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La VOCE ANNO XX N°2

ottobre 2017

PAGINA 3         - 23

Segue da Pag.22: In memoriam di Jasna Tkalec (1941-2017)

Jasna era una scrittrice immensamente erudita e polivalente. I suoi saggi brillanti, illuminanti e di grande valore letterario, saranno profondamente apprezzati dalle prossime generazioni di intellettuali di sinistra e dai progressisti sul territorio dell’ex Jugoslavia e oltre. La sua visione umanistica del socialismo rifletteva il suo carattere umano, grazioso, generoso e cooperativo. Abbiamo perso una persona splendida e singolare. Il suo spirito prometeico, tuttavia, sopravviverà nei suoi saggi luminosi e nelle persone la cui coscienza ha arricchito e rivoluzionato.

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L'italiano può essere una lingua discriminatoria

L'11 giugno 2017, nella puntata de "La lingua batte" sul tema "L'italiano è una lingua accogliente?" trasmessa in diretta dalla festa di Radio3 a Forlì (*), sull'uso del termine "slavo" Alessandro Marzo Magno ha detto alcune cose giuste ed alcune clamorosamente sbagliate.
"La Jugoslavia non esiste più" è una affermazione vera dal punto di vista politico ma falsa dal punto di vista socio-culturale e storico-geografico. Ragionando come Marzo Magno dovremmo affermare che l'Europa non è mai esistita, tantomeno gli "europei", visto che Marzo Magno conclude che "quindi non esistono più gli jugoslavi".
Sappia invece che gli jugoslavi esistono: nella nostra associazione ne abbiamo diversi, a partire dal presidente che in troppe occasioni pubbliche è costretto ad esclamare "Mi vedete? Io esisto. Quindi gli jugoslavi esistono". Comunque, qualora la sua esistenza non sia abbastanza convincente, consigliamo a Marzo Magno una semplice ricerca internet per trovare altre associazioni e gruppi (ad es. su facebook ed altri social) dove incontrare centinaia di migliaia di jugoslavi.

Sorprende che RadioTre abbia voluto riproporre, nella puntata de "La lingua batte" del 3 settembre, queste affermazioni di Alessandro Marzo Magno che, contraddicendo le intenzioni, dimostrano come l'italiano possa diventare una lingua non accogliente, non inclusiva, bensì affatto discriminatoria.

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia onlus

(note inviate il 3 settembre 2017 alla redazione della trasmissione di Radio3 e al diretto interessato)



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Toh, in Kosovo c'è il separatismo etnico. Non lo sapevamo!

Ci voleva "una ricerca ... supportata dalla Kosovo Foundation for Open Society [di Soros] come parte del progetto 'Building Knowledge of New Statehood in bla bla bla' " firmata nientedimeno che da una "Senior Associate Fellow presso l’Istituto Albanese di Studi Internazionali" perché scoprissimo che in Kosovo "l'università rafforza la divisione etnica":


In realtà, solo degli squallidi buffoni possono cascare dalle nuvole. La situazione descritta nell'articolo non è altro che l'esito logico ed estremo della campagna dl boicottaggio delle scuole di ogni ordine e grado, avviata sin dalla alla fine degli anni Ottanta dal movimento panalbanese e fomentata in particolare dall'allora suo leader Ibrahim Rugova – il cui nome è giustamente caduto nel dimenticatoio qui da noi, in quanto primo ispiratore dell'attuale regime di apartheid kosovaro.
La guerra di secessione del 1998-1999, appoggiata dalla aviazione della NATO, era precisamente mirata a realizzare in pieno tale apartheid. 

Con la creazione di una loro università a Mitrovica ("Università di Pristina temporaneamente in esilio" o anche "Università di Pristina in Kosovska Mitrovica", UPKM), i serbi del Kosovo non hanno fatto altro che cercare di preservare il loro diritto a una formazione accademica nella loro lingua e con programmi in linea con gli standard internazionali.

Il sistema universitario jugoslavo, che aveva concesso alta formazione e valorizzazione delle specificità culturali di tutte le componenti nazionali o "etniche" (momento topico fu proprio la fondazione della Università di Priština nel 1969), era l'unico nel quale tali componenti potessero convivere e integrarsi virtuosamente. A distruggere tutto in Kosovo sono stati il separatismo razzista panalbanese ed i suoi alleati, da Schröder a Clinton passando per D'Alema.

(a cura di Italo Slavo)


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IL NAZISMO CONTEMPORANEO COME FORZA MOTRICE DELLE INTEGRAZIONI EUROATLANTICHE


Petar Iskenderov

30/4/2015 - Originale: http://www.fsksrb.ru/fond-strateske-kulture/ostalo/savremeni-nacizam-kao-pokretacka-snaga-evroatlanskih-integracija/


Negli ultimi anni siamo stati testimoni di una crescita senza precedenti del nazismo in Europa, con il riemergere di gruppi fascisti militanti e la coltivazione dell'ideologia fascista addirittura da parte dei vertici di certi paesi. Questo fenomeno nasconde dietro di sé cause profonde; non può ridursi soltanto alla “incoscienza”, all'incapacità di trarre lezioni storiche, da parte dell'opinione pubblica occidentale e delle sue dirigenze politiche. L'aspirazione dei costruttori occidentali del “Nuovo ordine mondiale” di trarre beneficio dal nazismo contemporaneo per accelerare l'integrazione europea (ormai in pratica riversata nell'integrazione euroatlantica) – gioca un ruolo chiave in questo processo, il quale rappresenta una sorta di revisione del risultato della Seconda guerra mondiale e il disconoscimento delle decisioni del tribunale di Norimberga. Si tratta di un'aspirazione che, come prima cosa, mobiliti in modo adatto l'opinione pubblica di paesi e di intere regioni dietro slogan euroatlantisti e russofobi, e come seconda cosa, provochi gli avversari ad una risposta adeguata per poterli accusare di destabilizzare la situazione.

Il meccanismo menzionato è stato testato per la prima volta durante gli anni '90 sul territorio dell'ex-Jugoslavia. Allora l'accento era posto su partiti politici, movimenti e organizzazioni nazionaliste ed apertamente fasciste, prima in Croazia, poi in Bosnia ed Erzegovina, ed infine nel campo albanese del Kosovo e Metochia. A queste forze era assegnato il ruolo di catalizzatore dell'umore anti-serbo presente sui loro territori, con l'obiettivo di creare uno scenario favorevole all'opinione pubblica occidentale. Questa era la prima fase dell'utilizzo del nazismo e dei suoi proponitori contemporanei. La seconda fase è stata messa in funzione a seguito della prevedibile reazione di Belgrado. 

..segue ./.

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