UN
FILM SU ROSA LUXENBOURG ED I PRINCIPI DELLA SINISTRA
Nel
gennaio del 2019 ricorre il centenario del barbaro assassinio di Rosa
Luxenbourg,
ebrea polacca di origine, ma diventata la più nota esponente
dell’ala sinistra, movimentista, radicale e pacifista del
grande partito socialdemocratico tedesco. Alla vigilia della Prima
Guerra Mondiale la Luxenbourg cercò di convincere gli
esponenti centristi e dell’ala destra del partito a non aderire
al clima sciovinista e favorevole alla guerra che prevaleva in
Germania. Lo stesso appello a boicottare la guerra tra la potenze
imperialiste era stato lanciato da Lenin e dai Bolscevichi. La
Luxenbourg rimase isolata ed i deputati socialdemocratici votarono
quasi all’unanimità a favore dei “crediti di
guerra”, cioè a favore del finanziamento della guerra,
con la sola eccezione del deputato Karl
Liebknecht.
Dopo aver passato vari anni in prigione (in tutto fu arrestata nove
volte!), alla fine della guerra Rosa fu liberata e fondò
insieme a Liebknecht la Lega
di Spartaco.
Profittando dell’occupazione delle sedi dei giornali da parte
degli spartachisti più radicali, ma impreparati, le milizie di
destra formate da ex-combattenti (cosiddetti “Frei Korps”,
cioè “Corpi Liberi”) intervennero, coperti dal
nuovo governo socialista guidato da Ebert,
ed il cui ministro degli interni era l’altro socialista Noske,
noto come “il macellaio”, che dette via libera alla
repressione dei Frei Korps. Rosa e Liebknecht furono arrestati,
uccisi a colpi di calci dei fucili e colpi di pistola alla testa. I
cadaveri furono buttati in un canale.
Questi
avvenimenti sono ricordati in un bel film di 30 anni fa della regista
tedesca Margaretha
Von Trotta ed
interpretato da un’attrice-culto dei registi di sinistra
tedeschi: Barbara
Sukova..
In occasione del centenario il film è stato ripresentato a
Roma alla Casa
del Cinema
e nella sala dell’Archivio
Audiovisivo del Movimento Operaio (AAMOD).
Ne
sono seguiti dibattiti alla presenza della stessa regista.
Essendo
stato presente ai dibattiti, posso testimoniare di essere rimasto
sconcertato da molti degli interventi del pubblico, che si suppone
fosse tutto “progressista” e di “sinistra”.
Varie persone intervenute chiedevano quale fosse il “messaggio”
contenuto nel film (suscitando l’ironia della Von Trotta) e
dimostravano di aver capito molto poco il nucleo fondamentale del
film: il tradimento da parte di buona parte del movimento socialista
degli ideali di pace e fratellanza tra i popoli che causò la
scissione del movimento e la successiva vittoria del Nazismo. E’
stato chiesto (polemicamente) come mai nel
film non fossero state
sottolineate le differenze di opinioni tra la Luxenbourg e Lenin, e
perché Rosa si fosse interessata di problemi generali come la
pace e la rivoluzione, invece di concentrarsi sul voto alle donne.
Altri hanno anche detto che preferivano il revisionista Bernstein
alla Luxenbourg o che i responsabili del suo assassinio erano …..
i Comunisti.
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Questo
ci porta a riflettere sull’abbandono dei principi da parte di
buona parte dell’ex-“sinistra” cui abbiamo
assistito in questi ultimi decenni, fatto che dimostra l’attualità
del film. La vergognosa guerra alla Jugoslavia fu condotta da un
governo italiano di “sinistra” guidato da D’Alema,
dal “democratico” Clinton, e sponsorizzata dal capo dei
Verdi tedeschi Joschka Fischer, allora Ministro degli Esteri della
Germania. La guerra alla Libia ha visto come scatenati sostenitori i
“Democratici” italiani e statunitensi, mentre persino
Rossana Rossanda chiedeva le “Brigate Internazionali” per
cacciare Gheddafi e la segretaria della CGIL Camusso imperversava sul
fronte guerrafondaio, con Landini silenzioso. La Guerra alla Siria,
condotta per mezzo di bande mercenarie di fanatici musulmani ed
interventi diretti degli USA con l’aiuto degli ex-marxisti
curdi, ha visto tonnellate di spazzatura mediatica abbattersi sul
governo laico e socialista della Siria da parte dei media
“progressisti”. Il “golpe” nazista in Ucraina
è stato presentato come una rivoluzione libertaria da parte di
buona parte dell’ex-sinistra.
Grottesca
poi è stata la difesa della Francia di Macron fatta da molti
presunti democratici e “progressisti” di fronte alle
precise accuse di Di Maio. Qualsiasi sia stato il motivo di queste
accuse (se ne potrà parlare con calma in altra occasione), le
argomentazioni dell’esponente di 5Stelle erano chiare e
condivisibili. La Francia strangola tutta l’Africa Occidentale
imponendo il Franco prodotto dalla Banca Centrale Francese e
controllandone l’economia. Truppe francesi nel Ciad, Niger,
Repubblica Centro-Africana difendono i dittatori locali ed arrestano
i Presidenti che si ribellano, come Laurent Gbagbo della Costa
d’Avorio, spedito in catene al tribunale dell’Aja (come
Milosevic) e riconosciuto innocente dopo 8 anni di reclusione. Il
fatto che Gheddafi sia stato ucciso perché voleva fondare una
Banca Africana per far cessare il ricatto del debito alimentato dalla
Francia, non interessa la finta “sinistra”, che non
riflette sul fatto che il fenomeno migratorio di sradicamento di
tanti giovani africani trova la sua causa in questo sfruttamento
neo-coloniale e negli interventi armati relativi.
Oggi,
25 gennaio, c’è stata una manifestazione a Roma, sotto
l’ambasciata venezuelana, per portare la solidarietà di
gruppi pacifisti, e di autentica sinistra, oltre a folte delegazioni
di Palestina e Sri Lanka, a quel paese minacciato di golpe. Non
c’erano ovviamente il PD (ufficialmente schierato con i
golpisti) e CGIL (che dopo un apprezzabile tweet anti-golpista di
Landini, ha fatto una sostanziale marcia indietro). Persino Laura
Boldrini ed altri parlamentari di LEU si sono schierati con i
golpisti. Si può concludere che, rinunciando ai vecchi
principi di pace ed antimperialismo, l’ex-“sinistra”
si castra e procede verso la sconfitta. Inutile poi strillare sul
pericolo populista. Per prima cosa bisognerebbe fare pulizia in casa,
se una casa esiste ancora.
26
gen. 2019 - Vincenzo Brandi
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