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La VOCE 1704

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La VOCE ANNO XIX N°8

settembre 2017

PAGINA d         - 28

report riunione con ANPI: altre informazioni e pareri

APPELLO ANPI ROMA 25 APRILE E ASSEMBLEA.pdf

Carissimi tutti,
ieri io e Silvano siamo stati all’incontro con l’ANPI.
Il Presidente dell’ANPI ha fatto una panoramica di alcune provocazioni fasciste degli ultimi tempi a Roma, ha parlato del clima europeo di populista e di destra e ha ribadito la loro necessità di ampliare e rinsaldare il fronte antifascista ed avere una partecipazione popolare la più ampia possibile.
Appare chiaro a mio parere come vogliano recuperare la partecipazione al corteo del 25 aprile della comunità ebraica romana.
Il 5 aprile terranno una iniziativa all’Università la Sapienza per lanciare il corteo del 25 aprile, e ci hanno invitato a partecipare.
Ci hanno detto che non condividono il nostro appello né nel metodo né nel merito e non lo sottoscriveranno, faranno anzi un loro comunicato in cui lo stigmatizzeranno.
Gli abbiamo risposto che per quanto ci riguarda l’appello è quello, che nessuno gli ha chiesto di aderire, in quanto loro sono i titolari della manifestazione del 25 aprile, che se ritengono di rispondere al nostro comunicato sono liberi di farlo, fermo restando che ci riserviamo eventualmente di controrispondere, dopo aver valutato toni e contenuti del loro documento di stigmatizzazione del nostro appello.
Abbiamo ribadito che non siamo contrari alla partecipazione al corteo della comunità ebraica romana, dello striscione e delle bandiere della Brigata Ebraica.
Il Presidente dell’ANPI ci ha chiesto, di fatto, un comportamento "responsabile" e di non fare slogan antiebraici, gli abbiamo fatto presente che dalle nostre fila cose del genere non si sono mai sentite, e se qualcuno lo farà possono tranquillamente cacciarlo.
Li abbiamo invitati alla nostra iniziativa del 31, ma hanno detto che non verranno, e a presenziare all’iniziativa che facciamo al Ponte di Ferro dove se vogliono potranno anche parlare.
Mi sono sembrati in imbarazzo, ma ribadisco che secondo me debbono recuperare a tutti i costi la comunità ebraica.
Se ho omesso o mal riportato qualcosa Silvano mi correggerà ed integrerà.
Credo sia opportuno rivederci tutti prima di Pasqua, alla luce di quello che farà l’ANPI.
Ciao.
Gustavo

Ciao,
confermo quanto scritto da G. aggiungendo alcuni altri elementi per completezza d’informazione su di un incontro che è durato quasi un’ora: è vero che vogliono recuperare la "comunità ebraica", conformandosi però alla lettura "sionista" della Storia. Infatti hanno provato a farci passare il concetto che alcuni "dirigenti partigiani comunisti" erano sionisti, quindi non potevano avere problemi col sionismo*. In realtà, come sapevamo, il loro problema è proprio l’antisionismo e la campagna contro il ddl 2043 (criminalizzazione del BDS) nonchè, in misura differente, la presenza di bandiere di stati (palestinese).

Asimmetricamente, hanno provato a metterci in difficoltà criticando il nostro appello per aver tralasciato la crisi economica, la reazione e i movimenti sociali. Abbiamo rispedito tutto al mittente, invitandoli a rileggerlo con più attenzione, facendogli notare che anche attraverso le adesioni, di sindacati, centri sociali ed altre organizzazioni non specificamente antisioniste e filopoalestinesi, si dimostrava il coinvolgimento di un ampio spettro sociale e politico che quotidianamente affronta quegli aspetti di conflitto nella nostra città. Ricordando che se negli anni c’è stato qualcuno che ha cercato di ricucire lo "strappo" tra un 25 aprile eccessivamente istituzionalizzato dell’ANPI e le forze sociali antagoniste, formalizzato fino a qualche tempo fa da contemporanee e diverse manifestazioni cittadine, siamo stati proprio noi che abbiamo sempre sottolineato a tutti l’importanza di un 25 Aprile unitario e in linea con i contenuti della Resistenza partigiana.

Gli abbiamo chiarito nuovamente il nostro concetto di antisionismo, che è politico, antirazzista, anticolonialista e non etnico-religioso, giudicandolo per quel che è e per come, anche ultimamente, la stessa ONU ha ribadito essere: un "regime di Apartheid". Con le conseguenti polemiche che tale giudizio ha scatenato, che tutti conoscono e che si riflettono anche sulla nostra stessa interlocuzione.

