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La VOCE ANNO XXI N°6

febbraio 2019

PAGINA 11

In questa pagina potete trovare articoli molto interessanti, che non hanno trovato spazio in questo numero de La VOCE, ma di cui consigliamo ugualmente la lettura.

AFRICA

PC sudanese, appello per l'intensificazione della solidarietà internazionale
Migliaia di persone marciano nella capitale a Capodanno
Venti partiti in precedenza alleati con il regime si ritirarono dal governo
Il Partito Comunista sudanese chiede l'intensificazione della solidarietà internazionale
Khartum, 2 gennaio 2019
Migliaia di persone hanno marciato a Capodanno attraverso la capitale Khartoum al canto: "Il poopolo vuole rovesciare il regime", "Libertà, giustizia, la rivoluzione è la scelta del popolo". La marcia indetta dall'Alleanza sindacale delle categorie professionali ha segnato il 14° giorno di azioni di protesta di massa contro il regime dittatoriale. La marcia pacifica è stata fronteggiata con un dispiegamento di forze eccessivo, armato di munizioni vere. I rapporti parlano di cinque morti e diversi feriti a causa dei cecchini che dai tetti hanno preso di mira i manifestanti. Gli arresti hanno incluso due personalità: il leader dell'Alleanza sindacale delle categorie professionali e il presidente del Partito Unionista.
Come risultato delle continue azioni di massa, delle vittorie riportate dall'unità popolare e dall'avanzata delle proteste per raggiungere ogni angolo del paese, sono cominciate ad apparire le prime crepe nel regime, segnando l'inizio della fine della dittatura. Venti partiti, che facevano parte dell'esecutivo e erano alleati con il regime, hanno dichiarato il ritiro dagli incarichi di governo. Citando la brutalità e l'uccisione di manifestanti innocenti da parte del regime, hanno chiesto le dimissioni di Albashir, lo scioglimento dell'attuale governo e il rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti democratici.

AMERICA

Capire la nuova offensiva contro il Venezuela
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare - 21/01/2019
L'investitura di Nicolas Maduro, il 10 gennaio, provoca turbolenze politiche e mediatiche. Ri-eletto il 20 maggio del 2018, il presidente del Venezuela affronta un'operazione pianificata e concertata dagli Stati Uniti e i suoi alleati. Prendendo come pretesto iniziale le condizioni elettorali che hanno portato alla vittoria di Maduro, un pugno di governi, dipintosi per l'occasione come "comunità internazionale", attraverso le multinazionali della comunicazione, hanno deciso di aumentare la pressione sul Venezuela Bolivariano.
Come da consuetudine nel caso del Venezuela, gran parte della comunicazione su larga scala si impegna felicemente in false notizie dimenticandosi del vero significato dell'etica giornalistica.
È opportuno per il lettore scrupoloso e desideroso di separare la verità dal falso, esporre i fatti e tornare alle condizioni dell'elezione di Maduro, analizzando la strategia di Washington per punire un popolo che, da 20 anni, è stato giudicato troppo ribelle e scomodo.
I fallaci pretesti per una nuova offensiva politica

NO all’intervento imperialista e alla reazione borghese, solidarietà con i lavoratori e il popolo del Venezuela
In Venezuela è in atto un tentativo di colpo di Stato, attraverso l’autoproclamazione a presidente ad interim di Juan Guaidò. Siamo di fronte a un'azione concertata dell'opposizione di estrema destra venezuelana, dell'imperialismo USA e dei governi complici del Brasile, Colombia, Perù, Cile, Canada, così come dell’Unione Europea, ansiosi di saccheggiare le risorse naturali del paese e sfruttare a sangue i lavoratori venezuelani.
Il governo italiano, servo della NATO, sotto la spinta delle forze più imperialiste cerca di trovare una posizione per schierarsi dalla parte del fantoccio di Trump e dei gruppi borghesi venezuelani più reazionari.
La storia dimostra che l’imperialismo americano, quello europeo ed altri, hanno sempre ordito complotti reazionari, rovesciato governi legittimi, insediato governi fascisti, scatenato aggressioni militari, hanno aiutato la borghesia dei vari paesi per liquidare i governi e schiacciare le forze rivoluzionarie che mettevano sia pur minimamente in pericolo le basi del sistema capitalista.

