Segue da Pag.42: I nostri Stati sono notoriamente e palesemente ridotti ad organi di supporto al saccheggio capitalista del sud del mondo.
È una questione di quantità: Il corpo dell'Africa viene accoltellato ogni giorno da due secoli, ogni maledetto giorno... e quelle vite perse al largo delle nostre coste, non sono che i primi schizzi di sangue che arrivano a macchiarci il vestito, dopo innumerevoli anni spesi a fare dell'Africa un inferno in terra per gli Africani e una Babilonia per i capitali.
Se vogliamo cogliere il senso del moto storico in corso, sarebbe il caso di allargare l'inquadratura dal Mediterraneo fino a comprendere anche il centro dell'azione.
Nel fondo del 'Mare Nostrum' giace un numero impressionante di persone, forse sono arrivati a 20 mila da venti anni a questa parte, beh, il capitalismo, inteso come sistema economico vigente, ogni giorno provoca la morte per fame di almeno 30mila bambini (dati FAO).
Avete capito bene? Ogni giorno, solo tra i bambini, sono 30 mila le vittime e solo per la fame, senza contare le tante altre afflizioni che accompagnano miseria.
Cari Italiani, è dunque così sorprendente che i sopravvissuti da questa quotidiana Shoà degli infanti, a sedici anni inizino a desiderare di fuggire via?
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I corridoi umanitari sono una cosa logica e civile, ma non sono certo una soluzione, semmai sono una (minima) pratica di riduzione del danno.
Il dibattito sui salvataggi in mare non dovrebbe avere neanche bisogno di essere, mentre i corridoi umanitari dovrebbero essere una prassi normale.
Il diritto a migrare è ovvio, è un diritto naturale, dovremmo discutere piuttosto del diritto a rimanere a 'casa propria', ipocriti pezzi di merda che non siamo altro... dovremmo impedire a chi agisce in nome nostro, fregiandosi della nostra bandiera, usando nostri soldi e nostre influenze, di massacrarli in casa loro. Mentre accoltelliamo qualcuno, non ha molto senso pensare o parlare di aiutare, di piani Marshall, di grandi impegni, se prima non abbiamo neanche iniziato ad estrarre la lama che impugniamo e affondiamo nelle carni del sud del mondo.
Riccardo Fortuna
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