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La VOCE ANNO XX N°1

settembre 2017

PAGINA 2         - 18

Gli USA tornano a minacciare Damasco e si prepara un golpe in Venezuela

Il giorno 27 giugno Piero Pagliani ha scritto:
"Gli USA fanno sapere che hanno informazioni di un prossimo attacco chimico dell’Esercito Arabo Siriano. E ovviamente ripetono che un attacco chimico farebbe scattare una "risposta molto pesante" da parte degli USA.

Questa è la notizia. E adesso la sua interpretazione basata su fatti (accaduti) reali:

Interpretazione: Noi USA stiamo preparando un attacco chimico false flag assieme ai nostri ascari in Siria (probabilmente l’ex Fronte al Nusra, ovvero al Qaida in Siria "il nostro principale alleato in Siria" secondo il generale Petraeus, sodale della cricca neo-liberal-cons della Clinton, ex direttore della CIA, fatto sloggiare da quell’ufficio con le manette da Obama).

I precedenti non mancano. Vi ricorderete il famoso "attacco chimico" di Goutha. Beh, in quel caso Obama non si mosse, ma chiese ai Russi di ripulire la Siria dalle armi chimiche. In realtà sapeva benissimo che quell’attacco era opera di al Qaida in Siria. Glielo avevano detto i servizi segreti e lo aveva rivelato un giornalista turco poi messo sotto processo da Fratel Erdogan con la minacci di ergastolo, per spionaggio (aveva rivelato che le armi chimiche venivano dall’Arabia Saudita ed erano transitate per la Turchia verso i "ribelli"). Ma il false flag era stato sputtanato anche dagli scienziati del MIT di Boston, dati alla mano.

Poi c’è stato il recente "attacco chimico" del 4 aprile a Khan Sheikun (Idlib), dopo il quale Pannocchia Trump ha lanciato i suoi famosi 59 missili sulla Siria. Secondo i nostri piagnucolosi giornalisti buonisti - e alcuni sono tenuti in conto di "esperti" - Trump aveva lanciato l’attacco perché sconvolto dalle foto dei bambini morti. In realtà esperti militari (veri) dissero che un attacco come quello viene pianificato con almeno un paio di settimane d’anticipo. Quindi, prima la pianificazione, poi l’esca del false flag (che ovviamente fa morti veri, macchissenefrega: per mantenere l’egemonia mondiale questo e altro: Che volete che siano le poche decine di morti da sbatacchiare in prima pagina rispetto, che so, ai due milioni in Vietnam e al milione e mezzo in Iraq? Peanuts!).

Ovviamente potete pensare che anche quel giornalista turco, quegli scienziati del MIT, quei membri dell’Intelligence statunitense, questi esperti militari siano un po’ "complottisti" e ce l’abbiano per qualche motivo con gli USA. In fondo è capibile: è un pensiero che aiuta a vivere più sereni e non obbliga a complicati ragionamenti. Noi ce faremo una ragione: in fondo anche Keplero era un complottista perché non credeva nelle apparenze e nelle verità ufficiali e siamo consapevoli che molti "complottisti" meno fortunati e che si facevano troppe domande sono finiti sul rogo.

Ma lasciamo perdere queste cose passate e oscurantiste e andiamo avanti.

Anche nel caso di Khan Sheikun il presidente degli Stati Uniti agì con cautela, benché in modo spettacolare (ad uso interno): aveva preavvertito i Russi del suo attacco e di conseguenza i Siriani, metà dei missili andarono fuori bersaglio e i danni fatti ("devastanti" come esultava davanti alle televisioni Pannocchia) furono riparati in mezza giornata. Ad ogni modo, come ha recentemente rivelato il premio Pulitzer Seymour Hersh (pulitzer ma complottista, a quanto sembra), i servizi segreti USA avevano informato la presidenza che a Khan Sheikun non c’era stato nessun attacco chimico da parte dell’Esercito Arabo Siriano. Da noi è stato rivelato sul "Fatto" dal bravo Enrico Piovesana, già redattore della rivista di Emergency (e ancora una volta anche il MIT aveva sputtanato il nuovo false flag - a queste cose credono ormai solo gli ex sessantottini della mia generazione, ahimè).

Oggi (per motivi interni o anche geopolitici?), Pannocchia Trump ritorna a fare la voce grossa. Ad ogni modo, questa minaccia segue una reale escalation sul terreno (l’abbattimento dell’aereo Siriano da parte degli USA - ovvero l’abbattimento di un aereo che vola sul proprio spazio aereo riconosciuto internazionalmente da parte di una potenza che in Siria, per il diritto internazionale, non dovrebbe nemmeno esserci - e ripetuti bombardamenti Usa-Nato e israeliani sull’Esercito Arabo Siriano). I Curdi, pungolati dagli USA, vogliono arrivare a Raqqa (città totalmente araba) prima dell’Esercito Arabo Siriano. Questi combattenti "democratici", "socialisti" e "femministi", oltre che alle pulizie etniche (e che non godono nemmeno di molto favore da parte del loro stesso popolo) si sono dedicati anche ad altri crimini (secondo il diritto internazionale) come il taglio dell’acquedotto alla città di Aleppo. Un crimine democratico, socialista e femminista, quindi al di fuori dei radar della nostra sinistra.

