’ ottobre del 2017, ma è stato censurato dopo che il Qatar, il ricco emirato del Golfo che finanzia Al Jazeera, è stato sottoposto a un’intensa pressione da parte della lobby israeliana per non rendere pubblico il film.

Anche se il mese scorso il direttore generale di Al Jazeera ha affermato che ci sono problemi legali ancora in sospeso riguardo il film, le sue affermazioni sono state nettamente contraddette dai suoi stessi giornalisti.

A marzo, “The Electronic Intifada” fu la prima a riferire sui contenuti specifici del film, di cui in agosto furono pubblicati i primi estratti,, mentre poco dopo Max Blumenthal del Grayzone Project ne ha rilasciò altri.

Da allora, The Electronic Intifada ha pubblicato altri tre estratti, e diversi altri giornalisti hanno guardato l’intero film e ne hanno scritto – inclusi Alain Gresh e Antony Loewenstein.

Ora The Electronic Intifada può rivelare di aver ottenuto tutte e quattro le parti del film.

Si possono guardare le prime due parti (in inglese) nei video incorporati nell’articolo.



Per ottenere una conoscenza senza precedenti dei meccanismi interni della lobby israeliana, a Washington il reporter sotto copertura “Tony” si propose come stagista filo-israeliano.

Il film che ne è risultato espone gli sforzi di Israele e dei suoi lobbisti per spiare, diffamare e intimidire i cittadini statunitensi che sostengono i diritti dei Palestinesi, in particolare il BDS – il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni.

Dimostra che l’agenzia governativa di Israele che si occupa di operazioni segrete, il Ministero degli Affari Strategici, sta attuando questo sforzo in collusione con una vasta rete di organizzazioni con sede negli Stati Uniti.

Tra questi vi sono “Israel on Campus Coalition”, “The Israel Project” e la “Foundation for Defense of Democracies”.

Censurato dal Qatar

Il film fu accantonato dopo che il governo del Qatar subì una forte pressione per non diffonderlo. Ironia della sorte, le pressioni furono esercitate dalla stessa lobby la cui influenza e le cui azioni sono denunciate nel film.

Clayton Swisher, responsabile delle indagini di Al Jazeera, rivelò in un articolo su “The Forward” di marzo, che Al Jazeera aveva inviato più di 70 lettere a persone e organizzazioni che appaiono o sono citate nel film, fornendo loro l’opportunità di ribattere.

Solo tre lo fecero. Invece, i gruppi pro-Israele cercarono di bloccare il film che denuncia le attività delle lobby.

Ad aprile, la direzione di Al Jazeera fu costretta a negare la dichiarazione della Zionist Organization of America, organizzazione di estrema destra, secondo la quale il film sarebbe stato cancellato del tutto.

A giugno, The Electronic Intifada apprese che a Doha una fonte di alto livello aveva detto che il ritardo indefinito del film era dovuto alle preoccupazioni di “sicurezza nazionale” del governo del Qatar.

Azione segreta

Come rivelato in una clip pubblicata da The Electronic Intifada all’inizio di questa settimana, il film mostra Julia Reifkind – allora un ‘impiegata dell’ambasciata israeliana – che descrive la sua tipica giornata di lavoro, consistente nel “raccogliere principalmente informazioni, riportarle in Israele e riferirle al Ministero degli Esteri Affari e al Ministero degli Affari Strategici. ”

Parla del governo israeliano che “fornisce il nostro supporto” ai gruppi di facciata ” dietro le quinte”.

Reifkind ammette anche di usare falsi profili Facebook per infiltrarsi nei circoli degli attivisti solidali con la Palestina all’interno dei campus..

Il film rivela che i gruppi con sede negli Stati Uniti si coordinano direttamente con il governo israeliano, in particolare con il Ministero degli Affari Strategici.

Gestito da un ex ufficiale dell’intelligence militare, il Ministero è incaricato della campagna globale di sabotaggi segreti contro il movimento BDS.

Il film mostra lo stesso ex ufficiale, Sima Vaknin-Gil, che afferma di aver mappato l’attivismo a sostegno dei diritti dei Palestinesi “a livello globale. Non solo gli Stati Uniti, non solo i campus, ma i campus e le intersezionalità, i sindacati e le chiese “.

L’ex ufficiale promette di usare questi dati per “attività offensive” contro gli attivisti palestinesi.

Jacob Baime, direttore esecutivo della “Israel on Campus Coalition”, dichiara nel filmato che la sua organizzazione usa nei social media “software di intelligence di livello aziendale ” per raccogliere elenchi di eventi studenteschi legati alla Palestina organizzati nei campus, “generalmente entro circa 30 secondi o anche meno ” dalla loro pubblicazione online.

Nelle riprese della telecamera nascosta, Baime ammette anche che il suo gruppo ” si coordina” con il Ministero israeliano degli Affari strategici.

Baime dice che i suoi ricercatori “emettono avvisi di allerta precoce ai nostri partner” – inclusi i ministeri israeliani.