La Rivoluzione di Fidel e del popolo di Cuba compie 60 anni
La Rivoluzione comincia adesso. La Rivoluzione non sarà un impegno facile. La Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli, soprattutto nella tappa iniziale, e quale miglior luogo per stabilire il Governo della Repubblica di questa fortezza della Rivoluzione
La Rivoluzione comincia adesso. La Rivoluzione non sarà un impegno facile. La Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli, soprattutto nella tappa iniziale, e quale miglior luogo per stabilire il Governo della Repubblica di questa fortezza della Rivoluzione ( grida e applausi) perchè si sappia che questo sarà un governo solidamente sostenuto dal popolo nella città eroica e alle falde della Serra Maestra, perché Santiago si trova nella Sierra Maestra (grida e applausi).

CINA



EUROPA

Se il sistema non trova le soluzioni, bisogna cambiare il sistema
Ci voleva una ragazzina di 15 anni per rimettere le cose a posto e dire quello che è sotto gli occhi di chiunque, per affermare cose ovvie ma fondamentali inchiodando tutti alle proprie responsabilità.
Greta Thunberg, 15 anni, di origini svedesi, già nota per il sit in davanti al parlamentodel suo paese per chiedere misure contro i cambiamenti climatici, ha parlato ai microfoni della COP24, la conferenza delle parti sul clima, che si è tenuta in Polonia e si è chiusa con decisioni deludenti.

Macron dichiara guerra ai disoccupati
Un decreto del presidente dei ricchi imporrà violente misure di controllo contro chi riceve il sussidio di disoccupazione aumentando così la pressione sui salari.
In agosto, l’Assemblea aveva approvato la ‘Legge sull’avvenire professionale’. Il 30 dicembre sulla gazzetta ufficiale è stato promulgato un decreto attuativo della stessa da parte dell’esecutivo che apporta importanti e preoccupanti modifiche al diritto di disoccupazione [1]. Mentre le piazze francesi sono ancora gremite dal movimento dei Gilets Jaunes (questo pezzo esce a poche ore dal loro nono sabato di protesta),
Macron spinge sull’acceleratore per mettere in atto la sua agenda di trasformazione in senso ultraliberista della società francese.
Il decreto in questione prevede da una parte l’estensione dell’indennità di disoccupazione ai dimissionari e ad alcune categorie di piccoli lavoratori autonomi (artigiani e commercianti). Tuttavia, solo a certe condizioni, e parecchio restrittive. Per i salariati, queste prevedono oltre la disponibilità al lavoro un progetto di riconversione professionale che debba essere convincente: il richiedente dovrà identificarne gli snodi necessari e dimostrare di rispettarne la tabella di marcia concordata. Per quanto riguarda gli autonomi l’indennità è accordata solo in caso di esistenza di una sentenza di liquidazione giudiziaria, cioè a fronte di un fallimento della loro azienda. Ancora una volta, le concessioni di Macron sono lo specchietto per le allodole per pesanti contro-attacchi di classe.

Lotta di classe. La battaglia dei gilet gialli
Smentendo tutti i teorici chiacchieroni, sostenitori della scomparsa delle classi e della fine lotta di classe, la realtà ancora una volta dimostra di superare la fantasia
Il movimento dei gilet gialli, nato nelle periferie urbane contro l'aumento di sei centesimi al litro per il gasolio, in breve tempo si è esteso e diffuso in tutto il paese riversandosi nella capitale. La radicalizzazione della lotta, gli scontri di piazza con la polizia hanno affinato gli obiettivi facendola diventare da lotta economica ad una lotta politica.
L'aumento di sei centesimi al litro del gasolio per autovetture è stato la goccia che fatto traboccare il vaso, perché si tratta di un'ulteriore penalizzazione per chi vive fuori dai centri urbani; quindi visto come un nuovo taglio ai salari, agli stipendi, al reddito dei piccoli lavoratori autonomi.
Il movimento è cresciuto e, con la consapevolezza della forza che acquistava nella lotta, sono maturati obiettivi, parole d'ordine e rivendicazioni precise sul salario, sul diritto alla casa, contro le privatizzazioni, per l'innalzamento a 1.300euro del salario minimo, contro il prelievo sulle pensioni, e per la reintroduzione delle tasse sui grandi capitali, ridotte da Macron.
A rafforzare questo movimento di massa, di "popolo", in cui lottavano a fianco a fianco frazioni di varie classi sociali sottomesse, sono arrivati gli studenti dei licei tecnici e delle università, dove sono massicciamente presenti le terze e quarte generazioni degli immigrati, portando nuove energie nella lotta e nello scontro con lo Stato.