Nell’Europa dell’Est i fascisti ucraini al governo si sono dedicati alla chiusura e devastazione delle sedi comuniste, al linciaggio di giornalisti non allineati, alle minacce a chi non la pensa come loro, insomma stanno seguendo le orme dei nazisti che sono, appunto, il loro modello conclamato e ammesso senza nessun pudore (e sono molto sostenuti dal PD, con particolare entusiasmo da quello milanese). Parallelamente da quelle parti continuano le provocazioni NATO, non solo manovre militari una dopo l’altra, ma persino il disturbo del volo di un membro del governo russo da parte di un caccia NATO.

I corsari in confronto erano dei gentiluomini e noi continueremo a non credere alle verità ufficiali dei corsari che si spacciano per gentiluomini."

Il giorno 27 giugno 2017 20:13, brandienzo@libero.it ha scritto:
"Non è solo questione di "indici di gradimento". I falchi USA ed Israele sono costernati per le avanzate travolgenti dell’esercito siriano che sta riconquistando rapidamente il terreno perduto in anni precedenti, specialmente ai danni di Daesh.
Dato per ormai perso lo Stato Islamico, gli USA stanno tentando di sostituirlo nella Siria Orientale con i mercenari kurdi (che hanno persino tagliato l’acquedotto che portava l’acqua dell’Eufrate ad Aleppo!) e aprono basi sul confine Siria-Iraq per cercare di bloccare il ricongiungimento tra esercito siriano e milizie irachene.
Intanto bombardano spudoratamente le truppe siriane (per la quinta volta) ed abbattono un aereo siriano impegnato contro Daesh, mentre i loro amici sionisti accorrono in aiuto dei loro alleati di Al Qaida, attaccando le posizioni dell’esercito nel Golan.
La nuova minaccia non è da sottovalutare. E’ un vero avvertimento mafioso fatto nello stesso momento in cui il premio Pulitzer Seymour Hersh rivela che i servizi segreti USA avevano informato la presidenza che il 4 aprile scorso a Khan Sheikun non vi era stato alcun "attacco chimico" dell’aviazione siriana.
Cerchiamo di informare il piì possibile e di organizzare qualche forma di protesta. Comunque non mi sembra che Siriani, Russi, Iraniani, Iracheni ed Hezbollah si siano fatti intimidire piì di tanto, V.B."

La Lista dei morti per le proteste violente dell'opposizione venezuelana, aprile-luglio 2017

di Luigino Bracci Roa, Alba Ciudad

La conflittualità politica ha scatenato una grande speculazione a livello nazionale e soprattutto internazionale sulle proteste dell’opposizione in Venezuela dall’aprile 2017. Proteste in cui hanno perso la vita molte persone in tutto il Paese. Molti credono che tutte le vittime siano manifestanti pacifici uccisi dalla repressione degli agenti di sicurezza dello Stato. Questo rapporto giornalistico, redatto dal primo giorno delle proteste dalla redazione di Alba Ciudad, presenta tutti i decessi provocati dalle proteste. Cercando di essere il più imparziali possibile.

Agli inizi dell’aprile 2017, dirigenti dell’opposizione al presidente venezuelano, Nicolás Maduro, iniziarono a convocare una serie di proteste per chiedere la destituzione di magistrati del Tribunale Supremo di Giustizia, che a loro giudizio avevano compiuto un “autogolpe” o “colpo di Stato” annullando attribuzioni dell’Assemblea Nazionale. Anche se le sentenze sono state corrette dai magistrati, gli oppositori hanno continuato a dar vita a una serie di cortei senza annunciare i loro punti di concentramento, o in punti dove non erano autorizzati, e che quasi sempre sono sfociati in atti violenti: attacchi alla polizia e alla Guardia Nazionale Bolivariana; distruzione di enti pubblici, privati e infrastrutture pubbliche; collocazione di barricate e scontri contro la popolazione civile che non appoggiava gli oppositori. Questo ha causato un numero importante di decessi.

Questa lista sarà aggiornata fino a quando le proteste violente andranno avanti, così come abbiamo fatto nel 2014, quando ci furono manifestazioni violente conosciute come las guarimbas o la salida, organizzate dal leader della destra Leopoldo López, del partito Voluntad Popular, che hanno causato 43 morti, di tutte le tendenze politiche.