Il collega di Baime, Ian Hersh, dichiara nel film di coinvolgere il “Ministero degli Affari Strategici” di Israele nelle loro operazioni e nelle notizie di intelligence. ”

“Guerra psicologica”

Baime descrive come il suo gruppo abbia usato siti Web anonimi per colpire gli attivisti.

“Con le persone che sono contro Israele, la strategia più efficace, quella almeno che abbiamo verificato nell’ultimo anno, è la ricerca dell’opposizione, la creazione di un sito web anonimo e la pubblicazione di annunci Facebook mirati”, spiega Baime nella terza parte del film.

” Canary Mission” è un buon esempio” afferma. “È una guerra psicologica”.

Per la prima volta il film ha nominato Adam Milstein, condannato e incarcerato per evasione fiscale, come il finanziatore multimilionario e mente di Canary Mission – un sito anonimo di diffamazioni aventi come mira gli attivisti studenteschi.

Electronic Intifada lo rivelò in un video ad agosto.

Eric Gallagher, allora direttore della raccolta fondi per “The Israel Project”, è presente nel film in incognito, mentre ammette che “Adam Milstein è il ragazzo che finanzia Canary Mission”.

Milstein finanzia anche “The Israel Project”, afferma Gallagher.

Gallagher dice che quando lavorava per l’AIPAC, il più potente gruppo di lobby di Washington, “Scambiavo mail con Adam Milstein mentre era in prigione.”

Nonostante non abbia risposto alla richiesta di replica di Al Jazeera, nello stesso giorno in cui Electronic Intifada pubblicava la clip Milstein negò che lui e la sua fondazione di famiglia “siano finanziatori della Canary Mission”

Da allora, Josh Nathan-Kazis di “The Forward” ha identificato diversi altri gruppi che negli Stati Uniti finanziano the Canary Mission..

Film soppresso

A marzo, The Electronic Intifada pubblicò i primi dettagli di ciò che il film denuncia.

Riferimmo che il film mostrava Sima Vaknin-Gil sostenere di avere un gruppo di esperti neoconservatori nella “Foundation for Defense of Democracies” che lavorava per il suo Ministero.

Le riprese sotto copertura mostrano infatti Vaknin-Gil affermare che “Abbiamo FDD. Abbiamo altri che lavorano su “progetti” che includono raccolta di dati, analisi delle informazioni, lavoro di ricerca relativo a organizzazioni di attivisti, tracciamento di fondi. . Questo è qualcosa che solo un Paese, con le sue risorse, può permettersi di fare al meglio. ”

Come spiegato nella prima parte del documentario, l’esistenza del film e l’identità del reporter sotto copertura divennero noti dopo che i filmati che aveva girato furono usati nel film di Al Jazeera “The lobby”– nel quale si parlava della campagna di influenza segreta di Israele nel Regno Unito – trasmesso agli inizi del 2017.

Da allora, i lobbisti israeliani hanno fortemente pressato il Qatar per impedire l’uscita del film americano.

“Agente straniero”

Clayton Swisher, responsabile delle indagini di Al Jazeera, confermò per la prima volta nell’ottobre 2017 che il network aveva condotto un reportage sotto copertura sulla lobby israeliana negli Stati Uniti nello stesso momento in cui veniva condotto quello in Gran Bretagna.

Swisher promise che il film sarebbe uscito “molto presto”, ma non fu mai diffuso.

A febbraio diverse fonti appartenenti a lobby pro – Israele riportarono al quotidiano Haaretz di aver ricevuto dai leader del Qatar, alla fine dello scorso anno, assicurazioni che il documentario non sarebbe stato trasmesso.

Il Qatar negò , ma il giornale non smentì la notizia.

L’editoriale di Swisher in “The Forward”, è stato il suo primo commento pubblico sull’argomento da quando aveva annunciato il documentario.

In esso, confuta le accuse delle lobby israeliana sul film ed esprime la sua frustrazione per il fatto che Al Jazeera non l’abbia trasmesso, apparentemente a causa di pressioni esterne.

A Washington, diversi parlamentari filo-israeliani hanno esercitato una forte pressione nello spingere il Dipartimento di Giustizia a costringere Al Jazeera a registrarsi come “agente straniero”, ai sensi di una legge sul controspionaggio risalente agli anni ’30.

La lobby israeliana si sposta a Doha

Mentre l’uscita del film veniva ritardata, un gruppo di importanti personalità filo-israeliane visitò il Qatar su invito del suo sovrano, l’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani.

Nel gruppo furono inclusi alcuni dei sostenitori più accaniti e di estrema destra di Israele negli Stati Uniti, come il professore di diritto di Harvard Alan Dershowitz e Morton Klein, il capo della “Sionist Organization of America”.

Swisher scrive in “The Forward” che si imbatté in Dershowitz in un ristorante di Doha durante una di queste visite e che invitò il professore ad una visione privata del film.

“Non ho alcun problema con nessuna delle riprese girate in segreto”, disse Dershowitz in seguito. “E per me questo film potrebbe tranquillamente essere trasmesso su PBS” – l’emittente pubblica statunitense.

Eppure sembra che gli sforzi della lobby israeliana per fermare il film abbiano avuto successo – almeno fino ad ora.

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte.

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