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La VOCE ANNO XX N°1

settembre 2017

PAGINA 4         - 16

Segue da Pag.15: BOOM TECNOLOGICO SOSTENIBILE: LE MOSSE DELLA CINA CONTRO L’INQUINAMENTO AMBIENTALE

Nel cuore pulsante di Pechino è nata una società che crede nel futuro sostenibile della Cina. Si tratta di Tsing Capital, gigante degli investimenti a livello nazionale. Secondo Qi Lu, direttore del dipartimento ricerca nello stabilimento Tsing Capital, l’interesse di tante società a livello internazionale si sta rivolgendo verso la Cina, per via del boom tecnologico sostenibile in atto. “Abbiamo visto sempre più aziende che producono tecnologia pulita negli Stati Uniti rivolgersi alla Cina per il suo vasto mercato“, ha detto Lu in un’intervista, “specialmente dopo che il presidente americano Donald Trump ha dichiarato la sua intenzione di ritirarsi dall’accordo di Parigi. “In tal senso, abbiamo riscontrato effettivamente alcuni segnali positivi”.


Lo sviluppo della tecnologia sostenibile cinese: alcuni esempi

Non è un caso se recentemente vi abbiamo parlato molto di Cina. In effetti il colosso asiatico ha impresso una decisa accelerazione sostenibile negli ultimi anni. Abbiamo visto interessanti innovazioni come il treno senza binari e il drone a energia solare, per non parlare poi di vere e proprie aree dove le energie rinnovabili sono integrate in modo imprescindibile: pensiamo alla Liuzhou Forest City o alla Green Megacity. Secondo Qi Lu, il boom tecnologico sostenibile a cui prende parte anche Tsing Capital sta cambiando la sua conformazione. < Piuttosto che una concentrazione di start-up green, dipendenti dagli incentivi governativi, egli ritiene che a crescere di più siano le imprese con un potenziale di mercato più immediato e una base economica solida. A spingere in modo deciso tale catena industriale è anche il fatto che tante multinazionali con sedi produttive in Cina stiano virando verso tecnologie green. Pensiamo, ad esempio, ad Apple ma anche ad altri giganti come Adidas, H&M, Levi’s e Microsoft. Sull’onda di questo fenomeno, le aziende cinesi come Huawei o Alibaba hanno deciso di percorrere la stessa strada.


Internet delle cose e Intelligenza artificiale: come sfruttane il potenziale

L’internet delle cose, in inglese Internet of things (IoT), può fornire un aiuto concreto per limitare gli sprechi e preservare l’ambiente. Parliamo di una tecnologia costruita all’interno di oggetti che hanno una funzione pratica e che li rende sempre connessi alla rete. In questo modo tali oggetti possono funzionare consumando meno energia. Pensiamo ai sistemi per gestire l’illuminazione pubblica o per l’irrigazione dei terreni, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Inoltre, potenziandone l’intelligenza artificiale, tali strumenti possono risolvere situazioni imprevedibili, sviluppando capacità di problem-solving avanzate, tutto ciò non richiedendo più un intervento umano per funzionare al meglio. Secondo Qi Lu, internet delle cose e l’intelligenza artificiale sono indivisibili e complementari: “Ragionando secondo i criteri dello sviluppo sostenibile, con i dati raccolti e la capacità di apprendere in modo automatico fornita da tali strumenti, per la prima volta siamo in grado di gestire l’utilizzo di risorse energetiche ad un livello molto più alto.

Corea del Nord
Un altro punto di vista

Introduzione
La propaganda della borghesia imperialista non si pone freni nel denigrare e ridicolizzare la Corea del Nord, monta campagne che presentano il paese come un’immensa prigione a cielo aperto e il presidente Kim Jong-un come un demente crudele, dedito a ogni efferatezza. A questa campagna di denigrazione non riescono a sottrarsi neanche tanti “compagni” che si lasciano andare, quando va bene, a ironiche allusioni caricaturali sulle presunte bizzarrie del popolo coreano, del suo governo e di Kim Jong-un.
La liberazione della penisola coreana dal colonialismo giapponese avvenne nel contesto della Seconda Guerra Mondiale (1943) e il ruolo del movimento comunista, cresciuto in stretto legame con il Partito Comunista Cinese e con l’Unione Sovietica, fu determinante, benché solo nel 1945 fu instaurato un regime socialista con l’avanzata dell’Armata Rossa dal nord verso il sud. L’Armata Rossa si fermò al 38° parallelo di fronte alle truppe USA dispiegate per occupare la penisola e sottrarla al campo dei paesi socialisti. La Corea

