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La VOCE ANNO XIX N°10

settembre 2017

PAGINA b         - 26

Assaf Harel sullo sciopero della fame.

Pubblicato il 10 mag 2017
Abbiamo pubblicato il video sottotitolato di Assaf Harel perché interpreta molto bene il ruolo dei progressisti israeliani:

per loro non è importante risolvere il problema alla radice con la fine della colonizzazione della Palestina, non sono importanti i sacrosanti diritti umani calpestati dallo stato sionista, non è importante mettere fine alle pratiche illegali dell’isolamento e della detenzione amministrativa, non è importante far sentire la voce dei prigionieri, ma è importante non incendiare le piazze con la morte di qualche prigioniero e dover concedere di più ai prigionieri a causa della miopia politica di Gilad Erdan ministro israeliano.

A questo punto si propone l’ipocrito ragionamento di permettere ai prigionieri di mangiare di nascosto confermando così il video che i carcerieri hanno creato per screditare Barghouti e la lotta in corso.

Questo è israele, anche nelle sue forme più critiche!

Cecilia informa sulla situazione dei prigionieri palestinesi.

Pubblicato il 08 mag 2017

Myassar Atyani e i prigionieri politici palestinesi

Pubblicato il 03 mag 2017

DignityStrike

Pubblicato il 03 mag 2017

La Knesset approva legge contro chi boicotta Israele

Il provvedimento vieterà l’ingresso nello stato ebraico a chi appoggia pubblicamente la campagna Bds. Saranno colpiti anche coloro che sostengono il boicottaggio dei prodotti delle colonie. La destra esulta: “Passo necessario”. Lista Araba Unita: “Silenzia il dissenso sulle politiche israeliane”


Roma, 7 marzo 2017, Nena News – Il parlamento israeliano ha approvato ieri in terza lettura con 46 voti a favore e 28 contrari una legge che vieterà ai cittadini stranieri che appoggiano pubblicamente il boicottaggio d’Israele (o che fanno parte di una organizzazione che lo sostiene) di entrare nello stato ebraico. Non solo: il provvedimento, avanzato dal centrista Kulanu e dal “partito dei coloni” Casa Ebraica, punirà anche coloro che promuovono il boicottaggio dei prodotti delle colonie illegali della Cisgiordania in base ad una definizione più ampia di “boicottaggio d’Israele” che, fissata da una legge del 2011, include “tutte le aree sotto il controllo” di Tel Aviv. La nuova misura, che non si applicherà agli stranieri che hanno un permesso di residenza, consentirà al ministro degli Interni la possibilità di compiere alcune eccezioni (già prima di ieri poteva vietare l’ingresso in Israele a determinati individui).

Con l’approvazione di questa nuova disposizione il governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu registra un nuovo successo dopo quello dello scorso mese rappresentato dalla “Legge sugli insediamenti”. Il presidente della Commissione interna della Knesset, David Amsalem (Likud, il partito del premier), ha definito la misura approvata ieri un “passaggio ovvio, elementare”. “Se qualcuno ci insulta, noi rispondiamo. Se qualcuno mi umilia, non lo lascio entrare a casa mia”. Amsalem ha poi detto che le critiche verso uno stato sono “legittime”, ma questo provvedimento è rivolto a chi ha superato le linea rossa: “questi non parlano solo di boicottare le colonie, ma di boicottare lo stato in quanto stato senza alcuna distinzione. Parliamo di antisemiti”.

