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La VOCE ANNO XXI N°6

febbraio 2019

PAGINA         - 42

I nostri Stati sono notoriamente e palesemente ridotti ad organi di supporto al saccheggio capitalista del sud del mondo.

I nostri Stati sono notoriamente e palesemente ridotti ad organi di supporto al saccheggio capitalista del sud del mondo. È grazie al loro impegno altamente 'umanitario', che si è creata una situazione per la quale i paesi con più ricchezze e più risorse (sopra e sotto il suolo) sono i più disastrati tra tutti. Per quanto riguarda l'Africa il punto è questo: o c'è una guerra da cui scappare, oppure il metodo di sfruttamento è così collaudato e stabile, che ci stanno già direttamente fame, morte e sofferenza, senza bisogno di guerra per produrle.
Prescindendo da una critica diretta e radicale al modo capitalista di produzione e di consumo, ogni dibattito diventa ipocrita. È ipocrita ovviamente Salvini che, facendo sparire le ONG, non riesce a impedire la strage di quei disperati che in mare si imbarcano lo stesso.
È così sfacciato da dire: "non sarò mai complice dei trafficanti", quando l'Italia paga i trafficanti stessi per gestire la questione in Libia. Li paghiamo chiamandoli 'sindaci', come se ci fossero elezioni comunali, regionali o statali in Libia, alla faccia dell'ipocrisia, siamo piuttosto complici e criminali.
Finché paghiamo i trafficanti, le masse di disperati stanno stipate nei lager, se ritardiamo i pagamenti o se i trafficanti vogliono alzare il prezzo, allora i disperati vengono 'liberati' dai loro carcerieri, torturatori, stupratori per essere imbarcati.
Accusare la Francia di colonialismo è giusto, ma non se lo fa Di Maio, perché nel suo piccolo anche l'Italia fa di tutto per appoggiare lo sfruttamento dell'Africa.
Parlare di cause delle migrazioni è giusto, ma diventa ipocrita e bieco se lo si fa nominando solo uno Stato, la Francia, in modo strumentale, per una polemica politica, mentre non si pronuncia una sola parola sul modello economico a servizio del quale gli Stati operano, Italia compresa.
Il problema di salvare in mare la gente non si dovrebbe neanche porre: se gli Stati da soli non riescono a evitare del tutto il naufragio delle vite umane (ed è evidente che non ci riescono), ben vengano le ONG o chiunque altro.
Assodato che occorra impedire la morte delle persone in mare, dovremmo concentrarci sul fatto che il grosso del problema, non è quel che accade nel Mediterraneo, per quanto tragico, ma tutto quel che accade prima.

..segue ./.

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