venne quindi divisa in due, in attesa di accordi per una riunificazione mai avvenuta e, anzi, osteggiata in ogni modo dagli USA che a questo scopo permisero il ritorno a Seul (Corea del Sud) degli occupanti giapponesi cacciati pochi anni prima e imposero un governo fantoccio di stampo militare.
Il partito comunista al sud era comunque forte e attivo clandestinamente, tanto che il governo fantoccio si distinse nella repressione del movimento rivoluzionario: il 25 Giugno del 1949 venne soffocata nel sangue l’insurrezione di Jeju che durava da più di un anno e causò, comprese le successive rappresaglie contro i prigionieri comunisti, più di 30.000 morti.
Un anno esatto dopo quel massacro, l’esercito della Corea del Nord lanciò l’offensiva per liberare definitivamente la penisola dagli occupanti. Forte dell’appoggio popolare, in poco tempo raggiunse l’estremo sud della penisola, ma gli USA – pur senza dichiarare la guerra – alla testa di una coalizione internazionale di stati imperialisti e loro colonie sotto l’egida dell’ONU (a proposito della neutralità di questo organismo), intervennero direttamente con grande dispiegamento di forze e mezzi.
Gli eserciti imperialisti bombardarono a tappeto e rasero al suolo gran parte degli edifici, delle abitazioni e delle infrastrutture civili, attaccarono indiscriminatamente la popolazione coreana con armi biologiche, chimiche e napalm sterminando circa 4,6 milioni di coreani, di cui oltre 3 milioni di civili, arrecando danni incalcolabili all’ambiente, avanzarono così fino a portare le proprie truppe fino alla frontiera con la Repubblica Popolare Cinese.
Grazie anche all’aiuto di volontari dall’URSS e soprattutto dalla Cina, l’esercito della Corea del Nord riuscì tuttavia a riprendere il controllo della penisola fino al 38° parallelo. Per arrestare la nuova avanzata dei comunisti, il generale MacArthur chiese al Presidente USA, Truman, il via libera per utilizzare la bomba atomica; Truman negò il permesso perché l’atomica era ormai entrata anche nell’arsenale sovietico e tale decisione avrebbe comportato una guerra nucleare, MacArthur fu rimosso dall’incarico.
Nonostante l’altissimo prezzo pagato dalla Corea del Nord in termini di distruzioni e morti, militari e civili e l’inferiorità numerica e di armamenti, gli USA non riuscirono a debellare il “pericolo rosso”, furono sconfitti e costretti a firmare l’armistizio nel luglio del 1953.
Un popolo decimato di un paese completamente devastato che grazie alla guida del partito comunista, all’organizzazione delle masse popolari e alla solidarietà degli altri paesi socialisti è riuscito a risollevarsi e a resistere tenacemente alle provocazioni degli imperialisti USA e della comunità Internazionale che dal 1953 hanno installato, e rafforzato nel tempo, impianti militari nella Corea del Sud, hanno prodotto una massiccia campagna di propaganda di livello mondiale, hanno imposto l’embargo internazionale e oggi minacciano nuovi bombardamenti.
Il governo della Repubblica Popolare Democratica di Corea sa che per non fare la fine della Libia di Gheddafi, della Jugoslavia di Milosevic, dell’Iraq di Saddam Hussein e di tanti altri che la Comunità Internazionale degli imperialisti definisce “stati canaglia”, per impedire che il suo popolo finisca al macello degli imperialisti, la bomba atomica è il deterrente mille volte più efficace di ogni proposta di distensione e di ogni promessa di pace.
“Quello che quasi nessun americano sa o ricorda è che abbiamo bombardato a tappeto il Nord per tre anni, praticamente senza riguardo per le vittime civili. Gli Stati Uniti sganciarono più bombe sulla Corea (635.000 tonnellate e 32.557 tonnellate di napalm) che durante la guerra del Pacifico”.
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"UN’UNICA COREA"

Pubblicato il 26 mag 2017
L’attuale presidente della Corea del sud Moon Jae-in ha mostrato di guardare lontano in direzione di una riunificazione con la la Corea del nord, una Nazione che sta sorprendendo tutto il mondo per il suo coraggio anti-imperialista.

"COREA TECNOLOGICA"

Pubblicato il 07 lug 2017
La propaganda occidentale filoamericana ha fatto credere al pubblico di bocca buona che la Corea del nord è un popolo di guerrafondai. Nulla di più falso: il clima di guerra è dovuto alla mancata firma di un trattato di pace...

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