Sulla criminalizzazione del BDS, gli abbiamo ricordato che chi vuole togliere agibilità politica a qualcun altro sono gli stessi sionisti che, ad esempio, nelle ultime settimane hanno impedito iniziative come quella al Campidoglio, al Palladium, al Cinema Aquila, ecc. e che l’appello è nato anche in quel clima di "censura" scatenato dai soliti noti, costringendo la stessa ANPI a stigmatizzare quegli stessi avvenimenti. Come loro stessi ci hanno tenuto a sottolineare.

L’idea che ci siamo fatti e che avevano necessità di smussare argomenti che li mettono in difficoltà con altri interlocutori e che, a partire dagli esiti di tale incontro, avrebbero deciso se partecipare o meno al 25 Aprile. Di fatto, aspettandosi che ci assumessimo una parte delle loro (ANPI) responsabilità e incombenze politico-istituzionali.

Ovviamente gli abbiamo risposto che non era possibile essendo realtà con funzioni e prerogative diverse, che saremmo stati corretti come solito ed a scanso di equivoci gli abbiamo infine esplicitamente richiesto se il nostro appello confliggesse in alcun punto o in qualche modo con quello loro, che ci hanno consegnato (vedi allegato) e su cui ci hanno risposto chiaramente di NO.

Buon lavoro

* su questo eravamo preparati e, quindi, gli abbiamo consegnato due documenti elaborati sui legami tra sionisti e nazisti...
Vincenzo Brandi

Roma rifiuta la censura: di Palestina si può e si deve parlare: comunicato del BDS Roma: Errata Corrige

Preciso che il titolo esatto del film della regista palestinese Mia Masri vietato al cinema Palladium e rappresentato presso AAMOD è "3000 Notti" (e non "3000 Volti")
Nel riportare più sotto il comunicato di BDS Roma sui tentativi da parte dell’ambasciatore israeliano e di gruppi sionisti italiani di bloccare tutte le iniziative pro-Palestina al Campidoglio, al cinema Aquila ed al cinema Palladium di Roma, non possiamo non condannare l’atteggiamento servile tenuto nella circostanza da parte di autorità locali ed esponenti della
cultura italiana, che dovrebbero - al contrario - difendere la sovranità del nostro paese da ingerenze esterne e assicurare l’agibilità democratica delle nostre istituzioni.
Mi riferisco in particolare:
-al consigliere Stefano Fassina (oggi di Sinistra Italiana), al presidente del consiglio capitolino De Vito (5 Stelle) ed al capogruppo di 5 Stelle al Campidoglio Ferrara, che hanno contribuito a bloccare l’iniziativa con Ann Wright in Campidoglio;
-Ai rappresentanti del PD al V Municipio di Roma che hanno tentato di bloccare le iniziative al cinema Aquila e ai rappresentanti locali di 5 Stelle che, astenendosi, hanno permesso l’abuso;
-ai responsabili dell’Università Roma 3 che, in sede di presentazione del bellissimo film di Mia Masri "3000 volti" (da loro inizialmente sponsorizzato) presso la saletta di AAMOD, non hanno saputo o voluto chiarire i motivi della sospensione della proiezione del film presso il cinema Palladium, limitandosi ad affermare che il rinvio (sembra al 6 aprile) era stato concordato con l’Ambasciata Palestinese (fatto su cui sono necessari ulteriori approfondimenti).
Di tutti questi signori, pronti ad inchinarsi alle pressioni di Israele e dei sionisti, ci ricorderemo al momento delle prossime campagne elettorali ed in ogni altra occasione opportuna, Vincenzo Brandi

Roma rifiuta la censura: di Palestina si può e si deve parlare

Due giorni di iniziative sulla Palestina al Cinema Aquila di Roma hanno dato grande dimostrazione della determinazione di rivendicare e tutelare la libertà di espressione in questa città.

Rifiutando di subire la censura messa in atto dal Municipio V e dal Comune di Roma, lo Spazio Comune Cinema Aquila e BDS Roma, insieme a tante associazioni e comitati, abitanti del quartiere, amanti del cinema indipendente e solidali con il popolo palestinese, si sono mobilitati per affermare che, sì, si può e si deve far conoscere la realtà del popolo palestinese.

