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La VOCE ANNO XIX N°10

giugno 2017

PAGINA 3         - 15

Corea del Nord: Seul chiede
intervento di Papa Francesco

Con una lettera il Presidente della Corea del Sud Moon Jae-in, chiede l’intervento del Pontefice nella mediazione diplomatica con Kim Joung-Un.
Simone Barbieri Esperto di Cronaca
Curato da Marco Mancini - Pubblicato il:25 maggio 201

Sud Corea chiede intervento Papa Francesco per avvicinamento con Corea del Nord
Una lettera di Seul per esortare l’intervento di #Papa Francesco all’interno della questione coreana. Questa la richiesta di Moon Jae-in, Presidente eletto in Corea del Sud dopo lo scandalo di tangenti che ha colpito i vertici politici del paese. La difficile situazione diplomatica tra Nord e Sud Corea è andata sempre più aggravandosi nell’ultimo periodo a causa dei frequenti missili lanciati da Pyongyang. Kim Hee Joong, capo dell’associazione dei vescovi di Seul, è atterrato ieri in Vaticano, dove ha l’incarico di consegnare la missiva di Moon a Papa Bergoglio.

Avvicinamento diplomatico

La richiesta del Presidente di Seul è quella di esortare il Pontefice a svolgere un ruolo di mediazione indirizzato ad un avvicinamento diplomatico tra Nord e Sud Corea.

Si richiede infatti a Bergoglio di ri-adoperarsi a svolgere quell’opera di normalizzazione dei rapporti diplomatici condotta nel 2014 a Cuba, in occasione dell’avvicinamento politico tra l’isola caraibica e gli Stati Uniti di Obama. In quell’occasione, Papa Francesco svolse un ruolo di garante per l’accordo USA - Cuba, il quale comportò la cessazione dell’embargo di Washington a danno de l’Avana. Un avvicinamento diplomatico, quindi, e forse un primo passo verso una soluzione pacifica a proposito dei sempre più tesi rapporti tra Nord e Sud Corea, aggravati negli ultimi tempi dalla crescente attività bellica condotta da Kim Jong Un.

Nord-Sud Corea: non è ancora tempo di Summit

Il ruolo chiesto a Papa Francesco però, precisa il portavoce sud-corea Park Soo-hyun, non è quello di una mediazione volta alla costituzione di un summit politico fra le due nazioni, ma solo un avvicinamento, un parere, una prima opera risolutiva a favore della riconciliazione fra i due stati.

In altri termini, Moon Jae-in chiede l’intervento di Papa Francesco con una lettera scritta di suo pugno, e consegnata a Kim Hee Joong, capo dei vescovi di Seul in visita a Roma, per una prima azione diplomatica tra Nord e Sud Corea. "L’arcivescovo Kim è previsto consegni una lettera personale del presidente (Moon Jae-in) al Papa. Ad ogni modo, la lettera non contiene la richiesta al Papa di aiutare la mediazione di un summit tra Nord e Sud" riferisce il portavoce di Seul. La notizia è stata riportata da JoongAng Ilbo, quotidiano Sud Coreano, il quale afferma che Kim Hee Joong, Capo dell’associazione dei vescovi di Seul, è atterrato ieri in Città del Vaticano. #corea del nord #Esteri

Corea del Nord, la risposta di Kim al G7 è un missile Scud

A Taormina, i ’sette grandi’ hanno espresso la loro ferma condanna nei confronti di Pyongyang dalla quale ora arriva l’ennesima provocazione
Michele Caltagirone Esperto di Cronaca
Pubblicato il:29 maggio 2017

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ordinato il terzo test missilistico in meno di due settimane

I ’muscoli’, fino ad oggi, li ha mostrati soltanto Kim Jong-un. Incurante delle innumerevoli risoluzioni ONU, il regime nordcoreano lancia un altro missile. Stavolta si tratta di uno Scud, il modello più conosciuto di missili a corto raggio. Partito da Wonsan, avrebbe percorso circa 450 km prima di inabissarsi nelle acque del Mare del Giappone. In fin dei conti, c’è da pensare che la Corea del Nord stia passando in rassegna tutto l’arsenale: si tratta infatti del terzo missile di modello diverso lanciato in poche settimane.

Risposta al G7, minaccia alla Corea del Sud

Vista nell’ottica della delicata partita a scacchi che si sta ’giocando’ in estremo oriente, l’ennesima provocazione di Pyongyang nasce come risposta al G7 di Taormina [VIDEO].

Nel corso del vertice, i leader presenti in Sicilia non hanno fatto altro che conformarsi a quanto già espresso dall’ONU. "La Corea del Nord è una minaccia in crescita di grave natura alla pace internazionale", hanno concordato. Una minaccia soprattutto per la vicina Corea del Sud, in dispregio alla mano tesa del nuovo presidente sudcoreano Moon Jae-in che aveva espresso l’intenzione di cercare nuove vie diplomatiche verso Pyongyang fin dal giorno del suo insediamento. La risposta della Corea del Nord è stata piuttosto eloquente: sono i tre i test missilitici effettuati dal regime dopo le elezioni a Seoul.

L’evoluzione dello Scud

Lo Scud è il più noto tra i missili a corto raggio ed è anche piuttosto datato. Messo a punto dall’esercito sovietico all’inizio degli anni ’60, rappresenta un’evoluzione diretta dei famosi V2 utilizzati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.

