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La VOCE ANNO XIX N°8

settembre 2017

PAGINA b         - 26

Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso
(E. Che Guevara)
من يناضل يمكن أن يخسر، ولكن من لا يناضل فقد خسر مسبقا
Chi salva la vita di un bambino salva il mondo intero

Il 30 marzo 1976, lo stato d’Israele soffocava nel sangue la ribellione dei palestinesi all’interno di Israele in Galilea, uccidendo sette palestinesi e centinaia tra feriti ed arrestati che protestavano contro la politica oppressiva, repressiva e razzista dei governanti israeliani che mirava alla confisca delle loro terre. Da allora la Giornata della Terra, il 30 marzo di ogni anno è diventata la giornata della resistenza pacifica dei palestinesi per la difesa della terra dalla confisca israeliana, contro la politica della colonizzazione, contro il Muro, l’assedio, l’aggressione, il furto della terra e dell’acqua palestinese, per denunciare al mondo i crimini del colonialismo israeliano
Oggi Israele continua la sua politica e i suoi progetti di insediamento coloniale non sono cessati, anzi, sono stati incrementati, negando e violando ogni diritto, le risoluzioni dell’ONU e della legalità internazionale.
La Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, il Comitato per la Pace del VII Municipio e l’Associazione Amici della Mezza luna Rossa Palestinese organizzano un Convegno:
Programma - 30 marzo 2017

• alle ore 17.30 cerimonia intorno all’ulivo palestinese per la pace, piantato nel giardino del VII Municipio
• alle ore presso la Sala dell’Associazione ECCO.CI, Piazza Cinecittà, 11 Convegno “Per una Pace Giusta in Palestina”. Interverranno:
- Yousef Salman, Presidente Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
- Diego Ciarafoni, Associazione ECCO.CI
- E’ stata invitata la dott.ssa Monica Lozzi, Presidente VII Municipio- Roma
- Giuseppe Garofolo, Comitato per la Pace VII Municipio
- S.E. Mai Al Kaila. Ambasciatrice palestinese a Roma
- Luisa Morgantini, Presidente Assopace
- Marta Trulli, Associazione Con la Palestina nel Cuore
- Stephanie Westbrook, BDS Italia
- Bassam Saleh, Club dei Prigionieri Palestinesi
- Conclude: Maria Raffaella Violano, Presidente Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese

Alle ore 20.00 proiezione di un film a cura di Monica Maurer dell’AAMOD

A seguire, degustazione di piatti tipici palestinesi.


L’Università di Roma La Sapienza vieta il dibattito sulle responsabilità dell’Europa e la Palestina su pressione dei sionisti. Un finale non inatteso.

All’ultimo momento è stata negata l’aula concordata tra l’Università, CGIL, Assopace,Un Ponte per, ecc. , per la manifestazione del pomeriggio di oggi (giovedì 23), che è stata spostata a via dei Frentani.
Ancora una volta l’arroganza spudorata di Israele e dei sionisti nostrani si è imposta alle nostre deboli (o forse complici) istituzioni.
Eppure la manifestazione si annunciava estremamente moderata, con la partecipazione anche di parlamentari del PD, partito notoriamente schierato con Israele.
Questo episodio dovrebbe far riflettere anche chi all’interno del movimento per la Palestina ritiene ancora possibile dialogare con personaggi come Fassina e partiti come PD o Sinistra Italiana, ed organizzazioni collaterali, sempre pronti a clamorosi voltafaccia su pressione dei sionisti.
Non sarebbe nemmeno stato inutile andare subito a protestare presso l’aula concordata, come qualcuno ha giustamente proposto, invece di spostare il convegno.
Sarebbe invece indispensabile una massiccia presenza di un combattivo spezzone per la Palestina nella giornata della Resistenza, il 25 aprile, per ribadire il diritto alla resistenza dei Palestinesi e di tutti i popoli oppressi.
Non aiuta certo il fatto che alcune organizzazioni pro-Palestina abbiano ritirato la loro firma dall’appello per la partecipazione al 25 aprile, perché considerato troppo radicale. Non è certo trattando sottobanco con parlamentari presunti "amici" ed istituzioni sempre pronte a tradire che il movimento per i diritti dei Palestinesi potrà fare molti passi avanti. Vincenzo Brandi

Comitato palestinese BDS sugli sforzi di Israele per far tacere Omar Barghouti e reprimere il movimento

Comunicato del BNC sulla campagna in corso da parte di Israele per mettere sotto silenzio Omar Barghouti e per reprimere il movimento BDS


22 marzo 2017 - Nella mattina di domenica 19 marzo, le autorità fiscali israeliane hanno fatto irruzione a casa di Omar Barghouti, noto difensore dei diritti umani palestinesi e co-fondatore del movimento di Boicottaggio, Divestmento e Sanzioni (BDS) per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza del popolo palestinese. Hanno trattenuto e interrogato Omar e la sua moglie Safa per 16 ore in quel primo giorno. Omar attualmente sta subendo un quarto giorno di interrogatorio.