Il 14 marzo, di fronte alla sala chiusa, è stato allestito un grande cinema all’aperto sul marciapiede in via l’Aquila, per la proiezione di "The Wanted 18", film che combina, in modo geniale, l’animazione con le riprese per raccontare l’inventività del popolo palestinese nel resistere all’occupazione israeliana attraverso la storia di 18 mucche acquistate per l’autoproduzione di latticini per permettere il boicottaggio dei prodotti israeliani.

A seguire, sempre all’esterno del cinema, è andato in scena un estratto dello spettacolo teatrale "Mi chiamo Rachel Corrie". L’attrice Maria Laura Caselli, interpretando le parole scritte nel diario dell’attivista statunitense 23enne uccisa il 16 marzo 2003 da una ruspa dell’esercito israeliano mentre cercava di difendere la casa di un medico palestinese dalla demolizione, ha catturato ed emozionato il pubblico presente.

È stata poi la volta di un contributo audio di Moni Ovadia. Interrotto più volte dagli applausi, il noto uomo di cultura ha denunciato "l’inaccettabile censura nei confronti delle iniziative pacifiche e democratiche del movimento BDS" e ha stigmatizzato le accuse ignobili di antisemitismo, spiegando che "antisemita è chi ha ridotto l’ebraismo ad essere un pensiero nazionalista, furioso, fanatico mescolato al fanatismo religioso che pretende di rappresentare i valori del ebraismo che sono ben altra cosa".

Dentro la sala, dove era in corso la programmazione non condivisa e decisa all’ultimo momento dal Comune e dal Municipio V, neppure uno spettatore presente.

Il 15 marzo, invece, la sala Anna Magnani del Cinema Aquila si è di nuovo riempita. La determinazione di tutte e tutti ha garantito la proiezione di entrambi i film condivisi dal tavolo di programmazione all’interno del cinema.

Il documentario e candidato al David di Donatello "This is my land...Hebron" ha portato il pubblico nella città palestinese descritta dal giornalista israeliano Gideon Levy come l’espressione "più brutale, crudele, folle e pazzesca" dell’occupazione israeliana. Il film "The Salt of This Sea" ha invece fatto vivere il dramma di una donna palestinese della diaspora che, forte del legame con la Palestina e la storia del suo popolo, torna nella sua terra per reclamare il suo diritto di esserci.

Il tentativo di censura al cinema Aquila non è stato purtroppo il solo, indegno episodio di questi giorni.

Sempre il 15 marzo, nell’ambito della annuale Settimana della cultura palestinese, avrebbe dovuto essere proiettato al Palladium, teatro legato all’Università di Roma Tre, “3000 Nights”, film pluripremiato che racconta di una giovane donna palestinese ingiustamente arrestata e costretta a partorire in un carcere israeliano. Il film attesta l’enorme forza di resistenza delle donne palestinesi, ma anche l’arroganza e la violenza gratuita e ottusa dell’esercito israeliano.

La verità non deve essere conosciuta e quindi l’Università - che per definizione dovrebbe essere il luogo del pluralismo e del confronto aperto, anche critico - lo ha annullato. La proiezione del film è stata quindi spostata presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, co-organizzatore dell’evento, dove il grande interesse suscitato ha portato a tre proiezioni, tutte strapiene.

Non si è nuovi a questi tipi di pressione e di intimidazione, più volte denunciati in questi anni, rivendicando il diritto a parlare della Palestina, tema su cui in questa città e nel Paese vige un tabù. Eppure non è mai mancata la nostra assoluta apertura al confronto laddove c’è chi preferisce sottrarsi ad ogni prassi di pluralismo e democrazia per imporre dall’alto la censura su quanto non si vuole che il pubblico possa ascoltare o vedere.

Ancora una volta la risposta ai tentativi di intimidazione è stata chiare, e questo ci induce all’ottimismo sulla capacità delle persone di reagire a questo tipo di pressioni, pur dovendo constatare con amarezza la mancanza di indipendenza e di libertà intellettuale ancora una volta dimostrata da quelle istituzioni - amministrazione pubblica e luoghi del Sapere - che più dovrebbero rappresentare e difendere questi valori.

La cultura non si censura. La solidarietà al popolo palestinese non si ferma.

Due appuntmenti di oggi 16 marzo:

» Alle ore 19 assemblea pubblica allo Spazio Comune Cinema Aquila

» Dalle 16 in poi, Con Rachel Corrie nel cuore, presso La Strada

BDS Roma




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