Relativamente ad operazioni belliche, gli Scud furono molto utilizzati dal regime di Saddam Hussein durante la prima guerra del Golfo nel 1991. Il modello nordcoreano, pur avendo caratteristiche simili all’originale sovietico, ne rappresenta un’ulteriore evoluzione: viene infatti definito Scud-ER (extendend range) ed è in grado di percorrere il doppio dei km rispetto allo Scud tradizionale. Lanciato in maniera canonica, infatti, è grado di raggiungere non solo la Corea del Sud, ma anche i mezzi navali statunitensi sempre più numerosi intorno alla penisola coreana e, inoltre, di mettere nel mirino il Giappone.

I lanci recenti

I tre missili lanciati dalla Corea del Nord nell’ultimo mese, pertanto, sono di modelli ben diversi. Il primo, il più imponente, è stato un Hwasong 12 [VIDEO], vettore a medio-lungo raggio che potrebbe percorrere teoricamente fino a 4.500 km. Il secondo lancio ha riguardato il missile terra-aria a medio raggio Pukguksong 2 del quale il governo nordcoreano avrebbe ordinato la produzione di massa.

Corea del Nord, ancora un test missilistico

Kim Jong-un non si ferma, nella circostanza si tratterebbe di un vettore a medio raggio Michele Caltagirone Esperto di Cronaca
Pubblicato il:21 maggio 2017

La Corea del Nord non si ferma dinanzi alle minacce ONU ed alle sanzioni proposte da Stati Uniti e Cina. Ad una settimana di distanza dal test effettuato nel Mare del Giappone, arriva un nuovo lancio. L'evento, che fa salire nuovamente ai massimi livelli la tensione internazionale, è stato segnalato dal ministero della difesa di Seoul, i militari sudcoreani stavolta parlano di "proiettile non identificato". Il leader nordcoreano Kim Jong-un, pertanto, non ha alcuna intenzione di fermare i suoi programmi di sviluppo missilistico e nucleare.

Washington: 'Missile a medio raggio'

La base di partenza del lancio è diversa rispetto a quella utilizzata per l'ultimo test.

Si tratterebbe, sempre secondo Seoul, di un'area nei pressi di Puckang, non molto lontano da Pyongyang. La notizia, diffusa dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, indica come punto di lancio lo stesso che il mese scorso era stato utilizzato per un test fallito. Quello odierno è invece riuscito e, sebbene non sia stato identificato il vettore, non si tratterebbe comunque di un missile balistico intercontinentale. Il vettore avrebbe percorso una traiettoria di 500 km, pertanto inferiore a quella del lancio della scorsa settimana [VIDEO], il più preoccupante perché nella circostanza era stato testato un missile in grado di trasportare testate nucleari e di colpire Guam, l'Alaska o le isole Hawaii, dunque il territorio americano. "Siamo a conoscenza del test - si legge in una nota della Casa Bianca - e sappiamo che si tratta di un missile a medio raggio, già provato lo scorso febbraio. Ha comunque un raggio inferiore rispetto a quelli che sono stati lanciati dal regime nordcoreano negli ultimi tre test effettuati".

Ufficiale: Moon Jae-in è il nuovo presidente della Corea del Sud

Il candidato del partito democratico infligge un distacco abissale agli avversari. Tuttavia anche lui perde consensi rispetto la precedente votazione.
M.L. Esperto di Politica
Curato da Maurizio Ribechini - Pubblicato il:10 maggio 2017

Moon Jae-in è il nuovo presidente della Corea del Sud. È stato proprio il neo presidente ad annunciare la vittoria nelle #Elezioni presidenziali numero 19 prima della nota ufficiale della commissione elettorale. Contestualmente i suoi avversari hanno pubblicamente riconosciuto la sconfitta. Per Moon, lo straordinario risultato è frutto del disperato desiderio della gente di avere un nuovo governo. Dopo quelli francesi per il duello Macron – Le Pen, anche i pronostici sudcoreani sono stati rispettati.

Pronti a ripartire

Dopo mesi di incertezze, le clamorose proteste pubbliche dei sudcoreani, l’impeachment della presidente Park, il suo arresto insieme a quello della sua consigliera e del presidente del colosso Samsung, e non ultima la costante minaccia da parte del dittatore nord coreano Kim-Jong Un; la Corea del Sud sceglie di ripartire con un presidente tendenzialmente di sinistra dopo anni di governo del Partito della Libertà della Park.

Moon, che di professione è un avvocato che si occupa di diritti umani, ha già dichiarato che sarà un presidente di tutti e di voler cercare la via del dialogo nelle spinose questioni di politica estera, cui unirà una maggiore indipendenza dagli Stati Uniti. Rimarrà comunque un punto cardine denuclearizzare la #corea del nord, un primo passo che a lungo termine, nelle intenzioni sudcoreane, dovrà portare alla riunificazione delle due Coree.

I Risultati

Poco prima delle 21 ora italiana, la commissione elettorale ha comunicato i risultati definitivi dell’ elezione. Il neo presidente Moon Jae-in ha raccolto 11,4 milioni di voti attestandosi al 40,2% del totale. Il conservatore Hong Joon-pyo ha subito da Moon un distacco abissale fermandosi al 25,2%. Il popolare Ahn Cheol-soo risulta ancora più attardato al 21,5%.

Percentuali trascurabili invece quelle ottenute dagli altri candidati

Il partito della Libertà di Hong Joon-pyo, già partito della Park ha perso oltre la metà dei punti percentuali, riuscendo a rimanere comunque secondo partito nazionale. Ad onor del vero, anche il partito di Moon ha perso consensi in favore delle altre formazioni politiche.

Per quanto riguarda il dato sull’affluenza, questa si è attestata al 77% con oltre 21 milioni di votanti, in aumento rispetto alla precedente tornata elettorale. Moon sarà presidente per i prossimi 5 anni e il suo mandato scadrà nel 2022. È il quarto presidente appartenente al Partito Democratico sudcoreano.

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