Grande soddisfazione è stata espressa ovviamente dal promotore dell’iniziativa, il parlamentare Roy Folkman (Kulanu) che ha parlato di legge “necessaria per difendere il nome e l’onore d’Israele”. Folkman ha poi fatto sapere tramite un portavoce che “si può provare orgoglio nazionale e, nello stesso tempo, credere nei diritti umani” respingendo così le accuse di chi vede in questo provvedimento un nuovo duro attacco agli oppositori del suo esecutivo. Più diretto è stato Bezalel Smotrich. Il parlamentare di Casa Ebraica, già noto alle cronache per le sue dichiarazioni fortemente anti-arabe, ha detto che la legge dimostra che Israele “non porgerà l’altra guancia” aggiungendo che è un “passaggio naturale” che qualsiasi stato deve compiere per difendersi. “Negli ultimi anni – ha aggiunto Smotrich – si è aperto un nuovo fronte antisemita contro Israele. I nostri nemici portano avanti una campagna volta a delegittimare e boicottare Israele. Impedire ai sostenitori del Bds [Boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni] di venire qui per farci del male è il minimo che possiamo fare per combattere chi odia Israele”.

A questo punto potrebbero scattare misure anche contro il Consiglio degli Studenti dell’università degli Studi di Torino che il 1 marzo si è detto favorevole in netta maggioranza ad una mozione che sostiene il boicottaggio accademico d’Israele e ha chiesto la revoca degli accordi tra l’università italiana e il Technion di Haifa. Una decisione che è definita dagli studenti come “mezzo di lotta non violenta per porre fine alle costanti violazioni del diritto internazionale da parte dello Stato d’Israele”. La richiesta, che per essere valida dovrà essere votata da Senato accademico e consiglio d’amministrazione, è la prima ad essere approvata da un organo istituzionale di un ateneo italiano. Il voto è stato immediatamente condannato dalla Giovane Kehila, il movimento giovanile della comunità italiana in Israele.

Se il governo israeliano esulta (e ne ha di motivi per farlo), di diverso avviso è parte dell’opposizione. Il parlamentare centrista del “Campo sionista”, Zouheir Bahloul, ha descritto il nuovo provvedimento una “competizione interna alla destra israeliana per capire chi più è estremista”. “Invece di combattere per preservare la democrazia israeliana, Amsalem si è ispirato ai regimi oscuri come l’ex Unione sovietica e vuole colpire tutti coloro che non sono d’accordo con il governo. Lo Stato d’Israele crea con le sue stesse mani le ammonizioni per gli attivisti del Bds e perciò invito a fermare questa follia a cui ci ha condotto questo governo di destra”.

Commentando il voto di ieri, la Lista Araba Unita (il partito che unisce i quattro partiti arabi d’Israele) ha detto che il nuovo provvedimento nasce per silenziare il “legittimo dissenso politico sulle politiche israeliane”. Il leader Ayman Odeh ha anche aggiunto che la legge finirà per bloccare centinaia di ebrei negli Stati Uniti e in altre parti del mondo che “non sono contro il Paese [Israele, ndr], ma contro l’occupazione”. Gli ha fatto ecco il suo collega di partito Dov Khenin che ha evidenziato come la legge aumenterà invece il boicottaggio dello stato ebraico che sarà sempre di più “isolato”. Anche il partito Meretz (sinistra) con la parlamentare Tamar Zandberg ha criticato la legge perché nega la “libertà di espressione e serve a silenziare le persone”. “E’ chiaramente contro chi boicotta Israele – ha aggiunto Zandberg – ma non fa distinzione fra Israele e le colonie facendo pertanto il gioco del movimento Bds”.

Se il provvedimento anti-Bds è stato approvato ieri, in realtà è già attiva da tempo una dura politica contro chi boicotta Israele. Lo scorso dicembre, ad esempio, l’attivista Isabel Piri si è vista rifiutare l’ingresso all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv perché fa parte del Consiglio mondiale delle Chiese che sostiene il boicottaggio dei prodotti delle colonie in Cisgiordania. La scorsa settimana è stato poi il turno del direttore di Human Rights Watch in Palestina e Israele, Omar Shakir, a cui è stato impedito di entrare nello stato ebraico per la seconda volta in meno di un mese “per il suo attivismo a favore della campagna internazionale di Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni dello Stato d’Israele”. Nena News

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