Fino al 30 giugno, i mezzi di comunicazione hanno parlato di 120 morti. Di questi:
Morti non relazionati ai manifestanti (2): al principio dissero che erano morti conseguenza delle manifestazioni, ma familiari e autorità lo smentirono: Yey Amaro y Ricarda de Lourdes González..
Collegati a saccheggi (16): Morti durante saccheggi avvenuti durante o dopo le manifestazioni.
Dodici sono morti durante i saccheggi e atti di violenza ne El Valle; di questi, otto sono rimasti uccisi fulminati dopo essere entrati illegalmente in un panificio.
Eduardo Yonathan Quintero morto a Valencia il 2 maggio, entrato in un magazzino e sparato dal proprietario. L’aggressore è stato arrestato.
Il commerciante Javier Antonio Velázquez Cárdenas è stato ucciso nel suo ristorante a Tabay, nello Stato del Mérida, durante saccheggi.
Isael Macadán è stato ucciso a Barcelona in circostanze sempre collegate a saccheggi.
Víctor Márquez, sembra partecipasse all’attacco incendiario contro il Ministero degli alloggi. Sembra fosse stato colpito dalle fiamme e per questo si lanciò nel vuoto.
Barricate e blocchi (14): Abbiamo incluso incidenti automobilistici provocati dalle barricate e morti in eventi correlati alle barricate (cercando di superarle, superandole o partecipando a queste).
Ana Victoria Colmenarez de Hernández y María de los Ángeles Guanipa sono morti nel distributore Girardot, nello stato di Carabobo, quando l’autobus Encava che li portava si è rovesciato nell’intento di evitare la barricata.
Angel Enrique Moreira González, atleta e nuotatore, è morto quando la sua moto è andata a sbattere contro un automobile che andava contro senso sull’autostrada Prados del Este, per via delle barricate sulla strada.
Carlos Enrique Hernández è morto quando la sua moto è andata a sbattere contro una barricata che non aveva visto, nello stato di Lara.
Carlos Luis Varela Contreras è morto vittima di un assalto non potendo raggiungere casa sua per una barricata, ha cercato una strada alternativa inoltrandosi in campagna.
Efraín Sierra è stato ucciso nel tentativo di superare una barricata collocata dagli oppositori a Táchira.
José Lorenzo González y Luis Alberto Machado, due automobilisti morti in un incidente stradale sull’autostrada Prados del Este quando uno di loro stava cercando di tornare indietro trovandosi di fronte una barricata, si è scontrato con l’altro che non lo aveva visto.
Manuel Ángel Villalobos Urdaneta, stava guidando a Maracaibo quando è andato a sbattere contro una barricata collocata durante un blocco in corso quel giorno. Nel tentativo di evitarla il suo camion si è capovolto.
Nelson Moncada Gómez, un giudice che ha tentato di superare una barricata a El Paraíso; si presume sia stato aggredito, lui ha fatto resistenza e per questo gli hanno sparato. Non si scarta l’ipotesi di un sicario poiché era stato il giudice che aveva confermato la sentenza a Leopoldo López nel 2015.
Oliver Villa assassinato da ignoti dopo aver superato con la forza una barricata a Caracas.
Ramsés Martínez, è stato sparato mentre aiutava a rimuovere una barricata a Barquisimeto.
Renzo Rodríguez anche lui è stato raggiunto da un proiettile davanti a una barricata, mentre studiava come superarla con la moto.
Víctor Betancourt, travolto a Cumaná durante “il gran trancazo nacional”.
Stavano mettendo su una barricata (4): Persone che stavano montando una barricata e sono morte in incidenti riconducibili alle barricate (investiti ecc.)
Luiyin Paz: participava a una barricata a Maracaibo, quando è stato travolto dall’autista di un camion cisterna.
Luis Vera Sulbarán: partecipava a una barricata a Maracaibo, quando manifestanti hanno cercato di fermare un camion, il conducente non si è fermato e li ha investiti.
Oswaldo Rafael Britt, manifestante oppositore è stato investito da un camion in una barricata a Ciudad Bolívar.
Paúl Moreno: partecipava a una barricata nello stato Zulia quando è stato investito da un camion Hilux.

Spari dei corpi di sicurezza (11): persone si presume uccise dalla polizia addetta al controllo dei manifestanti. In questa lista inseriamo esclusivamente i nominativi di persone i cui presunti responsabili della loro morte sono già stati identificati e individuati.
Augusto Puga, Christian Humberto Ochoa, Daniel Queliz, David José Vallenilla, Diego Hernández, Eury Hurtado, Fabián Urbina, Gruseny Canelón, Luis Alviarez, Manuel Castellanos, Ronney Eloy Tejera.

Per questi fatti ci sono 39 poliziotti processati, arrestati o richiamati.

(Traduzione Stefania Russo) - Sull’approfondimento caso per caso si rimanda al meticoloso lavoro di Alba Ciudad Notizia del: 29/07/2017

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