ITALIA



MEDIO ORIENTE

Il massacro a opera di Stati Uniti e NATO degli abitanti dei villaggi Pashtun in Afghanistan deve finire. Questa è condizione necessaria per ogni trattato di pace
Gen. Scott Miller dice che uccide i terroristi. Erano questi bambini terroristi afghani?
All’Ufficio dell'Alta Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), Palais Wilson, 52 rue de Paquis CH-1201 Ginevra, Svizzera
All'alto commissario per i diritti umani:
Credo fortemente che finché gli Stati Uniti, la NATO e i loro partner in Afghanistan continueranno l'escalation di bombardamenti e di assassinii , soprattutto di donne e bambini, nei villaggi Pashtun, gli abitanti non si siederanno attorno a un tavolo per parlare di pace. Il massacro di Stati Uniti e NATO degli abitanti dei villaggi deve cessare come prima cosa, poi verrà il dialogo.

Nel 2018 finalmente è caduta la maschera di Israele
"Netanyahu criminale" su uno striscione della manifestazione dell'11 agosto 2018 contro la legge dello Stato Nazione che ha visto la presenza di decine di migliaia di israeliani e palestinesi con cittadinanza israeliana
1 gennaio 2018, Middle East Eye
Avendo consolidato dal punto di vista legislativo la sua natura di apartheid, Israele ha creato la copertura giuridica per l’annessione formale dei territori occupati al di là delle frontiere riconosciute dello Stato
Il 2018 non è stato un buon anno per Israele. Ovviamente per i palestinesi è stato persino peggiore.

La caduta di Fatah e l'OLP
Riceviamo e condividiamo un articolo di Khaled Barakat:
Per quasi mezzo secolo il movimento di Fatah ha dominato la scena politica palestinese, la maggior parte dei collegi elettorali e delle istituzioni dell'OLP. Ha usato tutti i metodi e gli strumenti per sostenere il predominio della decisione politica: denaro per demonizzare ogni parere dissenziente dalla "leadership", utilizzo "legale" della repressione fino alla detenzione nelle prigioni, oltre all'impiego di lotte e violenze contro gli avversari al suo interno.
Se queste politiche hanno lo scopo di avere la leadership sul movimento palestinese, hanno anche avuto un altro obiettivo, cioè di conseguire gli interessi dello strato palestinese legato ai regimi arabi reazionari; regimi usati dal movimento di Fatah per divenire il partito principale della scena politica palestinese. Il movimento Fatah rappresentava, ed ancora oggi rappresenta, coloro che vivono col denaro arabo, è quella parte palestinese che ha puntato sui regimi reazionari arabi guidati dall'Arabia Saudita (e dai paesi del Golfo) e in seguito sul sistema di Camp David, al fine di controllare l'OLP.
Oggi si può dire che l'OLP sia diventato parte integrante nel campo della "moderazione araba" nella regione e uno degli strumenti quasi assoluti di dipendenza dagli Stati Uniti.

RUSSIA

Lavrov: "La Russia farà tutto il possibile per sostenere il legittimo governo di Nicolás Maduro nella difesa della Costituzione venezuelana"
Il ministro degli Esteri russo denuncia che gli Stati Uniti e i suoi alleati violano "in modo flagrante tutte le norme immaginabili del diritto internazionale" in Venezuela.
Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha annunciato che Mosca, insieme ad altri membri della comunità internazionale, "farà ogni sforzo per sostenere il governo legittimo del presidente Nicolas Maduro, in difesa della Costituzione venezuelana e dei metodi di regolazione che si trovano nel campo costituzionale ".

SCIENZA



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