Qui sotto, la risposta del Comitato Nazionale palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BNC) a questi sviluppi ed agli sforzi sistematici del governo israeliano per criminalizzare il movimento BDS, intimidire gli attivisti ed impedire la libertà di parola:

Un noto difensore dei diritti umani palestinese e co-fondatore del movimento BDS, Omar Barghouti, da anni è stato sottoposto a intense minacce, intimidazioni e repressione da parte di vari organi del governo israeliano di estrema destra, specialmente dopo che questo ha considerato il movimento una “minaccia strategica" per il suo intero sistema di ingiustizia contro i Palestinesi.

Ad un congresso nel marzo 2016 a Gerusalemme occupata, parecchi ministri del governo israeliano hanno minacciato Omar e difensori dei diritti umani di primo piano del BDS con misure severe, compreso l’“eliminazione civile mirata” - un eufemismo per assassinio civile. Il Ministero degli Affari Strategici l’anno scorso ha costituito una "unità di infangamento", come rivelato nel quotidiano israeliano Haaretz. Il lavoro di questa unità è di infangare la reputazione dei difensori dei diritti umani e delle reti del BDS.

È in questo contesto che deve essere intesa l’indagine del dipartimento fiscale israeliano su Omar e sua moglie Safa. Dopo che non è riuscito ad intimidirli con la minaccia della revoca della residenza permanente in Israele di Omar e dopo che il divieto operativo di viaggiare imposto a lui si è dimostrato inutile nel fermare il suo lavoro sui diritti umani, il governo israeliano ha fatto ricorso all’invenzione di un caso relativo al presunto reddito di Omar fuori da Israele per infangare la sua immagine e per intimidirlo.

Il fatto che questa indagine include un divieto di viaggiare e che arriva alcune settimane prima del previsto viaggio di Omar Barghouti negli Stati Uniti per ricevere il premio per la pace Gandhi insieme a Ralph Nader in una cerimonia all’università di Yale dimostra il suo reale motivo: repressione.

Il fatto che il governo israeliano abbia divulgato le provocatorie invenzioni contro Omar appena 24 ore dopo che era stato fermato per indagini mostra oltre ogni dubbio che l’obiettivo reale dell’indagine è di infangare la sua reputazione.

Qualunque siano le misure estreme di repressione che Israele brandisce contro il movimento BDS o i suoi difensori dei diritti umani o la sua vasta rete di sostenitori, non potrà fermare questo movimento per i diritti umani. Prepotenza e repressione possono difficilmente avere effetto su un movimento di base che si sviluppa nei cuori e nelle menti delle persone, mettendole in grado di fare la cosa giusta - di schierarsi dalla parte giusta della storia, contro il fanatico regime israeliano di apartheid, occupazione e pulizia etnica e per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza per il popolo palestinese.

Questo ultimo capitolo disperato di repressione e intimidazione da parte del governo israeliano contro Omar Barghouti è l’indicatore più forte del fallimento del regime israeliano di occupazione, colonialismo di insediamento e apartheid nel rallentare lo sviluppo impressionante del movimento di BDS per i diritti palestinesi.

Il Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC) è la più grande coalizione nella società civile palestinese. Guida e sostiene il movimento globale di Boicottaggio, Divestimento e Sanzioni. Visitate www.bdsmovement.net e seguite @BDSmovement

Fonte: Comitato Nazionale Palestinese del BDS

Assaf Harel: State scherzando? Il paese dell’apartheid.

Pubblicato il 16 mar 2017
In Last Monologue, il programma comico israeliano il conduttore supplica gli israeliani di svegliarsi e sentire l’odore dell’Aparheid
La feroce accusa fatta da Assaf Harel alla società israeliana è diventata virale.
L’accusa bruciante fatta alla società israeliana dal conduttore di un programma comico israeliano è diventata virale sui social media, rastrellando oltre 5.000 condivisioni in due giorni da quando, lunedì, è stato pubblicato sulla pagina Facebook dello show.
Nel video, Assaf Harel di "Good Night With Assaf Harel" castiga gli israeliani che ignorano l’occupazione e sostiene che Israele è uno stato di apartheid.
"Good Night", mandato in onda da Channel 10, è stato uno degli spettacoli più controversi degli ultimi anni della televisione mainstream israeliana. In un’occasione, lo spettacolo è stato multato dopo che Harel aveva ridicolizzato il primo ministro Benjamin Netanyahu per avere sfruttato la morte del fratello per ottenere un guadagno politico.
L’episodio di "Good Nights“ è stato l’ultimo, in quanto lo spettacolo non è stato rinnovato per un’altra stagione a causa dei bassi indici di ascolto, anche se ha guadagnato un forte seguito sui social media.

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